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"Quando l’importante è vincere" di Andrea Goldstein ha fatto tappa in Liguria

 

Nel pomeriggio di sabato 13 luglio a Rapallo, in provincia di Genova, presso la Villa Queirolo, sede del Panathlon e alla presenza del Presidente Giorgio Costa, è stato presentato dalla giornalista Isabella Puma il libro “QUANDO L’IMPORTANTE È VINCERE” di Andrea Goldstein, edito da Il Mulino 2024. I prossimi Giochi Olimpici di Parigi 2024 e l’importanza dei temi celebrati dalle Olimpiadi, come il desiderio dell’essere umano di puntare in alto, andare veloce e lontano superando i propri limiti, i valori universali dello sport, rendono estremamente attuali le tematiche trattate dal libro di Goldstein ed i relativi eventi di presentazione in Liguria, che godono del patrocinio non oneroso della Rappresentanza in Italia della Commissione europea. Gli eventi di presentazione hanno visto la presenza di atleti delle Olimpiadi degli anni scorsi, come Marco Fichera, medaglia d’argento Scherma alle Olimpiadi di Rio del 2016, Raffaello Leonardo, medaglia di bronzo canottaggio alle Olimpiadi di Atene 2004 e Eraldo Pizzo, medaglia d’oro pallanuoto alle Olimpiadi di Roma 1960. Massimo Pronio, Responsabile Comunicazione della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, fa sapere che: “Siamo lieti di aver patrocinato gli eventi di presentazione del libro di Andrea Goldstein perché in linea con il modello europeo di sport, che rivolge particolare attenzione all’inclusione, alla solidarietà e al miglioramento del benessere psicofisico della collettività. Gli eventi sportivi rappresentano anche un’opportunità unica per stimolare la crescita e lo sviluppo economico a lungo termine per i territori, considerando soprattutto gli investimenti e gli interventi infrastrutturali che rimangono alle comunità locali”. L’autore del libro Andrea Goldstein informa che: “Se mai è stato vero che l'importante non sia vincere ma partecipare, la celebre massima del Barone de Coubertin mal si adatta alla realtà delle Olimpiadi contemporanee. Per gli atleti, i Giochi olimpici significano passare migliaia di ore ad allenarsi, magari mettendo a rischio la propria salute; per le città, spendere somme colossali per costruire infrastrutture che raramente trovano successivo utilizzo; per le imprese, investire cifre in costante crescita per sponsorizzare le competizioni in paesi che non sempre rispettano i diritti fondamentali. Ma non per questo è svanito il fascino dell'oro simbolico che luccica come se fosse vero. Un libro per chi vuole capire di cosa si parla davvero ogni volta che si evocano le Olimpiadi”. Il Professore della Università degli Studi di Torino della Facoltà di Scienze Politiche che ho frequentato, Chito Guala, genovese di origini, durante le sue interessanti lezioni ci ha raccontato la genesi e la storia del mega evento delle Olimpiadi che ha toccato Torino per le Olimpiadi invernali del 2006 traghettando la città verso una vocazione di accoglienza turistica internazionale prima sconosciuta. Chito Guala, nel suo libro “Mega eventi. Immagini e legacy dalle Olimpiadi alle Expo”- Carocci Editore fa sapere che: “Da molti anni città e regioni inseguono la strada dei grandi eventi (Giochi olimpici ed Expo in primo luogo) per acquisire una nuova immagine, riposizionarsi a livello internazionale, diversificare la propria offerta turistica e culturale. Ma ormai è evidente che organizzare un mega evento comporta la pianificazione attenta della legacy, cioè dell'eredità materiale e immateriale, che può trasformare profondamente un territorio nel breve e lungo termine: talora l'evento costituisce un inutile "effetto intermezzo", o lascia strutture abbandonate, costose e difficili da riutilizzare, cattedrali nel deserto frutto di errori e illusioni. Questa seconda edizione di "Mega Eventi" profondamente rinnovata, affronta soprattutto il ciclo di vita degli eventi e i loro effetti, in particolare quelli simbolici (come cambia l'identità di una città?) e l'andamento del turismo nel lungo periodo. Il libro riprende il dibattito sui mega eventi, discute casi di successo e fallimento, approfondisce gli effetti a lungo termine di Genova, "Capitale europea della cultura" nel 2004, e di Torino 2006 (XX Giochi olimpici invernali); le conclusioni affrontano le differenze tra Olimpiadi ed Expo, anche in riferimento a Milano 2015, analizzando lo scarto, talora pesante, tra i grandi numeri attesi e i dati reali dei visitatori e dei turisti”.

 

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