Il procuratore di Trapani Ambrogio Cartosio ha parlato davanti al Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, presieduto da Laura Ravetto. come rivela il quotidiano Italiano il Giornale.«Certo sarebbe utile aumentare le forze in campo, magistrati, forze dell'ordine - ha detto Cartosio -. Ma il fenomeno migratorio non può essere contrastato sul piano giudiziario e poliziesco. Il piano deve essere quello politico e sovranazionale». Poi, insieme al sostituto Andrea Tarondo, ha affrontato la questione dell'indagine aperta nei confronti di soggetti operanti a bordo di navi noleggiate dalle Ong, indagati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, ma senza fare i nomi delle associazioni coinvolte.
Sull'operato delle Organizzazioni non governative nei salvataggi al largo delle coste libiche la procura di Palermo indaga per associazione per delinquere
«Ci sono condotte specifiche che vanno valutate anche alla luce dello stato di necessità - ha detto Tarondo -. Queste possono integrare astrattamente il reato di favoreggiamento, ma bisogna considerare che qui c'è un problema di salvataggio di vite umane. Ciò che conta è la valutazione che i giudici daranno dell'estensione dello stato di necessità. Bisogna capire se per questo si intenda solo quello di chi viaggia in mare e rischia di affogare o se va esteso anche a chi si trova in campi di concentramento in Libia ed è vittima di torture o di stupri». Fatti, quindi, che potrebbero essere non punibili perché il codice etico sul quale le organizzazioni basano la loro attività ruota attorno al «salvare vite umane».
Secondo il Giornale questo comporta la possibilità che le Ong non collaborino molto disinvoltamente con l'autorità di polizia qualora questo possa comportare sanzioni per le persone che loro aiutano. Cartosio smentisce invece che si stia indagando per accertare finanziamenti illeciti da parte delle Ong, mentre Tarondo conferma la scarsa collaborazione da parte di alcuni paesi, la Libia in primis. Sta di fatto, però, che alcuni soggetti delle Ong sapevano perfettamente luogo, ora e mare dove intervenire per i salvataggi e che in qualche occasione abbiano bypassando la centrale operativa della Guardia Costiera. Adesso il rischio più grande è legato alla criminalità. «In Sicilia arrivano non solo navi della Guardia costiera o Ong, ma gommoni, canotti, barchini, in completa clandestinità - ha concluso Cartosio -. Non sappiamo che cosa fanno e non possiamo escludere che finiscano vittime di reati gravissimi o vengano utilizzati dalle mafie come manovalanza».
Intanto anche il settimanale Panorama svela la questione spiegando che, l'ipotesi di reato è più grave di quella su cui lavora la procura di Trapani nei confronti di alcuni volontari di Medici senza frontiere favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, i magistrati palermitani vogliono avocare a sé tutte le indagini.
Un conflitto che il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti cercherà di ricomporre la settimana prossima, quando incontrerà a Roma i colleghi impegnati in prima linea sul tema dei profughi e della tratta di esseri umani.
Intanto la sinistra, guidata dal sindaco Beppe Sala, sfila con richiedenti asilo, centri sociali e comunità islamica. Un'iniziativa che è un vero e proprio schiaffo a quegli italiani che stanno pagando il prezzo di un'invasione incontrollata. "È una manifestazione contro gli italiani", tuona il senatore Maurizio Gasparri accusando la sinistra di "marcerà per avere più immigrati".
La marcia di sabato, però, già divide. La sinistra sfila, infatti, in un momento difficile per l'Italia che, anche quest'anno, si trova a dover gestire sbarchi con numeri da record e un'immigrazione che non è più possibile integrare. L'aumento della criminalità legata agli extracomunitari, le infiltrazioni degli islamisti e gli obiettivi delle Ong per "destabilizzare economicamente" il Belpaese gettano un'inquietante ombra sul fenomeno. Per questo la marcia "Milano senza muri" suona quasi una provocazione. "Mentre emergono scandali in serie nei centri di accoglienza dei clandestini, con coinvolgimenti di mafia e 'Ndrangheta, mentre si quantificano in quasi 5 miliardi le spese per gli stranieri che arrivano in Italia, mentre si negano mezzi a poveri anziani, disabili e pensionati italiani, mentre nel Mediterraneo sedicenti organizzazioni non governative, spesso poco trasparenti e mosse da intenti ideologici, alimentano con i loro traffici i guadagni degli scafisti e la morte dei clandestini nel Mediterraneo - accusa Gasparri - a Milano c'è chi marcerà per avere più immigrati".
Mi fa molto piacere piacere questa opportunità di incontro sia per i rapporti Italia-Russia, ottimi e eccellenti, sia per parlare della delicata situazione internazionale in cui ci troviamo" ha detto a Sochi il premier Paolo Gentiloni all'inizio dell'incontro bilaterale con il presidente russo, Vladimir Putin.
"Non non so se sia merito del nostro consiglio di cooperazione ma è incoraggiante la ripresa dell'interscambio tra i nostri due paesi"ha detto il premier Paolo Gentiloni all'inizio del bilaterale con il presidente Vladimir Putin spiegando che oltre a "confermare gli eccellenti rapporti bilaterali", la visita "per me è un'opportunità, come presidente del G7 per uno scambio di opinioni in vista dell'importante vertice che si terrà in Sicilia tra dieci giorni". Abbiamo "molti argomenti bilaterali e internazionali", ha aggiunto.
"Ci siamo visti recentemente in Cina e sono molto felice di rivederci. Abbiamo notato un certo declino nell'interscambio italo-russo ma da quando lei è diventato premier l'interscambio è tornato a salire. Nei primi dell'anno è in crescita del 28% ha detto il presidente Vladimir Putin accogliendo il premier Paolo Gentiloni a Sochi.
"La ripresa globale sta guadagnando terreno, tuttavia la crescita resta moderata e il Pil è ancora sotto il potenziale in molti Paesi" afferma il G7 economico-finanziario di Bari nel comunicato finale, nel quale ribadisce il proprio "impegno alla cooperazione economica e finanziaria rimanendo determinati a usare tutti i mezzi di politica monetaria, di bilancio e strutturale, individualmente e collettivamente, per raggiungere l'obiettivo di una crescita forte, sostenibile, equilibrata e inclusiva".
Per l'economista James Galbraith "è molto importante che torni il controllo pubblico sul settore finanziario. Questo non è avvenuto negli ultimi 10 anni e ha provocato un aumento globale delle disuguaglianze, oggi sotto gli occhi di tutti". Galbraith ne ha parlato oggi a Bari a margine del forum su 'Economia e povertà' organizzato dalla Regione Puglia mentre nel capoluogo pugliese è in corso il G7 Finanze. Galbraith ha detto che "l'Ue deve cambiare, non ha molte alternative di fronte, deve cambiare se vuole sopravvivere: oggi l'alternativa da scegliere è tra un gruppo di Paesi progressisti che si mettono insieme per combattere la povertà, o lasciare il campo a persone come Marie Le Pen". L'economista statunitense ha osservato "che tutte le regioni debbano avere voce in capitolo quando si tratta di risolvere i problemi economici: purtroppo - ha rilevato - questo non succede ed è un fatto deplorevole. Sono i ricchi che vengono a dettare le regole ma non si può più andare avanti così".
"La crescita del Sud e le sue prospettive di sviluppo sono legate alla qualità delle persone, alla vivacità e capacità d'innovazione del suo tessuto di imprenditori e ad alcune politiche pubbliche. Tra queste hanno avuto un grande peso le scelte dei governi che hanno accantonato prassi assistenzialiste e introducendo misure per migliorare le condizioni in cui si svolge l'attività d'impresa". Lo affermano in una nota di apertura del G7 di Bari il ministro dell'Economia e Finanze, Pier Carlo Padoan, e il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, che sottolineano come "le risorse finanziarie, nazionali e dell'Ue, hanno assicurato un contributo fondamentale a questo sviluppo e continueranno a darlo". "Abbiamo voluto che le riunioni del G7 si svolgessero in una delle regioni più vivaci", del Sud - aggiungono - "bellissima e dinamica anche sul piano industriale e del capitale umano, anche per sottolineare il ruolo che politiche pubbliche hanno avuto qui e possono avere ovunque, per superare gli ostacoli allo sviluppo"posti talvolta dagli accidenti della Storia".
"Non siamo al momento delle decisioni, stiamo discutendo, sappiamo che ci sono le regole, e l'Italia deve impegnarsi". Così il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici arrivando al castello Svevo per i lavori del G7 finanze, rispondendo a una domanda sulla possibilità che possa essere concessa flessibilità per il 2018. "Finora tutta la flessibilità è stata garantita". Ora "stiamo considerando le circostanze, non siamo rigidi" e il "dialogo tra la Commissione, l'Italia e Padoan è buono". Moscovici ha quindi ribadito che "l'Italia deve costantemente andare avanti sul cammino delle riforme".
"Saremo in piazza per dare voce a tutti quelli che da questo vertice vengono ignorati, ma che vivono sulla propria pelle le decisioni prese dall'alto. Da una Sicilia sempre più impoverita e marginalizzata annunciamo la nostra volontà di far sentire il fiato sul collo ai potenti della Terra". Lo annuncia il Coordinamento regionale siciliano contro il G7, che si prepara alla due giorni di manifestazione in programma a Giardini Naxos in contemporanea con il summit, che vedrà riuniti a Taormina capi di Stato e di Governo. Si parte a piazza Verga a Catania, il 26 maggio alle 17.30 con un'assemblea a Giardini Naxos per "confrontarsi su economia, migrazioni, guerre, ambiente, conoscenza". L'indomani, sempre a Giardini Naxos, è in programma una manifestazione nazionale con movimenti territoriali, delle lotte sociali, partiti e sindacati. Il concentramento è previsto alle 15 nella piazza di Recanati: il corteo poi percorrerà il lungomare.
Tra i reparti speciali schierati dai carabinieri a Taormina per il G7 si sono anche le Squadre operative di supporto (Sos). Sono unità antiterrorismo, messe in campo dal Comando Generale dell'Arma, composte da uomini appositamente addestrati e in grado di fronteggiare situazioni particolari. I militari sono dotati di un equipaggiamento speciale e di attrezzature in uso all'élite dell'antiterrorismo. Le Sos permettono di disporre di uno "scudo" di prima risposta antiterrorismo versatile e configurabile secondo le necessità in qualsiasi parte del territorio con brevi tempi di intervento. Sono la risposta immediata ai gruppi terroristici armati, in grado di arginare tempestivamente possibili incursioni armate, di entrare in azione in caso di attacchi a fuoco verso gruppi di persone, raid isolati all'indirizzo di cittadini comuni o esponenti delle istituzioni.
Intanto l'Istat traccia una nuova mappa socio-economica dell'Italia, dividendo il Paese in nove gruppi in base al reddito, al titolo di studio, alla cittadinanza e non guardando così più solo alla professione, come nelle tradizionali classificazioni. I due sottoinsiemi più numerosi sono quelli delle 'famiglie di impiegati', appartenete alla fascia benestante (4,6 milioni di nuclei per un totale di 12,2 milioni di persone) e delle 'famiglie degli operai in pensione', fascia a reddito medio (5,8 milioni per un totale di oltre 10,5 milioni di persone). Per l'Istat il gruppo più svantaggiato economicamente è quello delle 'famiglie a basso reddito con stranieri' (1,8 milioni pari a 4,7 milioni di persone), seguono le 'famiglie a basso reddito di soli italiani' (1,9 milioni che comprendono 8,3 milioni di soggetti), le meno numerose 'famiglie tradizionali della provincia' e il gruppo che riunisce 'anziane sole e giovani disoccupati'. A reddito medio sono invece considerate oltre alle famiglie di operai in pensione, quelle di 'giovani blu collar' (2,9 milioni, pari a 6,2 milioni di persone). Nell'area dei benestanti, l'Istat inserisce oltre alle 'famiglie di impiegati', quelle etichettate 'pensioni d'argento' (2,4 milioni, per 5,2 milioni di persone). Il primo posto sul podio dei più ricchi spetta alla 'classe dirigente' (1,8 milioni di famiglie, pari a 4,6 milioni di persone).
L'Istat fa notare come nel gruppo leader dal punto di vista numerico, quello degli impiegati, il capofamiglia, la persona di riferimento, sia donna in quattro casi su dieci. La nuova mappa nasce dall'esigenza di tenere conto anche della popolazione non occupata, a differenza delle classiche tassonomie che prendono in considerazione solo i lavoratori, e soprattutto dalla necessità di ricalibrare le stratificazioni socio-economiche, viste le frammentazioni in atto. Oggi infatti, fa notare l'Istituto, la "classe operaia ha perso il suo connotato univoco" e "la piccola borghesia si distribuisce su più gruppi sociali.
Secondo la Commissione Ue, che ha lasciato invariate le stime di crescita invernali (+0,9% nel 2016 e 2017, e +1,1% nel 2018), nel nostro Paese continua una "modesta ripresa".
E mentre in Germania "la crescita della domanda interna si è rafforzata nel 2016 e le importazioni sono aumentate più delle esportazioni", quindi "l'avanzo commerciale dovrebbe cominciare a diminuire gradualmente". Inoltre si prevede "una crescita delle spese correnti" e "la continuazione dell'aumento della spesa per investimenti", e quindi "una diminuzione dell'avanzo primario". Il surplus scenderà allo 0,6% nel 2017 e allo 0,3% nel 2018. La crescita resta "forte", con il pil all'1,6% nel 2017 e all'1,9% nel 2018
In Italia "L'incertezza politica e il lento aggiustamento nel settore bancario rappresentano rischi al ribasso alle prospettive di crescita italiane": lo scrive la Commissione Ue nelle previsioni economiche di primavera. Bruxelles rileva anche che, dall'altra parte, "l'elevata fiducia nella manifattura potrebbe implicare una domanda esterna più forte di quella data dalle previsioni".
E' il Paese europeo che cresce meno di tutti. "Da 0,9% quest'anno passa a 1,1% l'anno prossimo", perché "persistono le fragilità strutturali che conosciamo", ha detto il commissario agli affari economici Pierre Moscovici presentando le nuove stime che confermano quelle di febbraio che già vedevano l'Italia in ultima posizione.
La Commissione Ue rivede al ribasso le stime sul deficit italiano, che scende grazie alla manovra-bis a 2,2% quest'anno (a febbraio era dato a 2,4%), e a 2,3% nel 2018 (a febbraio 2,6%). "Le misure aggiuntive prese ad aprile, soprattutto per aumentare la riscossione delle tasse, manterranno stabile il carico fiscale nonostante la riduzione della tassazione per le imprese dal 27,5% al 24%,", scrive Bruxelles. In "leggero deterioramento" il deficit strutturale.
Ci sarà ancora un "leggero aumento" del debito italiano nel 2017, che salirà al 133,1% dal 132,6% del 2016, "dovuto anche alle risorse aggiuntive stanziate per il sostegno pubblico al settore bancario e agli investitori retail". Lo scrive la Commissione Ue spiegando che il debito scenderà poi al 132,5% nel 2018. Le nuove stime sono comunque leggermente migliorative di quelle di febbraio, quando il debito era visto a 133,3% per quest'anno e 133,2% per il prossimo.
"L'espansione della domanda interna è stato il maggior fattore di crescita" nel 2016, spiega Bruxelles, assieme alla "ripresa degli investimenti", sostenuta dalla politica accomodante della Bce. Nel 2017 accelerano anche le esportazioni. Italia resta maglia nera per crescita 2017-2018.
Quest'anno Bruxelles prevede anche una "leggera accelerazione" degli investimenti nelle costruzioni, anche grazie a "più risorse stanziate per gli investimenti pubblici, un assorbimento più alto di fondi europei e l'impatto del piano Juncker". Nonostante ciò, le "costrizioni finanziarie" per il settore costruzioni e per le pmi restano. Nel 2018, il pil cresce "leggermente" a 1,1% grazie a export più forti, dinamica degli investimenti sostenuta, maggiori consumi privati dovuti anche a un aumento "moderato" degli stipendi.
Per Moscovici, l'incertezza che pesa sull'economia europea "dopo le elezioni in Olanda e in Francia, dovrebbe continuare a diminuire nei mesi a venire, all'avvicinarsi della conclusione dell'impressionante ciclo elettorale in Europa". Tra le consultazioni elettorali chiave previste per il 2017 restano ancora le elezioni tedesche a settembre.
"Sono lieto, e questo sentimento è condiviso all'interno della Commissione" per la sua vittoria alle elezioni francesi, in quanto ha consentito di "evitare la minaccia di un populismo xenofobo violento e antieuropeo", e questo "è un segnale molto bello, non solo per la Francia ma anche per l'Europa". Macron, ha aggiunto, "è un europeista impegnato, che potrà realizzare progressi nella governance dell'eurozona, benvenuto".
Continua a scendere la disoccupazione, che nell'eurozona dopo il calo a 9,4% del 2017 arriverà all'8,9% nel 2018, il livello più basso dal 2009. Stesso trend per l'Ue a 28: dopo la discesa all'8% quest'anno, il prossimo sarà record da fine 2008 con 7,7%. Sono le previsioni economiche di primavera della Commissione Ue, dove si sottolinea però che, nonostante il calo complessivo, la disoccupazione "resta alta in molti Paesi". Il calo arriva grazie a riforme strutturali, domanda interna e altre politiche.
Una "crescita salda" che continuerà con un "ritmo stabile", con un pil rivisto al rialzo per l'eurozona all'1,7% per il 2017 (1,6% nelle previsioni d'inverno), e invariato all'1,8% per il 2018. Ritoccato in su anche il pil per l'Ue a 28 a 1,9% per entrambi gli anni da 1,8%. Sono le previsioni economiche di primavera della Commissione Ue, secondo cui l'Europa entra così nel suo quinto anno consecutivo di ripresa, che sta ora raggiungendo tutti gli stati membri.
"L'incertezza che circonda le previsioni economiche resta elevata" ma "nel complesso i rischi sono diventati più bilanciati che in inverno anche se restano al ribasso". Così le previsioni di primavera della Commissione Ue, secondo cui i rischi possono venire "dalla futura politica economica e commerciale Usa e più ampie tensioni geopolitiche", ma anche "dall'aggiustamento economico della Cina, la salute del settore bancario in Europa e gli imminenti negoziati con la Gran Bretagna" per la Brexit.
Il deficit della Francia per il 2017 sarà del 3%, in calo dal 3,4% del 2016 ma in peggioramento dal 2,9% delle previsioni d'inverno a causa di "risultati inferiori alle attese su stato e sicurezza sociale, in parte compensate dai surplus di amministrazioni locali le cui spese hanno rallentato". Il pil resta a 1,4% nel 2017 e 1,7% nel 2018 in linea con le previsioni di febbraio. E' quanto emerge dalle previsioni economiche di primavera della Commissione Ue, secondo cui "una ripresa graduale dell'export fa salire la crescita".
Associazione di tipo mafioso, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello Stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati dalla modalità mafiose
Il capo della Misericordia di Isola Capo Rizzuto, Leonardo Sacco, ed il parroco dello stesso paese, don Edoardo Scordio, sono tra i fermati dell'operazione denominata ''Jonny''. La Misericordia gestisce il Centro di accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Isola, uno dei più grandi d'Europa, che secondo le indagini sarebbe stato controllato dalla cosca Arena. I due sono accusati di associazione mafiosa, oltre a vari reati finanziari e di diversi casi di malversazione, reati aggravati dalle finalità mafiose. Il sindaco di Isola Capo Rizzuto Gianluca Bruno è indagato: reato ipotizzato è concorso esterno in associazione mafiosa.
La cosca Arena, tramite il governatore della "Fraternita di Misericordia" Leonardo Sacco, era riuscita ad aggiudicarsi gli appalti indetti dalla Prefettura di Crotone per le forniture dei servizi di ristorazione al centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto e di Lampedusa. Appalti che venivano affidati a imprese appositamente costituite dagli Arena e da altre famiglie di 'ndrangheta per spartirsi i fondi destinati all'accoglienza dei migranti. Dalle indagini sarebbe emersa l'infiltrazione della cosca Arena nel tessuto economico crotonese e, in particolare, il controllo mafioso delle attività imprenditoriali connesse al funzionamento dell'accoglienza al Cara di Isola Capo Rizzuto che andava avanti da più di un decennio.
Cosi e stata smantellata la cosca Arena di Isola Capo Rizzuto (Crotone) con il fermo di 68 persone disposto dalla Dda di Catanzaro. La cosca Arena controllava a fini di lucro la gestione del centro di accoglienza per migranti di Isola. Secondo le indagini, oltre alle tradizionali dinamiche criminali legate alle estorsioni esercitate in maniera capillare sul territorio catanzarese e crotonese, la cosca controllava anche il centro oltre a coltivare ingenti interessi nelle attività legate al gioco ed alle scommesse.
Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello Stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati dalla modalità mafiose. Nel corso dell'operazione anche un sequestro beni milionario.
La cosca Arena di Isola Capo Rizzuto, da decenni al centro delle vicende criminali nel crotonese, aveva imposto la propria assillante presenza anche sull'area ionica della provincia di Catanzaro con estorsioni a tappeto ai danni di esercizi commerciali ed imprese anche impegnate nella realizzazione di opere pubbliche.
Nella zona, gli Arena agivano direttamente attraverso i propri affiliati, oppure tramite fiduciari nominati responsabili della conduzione delle attività delittuose o anche attraverso la messa "sotto tutela" di cosche alleate. Tra il 2015 ed il 2016 infatti, in particolare a Catanzaro, una cellula, dipendente dalla cosca madre di Isola Capo Rizzuto ma radicata nel capoluogo, "aveva perpetrato una serie impressionante di danneggiamenti a fini estorsivi per fissare con decisione la propria influenza sull'area mentre cosche satelliti della famiglia avevano fatto altrettanto nell'area, di rilevante interesse imprenditoriale e turistico, immediatamente a sud di Catanzaro ricadente nei comuni di Borgia e Vallefiorita".
La cosca Arena lucrava sull'accoglienza dei migranti nel Cara "Sant'Anna" di Isola Capo Rizzuto grazie alla collusione con esponenti della "Fraternita di Misericordia", l'ente che gestisce il centro dell'isola lungo la statale 106. Dalle indagini è emersa un'infiltrazione del clan, da più di un decennio, in tutte le attività imprenditoriali connesse al funzionamento dei servizi di accoglienza del Cara. Secondo gli investigatori, il tramite era Leonardo Sacco, governatore della Misericordia, che ha permesso di aggiudicare a imprese create ad hoc dai mafiosi gli appalti indetti dalla prefettura di Crotone per le forniture dei servizi di ristorazione presso il centro di accoglienza di Isola di Capo Rizzuto e di Lampedusa. Gli Arena e altre famiglie di 'ndrangheta si spartivano così i fondi europei destinati all'accoglienza dei migranti. Secondo l’accusa degli oltre 100 milioni di euro assegnati alla struttura per accogliere oltre 1600 immigrati al giorno, almeno 30 sarebbero stati dirottati nelle casseforti dei clan.Nei guai e finito anche il parroco di Isola Capo Rizzuto Don Eduardo Scordio di 70 anni
Il paradosso sarebbe che Don Edoardo Scordio, il parroco di Isola Capo Rizzuto sottoposto a fermo questa mattina nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Catanzaro, è balzato agli onori della cronaca negli anni Ottanta per le sue eclatanti iniziative contro le cosche mafiose che dominavano nel territorio, promuovendo fiaccolate e pronunciando omelie in piazza, spesso in occasione dei funerali di persone uccise in agguati di tipico stampo mafioso
Intanto Il ministro dell'Interno, Marco Minniti, è oggi a Tripoli dove ha incontrato il premier libico Fayez Al Sarraj. Lo indica un tweet dell'Ambasciata italiana a Tripoli che rilancia una foto del ministro a colloquio con il presidente del Consiglio presidenziale.
"Il premier Sarraj al ministro Minniti: Italia e Libia saldamente dalla stessa parte nella lotta contro il traffico di migranti". E' quanto si legge in un tweet dell'ambasciata italiana a TRipoli che ha dato conto della visita del ministro dell'Interno, Marco Minniti oggi nella capitale libica, dove ha incontrato il premier Fayez Al Sarraj. "Per un'efficace lotta contro l'immigrazione illegale, è fondamentale concentrarsi sul sud", è un altro messaggio formulato dal premier al ministro e sottolineato dalla rappresentanza diplomatica italiana. Minniti, che era accompagnato dal segretario generale della Farnesina, Elisabetta Belloni, ha visto anche il vicepresidente del Governo libico, Abdulsalam Kajman.
Iniziava cosi il testo della lettera di Aldo Moro alla famiglia che sarebbe stata consegnata il 5 maggio pochi giorni prima della sua morte: Tutto sia calmo. Le sole reazioni polemiche contro la D.C. Luca no al funerale.
"Mia dolcissima Noretta, dopo un momento di esilissimo ottimismo, dovuto forse ad un mio equivoco circa quel che mi si veniva dicendo, siamo ormai, credo, al momento conclusivo. Non mi pare il caso di discutere della cosa in se' e dell'incredibilita' di una sanzione che cade sulla mia mitezza e la mia moderazione. Certo ho sbagliato, a fin di bene, nel definire l'indirizzo della mia vita. Ma ormai non si puo' cambiare. Resta solo di riconoscere che tu avevi ragione. Si puo' solo dire che forse saremmo stati in altro modo puniti, noi e i nostri piccoli. Vorrei restasse ben chiara la piena responsabilita' della D.C. con il suo assurdo ed incredibile comportamento. Essa va detto con fermezza cosi' come si deve rifiutare eventuale medaglia che si suole dare in questo caso. E' poi vero che moltissimi amici (ma non ne so i nomi) o ingannati dall'idea che il parlare mi danneggiasse o preoccupati delle loro personali posizioni, non si sono mossi come avrebbero dovuto. Cento sole firme raccolte avrebbero costretto a trattare........
E continuava con tante altri pensieri verso la Famiglia e verso il suo partito il DC di allora, e oggi al' Aula del Senato della Repubblica ospita la celebrazione del "Giorno della memoria" istituito con la legge n. 56 del 2007 "al fine di ricordare tutte le vittime del terrorismo, interno e internazionale, e delle stragi di tale matrice". La cerimonia avrà inizio alle 10.55 con l'esecuzione dell'Inno nazionale da parte degli studenti del Liceo Scientifico "Farnesina" di Roma
L'introduzione e la conduzione sono affidati al direttore del quotidiano "la Repubblica" Mario Calabresi, figlio del commissario Luigi Calabresi assassinato il 17 maggio 1972. Porteranno la loro testimonianza il padre di Walter Rossi, Francesco Rossi, la vedova di Claudio Graziosi, Silvana Perrone Graziosi, il figlio di Carlo Casalegno, Andrea Casalegno. Uno studente leggerà un testo del giornalista Cesare Martinetti in memoria dell'avvocato Fulvio Croce. Il programma prevede quindi l'intervento di una studentessa dell'Istituto Professionale Statale "J.B. Beccari" di Torino. Prenderà quindi la parola il Presidente del Senato, Pietro Grasso.
Pero la figlia di Aldo Moro dice "basta". Non ci sarà la famiglia dello statista assassinato dalle Br alle celebrazioni per l'anniversario della morte dell'ex presidente del Consiglio italiano della Dc.
Non parteciperemo più a nessuna celebrazione per questo ennesimo e terribile 9 maggio - dice la figlia Maria Fida Moro in una intervista al Corriere.Non ne posso più dell’indifferenza e della bruttezza della politica". Dal 2007 la data della morte di Moro è diventata la Giornata della Memoria dedicata alle vittime del terrorismo. Ma è ancora una memoria incompleta, vuota, che alla famiglia non sta più bene. "Voglio costringere lo Stato a fare la sua parte - dice la Figlia - Perché noi, io e mio figlio Luca, continuiamo ad essere tagliati fuori dal riconoscimento della legge per le vittime del terrorismo. Che è applicata a tutti, tranne che ad Aldo Moro. Per questo ho anche chiesto che la giornata cambi data: mi offende e mi ferisce che papà sia l’emblema delle vittime ma per lui la legge non valga".
Una decisone assurda. In sostanza Aldo Moro è il simbolo delle vittime del terrorismo, ma la sua famiglia è tagliata fuori dai risarcimenti che spettano a chi muore sotto il fuoco del terrorismo (politico così come islamico). "Io mi sto battendo per il principio, non per un fatto economico - aggiunge la donna - Io vorrei che si tornasse a ricordare l’Aldo Moro vivo e quello per cui ha vissuto. E invece no: ci sono terroristi che anche oggi hanno spazio sui media, voce, rispetto. E una vita. A lui si riconosce soltanto il diritto di fare la parte del cadavere in un bagagliaio". Poi l'affondo, con la promessa di "rivolgermi alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo" per avere dallo Stato quel riconoscimento che sarebbe dovuto arrivare molto tempo fa: dichiarare Moro vittima del terrorismo. "È una cosa che mi farà vergognare ancora di più di essere italiana".
Intanto questa e la storia che ha sconvolto l Italia era il 16 marzo 1978, poco dopo le 9, un commando delle Brigate Rosse entra in azione in via Fani, a Roma: blocca le auto del presidente Dc Aldo Moro, uccide i 5 uomini di scorta e portano via Moro su una Fiat 132 blu. Poco dopo rivendicano l'azione con una telefonata all' Ansa. Il sequestro terminerà 55 giorni dopo, il 9 maggio, con l'uccisione dello statista.
- 16 marzo: poco dopo le 9 un commando delle Brigate Rosse entra in azione a via Fani, a Roma. In pochi minuti, dopo aver bloccato con un tamponamento le auto del presidente Dc Aldo Moro, le Br uccidono i 5 uomini di scorta e portano via Moro su una Fiat 132 blu. Poco dopo rivendicano l'azione con una telefonata all' Ansa. Cgil, Cisl e Uil proclamano lo sciopero generale. In serata il governo Andreotti, il primo con il voto favorevole del Pci, ottiene la fiducia alla Camera e al Senato.
- 18 marzo: Arriva il 'Comunicato n.1' delle Br, che contiene la foto di Moro e annuncia l'inizio del 'processo'. - 19 marzo: Papa Paolo VI lancia il suo primo appello per Moro.
- 20 marzo: al processo di Torino, il 'nucleo storico' delle Br rivendica la responsabilita' politica del rapimento.
- 21 marzo: Il governo approva il decreto antiterrorismo.
- 25 marzo: Le Br fanno trovare il 'Comunicato n.2'.
- 29 marzo: Arriva il ''comunicato n. 3'' con la lettera al ministro dell'Interno Cossiga in cui Moro dice di trovarsi ''sotto un dominio pieno e incontrollato dei terroristi'' e accenna alla possibilita' di uno scambio. Moro non voleva renderla pubblica, ma i brigatisti scrivono di averla resa nota perche' ''nulla deve essere nascosto al popolo''. Recapitate anche altre lettere indirizzate alla moglie e a Nicola Rana.
- 4 aprile: Arriva il 'Comunicato n. 4', con una lettera al segretario della Dc Benigno Zaccagnini.
- 7 aprile: Il ''Giorno'' pubblica una lettera di Eleonora Moro al marito. La famiglia tiene un linea del tutto autonoma rispetto alla ''fermezza'' del governo. - 10 aprile: Le Br recapitano il 'comunicato n.5' e una lettera di Moro a Taviani, che contiene forti critiche.
- 15 aprile: Il 'Comunicato n.6' annuncia la fine del 'processo popolare' e la condanna a morte di Aldo Moro.
- 17 aprile: Appello del segretario dell'Onu Waldheim.
- 18 aprile: Grazie ad un' infiltrazione d' acqua, polizia e carabinieri scoprono il covo di via Gradoli 96. I brigatisti (Moretti e Balzerani) sono pero' assenti. A Roma viene trovato un sedicente 'comunicato n.7' in cui si annuncia l' avvenuta esecuzione di Moro e l' abbandono del corpo nel Lago della Duchessa. Il comunicato, falso in modo evidente, e' ritenuto autentico e per giorni il corpo di Moro sara' cercato, con un grande schieramento di forze, in un lago di montagna, tra le province di Rieti e L'Aquila, ghiacciato da mesi.
- 20 aprile: Le Br fanno trovare il vero 'Comunicato n.7', a cui e' allegata una foto di Moro con un giornale del 19 aprile.
- 21 aprile: La direzione Psi e' favorevole alla trattativa.
- 22 aprile: Messaggio di Paolo VI agli ''Uomini delle Brigate rosse'' perche' liberino Moro ''senza condizioni''.
- 24 aprile: Il 'Comunicato n.8' delle Br chiede in cambio di Moro la liberazione di 13 Br detenuti, tra cui Renato Curcio. Zaccagnini riceve un' altra lettera di Moro, che chiede funerali senza uomini di Stato e politici.
- 29 aprile: E' il giorno delle lettere. Messaggi di Moro sono recapitati a Leone, Fanfani, Ingrao, Craxi, Pennacchini, Dell' Andro, Piccoli, Andreotti, Misasi e Tullio Ancora.
- 30 aprile: Moretti telefona a casa Moro e dice che solo un intervento di Zaccagnini, ''immediato e chiarificatore'' puo' salvare la vita del presidente Dc.
- 2 maggio: Craxi indica i nomi di due terroristi ai quali si potrebbe concedere la grazia per motivi di salute.
- 5 maggio: Andreotti ripete il 'no alle trattative'. Il 'Comunicato n. 9' annuncia:''Concludiamo la battaglia cominciata il 16 marzo, eseguendo la sentenza''. Lettera di Moro alla moglie:''Ora, improvvisamente, quando si profilava qualche esile speranza, giunge incomprensibilmente l'ordine di esecuzione''.
- 9 maggio: Verso le 13,30, in via Caetani (vicino alle sedi di Dc e Pci), dopo una telefonata di Morucci avvenuta poco prima delle 13, la polizia trova il cadavere di Moro nel portabagagli di una Renault 4 rossa. Era in corso la direzione Dc, dove sembra che Fanfani stesse per fare un discorso aperto alla trattativa. Moro sarebbe stato ucciso la mattina presto nel garage di via Montalcini, il covo usato dai brigatisti come ''prigione del popolo''.
La cerimonia di oggi per ricordare il grande Statista Aldo Moro e tutte le vittime del terrorismo si concluderà con la premiazione delle 3 scuole vincitrici del concorso "Tracce di memoria", bandito dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, in collaborazione con la "Rete degli archivi per non dimenticare" e con la Direzione generale per gli archivi. Sarà il Presidente del Senato a consegnare le targhe ai rappresentanti delle scuole vincitrici, con il Sottosegretario all'Istruzione Vito De Filippo.
Nell'Aula di Palazzo Madama saranno presenti: il Presidente della Repubblica emerito Giorgio Napolitano, la Vice Presidente della Camera Marina Sereni, il Ministro dell'Interno Marco Minniti, i Presidenti delle Associazioni dei familiari delle vittime.
La cerimonia sarà trasmessa in diretta televisiva da RaiUno, a cura di Rai Parlamento, dal canale satellitare, dalla webtv e dal canale YouTube del Senato. Prima della celebrazione in Aula, alle ore 9, il Presidente del Senato ha reso omaggio ad Aldo Moro in Via Caetani, in rappresentanza del Presidente della Repubblica, a 39 anni dal ritrovamento del corpo dell'ex Presidente del Consiglio ucciso dalle Brigate Rosse.
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