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Venerdì, 01 Novembre 2024

Membro di alba dorata ha ucciso rapper ad Atene

Ha confessato le proprie responsabilità ed è stato arrestato l'uomo di 45 anni, membro del partito filo-nazista greco Chrysi Avghì (Alba Dorata), che la scorsa notte al termine di una rissa per motivi politici ha ucciso a coltellate Pavlos Fissas, 34 anni, un rapper e militante nel gruppo di estrema sinistra Antarsia. L'omicidio e' avvenuto nel corso di scontri durante la notte nei pressi di Atene. Intanto, nell'ambito delle indagini, agenti della polizia greca, alla presenza di un sostituto Procuratore della Repubblica, stanno effettuando una perquisizione nelle sedi di Alba Dorata di Leoforos Mesogion e di Via Deliyanni. Come riferisce il sito web Newsit.gr, all'operazione di polizia sono presenti due parlamentari del partito, Ilias Panayotaros e Christos Pappas.

Si chiama Giorgos Poupakiàs, 45 anni e ha ucciso con tre coltellate Pavlos Fyssas al termine di una discussione di calcio degenerata in politica. Lo hanno reso noto radio ateniesi. Per questo pomeriggio, in segno di protesta per l'omicidio di Fyssas, il sindacato del settore pubblico Adedy ed altri gruppi antigovernativi hanno indetto una manifestazione nei pressi del luogo dove il rapper è stato ucciso che si inserisce nell'ambito dello sciopero di 48 ore proclamato dalla centrale sindacale contro la politica di austerità del governo. Dal canto suo, il ministro per la Protezione del Cittadino, Nikos Dendias, ha espresso il proprio rammarico per l'assassinio di Fyssas e ha annunciato di aver annullato la visita ufficiale a Roma che aveva in programma di effettuare domani.Intanto in Italia :

Operazione antiterrorismo dei carabinieri del Ros e di quelli del Comando provinciale di Roma, che stanno eseguendo due ordinanze di custodia cautelare in carcere e numerose perquisizioni nei confronti di persone appartenenti alla struttura eversiva Fai-Fri (Federazione anarchica informale-Fronte rivoluzionario internazionale).

Gli indagati, secondo quanto si e' appreso, sono accusati di una serie di attentati e danneggiamenti ai danni di istituti di credito, esercizi commerciali e sedi periferiche di Enel ed Eni, compiuti in provincia di Roma negli ultimi tre anni. Nello stesso contesto sono in corso delle perquisizioni, sempre nell'hinterland della capitale, nei confronti di altre tre persone. I particolari dell'operazione saranno resi noti in una conferenza stampa che si terra' alle 11 presso il comando provincia carabinieri di Roma, alla presenza del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, del pool antiterrorismo che ha coordinato l'inchiesta, e del generale Mario Parente, comandante del Ros.

Sono accusati, tra l'altro, di "associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell'ordine democratico" (l'art 270 bis del codice penale, introdotto nel 2001 dopo l'attentato alle torri gemelle) i due anarchici arrestati dai carabinieri del Ros. Ai due - entrambi residenti nella zona dei castelli Romani e incensurati - sono stati contestati anche i reati di concorso in "atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi", incendio, furto aggravato, deturpamento e imbrattamento di cose. Secondo le indagini - coordinate dalla procura di Roma e condotte anche attraverso intercettazioni e pedinamenti - sono gli autori di 13 azioni eversive e attentati compiuti dal 2010 al 2013.

L'arresto dei due anarchici da parte dei carabinieri del Ros ha evitato "che venissero portati a compimento ulteriori atti eversivi". E' quanto sottolineano gli inquirenti romani, secondo cui la custodia cautelare in carcere è l'unico mezzo per evitare il compimento di altri reati. Ciò perchè i due indagati risultano "stabilmente inseriti in un sodalizio criminoso diretto a sovvertire l'ordinamento costituzionale, avvalendosi anche dell'uso delle armi, seppur rudimentali".

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