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Venerdì, 01 Novembre 2024

Matteo Renzi si avvia a raccogliere una sonora batosta. Eppure non demorde. E in queste settimane che lo separano dal referendum del 4 dicembre è pronto a giocarsi il tutto e per tutto. "I dati che vedo di tutti i sondaggi sono molto simili, si divide la torta in due - ha spiegato ai microfoni di Radio Popolare - c'è una parte che ha già deciso e un'altra che è ancora indecisa. Il 50% di indecisi è pazzesco, quindi è ancora una partita aperta".

Ma il Pd si sta sbancando. Pur di portare a casa il risultato, Renzi e compagni sono disposti a spendere e spandere. A Roma sbarca Jim Messina. A quello che è già stato consulente del presidente degli Stati Uniti Barack Obama toccherà l'arduo compito di convincere gli italiani e trasformare i moltissimi "no" in "sì". Un compito tanto arduo quanto caro. Secondo la Stampa,infatti, la parcella di Messina sarà di 400mila euro.

Visti i sondaggi pessimi, che lo danno indietro nella campagna referendaria, Matteo Renzi ha affidato al guru della comunicazione le sorti della riforma costituzionale.

L'intera campagna a favore del "sì" alla riforma costituzionale secondo il quotidiano il giornale dovrebbe costare quasi 3 milioni di euro. Per la precisione 2,8 milioni di euro. Un conto salatissimo che tiene conto anche della maxi consulenza al guru Messina che dovrebbe - il condizionale, però, è d'obbligo - invertire il trend negativo che vede il fronte del "no" in netto vantaggio in tutti i sondaggi. 

Secondo le ultime rilevazioni, infatti, i contrari alla legge Boschi sarebbero tra il 52 e il 55%. C'è, però,una feta di indecisi. "I dati che vedo di tutti i sondaggi sono molto simili, si divide la torta in due - ha spiegato nei giorni scorsi Renzi ai microfoni di Radio Popolare - c'è una parte che ha già deciso e un'altra che è ancora indecisa. Il 50% di indecisi è pazzesco, quindi è ancora una partita aperta". La partita, come fa notare Mannheimer, si gioca appunto sulla "grande quantità di indecisi tuttora presente (dal 30% al 40%)" e sulla "incognita dell'affluenza alle urne (reputata oggi tra il 50% e il 60%)".

I talk show e i telegiornali sono stati colonizzati dagli uomini di Renzi per fare campagna elettorale per il "sì". Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi è addirittura volata dall'altra parte del mondo per convincere gli italiani all'estero a votare la legge che porta il suo stesso nome. Ma, nonostante questo sforzo sovrumano, il premier non risce a invertire la tendenza. Come spiega anche Renato Mannheimer sul Giornale, "gli esiti di buona parte dei sondaggi condotti sino a questo momento sembrano suggerire una prevalenza dei 'no', accreditati dal 52% al 55%, a seconda delle rilevazioni. E, peraltro, anche le ricerche che vedono, invece, una prevalenza dei 'sì', rilevano una progressiva diminuzione di questi ultimi". Una trend confermato anche dal sondaggio Ipsos per il corriere della sera che vede il fronte del "no" avanti con il 52% dei voti.

La partita, come fa notare Mannheimer, si gioca tuttavia sulla "grande quantità di indecisi tuttora presente (dal 30% al 40%)" e sulla "l'incognita dell'affluenza alle urne (reputata oggi tra il 50% e il 60%)". Anche secondo Nando Pagnoncelli "gli indecisi saranno determinanti. Tra questi ultimi - spiega il sondaggista - la metà circa (47%) pur dichiarando di voler andare a votare non sa esprimere un parere sulla riforma, il 32% si dichiara favorevole e il 21% contrario". Ed è su questo immenso popolo che Renzi vuole scommettere

La super consulenza di Messina secondo il quotidiano della famiglia Berlusconi dovrà spiegare a Renzi come fare a convincere tutta questa gente. Per il suo lavoro, si legge sulla Stampa, si prenderà "appena centomila euro in meno di quanto, mezzo milione di euro, il Pd ha incassato con la raccolta delle 500 mila firme per il referendum". Una montagna di soldi che dovrà essere versata dai gruppi di Camera e Senato insieme "agli ulteriori 700 mila euro destinati alla campagna pubblicitaria". Ai soldi dei gruppi parlamentari, poi, vanno aggiunti quelli versati dal partito: si parla di almeno 1,7 milioni di euro. "Abbiamo 14 milioni di euro a bilancio - spiega Daniele Marantelli, tesoriere del gruppo Pd alla Camera - la campagna del referendum è perfettamente coincidente con le tipiche attività del gruppo".

Dieci anni. Una decade, o forse meno, e l'Europa sarà musulmana. A dirlo è monsignor Carlo Liberati, arcivescovo emerito di Pompei. In una intervista al quotidiano cattolico online,"la fede quotidiana", e ripresa dal quotidiano "il Giornale" esprime il suo pensiero in materia dell accoglienza selvaggia degli immigrati e a tutti i costi in Europa

Monsignor Liberati si dice d'accordo con il vescoco polacco Pieronek quando afferma che "l'Europa rischia di essere islamizzata". "Ha scoperto l’ acqua calda. - afferma Liberati -. Temo che tra dieci anni o meno in Europa diventeremo tutti musulmani per via demografica. Loro fanno sei o sette figli, in Europa abbiamo un tasso di natalità pari a zero o quasi, l’ Europa è pagana e viviamo come se Dio non esistesse rinunciando a manifestare pubblicamente la nostra fede della quale pare che ora ci vergogniamo. Mi pongo una domanda: la cattolicità esiste ancora?”.

Il timopre del prelato è che la sostituzione demografica in atto in Europa porti direttamente all'islamizzazione del Vecchio Continente. Lì dove nulla hanno potuto le armi degli eserciti dei califfati islamici stanno riuscendo i "ventri delle donne"...

Una domanda lecita in un Occidente sempre più secolarizzato, incapace di guardare alla spiritualità della vita. Sordo di fronte al richiamo di Dio. "Abbiamo smarrito il senso cattolico della vita - dice il vescovo monsignor Liberati in una intervista alla fede quotidiana ripresa dal quotidiano il Giornale - Per fermare l’Islam che è una minaccia, dovremmo tutti ricordare quel glorioso spirito di Lepanto e di Vienna che ci permise di salvare l’Occidente grazie a Maria e al Rosario e noi siamo qui a cercare un dialogo impossibile e velleliario con chi ci vuole sottomettere perchè ci reputa infedeli. 

L’islam si basa sul Corano che predica la sottomissione degli infedeli. Io non voglio morire islamico e sostengo che tutti noi credenti dovremmo impugnare la spada della fede e della verità. L’islam è violento perchè tale lo è il Corano, finiamola con la credenza dell’ Islam moderato”.

Non usa mezzi termini, finalmente, il prelato e come riferisce il Giornale :  E lo fa per ammonire tutti coloro i quali si ostinano a difendere l'accoglienza indiscriminata, l'accettazione di tutto quello che è diverso per il solo fatto che lo sia, senza porsi la domanda se è giusto o sbagliato che una cultura "altra" metta così tanto in difficoltà la secolare identità cristiana dell'Europa. 

“Chi dice che bisogna accogliere tuttio mente sapendo di mentire - attacca Liberati - è un utopista o ha altri disegni, magari preda della demagogia populista. Su questo, continua il giornale, penso che il presidente ungherese Orban non abbia tutti i torti. Chi va via dalle terre islamiche fugge dall’ Islam non certo dal cristianesimo. 

Mi domando: perchè non li accolgono i ricchi stati islamici? Probabilmente esiste un piano studiato per islamizzare l’Occidente per via demografica". E a chi si appella alla solidarietà crisitana ricorda che "ma va abbinata alla prudenza, al senso di responsabilità e al realismo. Non possiamo prendere da noi tutta l’Africa e chi esclude che tra quelli che arrivano non si nascondano terroristi? Buonismo e populismo sono una rovina, non un vantaggio”.

A poche ore dell’annuncio del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca  dello stanziamento di ulteriori 4,3 milioni nell’ambito del Piano Nazionale Scuola Digitale, per finanziare percorsi di sviluppo di competenze digitali e di accompagnamento di attività di apprendimento degli studenti in maniera stimolante e attrattiva, Protom presenta Scuolab , una soluzione altamente innovativa per l’insegnamento delle discipline scientifiche.

Scuolab è un software che permette di effettuare in classe gli esperimenti che normalmente sono realizzati in laboratorio. L’ambiente di un laboratorio di fisica viene riprodotto attraverso la realtà immersiva, mettendo lo studente in condizione di interagire, durante lo svolgimento delle esperienze, con le stesse modalità con cui lo farebbe nel mondo reale.

Scuolab nasce dall‘interazione di un’azienda come Protom, dal 1995 leader nella formazione e tra i principali player europei nell’ambito della realtà immersiva, con professori di istituti superiori ed animatori digitali e fa parte delle iniziative messe in campo dall’azienda a sostegno di  #EuFactor, la campagna dell’Unione Europea volta alla sensibilizzazione dei giovani verso lo studio della scienza, nell’ottica della creazione di nuove opportunità di lavoro e della necessità di fornire agli studenti le competenze richieste dai mercati.

“Con Scuolab - dichiara il fondatore di Protom Fabio De Felice  - ci proponiamo, dunque, come uno strumento per la realizzazione delle politiche ministeriali che, come afferma Stefania Giannini, puntano a massimizzare le collaborazioni tra la scuola e il mondo del lavoro.
È stato calcolato che in Europa, tra il 2013 ed il 2025, il numero di posti di lavoro disponibili nel campo della scienza e dell’ingegneria si aggiri intorno ai 2 milioni e trecento mila. L’apprendimento delle cosiddette “discipline STEM”, rappresenta un fattore imprescindibile nella crescita economica di una nazione che voglia rimanere competitiva a livello globale. E per questo come Protom abbiamo deciso di mettere a disposizione anche del mondo dell’istruzione le competenze di progettazione del nostro team di ricerca applicata.
È dall’aver colto queste esigenze -conclude De Felice- che nasce la scelta di Protom di dedicare i primi tre volumi di Scuolab alla fisica, “scienza dura” per eccellenza, rendendo il suo insegnamento dinamico ed inclusivo, attraverso un’innovativa modalità di fruizione e la capacità di stimolare attivamente gli studenti.”

Scuolab è stato pensato per funzionare sia su un semplice PC che sulla LIM (lavagna interattiva multimediale), rendendo possibile la conservazione delle capacità sperimentali e la percezione degli aspetti osservabili e lasciando inalterate le abilità usate nelle tecniche laboratoriali manuali tradizionali. La sua caratteristica fondamentale è la fedeltà nella riproduzione delle fasi del Metodo Sperimentale: dalla rilevazione delle caratteristiche degli strumenti al trascinamento degli oggetti e del materiale sul tavolo da lavoro; dalla conduzione dell'esperienza alla rilevazione delle misure fisiche riscontrate.

“Imprese, governi e scuole- continua De Felice- devono collaborare al fine di individuare soluzioni efficaci per promuovere le materie STEM, garantendo una crescita economica costante, nella consapevolezza che il sistema educativo deve adeguarsi alle esigenze di un mondo in cui si afferma sempre più il primato del digitale. Va dunque ripensato l’approccio all’insegnamento delle discipline scientifiche, che rappresentano il grande patrimonio di conoscenza dei cittadini di domani, mettendo a punto metodi didattici innovativi, in grado di favorire un apprendimento integrato ed attivo delle scienze.  Il passo successivo  sarà ampliare la collana, introducendo contenuti che permettano un insegnamento interattivo anche di Chimica e biologia.”

Chi ama l’Italia viene condannato. Moralmente, socialmente, spiritualmente. Scovato, beccato, recluso. Sacerdote di una pratica antica, nel migliore dei casi, o rincitrullito manichino sodale di Cavour. Si può tutto in queste terre desolate a digiuno d’amor proprio; si può decidere di attraversare i sessi ignorando la natura, di attraversare il mare ignorando la paura, di spaccare una vetrina ignorando la galera ma è sempre più difficile riuscire ad amare l’Italia senza ignorare di prendere una posizione. 

Simone Di Stefano, candidato sindaco della Capitale alle ultime elezioni e presidente di Casa Pound Italia, ieri, è stato tratto in arresto portato via in manette, insieme a lui altri militanti. Per loro l’amore per l’Italia non ha targhe alterne, né giorni pari o dispari, non piove mai e non ci sono casi di un tipo o di un altro. Si opponevano allo sfratto – previsto proprio per la mattinata di ieri – di due famiglie italiane da uno stabile di proprietà del Comune, sito in Via del Colosseo numero 1. “L’operazione è stata compiuta dagli agenti dello Spe della municipale, diretto dal comandante Antonio Di Maggio, con la polizia di Stato che ha registrato la resistenza di esponenti di Casa Pound Italia oltre al lancio di uova, bottiglie, vernice ed oggetti metallici ed alzando vere e proprie barricate a difesa di ogni singolo piano della palazzina”, come riporta Il Giornale. 

Amare l’Italia e gli italiani a targhe alterne, svilirne il senso. Una moda, una necessità della globalizzazione, riporta Il Giornale : ormai penetrata ovunque, come acqua sporca, un vizietto da intellò del progresso. Liberarsi dal fardello dell’appartenenza ad un confine, ad una cultura, figurarsi da una bandiera, inglobati in una coscienza nazionale. Questo sì che garantirebbe un’ottima presa di mercato sulla grande massa, vero strumento di produzione: più essa è libera da pesi spirituali, capaci di aprire la coscienza civile ed individuale, di porre dei riferimenti morali certi, di ingaggiare contrarietà, meglio si può operare nella laica, annichilita e neutrale società dei consumi. Non è così che si ragiona nel villaggio globale. Su questa eco non fa più notizia chi combatte per gli italiani, a meno che non esca in manette, non diventi gossip della distruzione e della peggior specie.

Prendere una posizione per una questione che dovrebbe essere insita nelle nostre giornate. Dovrebbe essere un motore intimo e collettivo. E invece così non è. L’amore e il rispetto per questa terra benedetta è a targhe alterne: alcuni (pochi) sì, altri (tanti) no; alcuni giorni sì, altri no; alcuni casi sì, altri no.

Tra gli sfrattati, “una donna, diabetica e con gravi problemi a deambulare”, e “una famiglia con un bambino affetto da una disabilità”, così come riportato dagli stessi esponenti di CPI che in un nota successiva specificano che “i due nuclei da oltre 30 anni occupavano due piccole case nello stabile del Comune sgomberato. Per lasciarlo avevano chiesto al Campidoglio di trovare loro un’altra sistemazione, anche in un bungalow, purché la famiglia potesse stare insieme” e proseguono “Il Campidoglio meno di un mese fa li aveva convinti a lasciare l’appartamento promettendo una sistemazione in un residence poi risultata falsa e le famiglie sono state costrette a rioccupare”.

 

Sei miliardi in tre anni per le pensioni. All'indomani del via libera all'aggiornamento del Documento di economia e finanza, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti incontra i rappresentanti sindacali e presenta le cifre della riforma del sistema previdenziale.

 

 

Per chi ha lavorato 12 mesi effettivi, anche non continuativi, prima del compimento dei 19 anni l'uscita sarebbe anticipata a 41 anni di contributi se si appartiene alle categorie di lavoratori in difficoltà, come disoccupati senza ammortizzatori sociali, disabili e chi ha svolto attività gravose . E' quanto si apprende da fonti sindacali presenti all'incontro in corso al ministero del Lavoro. Sarebbe quindi questa la soluzione trovata per i lavoratori precoci, che hanno iniziato a lavorare prima della maggiore età.

 

Governo e sindacati hanno firmato un verbale sugli interventi sul sistema pensionistico. Nel verbale di cinque cartelle, sono identificate le misure che saranno messe in campo nei prossimi tre anni, fra le quali l'Ape, l'intervento sui precoci e l'estensione e l'aumento della quattordicesima per i pensionati con i redditi più bassi

 

La quattordicesima sarà estesa a 3,3 milioni di persone, ovvero ai pensionati con redditi complessivi personali fino 1.000 euro al mese. E' quanto si apprende da fonti sindacali presenti all'incontro in corso al ministero del Lavoro. Si tratta quindi di quasi 1,2 milioni in più rispetto alla attuale platea di beneficiari. 

 

La cosiddetta quattordicesima adesso riconosciuta ai pensionati con redditi complessivi personali fino a 750 euro mensili sarà estesa anche a coloro che hanno redditi fino a mille euro al mese (2 volte il trattamento minimo). Per coloro, 2,2 milioni, che hanno già il beneficio l'importo sarà aumentato, ma non è ancora stato definito il rialzo in base agli scaglioni di contributi versati. Nel complesso per l'aumento di chi già riceve la somma aggiuntiva si spenderà il 30% dello stanziamento dedicato a questo capitolo

 

Dettagli delle misure e soprattutto risorse: gli interventi previdenziali al centro del confronto tra governo e sindacati si apprestano a fare i conti con i fondi a disposizione, che potrebbero essere meno rispetto ai 2 miliardi di cui si era inizialmente parlato ed arrivare ad un massimo di 1,5 miliardi. Oggi l'incontro decisivo tra governo e sindacati per definire il pacchetto e tirare le fila, "fare una sintesi", del confronto avviato a fine maggio sui temi del lavoro e delle pensioni. Una sintesi che arriva dopo il varo della Nota di aggiornamento del Def, dunque con un quadro più definito delle risorse a disposizione, ed in vista della stesura della legge di Bilancio, in cui gli interventi saranno inseriti a metà ottobre. 

 

Il governo - ha assicurato Poletti - lavora per trovare la massima condivisione possibile". La portata della riforma è sicuramente è più "pesante" rispetto alle indiscrezioni degli ultimi giorni, che parlavano di 1,5 miliardi euro, ma inferiori rispetto a quanto chiesto dai sindacati che pretendevano due miliardi e mezzo all’anno. 

 

"Le misure non dipendono dalla trattativa con Bruxelles", ha assicurato Matteo Renzi spiegando che il governo intende muoversi a "piccoli passi". Il governo ha presentato ai sindacati un verbale di cinque cartelle che sintetizza i vari quesiti affrontati nel confronto sulle questioni previdenziali. Il cuore della riforma è il cosiddetto Ape, il prestito che permette ai lavoratori di uscire prima dal lavoro fino ad un massimo di tre anni e sette mesi. "In pensione - ha detto il premier ai microfoni di Rtl - si può andare prima rispetto alle regole della legge Fornero e accettando una piccola penalizzazione dello stipendio, non gratis".

 

Per le pensioni minime, invece, il governo conta di garantire "una sorta di quattordicesima". "Riusciremo a dare qualche soldo in più", ha detto Renzi. L'idea è di corrisponderla a quei pensionati che hanno un reddito personale complessivo fino a mille euro al mese. La platea dei beneficiari passerebbe così da 2,1 milioni a 3,3 milioni.

 

 

 

 

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