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Venerdì, 01 Novembre 2024

Da Mimì, nome di fragile eroina pucciniana, a Mia, donna-persona di spiccata identitá, la distanza potrebbe sembrare tanta. Ma per Domenica Rita Adriana Bertè, artisticamente nota come Mia Martini, non lo è mai stata. Perchè in lei hanno convissuto caratterialmente dei contrasti forti come la sua Calabria. C'è chi l'ha paragonata a Edith Piaf, lei che ammirava Etta James! Ed in effetti Mia Martini era interprete di "anima" soul, dagli inizi jazz, ma imbevuta di melodia latina da strutturare in canzoni d'arte, italiane ed estere, grazie a qualitá vocali uniche e ad un selezionato repertorio di autori che avevano scritto per lei (Lauzi, Conte, Battisti, Mango, Baglioni, Califano, De Andrè, Gragnaniello, il suo Fossati, e vari altri), repertorio che aveva saputo far proprio. "Una fuoriclasse", l'aveva definita Fabrizio Frizzi. E tale appare nel film "Io sono Mia", diretto da Riccardo Donna, protagonista una Serena Rossi calata appieno nel personaggio, per una produzione della Eliseo Fiction di Luca Barbareschi in collaborazione con Rai Fiction, sugli schermi cinematografici dal 14 al 16 gennaio e in tv su Rai1 il 12 febbraio. Un profilo artistico/biografico della cantante sí, ma principalmente uno suo spaccato umano tracciato, nel biopic, sulla base della calibrata sceneggiatura di Monica Rametta.
In un giorno del febbraio 1989 si colloca l'inizio della pellicola, quello del ritorno al Festival di Sanremo: eccola alle prove di Almeno tu nell'universo, interrotte dal flashback mnemonico, il pensiero alle mura domestiche, al canto da adolescente, alle immagini di famiglia, a volte scomode, alla Roma underground del '70 con sua sorella Loredana, alle difficoltá a inserirsi in un mondo irto di insidie. Finalmente arriva l'ingaggio, il primo lp, Oltre la collina, l'ingresso d'impatto nel mercato discografico, con Padre davvero, l'esplosione con Piccolo Uomo, Minuetto...
La macchina da presa si sofferma ancora sul mare di fronte l'Ariston. Mia è ferma sulla spiaggia a stemperare l'emozione per quel palcoscenico.
Poi torna a rappresentare dialoghi con i produttori che la umiliano rivelandole l'indecorosa maldicenza sul suo conto. È un precipitare drammatico " dalle stelle alle stalle" (titolo di una rivista musicale dell'epoca) di una musicista che anche Aznavour apprezza. E per di più si rende necessario un intervento alle sue corde vocali con la paura di non poter cantare più. Pare l'anticamera dell'abisso. Ma c'è la voglia di risorgere, e ciò avviene con E non finisce mica il cielo, nel 1982. Ma delusioni affettive e la stessa morte dell'impresario in un incidente stradale ne paiono frenare la volontá di lotta contro le avversitá. La scena torna ab initio, alla cittá dei fiori, dentro il suo teatro più famoso mentre la Martini intona "Sai, la gente è strana..." . Un trionfo, quella sera, a coronamento di una carriera e di un'esistenza irripetibili. Un successo inossidabile anche senza vincere formalmente il Festival. La pellicola ne dá conto, e stoppa la narrazione in quel momento apicale per Mia, la Nostra Mia.
Nel cast fra gli altri Maurizio Lastrico (Andrea), Lucia Mascino (Sandra, la giornalista), Dajana Roncione (Loredana), Antonio Gerardi (Alberigo Crocetta), Nina Torresi ( l'amica Alba). Gli arrangiamenti sono firmati da Mattia Donna & La femme piège. 

La commedia era molto attesa a Napoli e il maestro Giacomo Izzo ha dato il meglio di se, il testo si dice fosse stato scritto da Gaetano Di Maio appositamente per lui !” così ha riferito Salvatore Sperindeo direttore organizzativo del Teatro Bracco di Napoli. Lo stesso ha poi continuato :  ” la pièce è fra le più belle commedie della tradizione napoletana dove si ride e si piange, come nelle tragedie greche, è proprio della napoletanità avere un defunto che aiuta i vivi dall’aldilà, vuoi per dare i numeri per il gioco del lotto che per aiutare chi è rimasto su questa terra. Nello spettacolo la mamma defunta in giovane età altro non è che la stessa coscienza della protagonista Margherita”.

Caterina De Santis, la direttrice artistica del Bracco, ha scelto un carnet popolare per festeggiare nella stagione 2018-2019 i venti anni di continui successi del teatro. Nei giorni scorsi è andato in scena il lavoro teatrale “Ce penza Mammà”,  le cui repliche continueranno fino al 3 marzo, con interpreti  straordinari: Corrado Taranto, Daniela Cenciotti , Salvatore Esposito e Giacomo Rizzo nel personaggio di Bernardino, che ha curato anche la regia,  applauditissimo in tanti successi del passato, a partire da quello interpretato negli anni Novanta accanto alla grande Luisa Conte e, successivamente, in scena con Rosalia Maggio. Per questa edizione il maestro Rizzo è stato  affiancato da Caterina De Santis, insieme da tre stagioni, nella storica sala della Pignasecca.

Questa la trama. Dopo la morte di una mamma poco più che ventenne, i suoi quattro figli sono lasciati alle cure della maggiore, Margherita, con la quale ogni notte ci parla e le dice cosa dover fare. Geppino è pieno di debiti fino al collo, motivo dei continui litigi con la moglie Giannina e l'invadente  suocera Rachele. Bernardino, il figlio “nu poc abbunat”, non può rischiare di essere chiuso in un ospizio. La casa è un viavai di personaggi bizzarri e indiscreti come la pettegola vicina di casa Titina e il fioraio ipocondriaco, il quale elencando i tanti possibili modi di scomparire dalla faccia della terra, ripetendo fino alla noia:” cosa siamo sulla faccia della terra”,  si lamentava per i telegiornali definiti  “teleguai”. Ma il fantasma di mammà sembra tornare dal passato e materializzarsi in Lauretta, figlia illegittima di Geppino, che a mammà è “tale e quale”, “due gocce d'acqua!”, la quale viene assunta da Margherita come cameriera per farla stare vicino al padre. Da quando compare in casa insieme al fidanzato Agostino, idraulico pronto ad intervenire pur di stare vicino alla sua ragazza,  creerà alla famiglia non poche difficoltà. Grandguignol  finale, l’apparizione di Armando Pastore, fidanzato in gioventù di Margherita, diventato prete. I consigli di mammà a questo punto pesano: “Margherita non ti sposare, pensa alla famiglia !”.

Margherita sarà il capro espiatorio per cercare di risolvere i problemi di tutti; ma alla fine dei suoi tanti sacrifici, verrà svelata un amara verità.

 Una storia di profondi sentimenti umani, che, come ha detto lo stesso Izzo a chiusura del sipario di “Ce penza Mammà” : ”è uno spettacolo che fa pensare”. Il maestro, rivolgendosi al pubblico della prima ha così continuato:” ci sono morti che non muoiono mai e che non crescono più, i morti vedono, sentono e sanno tutto”, quasi un epilogo al suo personaggio terrorizzato che lo spirito della mamma possa apparire da un momento all’altro. Izzo, dopo aver presentato gli interpreti insieme a Caterina De Santis, ha concluso: “ la prima viene meglio” suscitando un fiume di risate e di applausi nella sala gremita.

Ma lo spettacolo non si svolge solo sul palcoscenico, in sala tanti si erano procurata una bottiglietta d’acqua per attenuare l’arsura delle attese risate; bouquet di fiori spuntavano sotto le poltroncine in attesa di essere consegnati nei camerini; un medico si preoccupava di essere richiamato in ospedale poiché aveva dato la reperibilità. Lo spettatore più giovane della prima è stato Lorenzo, di appena tre mesi, nipote del Direttore di Scena, che nel suo carrozzino sembra aver molto gradito lo spettacolo.

 

Strepitoso successo per il corto "LA NOTTE PRIMA", la cui regia è firmata da Annamaria Liguori, grande professionista del Cinema con una consolidata e fertile carriera, avendo lavorato come Script Supervisor con Carlo Verdone, Liliana Cavani, Lina Wertmuller, Maurizio Ponzi, Margareth Von Trotta e tantissimi altri nomi.
Nel 2011 prendono il via le sue esperienze anche  nella regia, con la realizzazione di cortometraggi d'impegno sociale, presentati fra l'altro alla Mostra del Cinema di Venezia, nell'ambito della quale hanno puntualmente ottenuto importanti riconoscimenti.
Il suo ultimo lavoro, prodotto nel 2018, "LA NOTTE PRIMA"(2018) con Antonia Liskova, Francesco Montanari, Giorgio Colangeli, Alessandro Bardani e Emanuela Grimalda, il cui brano musicale "Adesso" è di Diodato e Roy Paci, si avvale della produzione esecutiva della MP FILM di Nicola Liguori e Tommaso Ranchino. La direzione creativa dell'opera è della Proformat Comunicazione ed è promossa da Pfizer.
Il corto, dedicato alle donne con tumore al seno metastatico, è stato presentato in anteprima internazionale alla 75ma "Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia" nella sezione "VENICE PRODUCTION BRIDGE". Quindi, selezionato dalla Giuria del Festival, è stato proiettato il 3 settembre scorso al Cinema Astra, riscuotendo ottime recensioni e consensi.
Finora ha vinto 4 premi e precisamente :
- "Premio Camomilla" nell" Evento "Women for Woment against Violence";
- Premio " Pinocchio World" per il miglior corto al "Festival Terre di Siena";
-Targa/riconoscimento al "Festival di Salerno 2018";
Infine, nei giorni scorsi ha vinto il "Premio per la Regia" all'evento cinematografico ideato ed organizzato da Francesca Piggianelli "Roma Videoclip", nel corso del quale sono stati anche premiati Antonio Diodato e Roy Paci per il brano " Adesso",  presente nel finale del corto stesso.
Quindi, la conferma che il costante impegno e la dedizione per il Cinema della veterana del Cinema italiano ed internazionale Annamaria Liguori vengono sempre riconosciuti dagli addetti ai lavori.

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