In valori assoluti il pil italiano è arretrato di 14 anni. Il valore concatenato nel primo trimestre 2014 è di 340.591 miliardi di euro e, secondo le serie storiche dell'Istat, per trovare un dato inferiore, pari a 338.362 miliardi, bisogna risalire al primo trimestre del 2000, quando la tendenza dell'economia era però alla crescita.
La crescita acquisita del Pil italiano per il 2014 è pari a -0,2%. La crescita acquisita è quella che si avrebbe a fine anno se nei prossimi trimestri l'andamento del Pil fosse pari a zero.
Il calo congiunturale del Pil nel primo trimestre dell'anno deriva da un incremento del valore aggiunto dell'agricoltura, da una variazione nulla del comparto dei servizi e da un andamento negativo nell'industria. Lo precisa l'Istat sottolineando che il settore industriale comprende anche costruzioni ed energia oltre alla produzione in senso stretto.
La crescita è più forte delle attese visto che si misura con stime medie degli analisti dell'1% sul trimestre precedenti e del 4,2% su base annualizzata, tra i timori per il rialzo dell'Iva dal 5% all'8% da inizio aprile. Il ministro delle Politiche economiche e fiscali, Akira Amari, ha promesso che il governo prenderà tutte le misure per evitare contraccolpi, rimarcando comunque un balzo dei consumi "più grande del previsto" e l'ipotesi di una reazione negativa nei prossimo mesi che può essere "di breve durata". Oltre ai consumi, che valgono circa il 60% della composizione del Pil, gli investimenti aziendali in conto capitale salgono del 4,9%, in linea con gli auspici della 'Abenomics', le misure per rilanciare l'economia lanciata dal premier Shinzo Abe. Nel primo trimestre 2014, l'export cresce del 6% reale (dopo appena lo 0,5% di ottobre-dicembre) grazie soprattutto al comparto dell'auto. L'import, invece, balza del 6,3% con la domanda di gas naturale e petrolio dopo lo stop alle centrali nucleari seguito alla crisi di Fukushima del marzo 2011. Il deflatore del Pil, indicatore sulla dinamica dei prezzi al consumo, guadagna lo 0,01%, dalla contrazione dello 0,4% dei tre mesi precedenti, segnalando ulteriori avvicinamenti verso la fine della deflazione quasi ventennale. I salari scendono per il terzo trimestre consecutivo (-0,3% su ottobre-dicembre). Nell'anno fiscale 2013/14, chiuso lo scorso 31 marzo, il Pil nipponico segnala un progresso del 2,3% reale, pari al quarto consecutivo di espansione.