Ragusa - Mirandolina, applaudito spettacolo al Perracchio
E’ una Mirandolina sui generis. Non foss’altro perché a un certo punto del monologo la si trova a dialogare con un minirobot, a tratti anche in movimento, emblema della massificazione di una società che stenta a ritrovare se stessa e che, invece, sempre più spesso preferisce rispondere solo a determinate logiche, dimenticando l’aspetto delle relazioni. Una trovata scenica interessante quella del regista e adattatore Nicola Alberto Orofino che, ieri sera, al Marcello Perracchio di Ragusa, prodotto dal Centro Teatro Studi, ha portato in scena “Mirandolina”, liberamente ispirato a “La locandiera” di Carlo Goldini. Era il secondo appuntamento della rassegna promossa dal Cts, con il patrocinio del Comune, intitolata “Mercoledì, il teatro!” che sta facendo registrare numeri interessanti nonostante le rappresentazioni si tengano in giornate non tradizionalmente dedicate a quest’arte. Ma tant’è, il comitato formato da Franco Giorgio, Carmelo Arezzo, Giuseppe Ferlito, Giovanni Arezzo, Daniela Antoci e Massimo Leggio ha voluto scommettersi proprio tale aspetto. E, finora, i risultati stanno dando ragione. Il pubblico risponde. Sul palco Carmela Buffa Calleo: è stata lei la protagonista Mirandolina, donna forte e dominatrice, ma anche sicura e volitiva. Dal lontano 1753, anno della prima rappresentazione dell’opera di Goldoni, la figura di Mirandolina è servita per indicare il tipico temperamento femminile che ha condotto col passare negli anni all’emancipazione. Il regista e adattatore Nicola Alberto Orofino ha giocato molto sul carattere forte e impuntato della protagonista della storia, ma senza nulla toglier al maestro Goldoni, aggiungendo un pizzico di contemporaneità al testo. «Mirandolina è più che un archetipo – spiega Orofino – perché è stata, e credo che continuerà ad esserlo, l'esempio più alto di modello di emancipazione femminile. Ma tutto questo, grazie all'inconfondibile stile e alla strepitosa maestria teatrale del genio goldoniano, diventa leggerezza, ironia, sagacia. Mirandolina intende appassionare, stupire, incantare, insegnare. Lo spettacolo, partendo da una riscrittura per una sola attrice del capolavoro goldoniano, ha voluto puntare a ragionare sull'universo femminile che ieri come oggi e come sempre, contribuisce in misura determinante alla definizione culturale del nostro vivere». Insomma, una sublimazione dell’essere donna che, ancora oggi, riesce a catturare, così come accaduto anche ieri sera, l’interesse del pubblico. “Mercoledì, il teatro!” proseguirà, adesso, con “Chet!” di Laura Tornambene e Giovanni Arezzo in programma il 2 maggio, sempre alle 21 e sempre al Perracchio, con Giovanni Arezzo e Angela Dispinseri, regia di Giovanni Arezzo e Laura Tornambene.