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Venerdì, 01 Novembre 2024

Non è certo per l’originalità della trama che consigliamo a chiunque di non lasciarsi sfuggire una delle future rappresentazioni di ‘O ‘mbruoglio ‘mbrugliato, opera buffa in due atti scritta e diretta da Rossella Santoro con musiche originali di Stefano Busiello.

Chi scrive ha assistito a uno dei tre spettacoli andati in scena presso il Teatro Arca’s di Napoli il 22, il 23 e il 28 ottobre scorsi.

L’imbroglio destinato a imbrogliarsi cui il titolo fa riferimento è quello ordito dalle serve Giulia e Chiariuccia – interpretata dall’autrice stessa – ai danni di Rodelinda e Uberto, baroni dell’Alce. Si tratta quindi di una variazione sullo schema consueto della «commedia degli equivoci» che percorre la storia del teatro occidentale da Plauto (250-184 a.C) ai giorni nostri passando per William Shakespeare (1564-1616) e per il Settecento napoletano, cui appartiene, peraltro «La Baronessa ovvero Gli equivoci»,  un melodramma di Gaetano de Majo (1697-1771) su libretto di Bernardo Saddumene (?-1733 ca.) rappresentato a Napoli – probabilmente per l’unica volta – nel 1729. Citiamo «La Baronessa» perché proprio a questa Rossella Santoro si è liberamente ispirata.

 Il principale punto di forza di ‘O ‘mbruoglio ‘mbrugliato è la presenza scenica dei sette attori – oltre all’autrice, Vincenzo Santoro, Pasquale Minopoli, Loriana Magliuolo, Pasquale Falconetti, il soprano Sabrina Santoro e il baritono Stefano Di Fraia – alle prese con un testo che permette alla loro vis comica di prorompere senza soluzione di continuità.

 Nella stesura dell’opera e nella regia, Rossella Santoro ha puntato a una contaminazione di stili che non è mai mero pastiche. I costumi e l’uso in esordio di singoli vocaboli della lingua napoletana d’altri tempi (pur ricchi di fascino, anche un orecchio partenopeo li trova desueti) compiono l’incantesimo e il pubblico si ritrova trasportato indietro nel tempo. L’inserimento fra i personaggi del librettista Saddumene – che dialoga con il pubblico e, in un’occasione, arriva persino a imbeccare gli attori in tempo reale – agisce, invece, in senso contrario, costituendo l’elemento meta-teatrale che ricolloca la pièce nella contemporaneità.

 Quest’ambivalenza passato-presente è sapidamente espressa nelle musiche di Stefano Busiello: l’opera prevede duetti, un’aria, e un pezzo finale in cui il soprano e il baritono si alternano con il resto degli attori, ma solo in qualcuno dei casi lo stile omaggia esplicitamente quello del secolo XVIII. Negli altri pezzi il compositore gioca, per così dire, con il pubblico: offre uno spunto tematico o un plafond armonico coerente con il Settecento napoletano, e poi lo «tradisce» sviluppando il pezzo in un senso più moderno.

 ‘O ‘mbruoglio ‘mbrugliato è un’opera, in sintesi, dove la dietrostante ricerca storica e musicale emerge in filigrana senza compromettere la freschezza del risultato finale. Complimenti vivissimi.  

In scena al Teatro L’Aura, dal 10 al 20 novembre, con la regia di Luca Pennacchioni, la commedia firmata da Roberta Skerl, I Refusi.

Errori di stampa, errata collocazione di una o più lettere, i refusi sono l’ossessione di Rodolfo Marra, un ex correttore di bozze, interpretato dall’attore e imitatore Gabriele Marconi.

Abbiamo parlato con Gabriele Marconi dopo la trasmissione televisiva Orazi e Curiazi di Antonio de Bartolo dove noi del Corriere del Sud e Lui siamo ospiti fissi  :  " Lo spettacolo vuole essere un altalenarsi di gag e spunti di riflessione a partire dall’ossessione per i “refusi”, cioè gli errori mi dice Gabriele Marconi, e' importante, a mio avviso, interpretarli nel senso più ampio del termine e riflettere su come la vita sia tutta un enorme refuso"

"All’inizio non li vediamo, continua Gabriele Marconi al Corriere del Sud,non vogliamo vederli, poi iniziamo a notarli, prima nella vita delle altre persone, poi nel mondo e alla fine li vediamo, forse inconsapevolmente, proprio in noi stessi. Da qui sono partito per provare a svelare il dramma che si cela nella vita di ciascun personaggio oltre le apparenze comiche, oltre le insensatezze partorite da una società paradossale e contraddittoria in cui siamo costretti a vivere e contro la quale non sembriamo ribellarci."

Insomma strafalcioni, incongruenze, approssimazione, mancanza di ordine balzano continuamente agli occhi del protagonista dai libri e dai giornali e stridono nelle sue orecchie durante le conversazioni e nei programmi televisivi.

Ogni sbaglio diventa il suo incubo. La costante persecuzione dell’imperfezione genera in lui quel malessere esistenziale che diventa riflessione sul non sense e sulle contraddizioni del mondo in cui viviamo.

Scatta in Rodolfo/Gabriele un bisogno psicotico di eliminare tutti i refusi della propria vita e il giorno in cui due inconsapevoli tecnici dei citofoni suonano al campanello di casa sua per cambiargli l’impianto, egli perde la testa e, armato di una pistola, prende in ostaggio i due malcapitati e la sua domestica ucraina.

La vis comica del ritmo e delle gag e le intrusioni dialettali rendono quotidiano e divertente lo spettacolo che non lascia spazio alla risata senza la riflessione

Gabriele Marconi. E noto al pubblico televisivo soprattutto come imitatore (“Stasera mi butto”, “Ricomincio da due”, “Tgx”, “Ciao Weekend”, “Domenica in”, il “Bagaglino”, “Unomattina”, “Guida al campionato”, sono le trasmissioni che più lo hanno visto protagonista) e autore di caratterizzazioni particolari (quella di Lubrano, per esempio), Gabriele Marconi è, in realtà, un artista poliedrico. Nel tempo, ha imparato ad usare i suoi personaggi per fare satira politica e di costume. Ha fatto spettacoli in giro per l’Italia come cabarettista, presentatore, cantante. Si è rivelato un attore comico e drammatico nelle sue successive esperienze teatrali, interpretando opere contemporanee, ma anche Pirandello e Checov. Attualmente, tra uno spettacolo e l'altro, è l'imitatore principale de “Gli Sgommati”, un programma satirico di grande successo su Skyuno. Ed è l'attore protagonista del musical “Tutto questo... danzando”, con i ballerini di “Ballando con le stelle”. 

Tra cabaret e imitazioni, la comicità di Gabriele Marconi non ha confini: infatti si può ridere degli altri e di noi stessi, mentre personaggi della politica, del giornalismo, della musica e dello sport possono risultare più comici di chi cerca di far ridere per mestiere. E, in questo intreccio di battute e situazioni, anche il pubblico riuscirà a rubare la scena e, soprattutto, qualche segreto da imitatore allo stesso Marconi, al quale non rimarrà che congedarsi con un toccante momento di riflessione finale.

 

Rosy D’Altavilla è un monologo brillante con inserti musicali scritto e diretto da Paolo Vanacore e interpretato da Carmen Di Marzo. La vicenda è quella di Rosetta, una donna semplice e umile, bidella in una scuola di Napoli, che possiede una caratteristica del tutto originale: ricordare esattamente ogni momento della sua esistenza precedente, nell’altra vita, tra l’altro, era Rosy D’Altavilla una famosa e celebre chanteuse del varietà, una ragazza dalle umili origini e dal grande talento che arriva a calcare con successo le scene nazionali.

Oggi invece Rosetta è sola, non ha una famiglia, un amore, nulla, trascina stancamente la sua seconda esistenza nel ricordo malinconico della precedente, in particolare il suo cuore è ancora legato ad  Alfonso, l’uomo di cui era follemente innamorata, perso all’apice della celebrità. 

Allo spettacolo faranno da cornice 13 splendide canzoni napoletane cantate dal vivo dalla bravissima Carmen Di Marzo e accompagnate da pianoforte e flauto. All’interno dello spettacolo verranno eseguite alcune canzoni che all’epoca ottennero un grande successo ma che, purtroppo, non sono riuscite a superare le barriere del tempo ma non per questo vanno considerate minori; sono state composte, infatti, da autori e musicisti più che autorevoli tra i quali Ferdinando Russo, Salvatore Gambardella, Salvatore Di Giacomo, Giuseppe Capaldo e tanti altri.

A tale riguardo è importante sottolineare l’importante lavoro di ricerca e recupero di questi brani effettuato dal  Maestro Alessandro Panatteri finalizzato alla valorizzazione di un patrimonio musicale completamente dimenticato. In questo ambito prosegue, quindi, la collaborazione Panatteri-Vanacore che nel 2010 è sfociata in un altro spettacolo di grande successo dedicato a Gennaro Pasquariello e prodotto da Studio12.

Vanacore, infatti, si è laureato in Storia del Teatro e dello Spettacolo proprio con una tesi sul cantante attore Pasquariello ed esegue da anni una serie di studi sul periodo d’oro della canzone napoletana che trova il suo massimo splendore tra la fine dell’800  e i primi anni del ‘900, dalle atmosfere dense e fumose dei cafè chantant ad una forma teatralmente più organica, il varietà.

CARMEN DI MARZO: Attrice e cantante professionista. La prima passione che però coltiva è la danza conseguendo il diploma come ballerina presso il centro di danza “La Perì” di Napoli diretto da Sergio Miele. Si trasferisce poi a Roma. Frequenta l’Accademia d’Arte Drammatica Menandro per poi dedicarsi ampiamente al teatro e al cinema. Tra i lavori teatrali più rilevanti: TO BE BECKETT per la regia di Claretta Carotenuto; FESTA DI PIEDIGROTTA regia Nello Mascia e direzione musicale di Eugenio Bennato; LE SPOSE DI FEDERICO II regia Pippo Franco;  ASSUNTA SPINA regia Enrico Maria Lamanna; RENT IL MUSICAL-NEAPOLITAN LANGUAGE regia Enrico Maria Lamanna; TRILOGIA DEL MALE-Napoli Teatro Festival regia Laura Angiulli; IL BERRETTO A SONAGLI-Teatro Eliseo con Pino Caruso regia Francesco Bellomo; QUESTI FIGLI AMATISSIMI con Edy Angelillo regia Silvio Giordani; VENERDI 17 regia Paolo Triestino; CONFINATI A PONZA regia Francesco Maria Cordella; SOTTO PONZIO PILATO con Francesco Maria Cordella regia Francesco Sala. Tra i lavori più rilevanti per il cinema il pluripremiato cortometraggio UNO STUDENTE DI NOME ALESSANDRO, vincitore di un Nastro d’argento per la regia di Enzo De Camillis, il cortometraggio VERDI-LE MEMORIE NEL PETTO con Alessandro Haber e Luca Lionello regia Emanuela Morozzi, altro corto BUFFET regia Santa De Santis e Alessandro D’Ambrosi e fotografia di Daniele Cipri’, i due film di Massimiliano Bruno VIVA L’ITALIA e CONFUSI E FELICI e gli ultimi due film, in uscita prossimo anno “Il flauto magico” con l’Orchestra di Piazza Vittorio e “Gomorroide” regia dei Ditelo Voi e Francesco Prisco.

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