Dopo Lampedusa, terra di confine e di migranti, il Papa arriva in un’altra isola, la Sardegna, terra ferita dalla piaga della disoccupazione, dove si registrano numeri da capogiro: 54 000 posti di lavoro persi in un anno, più del 18% degli abitanti senza un impiego. Cassa integrati, disoccupati, precari, imprenditori e commercianti che fanno fatica ad andare avanti: lo aspettano in migliaia nel porto di Cagliari. A loro e a tutti quelli che nel mondo del lavoro vivono situazioni di sofferenza, Bergoglio ha dedicato il primo incontro a Cagliari. Il discorso del Papa è stato preceduto da tre toccanti testimonianze, tra le quali le parole di Francesco, disoccupato da 4 anni, che si rivolge al Papa dicendo:
“Io, a nome di ogni lavoratore, Le chiedo di farsi portavoce del nostro grido di dolore. Sull’esempio di Mosè che portò dinanzi a Dio le sofferenze del popolo di Israele”.
Papa Francesco ascolta le testimonianze e commosso risponde così:
“Sono cosciente che devo fare tutto del mio perché questa parola, coraggio, non sia una bella parola di passaggio. Non sia soltanto un sorriso di impiegato della chiesa che viene e vi dice coraggio. No, questo non lo voglio. Io vorrei che questo coraggio venga da dentro, e mi spinga a fare di tutto come pastore, come uomo.” – e continua – “Una sofferenza, la mancanza di lavoro, che ti porta, scusatemi se sono un po’forte ma dico la verità, ti porta a sentirti senza dignità”.
“Non fatevi rubare la speranza”, ripete tante volte il Papa. Papa Francesco ha deciso di non leggere il testo che aveva preparato, ma di pronunciare un discorso a braccio sulla dignità del lavoro e la centralità dell’uomo nell’economia. Il Papa è ritornato con la memoria alle sue origini, a quando suo padre si era trasferito in Argentina e aveva sofferto la terribile crisi degli anni trenta.
Ma adesso è un’altra cosa - afferma il Papa - perché la mancanza del lavoro è conseguenza di una scelta mondiale, di un sistema economico senza etica. Il Papa si rivolge poi alle Istituzioni, alle quale chiede l’impegno per garantire i diritti fondamentali, affinché ciascuno, con il lavoro, possa portare il pane a casa.