Festival d'autunno, tripudio per gli Osanna e James Senese & Napoli Centrale
A volte ci si chiede se è possibile un ritorno al passato, in uno di quei momenti in cui la musica ci spinge a ritrovare emozioni giovanili oramai dimenticate. Ieri sera è successo al Teatro Politeama di Catanzaro. Gli artefici di tale benessere ritrovato sono stati due gruppi della generazione di una Napoli musicalmente “rivoluzionaria” che, come tutta l’Italia, stava rinnovandosi uscendo dall’epopea beat: gli Osanna e James Senese & Napoli Centrale.
A proporli in un doppio concerto è stato il Festival d’Autunno, diretto da Antonietta Santacroce. Sul palco condiviso per circa tre ore è tornato ad aleggiare lo spirito degli anni settanta, periodo in cui era possibile vedere e ascoltare la propria musica in un’unica serata da sogno. E come allora le vibrazioni si sono impossessate del numeroso pubblico, accorso dalla Calabria intera, ma anche dal resto del Centro-Sud Italia, occupando ogni angolo del Teatro Politeama.
Hanno iniziato gli Osanna partendo proprio dal passato, non perché il gruppo sia rimasto fermo in maniera stantìa a quelle sonorità, ma per un doveroso omaggio ai componenti di un gruppo che si è distinto per le sue innovazioni originali ed anche sotto l’aspetto musicale e scenografico. Lino Vairetti e i suoi nuovi compagni di avventura non hanno dimenticato la storia degli Osanna, del loro modo di intendere la musica, interessante fusione tra la tradizione partenopea e i primi germogli del rock progressivo proveniente dall’Inghilterra.
E così il loro set è stato trascinante, ma anche celebrativo grazie ai video proiettati alle loro spalle. La napoletanità è esplosa in un vortice di suoni. Vairetti avvolto dalla sua tonaca e con il viso truccato ha evidenziato che il trascorrere del tempo è solo un dato anagrafico. Con la sua voce ancora potente è riuscito a mettere a nudo l’anima di chi aspettava che tutto ciò succedesse. La scaletta proposta è stata un mix perfetto di molti dei brani importanti del loro repertorio. E l’ideale viaggio nella loro musica ha trovato una perfetta espressione nei lunghi medley che sono sembrati piccoli affreschi. “Fuje ‘a chistu paese”, che ha aperto e chiuso il concerto, la sempre esaltante “Mirror train”, “Taka boom”, la delicata “Canzona (There will be time) dei primi album, “Fenesta vascia”, “Canzone amara” e “Palepolitana”, del loro ultimo album, sono stati solo alcune delle “tappe” di un viaggio che ha avuto il suo momento emotivamente più alto con l’esecuzione de “L’uomo”, impreziosito dagli omaggi a Jimmy Page con l’assolo di “Stairway to heaven” e a Jimi Hendrix con la rilettura di “Purple Haze”. Un fremito per gli amanti della musica rock. La performance strepitosa e coinvolgente degli Osanna è stata salutata calorosamente dal pubblico.
Pochi attimi di pausa e con l’energia e l’estro di James Senese e dei Napoli Centrale la scena è cambiata. Il rock progressivo ha lasciato posto ad un suono diverso in cui la tradizione partenopea è sempre stata al centro dell’attenzione. Una commistione di generi contraddistingue da sempre il sound di Napoli Centrale. La musica di Senese è quella di sempre, una miscela di musica rock e jazz ma anche di funk, di melodia, di improvvisazione e di rabbia che coinvolge completamente il pubblico.
Il vigore con cui è stata eseguita “Campagna” ha riportato ai bei tempi andati. Durante l’esecuzione della funkeggiante “Acquaiò l’acqua è fresca?”, con una performance vibrante l’intensità della band si è maggiormente elevata. Una forza interpretativa confermata con “Vecchie, mugliere, muorte e criaturi” e “Simme iute e simme venute”. Ma non sono mancati i due momenti dedicati al nonno e al suo amico Pino Daniele. “Chi tene ‘o mare” è stata una esecuzione non priva di pathos, una ballata delicata e sognante, un pezzo memorabile che la gente ha ascoltato in religioso silenzio, prima di essere salutato da applausi scroscianti. Ancora più “dolorosa” “’O nonno mio”, brano in cui ancora è evidente l’amore di Senese per suo nonno e il dolore per la sua perdita.
«Il doppio concerto di James Senese & Napoli Centrale – ha detto Antonietta Santacroce – e degli Osanna è stato un nuovo punto di arrivo del Festival d’Autunno. Un momento importante che ha unito i fan di due band che, pur diverse nei generi, hanno mostrato quanto è profondo il loro profondo legame con la tradizione napoletana. Un concerto che ha dato maggiore forza alla nostra scelta di rendere omaggio al Sud Italia».
A termine della serata i due leader si sono soffermati con il pubblico per le solite foto di rito e per gli autografi sui cd e sugli LP. Un rito al quale entrambi non si sono sottratti. Attimi che hanno reso la serata indimenticabile.
Il Festival d’Autunno vivrà l’ultimo appuntamento della sua XIII edizione domenica 15 novembre con la produzione originale messa in scena dal Teatro Incanto e ideata dallo stesso direttore artistico.