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Varufakis lancia l'allarme: "Il problema di liquidità è terribilmente urgente"

Yanis Varoufakis, al termine vertice che aveva sul tavolo proprio la questione di Atene, dell'accordo con i partner internazionali per sbloccare 7,2 miliardi di aiuti in cambio di riforme ha detto: L'accordo per gli aiuti alla Grecia "si sta avvicinando" e con i partner europei c'è "notevole convergenza". Quanto all'ipotesi di un referendum sulle future misure di austerità, ha spiegato: "Attualmente il governo ha un mandato chiaro e non ne serve un altro per negoziare e per quanto mi riguarda un referendum non ha nulla a che vedere con ciò che in questo momento abbiamo sul radar". Al tempo stesso ha lanciato un allarme: "Il problema di liquidità  è terribilmente urgente".

In attesa dei dettagli ulteriori da Bruxelles, i mercati digeriscono l'Eurogruppo che ha certificato solo parziali passi avanti sulla risoluzione della questione greca. Serve altro tempo per arrivare a definire un accordo e liberare così i 7,2 miliardi di aiuti internazionali per Atene, in cambio di un programma di riforma, hanno concluso ieri sera i ministri delle Finanze dell'area con la moneta unica. Intanto, però, si scioglie la tensione sul pagamento da parte del governo ellenico di una tranche da circa 760 milioni per rimborsare il Fmi: i funzionari del ministero dell'Economia hanno confermato di aver dato l'ordine di versare i denari, in tempo per la scadenza odierna.

Secondo il quotidiano greco Kathimerini, avrebbero usato 650 milioni di riserve depositate proprio presso il Fmi, che vanno ricostituite entro un mese. Resta il fatto che di qui a pochi giorni la situazione - senza un accordo e quindi gli aiuti - si ripeterà: tra giugno e luglio ci sono scadenze ben più significative, di nuovo verso il Fondo e anche verso la Bce. Proprio alla Banca centrale sono arrivati a questo punto i segnali che aspettava: i piccoli progressi e il pagamento della rata permetteranno a Draghi, domani, di confermare il programma di liquidità d'emergenza per le banche elleniche. Intanto:

I piccoli passi avanti dell'eurogruppodi ieri, la volontà di Atene di rimborsare le tranches di prestiti, la possibilità di indire un referendum sul memorandum, i rapporti greci con Mosca, i mal di pancia della Lista Tsipras. Francesco De Palo, direttore di Mondo Greco, ha fatto il punto sulla crisi greca ieri intervenendo alla trasmissione "Voci transnazionali" su Liberi Tv condotta da Gianni Colacione.

L'occasione è stata utile per analizzare i progressi dei negoziati tra Atene e il Brussels Group, anche alla luce delle nuove strategie ellenico-russe legate al gasdotto Turkish Stream (che dal Mar Nero porterà gas in Europa attraverso la Grecia) e al dossier privatizzazioni. "Anche se il clima in Europa sembra cambiato dopo l'affiancamento a Varoufakis di un altro negoziatore - osserva De Palo - l'emergenza dei conti ellenici resta intatta. Da un lato c'è la buona volontà del governo di pagare il dovuto e di combattere la corruzione così come sta facendo il ministro Nikoloudis. Dall'altro restano sul tavolo i nodi legati a pensioni e aumento iva, su cui le distanze paiono immutate. L'auspicio è che le privatizzazioni e il dossier gas possono venire in soccorso alla Grecia". Intanto in Europa:

Più tempo per raggiungere gli obiettivi di bilancio per chi fa le riforme, scorporo degli investimenti co-finanziati dalla Ue ma solo se non si sfora il tetto del 3% di deficit, risanamento meno duro nei momenti di difficoltà dell'economia: queste le nuove linee guida sulla flessibilità della Commissione Ue. "La Commissione non propone nessuna modifica delle regole esistenti, quindi non sarà fatto nessun passo legislativo e queste linee guida saranno applicabili immediatamente", precisa la Commissione nella comunicazione sulla flessibilità. Lo scopo, precisa, è "incoraggiare l'attuazione delle riforme, promuovere gli investimenti, soprattutto nel contesto del nuovo fonda strategico (EFSI) del piano Juncker, e prendere meglio in considerazione il ciclo economico in ogni Stato".

Tre gli aspetti principali della comunicazione. Primo, la Commissione "prenderà in considerazione l'impatto positivo delle riforme", sia per chi è nel braccio preventivo del Patto di stabilità (cioè ha un deficit sotto il 3%) sia per chi è nel braccio correttivo (cioè è sotto procedura per deficit). Le riforme devono essere "importanti, con impatto positivo verificabile sul bilancio, e devono essere attuate". La Commissione valuterà le riforme prima di consentire una "deviazione temporanea dall'obiettivo di medio termine o dal percorso verso esso". Tale deviazione non può essere maggiore di 0,5%, e deve essere assicurato un "margine di sicurezza" in modo che il 3% di deficit non venga mai superato.

Il secondo aspetto è definito "clausola per investimenti" e chiarisce che i Paesi che sono nel braccio preventivo possono deviare temporaneamente dall'obiettivo per fare investimenti in progetti co-finanziati dalla Ue a patto che rispettino alcune condizioni. Il loro pil deve essere sotto il potenziale (output gap maggiore di -1,5%), la deviazione non deve portare al non rispetto del 3% di deficit. Il terzo aspetto chiarisce come calcolare gli 'up' e i 'down' dell'economia, creando una nuova 'matrice' che consentirà di aggiustare il passo degli sforzi strutturali richiesti in base al ciclo economico di ognuno.

"Nessuno sottovaluti la nostra determinazione ad avere successo" nel negoziato con l'Ue nell'interesse "dei lavoratori inglesi e di tutta l'Unione". Lo dice a Bruxelles il cancelliere dello scacchiere George Osborne a margine dell'Ecofin. "Diamo il via al negoziato puntando ad essere costruttivi e impegnati ma anche risoluti e convinti".

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