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2013, anno da dimenticare

Dramma della disperazione a Travagliato, in provincia di Brescia: un imprenditore edile di 42 anni, da mesi senza lavoro, si è tolto la vita impiccandosi in casa. Era padre di tre figlie adolescenti. Nelle scorse settimana, disperato, l'uomo aveva tentato di rapinare un distributore di benzina dove tutti lo conoscevano. Arrestato dai carabinieri, era ai domiciliari.

Grazie alla 'manovrina' del governo Letta il deficit è invece rimasto, come calcolato, sulla soglia fatidica del 3 per cento. La situazione è stata certificata dall'Istat con una fotografia che per certi aspetti è però meno drammatica del previsto. Se la caduta del pil, seguita al -2,4 per cento del 2012, è stata infatti peggiore del -1,7 per cento stimato dal governo, il debito - pur altissimo - è inferiore alle previsioni contenute nella nota di aggiornamento del Def che dava invece per scontato un rapporto del 133 per cento.

Attesa, in un certo senso, anche la diminuzione della pressione fiscale, arrivata al 43,8 per cento, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto al 44 per cento toccato nel 2012. Le entrate totali delle amministrazioni pubbliche sono del resto diminuite dello 0,3% sul 2012, anno in cui erano aumentate del 2,5%. Le entrate correnti sono scese dello 0,7 per cento con le imposte indirette in calo del 3,6 per cento, a causa soprattutto della contrazione del gettito di Imu, Iva e accise, e le imposte dirette in aumento invece dello 0,6 per cento, essenzialmente per effetto dell'aumento dell'Ires e dell'imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi da capitale. In caduta libera infine anche i consumi.

Dalla spesa delle famiglie residenti è arrivato un contributo negativo al pil dell'1,6. In pratica i consumi sono diminuiti rispetto al 2012 del 2,6 per cento. Anche in questo caso non si tratta comunque di una novità, considerato anche che nel 2012 il crollo era stato anche peggiore, pari al 4 per cento. Tutti i comparti hanno risentito della crisi economica, compresi gli alimentari, che hanno registrato un calo del 3,1 per cento. Ma gli italiani si sono mostrati decisamente restii a spendere anche per l'abbigliamento (-5,2%) e per la sanità (-5,7%).

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