Questa scelta - afferma la società - non avrà effetti sull'imposizione fiscale cui continueranno ad essere soggette le società del Gruppo nei vari Paesi in cui svolgeranno le loro attività.
La proposta approvata dal consiglio di Fiat prevede che gli azionisti di Fiat ricevano un'azione Fca (Fiat Chrysler Automobiles) di nuova emissione per ogni azione Fiat posseduta e che le azioni ordinarie di Fca siano quotate al New York Stock Exchange (Nyse) con un'ulteriore quotazione sul Mercato Telematico Azionario (Mta) di Milano. Il completamento dell'operazione sarà soggetto ad un numero limitato di condizioni, tra cui l'ottenimento della quotazione al Nyse e quella che l'esborso massimo derivante dall'esercizio da parte degli azionisti di Fiat dal diritto di recesso nonché da eventuali esercizi dei diritti di opposizione dei creditori non ecceda 500 milioni di euro. La quotazione sull'Mta di Milano avverrà dopo l'inizio della quotazione al Nyse.
Tutte le attività che confluiranno in Fiat Chrysler Automobiles "proseguiranno la propria missione, compresi naturalmente gli impianti produttivi in Italia e nel resto del mondo, e non ci sarà alcun impatto sui livelli occupazionali".
Così il presidente Fiat, John Elkann. "Ora possiamo dire - aggiunge - di essere riusciti a creare basi solide per un costruttore di auto globale con un bagaglio di esperienze e di competenze allo stesso livello della migliore concorrenza. "Il viaggio che è iniziato più di dieci anni fa con la ricerca di soluzioni che assicurassero a Fiat il proprio posto in un mercato sempre più complesso - afferma Elkann - è culminato nell'unione di due organizzazioni, ognuna con una grande storia nel panorama automobilistico ma con caratteristiche e punti di forza geografici differenti e complementari. Fca ci permette di affrontare il futuro con rinnovata motivazione ed energia".
"Oggi è una delle giornate più importanti della mia carriera in Fiat e Chrysler. Possiamo dire di essere riusciti a creare basi solide per un costruttore di auto globale con un bagaglio di esperienze e di competenze allo stesso livello della migliore concorrenza". Lo afferma l'ad Fiat, Sergio Marchionne. "Cinque anni fa - dice Marchionne che è amministratore delegato di Fiat e presidente e amministratore delegato di Chrysler Group - abbiamo iniziato a coltivare un sogno di cooperazione industriale a livello mondiale, ma anche un grande sogno di integrazione culturale a tutti i livelli. Abbiamo lavorato caparbiamente e senza sosta a questo progetto per trasformare le differenze in punti di forza e per abbattere gli steccati nazionalistici e culturali. Ora possiamo dire di essere riusciti a creare basi solide per un costruttore di auto globale con un bagaglio di esperienze e di competenze allo stesso livello della migliore concorrenza. L'adozione di una struttura di governance internazionale e le previste quotazioni, che miglioreranno l'accesso del Gruppo ai mercati globali con evidenti vantaggi finanziari - conclude - completeranno questo progetto".
Il titolo Fiat è rientrato alle contrattazioni dopo il nuovo stop scattato sull'eccessiva volatilità. Le azioni del Lingotto segnano in questo momento un calo del 6,03% a 7,09 euro. Da poco è arrivato l'atteso annuncio sul nuovo nome proposto per il gruppo formato dalle due case automobilistiche, Fiat Chrysler Automobiles, holding con sede legale in Olanda e fiscale nel Regno Unito, quotata a New York e Milano. A Piazza Affari Exor cede il 2,56%. Cnh lascia il 2,04%.
L'utile netto del gruppo Fiat è stato nel 2013 di 1,95 mld di euro (896 milioni di euro nel 2012, rideterminato dopo l'adozione dell'emendamento allo Ias 19). Include 1,5 miliardi di euro riferiti all'impatto positivo della rilevazione di imposte differite attive nette di Chrysler compensato da oneri atipici netti per 0,5 miliardi.
Il Gruppo Fiat Chrysler presenterà "un piano aggiornato all'inizio di maggio 2014 per fornire una maggiore visibilità sulla direzione strategica del Gruppo e sulle priorità in termini di esecuzione".
Lo ha deciso il cda per "mantenere un equilibrato livello di liquidità a seguito dell'acquisizione della quota minoritaria in Chrysler Group".
Il gruppo Fiat ha chiuso il 2013 con un utile della gestione ordinaria pari a 3,4 miliardi di euro, in calo rispetto ai 3,5 miliardi di euro del 2012 (rideterminato a seguito dell'adozione dell'emendamento allo Ias 19), ma in crescita di 0,1 miliardi di euro a parità di cambi di conversione.
Al 31 dicembre 2013 l'indebitamento netto industriale del gruppo Fiat è pari a 6,6 miliardi di euro, in calo rispetto agli 8,3 miliardi di euro registrati al 30 settembre 2013, grazie ai flussi di cassa positivi generati nel trimestre da Chrysler (1,4 miliardi di euro) e da Fiat esclusa Chrysler (0,3 miliardi di euro).
Per il 2014 il Gruppo Fiat indica i seguenti obiettivi: ricavi di circa 93 miliardi di euro, utile della gestione ordinaria tra circa 3,6 e 4 miliardi di euro, utile netto tra circa 0,6 e 0,8 miliardi, in calo sul dato 2013, e indebitamento netto industriale in aumento e compreso tra 9,8 miliardi e 10,3 miliardi.
I ricavi di Fiat Chrysler, pari a 87 miliardi di euro, sono cresciuti nel 2013 del 3% in termini nominali e del 7% a cambi costanti. Gli incrementi in Nord America e Asia hanno parzialmente compensato il calo in Europa e America Latina. In forte crescita i ricavi dei marchi di lusso, con Maserati che ha più che raddoppiato rispetto al 2012. Le consegne sono cresciute del 3% sul 2012, a 4,4 milioni di unità, trainate dalla crescita in Usa e Asia che ha più che compensato la lieve contrazione delle consegne in America Latina ed Europa.