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Il governo incassa anche la seconda fiducia sull'Italicum dopo il primo round vinto ieri. Nel primo pomeriggio ci sarà il voto sulla terza mentre il voto finale è previsto per la prossima settimana. I sì sono stati 350, i no 193, uno solo astenuto.
Renzi, ma a rendere agra la giornata è stata la mancata partecipazione al voto di 38 deputati della minoranza del Pd, tra i quali spiccano big quali Enrico Letta, Bersani e Rosi Bindi.

Minimizza, però, il vice segretario del Pd. "C'è stato uno strappo più contenuto di quello che si poteva pensare prima del voto" e soprattutto, dice Lorenzo Guerini in Transatlantico, "non penso che vi siano volontà di rotture insanabili nel partito o di uscite, scelte di questo tipo andrebbero in direzione opposta a quello che è l'interesse del Pd".

E in una lettera aperta ai circoli Dem invita alla responsabilità e avverte: sulla riforma "è in ballo la dignità del Pd". "Possono mandarci a casa - dice - ma non fermare il cambiamento". Lo scontro finale sull'Italicum va - dunque - 'ufficialmente' in scena. Aula, comunque, semi-vuota,la prima giornata per la discussione generale e 'solo' in 20 gli iscritti a parlare in questa prima fase di esame del provvedimento. Forza Italia conferma che in Aula, sull'Italicum, presenterà tre questioni di pregiudizialità, una di costituzionalità, una di merito e una richiesta di sospensiva della legge elettorale. Sulle prime due questioni FI chiederà voto segreto.

"Sulle pregiudiziali mi pare che non ci sia la volontà di ricorrere alla fiducia domani". Lo afferma il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, a margine di un seminario organizzato dai Dem per i 10 anni delle primarie.

"Dignità è un concetto profondo ed è offensivo usarlo a fini di polemica interna. Nessuno può dire che chi esprime un'opinione diversa colpisce la dignità di una comunità come il Pd": è quanto si legge in un documento di Sinistra Dem, la componente di Gianni Cuperlo, in cui si afferma che "una mediazione è ancora possibile". "In quella lettera - prosegue il documento - il segretario sostiene che chiunque avanza una proposta di miglioramento dell'Italicum vuole azzerare le riforme e colpire il cambiamento. Ma questo è falso. Noi vogliamo le riforme e vogliamo quel cambiamento che proprio certe sordità in questo passaggio rischiano di mettere in crisi. Abbiamo mostrato coi fatti che l'unità del Pd la pratichiamo", come si è visto in precedenti passaggi parlamentari. "Ma oltre ai diritti - si legge ancora - esistono dei doveri di coerenza quando in gioco entrano principi che riguardano la qualità della democrazia. Per parte nostra vogliamo unire e cambiare nel verso giusto". Sinistra Dem afferma poi che "colpisce la sottovalutazione del danno che deriverebbe al governo e al Pd da una rottura. E' ancora possibile correggere l'equilibrio del sistema - insiste il documento - che nascerà dalla doppia riforma (della Costituzione e della legge elettorale). Ad esempio rivedendo composizione e funzioni del Senato, scegliendo la via di una vera Camera delle Regioni. Questo implicherebbe anche una revisione dei contrappesi necessari a fronte di una legge elettorale che cambia la forma di governo nella direzione di un premierato forte". "Senza queste e altre correzioni - prosegue il documento - lo spostamento del potere legislativo dal Parlamento al Governo è destinato a produrre uno squilibrio. Naturalmente si dovrebbe garantire una coincidenza dei tempi tra l'entrata in vigore della nuova legge elettorale e il completamento della riforma costituzionale. Sono proposte ragionevoli. Una mediazione è ancora possibile, ma servono volontà, coraggio e parole scolpite".

Se da parte della sinistra interna - dunque - continuano a piovere parole di fuoco contro Matteo Renzi, la leadership del Pd sceglie di non drammatizzare, ed anzi parla di "ricucitura", tanto che anche il premier apre su una modifica della riforma costituzionale del Senato. Anche perché il voto finale sull'Italicum, probabilmente a scrutinio segreto, non lascia ancora dormire sonni tranquilli all'esecutivo.

C'è, infatti, anche chi nell'opposizione Dem fa sapere che dopo aver votato sì alla fiducia potrebbe votare no alla riforma.

Ieri Lattuca ha votato la fiducia al primo articolo della legge elettorale, ma non assicura lo stesso atteggiamento per il voto finale: "Certamente non mi nasconderò dietro il voto segreto, non è questo il mio stile. Quindi, quando la prossima settimana si voterà, o non parteciperò al voto oppure non darò il mio voto favorevole a questa legge".

Fatto l'Italicum, occorre rivedere la riforma del Senato: lo ha detto il ministro dell'Interno e presidente di Ncd Angelino Alfano, in una intervista, questa mattina, a Rtl 102.5 all'indomani del primo voto di fiducia sulla legge elettorale. "Adesso, dopo questo successo, se tutto come penso andrà bene con l'approvazione finale della legge elettorale dopo i due voti di fiducia ulteriori che ci saranno oggi - ha detto Alfano - si apre una fase nuova, quindi noi chiediamo al Governo e alla maggioranza di modificare la riforma costituzionale, quella del Senato".Intanto la Lega Nord :

Ormai alla famiglia del ministro Maria Elena Boschi, manca solo di vincere il super enalotto.  E' veramente sorprendente che dopo padre e fratello sistemati in Banca Etruria  - grazie al fato - ora anche l'istituto comprensivo “Marconi” diretto dalla preside Stefania Agresti, madre del ministro p abbia vinto  il concorso di Ovs. La scuola è stata scelta tra 3 mila istituti e rappresenterà la Toscana nel Padiglione Italia dell'Expo. I detti popolari sono sempre efficaci e per la famiglia Boschi quel che calza meglio è quello che dice 'virtù e fortuna non stanno mai nella stessa casa'"dichiara al corriere del sud Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega Nord al Senato.

"E' un puro scandalo" che a parità di lavoro le donne abbiano una retribuzione più bassa. Lo denuncia il Papa, affermando che "come cristiani dobbiamo diventare più esigenti (rispetto alla tutela sociale della 'dignità del matrimonio' ndr), per esempio sostenere il diritto alla eguale retribuzione per eguale lavoro, perché si da per scontato che le donne devono guadagnare meno dell'uomo? La disparità è un puro scandalo".

Trasformare acqua in vino per una festa di nozze a Cana, il primo dei miracoli di Gesù, il "primo dei suoi segni prodigiosi, Gesù - ha rimarcato il Papa - lo compì nel contesto del matrimonio, e fu un gesto di grande simpatia per quella nascente famiglia"; quel segno fu "sollecitato dalla premura materna di Maria e questo - ha sottolineto papa Francesco - ci fa ricordare il libro della Genesi quando Dio finisce la opera della creazione e fa il suo capolavoro, capolavoro è l'uomo e la donna, e qui Gesù incomincia proprio i suoi miracoli con questo capolavoro, in un matrimonio, in una festa di nozze, per un uomo e una donna, e così Gesù ci insegna che il capolavoro della società è la famiglia, l'uomo e la dona che si amano, questo è il capolavoro".

"E' un fatto che le persone che si sposano sono sempre di meno, questo è un fatto, i giovani non vogliono sposarsi, aumenta invece il numero delle separazioni mentre diminuisce il numero dei figli" ha costatato il Papa nella udienza generale in cui, a partire dal racconto delle nozze di Cana, ha parlato della bellezza del matrimonio. Le "vittime" delle separazioni, ha detto, sono sempre i figli, e ha invitato a interrogarsi su perché i giovani abbiano paura dei legami stabili e subiscano la "cultura del provvisorio".

Le "difficoltà" a matrimoni stabili "non sono solo di carattere economico, sebbene queste siano davvero serie; molti ritengono - dice il Papa - che il cammino della crisi delle nozze,sia stato messo in moto dalla emancipazione della donna, ma nemmeno questo argomento non è valido, questa è una ingiustizia, è una forma di maschilismo che sempre vuole dominare la donna, e facciamo la brutta figura che ha fatto Adamo: 'è lei che mi ha dato la mela, la colpa è sua', la colpa è sempre della donna, povera donna, dobbiamo difendere le donne".

Secondo Bergoglio, e il cristianesimo non può essere maschilista: "Il Vangelo - infatti - ha sconfitto la cultura del ripudio abituale, quando un marito poteva imporre il divorzio anche con i motivi più pretestuosi e umilianti". "Dobbiamo difendere le donne!", ha commentato Francesco mentre la folla applaudiva.

Davanti a oltre 20mila persone in piazza San Pietro, Bergoglio, ha parlato della bellezza del matrimonio cristiano, annunciando che ne parlerà anche nella prossima udienza generale. In questo periodo, come noto, papa Francesco svolge delle catechesi sulla famiglia, in preparazione al sinodo del prossimo autunno, e spesso svolge ogni "capitolo" in due "puntate".

"La difficoltà a restare insieme sia come coppia che come famiglia - ha commentato il Pontefice -  porta a rompere i legami con sempre maggiore frequenza e rapidità,  e i figli sono i primi a portarne le conseguenze", "le vittime, le vittime più importanti, le vittime che soffrono di più in una separazione sono i figli, e se sperimenti fin da piccolo che il matrimonio è un legame a tempo determinato,  inconsciamente per te sarà così, e infatti molti giovani sono portati a rinunciare al progetto stesso di un legame stabile e di una famiglia duratura. Dobbiamo riflettere - ha invitato papa Francesco -  sul  perché tanti giovani non si sentono di sposarsi, c'è questa cultura del provvisorio, tutto è provvisorio, niente è definitivo, è una delle preoccupazione di oggi, perché non si sposano? perché preferiscono una convivenza e tante volte anche una convivenza a responsabilità limitata, e tanti, anche battezzati, hanno poca fiducia nel matrimonio e nella famiglia? E' importante - ha rimarcato il Papa - capire perché non hanno fiducia nella famiglia".

Finalmente l'Italicum arriva - tra le polemiche - all'esame dell'Aula della Camera  ma per la discussione nell'emiciclo ci sono meno di 20 deputati.Ai banchi del governo siedono il ministro Maria Elena Boschi e il sottosegretario Ivan Scalfarotto, mentre nei loro seggi ci sono tra gli altri Rosy Bindi e Roberto Speranza.

"Se questa legge elettorale non passa è l'idea stessa di Partito Democratico come motore del cambiamento dell'Italia che viene meno"scrive Matteo Renzi in una lettera ai coordinatori di circolo Pd. "Nel voto di queste ore c'è in ballo la legge elettorale, certo. Ma anche e soprattutto la dignità del nostro partito", sottolinea. "Davvero è dittatura quella di chi chiede di rispettare il volere della stragrande maggioranza dei nostri iscritti, dei nostri parlamentari, del nostro gruppo dirigente?". "La prima regola della democrazia è rispettare, tutti insieme, la regola del consenso interno. Quando ho perso le primarie, ho riconosciuto che la linea politica doveva darla chi aveva vinto. Adesso non chiedo semplicemente lealtà; chiedo rispetto per una intera comunità che si è espressa più volte, a tutti i livelli". "Possiamo restituire speranza e orgoglio all'Italia. Ma non possiamo fare melina. Non possiamo puntare a star qui solo per conservare la poltrona: siamo al governo per servire l'Italia, cambiandola. Non ci abitueremo mai alla palude di chi vorrebbe rinviare, rinviare, rinviare".

Matteo Renzi sfida le opposizioni e il proprio partito nel giorno in cui l'Italicum approda in Aula. E in una lettera aperta ai circoli Dem invita alla responsabilità e avverte: sulla riforma "è in ballo la dignità del Pd". "Possono mandarci a casa - dice - ma non fermare il cambiamento". Lo scontro finale sull'Italicum va - dunque - 'ufficialmente' in scena. Forza Italia conferma che in Aula, sull'Italicum, presenterà tre questioni di pregiudizialità, una di costituzionalità, una di merito e una richiesta di sospensiva della legge elettorale. Sulle prime due questioni FI chiederà voto segreto.

Secondo Boschi, ci sono disponibilita a modifichare le riforme "Nel percorso che tiene insieme legge elettorale e riforma costituzionale, il governo è disponibile a un approfondimento su eventuali modifiche della riforma costituzionale. Ma non puo' essere un baratto, non c'è un contraccambio, ma un approfondimento della riforma costituzionale che porti a modifiche in Senato".

Possono mandare a casa il governo se proprio vogliono, ma non possono fermare l'urgenza del cambiamento che il Pd di oggi rappresenta". Così Matteo Renzi ai responsabili di circolo Pd, parlando delle divisioni interne al partito sulla legge elettorale. "La legge elettorale che domani va in Aula alla Camera diventa decisiva. Non solo perché è una legge seria, in linea con le precedenti proposte del nostro partito. Ma anche perché non approvarla adesso significherebbe bloccare il cammino di riforme di questa legislatura. E significherebbe dire che il Pd non è la forza che cambia il Paese, ma il partito che blocca il cambiamento". "Questa legge - aggiunge - l'abbiamo cambiata tre volte per ascoltare tutti, per ascoltarci tutti. Ma a un certo punto bisogna decidere"

E' dunque scontro che vede ai ferri corti la maggioranza di governo e tutto l'arco delle opposizioni e che continua a creare tensione anche nel Pd, dove l'eventualità di una fiducia sul testo - è l'avvertimento della minoranza Dem - rischia di acuire il logoramento interno al partito. E a dirlo è stato ieri Roberto Speranza, che dopo un lungo silenzio conferma il suo addio all'incarico di capogruppo e affonda: "la fiducia sarebbe una violenza vera e propria al Parlamento italiano".

"Fermare i trafficanti di esseri umani per evitare una catastrofe umanitaria è un'assoluta priorità su cui contiamo di avere il sostegno delle Nazioni Unite". Così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, rientrando dalla visita alla nave S. Giusto con il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon. "Prima l'Italia era sola a fronteggiare il tema dell'immigrazione nel Mediterraneo: ora l'intera comunità internazionale è consapevole che si tratta di un problema globale e non di una questione che riguarda un Paese": così il premier. La presenza di Ban Ki-Moon e Federica Mogherini, rappresentanti dell'Onu e dell'Ue, "oggi è un segno importante" ha sottolineato.

Ban Ki-moon ha poi sottolineato che l'Italia non può fare tutto da sola. "Un singolo paese non e' in grado di sopportare la responsabilita' di tutto questo"

Sull'onda dell'indignazione per l'ultima tragedia del mare l'Italia continua a pressare per un maggiore coinvolgimento degli organismi internazionali nella crisi del Paese nordafricano. Ban ha comunque messo subito un punto fermo alla vigilia della visita: "non esiste una soluzione militare alla tragedia umana che sta avvenendo nel Mediterraneo".

"Voglio - aveva annunciato Renzi - fargli vedere fisicamente e plasticamente che cosa sta facendo l'Italia". I mezzi italiani, insieme a quelli di Triton ed ai mercantili privati stanno affrontando l'emergenza partenze dalla Libia che ha già portato a superare la quota di 25 mila persone sbarcate quest'anno. Dal vertice Ue Roma ha ottenuto il triplicamento dei fondi per le operazioni Frontex ed un mandato esplorativo alla Mogherini ad una missione europea per identificare e distruggere i barconi prima che siano usati dai trafficanti.

Il segretario generale dell'Onu ha discusso con il premier Renzi e l'Alto rappresentante Ue Mogherini "le sue preoccupazioni sulla situazione degli immigrati nel Mediterraneo" e sottolineato che "le autorità devono focalizzarsi sul salvataggio delle loro vite". Lo ha detto il portavoce dell'Onu.

Proprio quest'ultimo è uno dei punti più delicati in ballo e sul quale è necessario il coinvolgimento dell'Onu. L'Italia, ha informato nei giorni scorsi Renzi, "ha chiesto alla Francia, alla Gran Bretagna e alla Spagna il sostegno ad una risoluzione dell'Onu sulla Libia".

La risoluzione avrebbe lo scopo di dare copertura a quello che viene definito non un intervento militare, ma "un'operazione di polizia internazionale" finalizzata alla distruzione dei barconi usati dai trafficanti di uomini. Altro punto fondamentale della strategia italiana è il coinvolgimento dei Paesi di origine e transito dei migranti, sul cui territorio potrebbero essere realizzati dei centri per esaminare in loco chi ha diritto all'accoglienza in Europa. Anche in quest'attività è importante l'intervento delle Nazioni Unite attraverso l'Unhcr. Da parte sua Ban in un paio di interviste pubblicate oggi sui quotidiani ha precisato la sua posizione, ribadendo il no all'opzione militare in Libia.

"È cruciale - ha sottolineato - che la concentrazione di tutti sia su salvare le vite, inclusa l'area libica delle operazioni di ricerca e soccorso", ma "la sfida" è "anche assicurare il diritto all'asilo del crescente numero di persone che in tutto il mondo scappano dalla guerra e cercano rifugio". Quanto alla Libia, per il segretario Onu "non ci sono alternative al dialogo. Il mio Rappresentante speciale, Bernardino Leon, e la sua squadra continuano a lavorare in maniera instancabile con le parti libiche coinvolte, per aiutarle ad arrivare insieme ad uno spirito di compromesso".Intanto :

Lancio di uova, pomodori e bottiglie. Così il leader della Lega Matteo Salvini è stato accolto in piazza Roma ad Ancona, dai manifestanti dei centri sociali, che hanno anche acceso un fumogeno arancione.

Poco dopo il suo arrivo i manifestanti dei centri sociali hanno cercato di rompere il cordone delle forze di polizia in assetto antisommossa. C'è stato un contatto dei dimostranti con gli agenti, che li hanno respinti.

Salvini, felpa blu e scritta gialla "Marche", si è fermato 15 minuti al banchetto della Lega per la raccolta di firme per la presentazione delle liste per le regionali, ha salutato il coordinatore regionale di Fdi-An Carlo Ciccioli e si è fatto fotografare con gli attivisti. Dall'altra parte del cordone di sicurezza, le urla dei manifestanti dei centri sociali: "vattene, vergogna, fascisti". "E pensare che questa gente qui magari il 25 aprile stava a parlare di libertà a democrazia" il commento di Salvini.

Salvini è arrivato nella piazza davanti allo Sferisterio per raccogliere firme a sostegno del candidato governatore di Ln-Fdi Francesco Acquaroli. Fuori c'erano circa 200-300 giovani dei centri sociali, alcuni giunti anche da Ancona, con striscioni con la scritta: ''Mai con Salvini, Macerata non si Lega'', e ''Respingiamo Salvini e il razzismo''. Al sopraggiungere del segretario leghista da dietro il cordone di poliziotti in assetto antisommossa è partito un lancio di uova, che non ha colpito Salvini ma ha sfiorato alcuni del suo seguito. Al grido di 'Bella ciao' i manifestanti hanno poi tentato di sfondare il blocco e la polizia ha reagito con cariche di alleggerimento. Salvini ha quindi raggiunto il banchetto della Lega, sommerso da grida e insulti. Ad un certo punto un ragazzo si è avvicinato e ha tirato fuori a sorpresa un cartello con scritto 'Mai con Salvini': è stato subito allontanato dalla polizia

Un imam e formatore coranico che operava tra Brescia e Bergamo era l'esponente dell' organizzazione fondamentalista addetto alla raccolta
dei fondi da destinare per attentati terroristici in Pakistan. L'uomo, un dirigente del movimento pietistico Tablig Eddawa Società della Propaganda stimolava le donazioni presso le comunità pakistano-afghane radicate nel territorio italiano. I fondi raccolti venivano poi inviati in Pakistan mediante membri dell'organizzazione. In un caso è stato riscontrato il trasferimento di 55.268 euro mediante un volo per Islamabad in partenza da Fiumicino.

Due degli appartenenti al network terroristico facevano parte, secondo gli investigatori, dell'organizzazione di fiancheggiatori che in Pakistan proteggeva lo sceicco Osama Bin Laden. Sono anche emersi contatti diretti tra le famiglie degli affiliati e Osama Bin Laden.

Il capo della comunità islamica di Olbia, Khan Sultan Wali, arrestato mentre si imbarcava da Olbia per Civitavecchia, considerato elemento di spicco della cellula terroristica sgominata dalla Polizia, aveva creato una società che lavorava all'interno del cantiere del G8 a La Maddalena. Con lui lavorava anche un talebano che aveva protezione come rifugiato politico.

Cosi il Blitz della polizia di Stato contro un network terroristico di matrice islamica affiliato ad Al Qaida, con base operativa in Sardegna: 18 le misure cautelari. L'organizzazione predicava la lotta armata contro l'occidente e organizzava attentati contro il governo del Pakistan. Dalle conversazioni intercettate tra i componenti della cellula di Al Qaida è emersa la presenza in Italia di un kamikaze e l' ipotesi che si progettasse un attentato in Vaticano.

Sugli indizi di un possibile attentato in Vaticano: "Da quel poco che si dice sembra una ipotesi del 2010 senza seguito. Quindi la cosa non è oggi rilevante e non è motivo di particolari preoccupazioni", risponde ai Giornalisti dele agenzie di stampa il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi.

La rete fondamentalista aveva a disposizione armi in abbondanza e numerosi fedeli che erano disposti a compiere atti di terrorismo in Pakistan ed Afghanistan, per poi rientrare in Italia. Era anche impegnata nel traffico di migranti. Pakistani e afghani venivano introdotti illegalmente in Italia per poi proseguire il loro viaggio verso il nord Europa. L'ingresso in Italia avveniva attraverso imprenditori compiacenti che fornivano falsi contratti di lavoro. In altri casi l'organizzazione forniva documenti falsi da cui i migranti risultavano vittime di persecuzioni etniche o religiose. Il network forniva anche supporto logistico e finanziario ai migranti, assicurando loro patrocinio presso gli uffici immigrazione e istruzioni sulle dichiarazioni da rendere per ottenere l'asilo politico, apparecchi telefonici e sim.

Tra gli arrestati ci sono gli autori di numerosi e sanguinari atti di terrorismo e sabotaggio in Pakistan compresa la strage del mercato di Peshawar, Meena Bazar, avvenuta ad ottobre 2009 in cui vennero uccise più di 100 persone. L'indagine della procura distrettuale di Cagliari, coordinata dal Servizio operativo antiterrorismo, ha coinvolto le Digos di 7 province.

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