Al primo bagno di folla di Silvio Berlusconi dopo la sentenza dalla Cassazione, che ha confermato la sua condanna per il processo Mediaset, tornano le bandiere di Forza Italia. Davanti a Palazzo Grazioli a Roma sono arrivate da tutta Italia alcune migliaia di persone, in balia di euforia e commozione. Ressa, slogan e inni davanti al palco allestito per il comizio in via del Plebiscito. Ma dal Campidoglio arriva la 'doccia fredda', "nessuna autorizzazione" per la struttura e, soprattutto, nessuna "richiesta in proposito". Per questo il sindaco Ignazio Marino ha anche informato il Prefetto sull'episodio
Un discorso carico di attese, quello dopo la conadanna del Cavaliere, dal resto dei partiti che compongono la maggioranza, ma soprattutto dal presidente del Consiglio e Quirinale. L'idea che l'ex capo del governo potesse arrivare ad uno show down aveva poco seguito, anche se da palazzo Chigi era filtrata l'intenzione da parte di Letta di ascoltare con particolare attenzione quello che aveva da dire Berlusconi, per poi trarre eventualmente delle conseguenze. La rassicurazione data dall'ex capo del governo sulla tenuta dell'esecutivo viene accolta senza particolare enfasi. Il presidente del Consiglio infatti non si accontenta della promessa e fa sapere che intende aspettare il Pdl "alla prova dei fatti": del resto, spiegano, la prossima settimana sarà "cruciale" per i tanti provvedimenti da portare a casa. A complicare la situazione è poi il malumore espresso dai molti parlamentari pidiellini e manifestato allo stesso Berlusconi sull'assenza dei ministri ed in particolare di Angelino Alfano, vice premier e segretario del partito. Il Cavaliere avrebbe invitato a raffreddare gli animi insistendo sulla necessità di serrare le file in attesa che ad esplodere, è la sua convinzione, sia il Pd addossandosi la responsabilità del voto. Nessun commento ufficiale invece dal Quirinale. Il ragionamento che fa palazzo Chigi nell'attesa del Pdl alla prova dei fatti sicuramente troverà d'accordo il Colle.
Il premier Enrico Letta non teme che ci sia un'influenza sulla vita del governo" per condanne o "vicende giudiziarie" (di Berlusconi, ndr), perchè "gli italiani hanno bisogno di governo, di risposte e di concretezze". Il premier, ai microfoni di 'Radio anch'io', non è voluto entrare nel merito del cosiddetto 'Lodo Violante'. "A me sembra - ha detto - che al di la' del governo più forte o più debole e del chiacchiericcio politico che non mi interessa, che il governo abbia varato misure importanti da cui l'Italia può trovare grande giovamento".
A a proposito del lavoro della giunta che deve decidere sulla decadenza di Berlusconi, Letta ha detto che ''E' una decisione che riguarda il Senato e la giunta del Senato, ed io ho sempre separato le due questioni e continuo a farlo''. Il direttore del Gr, Antonio Preziosi, ha provato a insistere, chiedendo del 'Lodo Violante'. Ma Letta si è rifiutato di entrare nel merito delle proposte. Ma teme per la tenuta del governo?, ha insistito Preziosi. ''Guardi: ho sempre detto che non temevo su questo tema e non temo a maggior ragione adesso che ci sia un'influenza sulla vita del governo per vicende che hanno a che vedere con sentenze giudiziarie, perchè gli italiani hanno bisogno di governo, di risposte e di concretezza''. Ritengo, ha concluso il capo del governo, che ''la settimana prossima, tra le varie cose che lei ha citato, forse quella più importante avviene martedi quando in Cdm valuteremo una serie di norme funzionali per il mondo della scuola''. "Io insisto - ha detto poi Letta - che il 'porcellum ' è uno dei guai principali del nostro Paese" e sia la parte delle "riforme costituzionali, sia la parte dalla riforma elettorale", saranno i temi "prioritari dell'autunno".
Duro il parere di Mario Monti: "Il premier Letta - sostiene il leader di Scelta Civica - ha preferito rassicurare la sopravvivenza del governo con questa resa" sull'Imu; continuo a sperare che l'Esecutivo duri, ma mi auguro che abbia "spina dorsale" e non sia "smidollato e in balia delle pressione dell'uno e dell'altra parte", anche perchè "non siamo condannati ad appoggiarlo per sempre".
Tutti concordi nel sollevare di fronte alla Consulta, la questione di costituzionalità sulla controversa legge Severino, quella che prevede la decadenza immediata per chi ha subito una condanna definitiva. Contestuale e scontata la richiesta di sospendere i lavori della Giunta (e quindi la rovente pratica-Berlusconi) in attesa del pronunciamento dell'Alta Corte. Il dado del Pdl e' dunque tratto, e ora che il 'gancio' dei costituzionalisti e' stato lanciato in Giunta, Berlusconi i suoi legali e tutto il partito attendono con il fiato sospeso la seduta del 9 settembre e il tipo di risposta che verra' data dal Pd. Si vuole capire in sostanza se c'è da parte dei Democrat la volontà di affrontare la questione ''senza pregiudizi'', e di lasciare aperto per il Cav lo spiraglio della Consulta. Causa perorata anche da Luciano Violante, molto apprezzato nelle ultime ore in casa Pdl, per l'approccio garantista, controcorrente - evidenziano nel Pdl - rispetto ad alcuni colleghi ''forcaioli''. Un approccio, quello di Violante, che e' stato letto con attenzione anche al Quirinale. Il 'grimaldello' giudiziario congegnato dai legali di Berlusconi e consegnato in Giunta non chiude però il cerchio: se tutto questo non bastasse per 'salvare Berlusconi, tra le carte e' stato inserito un 'dispositivo di sicurezza', ovvero una lettera dello dello Stesso Berlusconi nella quale si preannuncia (con toni rispettosi ma fermi), una ulteriore mossa: il ricorso alla Corte Europea dei diritti dell'Uomo di Strasburgo contro la retroattività della legge Severino sulla base del principio 'nulla poena sine lege', quello stesso che permea i sei pareri pro-veritate. Il ricorso - fa sapere il Cav - è in fase di elaborazione e la relazione dovrebbe essere presentata in Giunta proprio il 9 settembre. I primi segnali inviati dal Pd sono rassicuranti per il centrodestra. Beppe Fioroni ha subito dato garanzie sulla volontà di procedere agli approfondimenti richiesti in Giunta, per evitare che il Pd appaia 'prevenuto'. Ovvio che ci saranno discussioni e riflessioni - ha chiosato dall'altro versante Maurizio Gasparri - è impensabile che si arrivi in Giunta già indicando pollice su o pollice verso...''.
Più esplicito l'ex leader del Pd Pier Luigi Bersani che avverte: "Tutti sanno che c'è bisogno di governo, e che non si può governare a tutti i costi. Vedremo - sottolinea - se nelle prossime settimane il Pdl riuscirà a non stare appeso come una protesi al capo e a distinguere le loro responsabilità politiche dalle questioni di Berlusconi". Meno tranchant il parere di Scelta Civica che con il capogruppo alla Camera Lorenzo Dellai coglie "la continuità dell'azione del governo" che l'ex premier ha voluto ribadire nel suo intervento.