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Le reliquie di Santa Teresa di Lisieux e dei suoi genitori, i Santi Coniugi Martin a Bagnara

Il 7 novembre del 1887 la quattordicenne Teresa Martin partì dalla Francia con il padre Luigi e la sorella Celina, insieme ad altri pellegrini e sacerdoti, per cominciare il suo pellegrinaggio in Italia che l’avrebbe portata ad incontrare il Papa di allora, Leone XIII, per implorarlo di concedergli, in via del tutto eccezionale, la possibilità di entrare nel Carmelo di Lisieux nonostante la sua ancor giovane età. A 130 anni esatti da quell’avvenimento, le reliquie di Santa Teresa di Lisieux, accompagnate da quelle dei suoi santi genitori, i coniugi Zelia e Luigi Martin (canonizzati il 18 ottobre di due anni fa da Papa Francesco) ritornano nel nostro Paese in un anno speciale per l’ordine carmelitano, che in questo 2017 ha celebrato solennemente il novantesimo anniversario della proclamazione di Santa Teresa quale patrona delle Missioni (avvenuta per volontà di Pio XI nel 1927) e il ventesimo anniversario della proclamazione di Teresa di Lisieux dottore della Chiesa (compiuta da Giovanni Paolo II nell’ottobre del 1997). Proprio il 7 novembre infatti le reliquie della grande santa dell’ordine carmelitano e dei suoi santi genitori che all’Ordine del Carmelo diedero ben quattro figlie fattesi suore carmelitane, giungeranno nella suggestiva chiesa della Madonna del Carmine di Bagnara Calabra. La Chiesa, dove ha sede l’Arciconfraternita di Maria SS Monte Carmelo fondata nel 1685, la più antica di Bagnara, unica tra quelle della cittadina calabrese ad essere stata risparmiata dalla distruzione del terremoto del 1908, rappresenta una delle più apprezzate testimonianze dell’arte barocca tardo-settecentesca nell’Italia meridionale, ed è visitata da gruppi di pellegrini provenienti da ogni parte della Calabria e del Sud Italia. Ai tanti visitatori, la Chiesa del Carmine di Bagnara, un vero santuario mariano che sorge su un’altura protesa sul mare, rammenta per la sua ubicazione proprio l’aspetto del Monte Carmelo, che domina il mare sottostante (titolo principale della Madonna del Carmelo è infatti quello di “Stella del Mare”). Tra i numerosi visitatori vi fu anche il principe ereditario del Regno d’Italia, Umberto di Savoia, che il 1 giugno 1932 partecipò ad una celebrazione nella Chiesa del Carmine di Bagnara insieme alla moglie Maria Josè ed assunse il titolo di priore onorario dell’antica arciconfraternita del Monte Carmelo di Bagnara, le cui origini risalgono al 1687, e che da allora si fregiò del titolo di Nobile Arciconfraternita.

Il prossimo 7 novembre ad attendere le reliquie della Santa e dei suoi genitori sulla grande piazza della Chiesa del Carmine di Bagnara saranno presenti, assieme alla cittadinanza i confratelli dell’Arciconfraternita, il suo Consiglio d’amministrazione presieduto dal Priore Santo Versace che hanno organizzato il Pellegrinaggio delle Reliquie, l’arcivescovo di Reggio Calabria, Mons. Giuseppe Fiorini Morosini, le autorità cittadine, i rappresentanti delle realtà ecclesiali e civili bagnaresi e le forze dell’ordine. Denso il programma di appuntamenti religiosi nei due giorni successivi che, fino al 9 novembre, vedrà coinvolti anche gli alunni delle scuole bagnaresi per onorare la giovane santa Teresa (morta a soli 24 anni) che invitava “tutte le piccole anime” a seguire la via dell’infanzia spirituale, per abbandonarsi con la fiducia dei piccoli all’amore misericordioso di Gesù. Ed “era al Carmelo- scriveva Santa Teresa nella sua opera principale Storia di un’anima- che mi sarebbe stato possibile trovare davvero il manto della Madonna, ed era verso quella montagna fertile che tendevano tutti i miei desideri”, sin da quando aveva appreso dai suoi santi genitori, e praticato in famiglia insieme a loro, la vita di fede.

A Santa Teresa di Lisieux furono particolarmente devoti quattro pontefici. Pio XI che nel giro di due soli anni la beatificò (1923) e la canonizzò (durante l’Anno Santo del 1925); Paolo VI, il Papa devoto di Teresa fin da giovane, che nel 1973, in occasione del centenario della nascita, dedicò a Santa Teresa di Lisieux una lettera pastorale e che teneva una reliquia della santa sul suo tavolo di lavoro; Giovanni Paolo II, che da giovane sacerdote si laureò in teologia a Roma con una tesi sulla spiritualità carmelitana di San Giovanni della Croce e che nel 1997 volle proclamare Teresa di Lisieux Dottore della Chiesa; e infine Papa Francesco, che ha confessato di pregarla spesso e di ricevere da questa santa numerose grazie e che nel 2015 ha voluto a Roma le reliquie di Santa Teresa affinché sostassero nella città eterna per tutta la durata del Sinodo sulla famiglia.

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