Nella società dei cambiamenti e dell’innovazione, qual è quella attuale, in cui ogni azione appare sempre di più orientata verso il soggettivismo, l’egocentrismo, il profitto e l’apparire, quale potrebbe essere il ruolo di una educazione che si pone come obiettivo quello di instillare nella persona l’esigenza del vivere secondo morale?
Affrontare una discussione sulla questione morale vuol dire ricercare sia prospettive contingenti sia permanenti in un momento in cui è divenuto alquanto sentito ed attuale il dibattito sui comportamenti morali, elementi essenziali nella formazione della personalità delle giovani generazioni.
Gli aspetti contingenti riguardano i notevoli cambiamenti che, negli ultimi decenni, si sono verificati nella nostra società, in fatto di comportamenti morali; quelli permanenti, invece, sono riferiti al senso morale, inteso come aspetto strettamente connesso con l’intelligenza e, di conseguenza, degno della persona, la quale cerca di dare un significato ed un valore alla propria vita, al proprio esistere.
La crisi economica in cui oggi versa l’Italia appare sempre più grave, con ripercussioni sulla certezza del lavoro e sulle difficoltà cui vanno incontro i giovani nella ricerca di una occupazione che non assuma i contorni della precarietà o del lavoro nero.
Questa situazione, comunque, rappresenta solo un aspetto di quella crisi molto più incisiva, ambigua e subdola, che interessa l’intera nostra nazione. È la crisi della legalità e della morale; è la crisi della carenza di assunzione di comportamenti corretti e onesti nei quali tutti noi abbiamo sempre creduto e per i quali continuiamo, ancora oggi, a credere ed a lottare.Purtroppo, i mass media ci presentano, quotidianamente, nuovi casi di malaffare da parte di politici, imprenditori, dirigenti; ci presentano gli accordi poco leciti della partitocrazia, che sembrano coinvolgere proprio tutti, anche quelle persone che reputavamo fulgidi esempi da imitare per la correttezza e la dirittura morale che, in ogni occasione, ostentavano. La scoperta dei sotterfugi e degli imbrogli sui quali, soprattutto oggi, appare fondata la politica italiana, l’inesorabile avanzare della criminalità organizzata, le nefandezze e gli inganni reiterati dai vari politici, imprenditori e dirigenti, le connivenze sempre più diffuse e lucrose delle bande delinquenziali e mafiose, hanno contribuito a disorientare i cittadini i quali, sempre di più delusi e scoraggiati, si sentono, ormai, abbandonati e traditi proprio da quelle persone che rappresentano le istituzioni, persone che avrebbero dovuto garantire la legalità,l’onestà, in una parola, l’assunzione di comportamenti corretti, giusti, morali.
Di fronte ad un siffatto scenario, si pone, subito, un interrogativo: quale strada bisogna percorrere perché la morale possa ritornare ad essere presente, credibile ed efficace nell’attuale realtà sociale e politica?
La condizione essenziale ed imprescindibile è rappresentata da una educazione morale in grado di ricondurre la persona ad una chiara visione di ciò che costituisce il suo stesso bene e quello della collettività, in un equilibrato sviluppo delle personali risorse culturali e sociali.
Si tratta, comunque, di un impegno notevole, in quanto è venuta meno la fiducia nella intera classe politica e, ancora di più, negli obiettivi che i vari gruppi cercano di pubblicizzare, soprattutto durante le campagne elettorali.
Le proposte che ci rivolgono sono sempre le stesse: discorsi demagogici che lasciano intravedere la risoluzione dei vari problemi in tempi alquanto brevi; le colpe delle difficoltà lavorative sono da attribuire sempre ad altri anche se loro siedono tra i banchi del Parlamento da decenni; richiesta di nuovi sacrifici, necessari per risanare le malridotte finanze dello Stato e delle pubbliche amministrazioni. Sono anche questi discorsi che fanno aumentare sempre di più la diffidenza e il pessimismo nei riguardi della politica e delle istituzioni.
Ma gli effetti dei comportamenti amorali e scorretti vanno ben oltre la regressione economica che gli italiani vivono, anche perché dal sistema corruttivo è possibile uscirne fuori, qualora vi fosse la volontà politica, invece, fare riacquistare alla gente piena fiducia nelle istituzioni e motivare la collettività a credere nei valori etici e morali appare una impresa sempre più ardua e complessa. E ancora, i molteplici negativi esempi che ci provengono dal mondo politico potrebbero indurre molte persone a ritenere che assumere comportamenti morali e legali, in un contesto sociale in cui vige maggiormente la cultura dell’apparire rispetto a quella dell’essere, significa solamente intraprendere una via difficile da percorrere e dai risultati modesti, se non addirittura, negativi o nulli.
Questo vuol dire che la famiglia e la scuola sono sempre di più impegnate non solo nella educazione e nella formazione di persone autonome, libere, responsabili, leali, giuste, ma soprattutto nella ricerca dei valori autentici e della libertà di pensiero e di giudizio, al fine di evitare che i propri figli e i propri alunni possano cadere nella allettante rete delle facili illusioni.
La formazione di una coscienza morale è sempre stato il compito preminente dell’azione educativa. Oggi, è un impegno particolarmente complesso far capire agli adolescenti i concetti di morale, di giustizia, di lealtà, di onestà, dal momento che, quotidianamente, vengono tempestati da notizie che smentiscono, in modo evidente, questi valori.
Il continuo susseguirsi di notizie di nuove corruzioni, di atti mafiosi, di tangenti, di bustarelle e regalie di vario genere, hanno, ormai, creato una forma di assuefazione nella mente della gente e, in particolare, dei giovani, al punto da non dedicare più, a queste notizie, la dovuta attenzione. Comunque, rimanere indifferenti di fronte a siffatte notizie non è, di certo, la scelta migliore. È, invece, opportuno che ognuno avverta sdegno e risentimento avverso tutto ciò che di dannoso e negativo continua a verificarsi, al fine di far emergere i veri ed autentici valori morali.
La moralità è un processo di assimilazione di onestà, di correttezza e lealtà. Si manifesta mediante l’affermarsi dell’Io inteso come consapevolezza e come adesione e condivisione di valori. Per tale motivo per moralità possono essere intesi sia tutti quei modi di essere che rispettano le norme dell’agire sociale, sia quelle condotte che tendono al conseguimento del bene collettivo, senza mai ledere l’altrui libertà.
È morale, perciò, quel comportamento finalizzato al conseguimento della serenità e del benessere per se stessi e per gli altri. Questo vuol dire che la morale assume il significato di comportamento morale solo se strettamente connessa all’etica. Infatti, è proprio il sentimento etico che consente di individuare e perseguire condotte e modi di agire moralmente giusti, leali, civili. Ed è proprio a questo senso etico, inteso come condivisione di valori, a cui la formazione morale deve continuamente tendere.
Gli effetti della educazione morale non si riscontrano in tempi immediati, né è possibile quantificarli in quanto attengono alla sfera interiore della persona. Sono, comunque, quelli che durano per tutta l’esistenza dal momento che, una volta interiorizzati e condivisi, diventano esempi di vita efficaci, giusti e corretti, che lasciano una traccia duratura e perenne nell’intera realtà sociale.
La strada da percorrere per acquisire una autentica cultura morale è, certamente, lunga. Per questo motivo viene richiesto alla famiglia, alla scuola, alle chiese, ai centri di culto, i quali, più di ogni altro, dovrebbero avere una importanza vitale nella diffusione di comportamenti morali ed etici, una sempre maggiore attenzione e responsabilità sia nella educazione e formazione dei giovani, sia nell’orientare i propri figli e i propri alunni alla conquista del senso morale, perché è da piccoli che ci si deve nutrire di “morale”, in quanto i comportamenti morali si assimilano nella quotidianità, nelle piccole azioni di tutti i giorni; quello che vediamo, ascoltiamo, impariamo da piccoli, determinerà quello che saremo da adulti: ovvero, che uomini e che cittadini saremo.
L’educazione ai valori morali appare, oggi, necessaria e non differibile. Ognuno, perciò, deve capire che il futuro che ci attende è un futuro fondato sulla lealtà, sulla responsabilità, sulla giustizia, sulla morale. La società futura sarà il risultato di ciò che famiglia, scuola, chiese, centri di culto e istituzioni avranno saputo fare oggi, per cui la rinascita di una sensibilità civile trova le sue basi proprio nella educazione morale. Non sono sufficienti le leggi contro la corruzione, quelle sulla trasparenza amministrativa, le norme contro l’usura, ecc., se non si possiede una autentica educazione e formazione morale. Questo vuol dire che l’educazione morale è un impegno che compete a tutti. Essa si accresce nel tempo divenendo condizione essenziale di educazione permanente e ricorrente, in grado di concorrere non solo al miglioramento di se stessi, ma della società.
I giovani, anche in modo inconsapevole, anelano ad avere ideali e valori, e se non saremo in grado di darglieli, di farglieli conoscere e vivere, saranno facile preda di fanatismi religiosi e politici: questo è il grave pericolo che dobbiamo affrontare e la sfida che, come genitori, come educatori e, ancor prima, come persone, dobbiamo vincere!