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Draghi: "L'Europa deve scegliere tra disgregazione, paralisi o integrazione"

Una stretta di mano a favore di fotografi e un colloquio di poco più di un’ora tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e Mario Draghi. Il giorno dopo l’investitura di Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo della Commissione, la premier ha ricevuto il suo predecessore in un incontro – che lei stessa aveva sollecitato – che è anche un messaggio a Bruxelles. Sul tavolo un confronto “approfondito” sul Rapporto sul futuro della competitività europea redatto dall’ex numero uno della Bce su incarico di Ursula von der Leyen.

Nel report, sottolinea Palazzo Chigi in una nota, ci sono “diversi importanti spunti” per il governo, tra cui “la necessità di un maggiore impulso all’innovazione, la questione demografica, l’approvvigionamento di materie prime critiche e il controllo delle catene del valore e, più in generale, la necessità che l’Europa preveda strumenti adatti a realizzare le sue ambiziose strategie – dal rafforzamento dell’industria della difesa fino alle doppie transizioni – senza escludere aprioristicamente nulla, compresa la possibilità di un nuovo debito comune”. 

Una necessità, quella di strumenti di finanziamenti comuni, sempre affermata da Meloni e che potrebbe rilanciare con maggior forza proprio facendo leva sul report (non a caso criticato da alcuni Paesi ‘frugali’). Infatti, nella nota si sottolinea che le priorità indicate da Draghi sono “condivise” e “rispecchiano anche il lavoro portato avanti dal Governo in Italia e nelle Istituzioni europee”. Meloni e Draghi continueranno a tenersi “in contatto” per “continuare ad approfondire queste materie”.

L'aumento degli investimenti in innovazione, l'enfasi sulla decarbonizzazione senza sacrificare la competitività e la riduzione della dipendenza dell'Europa da potenze esterne per questioni chiave come la sicurezza, l'energia e la tecnologia sono gli ingredienti che compongono la "medicina" di Mario Draghi per salvare l'Unione Europea.

Durante la sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, l'ex Presidente del Consiglio italiano ha presentato il suo discusso rapporto intitolato "Il futuro della competitività europea" in un "momento critico per l'Europa", come è stato sottolineato.

Il rapporto è stato presentato la scorsa settimana anche alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

"L'Europa si trova di fronte a un mondo di cambiamenti drammatici. Questo è il punto di partenza della relazione. Un mondo in cui decenni di modelli di business sono messi in discussione e le dipendenze diventano debolezze geopolitiche. L'Europa è la più esposta a questi cambiamenti", ha detto Mario Draghi dal podio.

"Il commercio supera il 50% del PIL, ma ci affidiamo ai fornitori per le materie prime critiche. Allo stesso tempo, siamo in ritardo nelle nuove tecnologie. Solo quattro delle prime 50 aziende tecnologiche sono europee", ha aggiunto, aggiungendo che anche in termini di difesa, pochissimi Stati membri della NATO spendono ciò che hanno promesso all'alleanza.

Presentando il suo rapporto, Mario Draghi, ex primo ministro italiano, ha dichiarato di averlo redatto come esperto, sottolineando che fornisce una diagnosi della situazione attuale dell'Unione Europea e offre raccomandazioni su come l'Europa possa progredire. Draghi ha espresso la sua preoccupazione non tanto per un immediato impoverimento, ma per il rischio che l'UE, a lungo termine, perda prosperità, sicurezza e quindi libertà di scelta sul proprio destino.

Il rapporto non si limita alla competitività economica dell'UE, ma affronta il futuro stesso dell'Unione, sottolineando che la sua esistenza è legata alla capacità di mantenere vive le promesse sui valori europei. Se l'UE non sarà più in grado di farlo, secondo Draghi, rischia di perdere la propria ragion d'essere.

Obiettivo del rapporto

L'obiettivo del rapporto è creare una strategia per cambiare il corso dell'Europa, trovando soluzioni pragmatiche alle sfide complesse che l'UE si trova ad affrontare. Il rapporto si concentra su tre aree principali: colmare il divario di innovazione con Stati Uniti e Cina, sviluppare un piano che unisca decarbonizzazione e competitività, e rafforzare la sicurezza europea riducendo la dipendenza dalle potenze straniere.

Innovazione

Draghi ha evidenziato che il principale problema dell'Europa è la mancanza di dinamismo nel trasformare nuove idee in successi commerciali. Le startup europee faticano a trovare finanziamenti in Europa, spesso cercandoli negli Stati Uniti, e molte aziende innovative trasferiscono le loro sedi fuori dall'UE. Per affrontare questo problema, il rapporto propone una revisione dell'ecosistema dell'innovazione, rafforzando i centri di eccellenza tecnologica e creando un "nuovo statuto europeo" per le startup, che garantirebbe loro una legislazione armonizzata e un'identità digitale.

Draghi ha anche sottolineato l'importanza di integrare l'intelligenza artificiale nel settore industriale, non limitandone l'uso, ma comprendendo il potenziale per accelerare lo sviluppo delle imprese. Gli investimenti in tecnologia e nelle persone devono procedere di pari passo per garantire una crescita sostenibile.

Decarbonizzazione

Per quanto riguarda la decarbonizzazione, Draghi ha affermato che ridurre i prezzi dell'energia passa attraverso l'adozione di fonti energetiche sicure e pulite. Il gas, nonostante rappresenti solo il 20% del mix energetico dell'UE, ha determinato il 63% dei prezzi nel 2022. Accelerare la transizione energetica permetterà di rendere i prezzi dell'energia meno volatili e più sostenibili.

La decarbonizzazione, secondo Draghi, rappresenta anche un'opportunità per l'industria europea, che è già leader nell'energia pulita e nell'innovazione verde. Tuttavia, ha messo in guardia contro la crescente concorrenza cinese, la cui produzione di fotovoltaico entro il 2030 raddoppierà la domanda globale. Il rapporto propone soluzioni specifiche per sostenere l'industria europea in questo settore cruciale.

Sicurezza e indipendenza
Infine, Draghi ha evidenziato l'importanza di aumentare la sicurezza e ridurre la dipendenza dell'Europa dalle potenze straniere. La pace, sia interna che esterna, è l'obiettivo primario dell'UE, ma le minacce alla sicurezza stanno crescendo, e l'Europa deve essere pronta e indipendente per mantenere la propria libertà.

Per garantire l'approvvigionamento di materie prime critiche, Draghi propone di diversificare i fornitori e aumentare la capacità di difesa europea. Sebbene i costi per rafforzare la sicurezza saranno elevati, una strategia ben pianificata renderà tali investimenti più sostenibili e garantirà una maggiore indipendenza per il futuro dell'Unione.

Secondo la relazione presentata da Mario Draghi, per sviluppare un'agenda realistica in grado di rafforzare la competitività dell'UE, saranno necessari tra i 750 e gli 800 miliardi di euro all'anno, destinati a finanziare progetti già concordati a livello europeo. Draghi ha precisato che circa l'80% di questi fondi potrebbe essere ottenuto dal settore privato, mentre il restante 20% dovrebbe provenire da investimenti pubblici, compresa l'emissione di nuovo debito comune europeo per sostenere progetti chiave.

Draghi ha sottolineato che l'UE ha fissato obiettivi ambiziosi, tra cui diventare neutrale dal punto di vista climatico, modernizzare l'infrastruttura digitale e promuovere l'innovazione. Ha aggiunto che, secondo l'analisi contenuta nel rapporto, saranno necessari investimenti pari a 800 miliardi di euro all'anno per raggiungere questi traguardi, considerati essenziali per mantenere la competitività dell'Europa.

Se si contesta la necessità di tali investimenti, ha affermato Draghi, si mette in discussione anche il perseguimento degli obiettivi dell'UE stessa. L'Europa, ha concluso, si trova di fronte a una scelta tra la paralisi, l'uscita o una maggiore integrazione, e solo quest'ultima rappresenta la vera speranza per il futuro dell'Unione.

 

 

 

 

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