Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *
Captcha *
Reload Captcha
Venerdì, 01 Novembre 2024

Il 26 giugno, in occasione della Giornata internazionale per le vittime di tortura, andrà in scena al Teatro Franco Parenti di Milano IO ERO IO, uno spettacolo nato dalla collaborazione dell’Accademia dei Filodrammatici di Milano e del servizio di Etnopsichiatria dell’Ospedale Niguarda al progetto TEATRO UTILE 2019,patrocinato dall’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

Partecipano al progetto 15 rifugiati, 6 drammaturghi, 2 registi, 4 attori, 2 operatori sociali, guidati nel percorso teatrale da trainer (artisti a loro volta migranti) e, per quanto riguarda il laboratorio di drammaturgia, da Marco Di Stefano con lo scopo quest’anno di affiancare la ricchezza espressiva del teatro alle terapie convenzionali offerte ai migranti vittime di torture e traumi estremi in carico al servizio di etnopsichiatria. Ideatori e responsabili dell’intero progetto sono lo psichiatra Lorenzo Mosca per l’Ospedale Niguarda e Tiziana Bergamaschi per l’Accademia dei Filodrammatici di Milano, la quale è anche regista dello spettacolo.

IO ERO IO è un testo nato dalle improvvisazioni dei partecipanti al laboratorio di teatro che, elaborate in un secondo tempo dai drammaturghi, sono diventate una drammaturgia collettiva. Il tema del testo e dello spettacolo è la riconquista della propria identità. Il protagonista si sveglia in un luogo che non riconosce e ha in mano un oggetto di cui non sa né l’origine né il senso. Inizia così un viaggio, accompagnato da un personaggio creato dalla sua fantasia, e attraverso i più svariati e anche divertenti incontri arriva a ricomporre i frammenti della sua storia e a ritrovare la sua identità.

Alla serata saranno presenti Carlotta Sami, Portavoce dell’UNHCR per il Sud Europa, e rappresentanti delle istituzioni locali e delle diverse associazioni che partecipano al progetto.

“In un momento così delicato crediamo sia importante dare un segno forte di cosa intendiamo per impegno nel creare occasioni d’inclusione e come il teatro e le arti possano essere degli strumenti fondamentali a questo scopo”, ha dichiarato Tiziana Bergamaschi, ideatrice del progetto e regista.

“L’UNHCR è onorata di sostenere questo progetto che utilizza il teatro come strumento prezioso per permettere alle persone sopravvissute alla tortura di esprimere e elaborare i loro vissuti dolorosi”, ha detto Carlotta Sami. “Si tratta di vissuti che accomunano moltissimi rifugiati e migranti che arrivano in Italia, rispetto ai quali è necessaria una presa di coscienza collettiva”.  

Intorno a questo nucleo del progetto sono stati organizzati inoltre sette incontri con docenti universitari sui temi del teatro come strumento d’intervento in situazioni di rilevanza sociale.

Drammaturgia: Alice Grati, Cinzia Mela, Riccardo Mini, Sacha Oliviero, Riccardo Tabilio, Laura Carioni, a cura di Marco Di Stefano.

Interpreti: Amadou Dia, Bosco Jacques, Diabate Zeh Brahima, Djeneba Diomande, Djbril Sonko, Elvine Kouatchou, Joyce Omoruyi, Laura Djuikam, Mamadou Korka, Mohammed, Moussa Dembele, Morifere Diabagate, Paris Kamate, Samba Malle, Alice Pavan, Niccolò Pace, Chiara Serangeli, Federico Regonesi, Laura Gamuccci, Magda Emmanuele, Akueson Adotey Dotcha, Silvia Gazzola.

Regia di Tiziana Bergamaschi con la collaborazione dei registi Enrico Lofoco, Sergio Fantoni, Mateo Çili  e Olivier Elouti.

Musiche dal vivo: alla cora Yaya, ai tamburi Olivier Elout, Kpomassi Tetegand Kantchani e Akueson Adotey Dotcha.

Luci: Fabio Rossi Direttore di scena: Davide Battistelli
Si ringraziano per la loro collaborazione come trainer: Chiara Claudi, Daniel Koll, Akueson Adotey Dotcha, Mayil Georgi Nieto, Lorenzo Piccolo, Mateo Cįli e Olivier Elouti.

Con la supervisione di: Valentina Stirone, Alice Cardullo, Paola Cesari, Katia Larocca, del servizio di Etnopsichiatria dell’Ospedale Niguarda.

Ideatori del progetto: Tiziana Bergamaschi, per l’Accademia dei Filodrammatici e il Dott. Lorenzo Mosca, per l’Ospedale Niguarda.

 

Lo scorso 1° aprile 2019 presso la Casa del Cinema di Roma la Cineteca Nazionale ha organizzato e promosso l'evento "Mauro & Manolo Bolognini fratelli...anche nel cinema" per rendere  omaggio ai Bolognini, ovvero Mauro regista e sceneggiatore e Manolo produttore  cinematografico.
Entrambi, con elevata professionalità e serietà, hanno segnato un'epoca particolarmente significativa e indimenticabile del cinema italiano ed internazionale.
In apertura di evento è stato proiettato il film “La corruzione” di Mauro Bolognini (1963); è la storia del giovane Stefano (Jacques Perrin), figlio di un ricco industriale, che terminati gli studi vorrebbe farsi frate. Tornato a casa del padre (Alain Cuny) lo informa del suo desiderio, ma questi si oppone e lo fa buttando il giovane tra le braccia della sua amante Adriana (Rosanna Schiaffino). Dopo una vacanza in yacht, Stefano assiste impotente al suicidio di un dipendente della fabbrica di famiglia, accusato ingiustamente dal padre.
A seguire, ha avuto luogo un incontro, moderato da Graziano Marraffa, con la sceneggiatrice Carlotta Bolognini (figlia di Manolo), Barbara Bouchet, Massimo Cristaldi, Antonella Lualdi, Claudio Risi.
In platea erano presenti tanti personaggi del mondo del cinema ed amici della famiglia Bolognini, fra i quali Olga Bisera, Saverio Vallone, Roberto Girometti, Sergio Valente, Mauro D'Amico, Ruggero Deodato.
Un doveroso tributo a due indimenticabili cineasti: il  regista Mauro Bolognini (Pistoia, 28 giugno 1922 - Roma, 14 maggio 2001), al quale va il merito di aver saputo coniugare sin dai suoi lontani esordi nella Hollywood sul Tevere, (come veniva chiamata Roma dalle produzioni straniere), la raffinatezza e la classe di autentico cineasta con gli elementi figurativo/letterari sui quali si fonda la fabbrica dei sogni; fra i film da lui diretti "Il bell'Antonio", "Senilità", "Metello", "Fatti di gente perbene", tanto per citarne alcuni e l'inseparabile fratello Manolo (Pistoia, 26 ottobre 1925 - Roma, 23 dicembre 2017). Il produttore, papà di Carlotta ed Andrea,  con autentica passione ha avuto la capacità di trasformare i sogni in realtà con ingegno e spiccato spirito creativo, a volte anche rischiando; ma i risultati gli diedero sempre ragione delle proprie scelte. Manolo Bolognini ha prodotto pellicole di successo internazionale non solo del fratello, ma anche di Pasolini, Fellini, Corbucci, Tarkovskij.
Un pomeriggio di ricordi, intense emozioni ed un pizzico di nostalgia per un modo di fare cinema che tutti abbiamo amato.

A Roma, presso il Teatro delle Muse - via Forlì 43, in scena fino al 14 aprile 2019 la commedia “Ho avuto una storia con la donna delle pulizie” di Nino Marino per la regia di Massimo Milazzo.
La piece, che ha sbancato il botteghino sin dal debutto del 28 marzo scorso, sta continuando a riscuotere ampi consensi sia da parte della critica, sia da parte del pubblico che, coinvolto dalla storia e dal talento degli attori, ad ogni replica interviene puntuale con lunghi applausi a scena aperta.
Tra gag, battute e doppi sensi, gli spettatori sono stati affascinati dall’intrigante storia interpretata da  Luciana Frazzetto che, con disinvoltura, ha incarnato la protagonista, calandosi nei panni di una donna semplice, invadente, dal linguaggio popolare, ma profondamente genuina.
Al suo fianco un brillante Franco Oppini, l’intellettuale blasonato che, nelle vesti del datore di lavoro, viene travolto simpaticamente dai consigli della protagonista.
A rendere ancor più frizzante ed avvincente la storia è Antonio Tallura, il quale interpreta con inconfondibile stile il fratello minore dello scrittore, che cerca in ogni modo di convincerlo ad abbandonare il tipo di vita che sta conducendo, per tornare nella clinica di famiglia.
La commedia, interessante e piacevolmente ironica, è ricca di spunti sui quali fermarsi a riflettere, fra una risata e l'altra ed offre uno spaccato di vita che attraversa due mondi diametralmente opposti, riproponendo il tema della comunicazione.
Ogni sera, a fine spettacolo, l’intera compagnia viene letteralmente presa d’assalto dagli ammiratori che si recano nei camerini per un saluto, un autografo e qualche foto-ricordo.
Una grande gratificazione per coloro i quali vivono e rappresentano con passione il teatro, quale nobile espressione della recitazione e fondamentale elemento di trasmissione del pensiero, di emozioni e di cultura.

Pubblicità laterale

  1. Più visti
  2. Rilevanti
  3. Commenti

Per favorire una maggiore navigabilità del sito si fa uso di cookie, anche di terze parti. Scrollando, cliccando e navigando il sito si accettano tali cookie. LEGGI