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Venerdì, 01 Novembre 2024

Sono decenni che i dibattiti presidenziali arrivano tanto tardi nella campagna che in genere gli elettori hanno già deciso per chi votare e non si fanno influenzare granché da quel che vedono sullo schermo. Ma quello alla Hofstra era diverso, in una stagione elettorale anomala: Donald Trump e Hillary Clinton erano a caccia di quel 13 per cento di elettori che ieri non aveva ancora deciso a chi dare il proprio voto. Una percentuale così alta, a soli 40 giorni dal voto, è più unica che rara. Se uno dei due li ha portati nel proprio campo, significherebbe che il dibattito ha deciso le elezioni.

Solo il canale Bloomberg ha deciso di effettuare in diretta, su schermo, il fact checking, il controllo dei fatti che vengono detti sul palco. Lo ha fatto anche il New York Times, il sito Politico e altri siti. Invece  Cnn, Fox, Msnbc hanno rifiutato.

Dopo mesi e mesi di campagna, dopo la lunghissima fase delle primarie, dopo l’estate delle Convention, i due rivali si sono affrontati davanti a un pubblico che aveva l’ordine di non applaudire o fare commenti, ma che varie volte ha violato le regole. A moderare il dibattito è stato Lester Holt, veterano della Nbc, un giornalista di colore che Donald Trump aveva tentato di delegittimare prima ancora del dibattito, accusandolo di essere di parte, “perché democratico”. Si trattava di un errore, non si sa se voluto: Holt infatti è un repubblicano dichiarato.

Di fronte ai primi sondaggi non buoni secondo la Cnn, Hillary Clinton ha vinto il primo dibattito presidenziale. Per il sondaggio la candidata democratica ha conquistato il 62% delle preferenze degli intervistati, a fronte del 27% di Donald Trump. il candidato repubblicano prova a giustificarsi dicendo di non aver voluto attaccare l'avversaria sul lato più debole, la vita personale il sexgate e Monica Lewinsky. "Suo marito era nella sala insieme alla figlia, che ritengono sia una giovane signora molto simpatica e quindi non ho detto quello che stavo per dire perché sarei andato nel personale", ha detto ai microfoni di Fox. "Ho deciso di non dirlo per non mancare di rispetto a Chelsea e forse alla famiglia" ha detto ancora il repubblicano la cui figlia Ivanka è amica della figlia dei Clinton. Poi però ha accusato l'avversaria di "aver detto cose molto cattive contro di me, è una cosa triste". Ed in una successiva intervista alla Cnn ha fatto capire che al prossimo dibattito non sarà così rispettoso.

Trump si è più volte lamentato anche del microfono. "Il mio era difettoso, l'avete notato? Mi domando, che l'abbiano fatto apposta?". Insinua il dubbio che gli organizzatori del dibattito abbiano agito in modo tale da danneggiarlo. Vero o no che sia, qualcuno ci crederà. E, in questo modo, penserà un po' di meno all'esito del faccia a faccia. Fino alla prossima sfida.

Cosi se il dibattito fra Donald Trump e Hillary Clinton fosse stata una partita di calcio, potremmo dire che il primo tempo ieri sera l'ha vinto lui, ma nel secondo tempo lei ha rimontato e lo ha sconfitto sonoramente. Perfino un repubblicano di ferro come Steve Schmidt, il manager della campagna di John McCain nel 2008, è rimasto stupito dalla differenza nella performance di Trump fra l’inizio e la seconda parte del dibattito: “Ha cominciato con forza, ma poi sembrava che avesse finito la benzina, ed è diventato incoerente, mentre Hillary Clinton è rimasta forte e capace”.

Donald è andato all’attacco, ha incalzato Hillary, l’ha accusata di non aver fatto abbastanza come segretario di Stato per proteggere gli interessi degli Usa e di non aver difeso gli Usa dall’Isis, e ha sostenuto che le riforme economiche proposte da Hillary “aumenteranno le tasse e il deficit federale”. Ma lei è rimasta fredda, calma, rispondendo senza neanche degnarlo di uno sguardo: “Donald, lo so che tu vivi in una realtà tutta tua”, e il pubblico non è riuscito a trattenere una risata.  E poi è stata lei che finalmente le ha imboccate: sul fatto che Donald Trump è stato alla guida dei “birthers”, il movimento che dubitava che Obama fosse nato negli Usa, e ha allungato il passo criticandolo perché che non vuole presentare al pubblico le proprie tasse, “forse nasconde qualcosa?” Varie volte Trump ha avuto reazioni scomposte, spesso ha alzato la voce, tra l’altro mentre continuava a tirar su con il naso, cosa che non è sfuggita ai commentatori dei talk show della notte, che hanno insinuato che forse il tycoon aveva “sniffato” qualcosa prima dello show.

In uno dei momenti più accesi del dibattito Hillary ha accusato il suo avversario di avere "una lunga storia di comportamenti razzisti". Ed è partita dall'origine:  ha iniziato questa campagna basandola su una bugia razzista", riferendosi al certificato di nascita che Obama è stato costretto a pubblicare perché il miliardario ha messo in discussione la sua cittadinanza americana. E ancora: "Donald ha iniziato la sua carriera nel 1973 con una causa avviata contro di lui dal Dipartimento di stato per discriminazione razziale". La replica di Trump non si è fatta attendere: prima di tutto ricordando che a voler scavare sulle origini di Obama per primo è stato lo staff di Hillary e che lui ha reso solo un servizio al Paese chiedendo di poter vedere il certificato di nascita. Poi ha assicurato di non essere mai stato incriminato per motivi razziali, ma solo di aver ricevuto un controllo, come molti altri imprenditori.

Ma al inizio Il dibattito era cominciato cortesemente, certo, ma i due candidati si sono subito scontrati. Si sono stetti la mano. Lei in rosso e lui in blu. Qualche sorriso, e poi subito si sono viste le differenze sostanziali. Lei ha proposto riforme economiche per “aiutare la classe media, aumentare il salario minimo e assicurare la parità salariale alle donne”. Lui ha risposto che invece bisogna rivedere gli accordi commerciali con la Cina, e riportare in patria “i posti di lavoro che ci hanno rubato”.  E da lì in poi, tutto è stato passato al setaccio: l’economia, i trattati commerciali, i rapporti con la Cina, il crimine, il razzismo, i rapporti con la Russia, le armi nucleari.

Poco prima che si aprissero le porte e i due candidati salissero sul podio per la maratona che prometteva di attirare fino a 100 milioni di telespettatori, è trapelato che gli esponenti delle due campagne non erano giunti a un accordo sul comportamento da tenere. In genere infatti la Commission on Presidential Debates stabilisce le regole “tecniche”, ma poi i due candidati si mettono d’accordo sul comportamento da tenere e i temi da evitare (ad esempio, non parlare di fatti privati). Invece i rappresentanti di Trump e di Clinton si sono incontrati, ma non hanno firmato nessun accordo. Quindi le uniche regole erano quelle della Commissione: 90 minuti filati, senza interruzioni o pubblicità, divisi in 6 “sezioni”. Si è cominciato con una prima domanda a Hillary, che ha avuto due minuti per rispondere, e due minuti sono poi stati dati a Trump, seguiti da dieci minuti di dibattito libero(e molto movimentato) fra di loro. Il resto era affidato a loro. Come comportarsi e cosa dire.

Hillary ha trascorso gli ultimi giorni ad allenarsi proprio con questo formato. A impersonare Trump per una settimana ogni sera dalle 21 alle 22.30 ogni sera è stato il fidatissimo collaboratore Philippe Reines. La ex segretario di Stato, spesso criticata per essere rigida e apparire falsa, ha studiato minuziosamente e meticolosamente tutti i temi caldi di attualità, ma si era preparata anche qualche battutina, qualche frase a effetto, nella speranza di ritrovarle oggi nei titoli dei giornali. Dal canto suo Trump non aveva voluto rivelare nulla della sua preparazione, per creare curiosità e attesa, e innervosire la rivale. Tuttavia si è saputo che si era allenato a parlare in una sala vuota, per essere pronto alla sala silenziosa che lo aspettava alla Hofstra. Questa era una delle regole volute dalla Commissione: niente applausi o commenti dal pubblico, un fattore di possibile nervosismo per Trump, abituato a parlare a un pubblico rumoroso e plaudente.

La candidata democratica è partita subito all'attacco ricordando che il suo rivale "è stato molto fortunato nella vita... ha preso in prestito 14 milioni da suo padre e crede seriamente che più si aiuta la gente ricca e meglio si sta". Trump ha replicato ammettendo di aver preso in prestito "una piccola somma" dal padre negli anni Settanta e di averla trasformata in palazzi. Poi è partito in quarta affermando che per sostenere l'economia "non bisogna lasciar andare via le società". Ed ha citato il Messico, un paese che spesso è finito al centro dei suoi dibattiti per la proposta di erigere un muro volto ad arginare il flusso di immigrati clandestini. Trump ha ricordato che in Messico "stanno riducendo tremendamente le tasse e questo creerà posti di lavoro". Paesi come il Messico o la Cina "stanno usando il nostro Paese come un salvadanaio a forma di porcellino". 

"Gli Stati Uniti - ha detto Trump - devono fermare i furti di posti di lavoro rinegoziando gli accordi commerciali". A quel punto Trump provocatoriamente ha chiesto: "Perché Hillary non ha fatto nulla sino ad ora per questi problemi?". Clinton ha replicato facendo una premessa: "Dobbiamo ricordare la gravissima crisi da cui siamo usciti, quella del 2008". Poi ha affondato il colpo: "Gli esperti dicono che se il suo piano (di Trump, ndr) fosse attivato perderemmo 3 milioni di posti di lavoro". Lui ribatte: "Non ho mai sostenuto queste cose". E controbatte: "L'amministrazione Obama ha raddoppiato il debito in 8 anni. Lei (Hillary, ndr) è in politica da 30 anni, perché fa solo ora queste proposte?".

Era inevitabile che Trump avrebbe provato a mettere in difficoltà Hillary, toccando il tasto della salute. Lo ha fatto in modo garbato, senza alcun riferimento al recente malore della rivale. Si è limitato a dire che Hillary "non ha l'energia" per diventare il presidente (lo stesso argomento che durante le primarie, aveva usato contro Jeb Bush). Hillary non si è fatta trovare impreparata: "Quando avrà viaggiato per 112 paesi e negoziato un accordo di pace, un cessate il fuoco, il rilascio dei dissidenti e passato 11 ore a testimoniare davanti ad una commissione al Congresso, allora mi potrà parlare di energia".

Un altro acceso botta e risposta tra Hillary e Trump sul tema delle tasse e su quello legato allo scandalo delle e-mail. "Sta nascondendo qualcosa", ha ricordato Hillary, contestando al rivale il fatto di non voler pubblicare la sua dichiarazione dei redditi. "Le pubblicherò, contro il volere dei miei avvocati, quando lei pubblicherà le 33.000 email cancellate", è stata la replica del miliardario, riferendosi allo scandalo del server di posta privato utilizzato da Hillary quando era Segretario di Stato. "Forse non è poi così ricco come dice di essere - ha insinuato l'ex first lady - forse non fa donazioni... deve 600 milioni di dollari a banche straniere o forse non vuole che gli americani sappiano che non paga le tasse". Quanto allo scandalo delle email, la candidata democratica ha dovuto riconoscere lo sbaglio fatto: "Ho fatto un errore". Ma a Trump non è bastato: "Non è stato un errore, è stato fatto volutamente".

"Il mio temperamento è migliore rispetto a quello di Hillary Clinton: è vincente. Io so come vincere, lei no", ha detto Trump con aria seria. La rivale democratica ha replicato accusandolo di essere "inadatto" a diventare comandante in capo, ricordando, ad esempio, l'invito rivolto dal miliardario al presidente russo Vladimir Putin affinché scatenasse i suoi hacker contro di lei. Il candidato repubblicano ha replicato: "Non sappiamo veramente chi sia stato a muovere gli hacker. La Russia, la Cina? Non si sa".

Il prossimo appuntamento, con il secondo dibattito presidenziale, è fissato per il 9 ottobre alla Washington University di St. Louis. Il terzo e ultimo si terrà il 19 ottobre a Las Vegas, in Nevada. 

La sfida dell'anno. Dopo un'agguerrita stagione di primarie è tutto pronto per il primo faccia a faccia fra Hillary Clinton e Donald Trump, con la candidata democratica che dopo aver sperperato un vantaggio molto più largo si presenta al confronto in testa di soli due punti: a Hillary, secondo un sondaggio condotto da Washington Post e Abc, va infatti il 46% delle preferenze, a fronte del 44% del tycoon. 

A poche ore dal primo duello tv tra Hillary Clinton e Donald Trump i sondaggi parlano di un testa a testa tra i due candidati. Secondo il sito specializzato Real Clear Politics, che fa la media di tutte le principali rilevazioni, la ex first lady è in leggero vantaggio, di appena 2,1 punti, con il 45,9% delle preferenze, contro il 43,8% del rivale repubblicano.

L'appuntamento per il dibattito e' alla Hofstra University nello stato di New York, dove i due candidati si sfideranno per la prima volta non a distanza. Saltata la trasferta a Charlotte per non aumentare la pressione sulla polizia locale, Hillary e Trump dedicano la vigilia del dibattito a prepararsi. L'unica pausa e' l'incontro con il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, che li vede separatamente. Con Trump, Netanyahu si intrattiene piu' di un'ora, affrontando i temi della sicurezza regionale e gli sforzi per portare la pace in Medio Oriente, che si avra' solo quando i palestinesi rinunceranno alla violenza e accetteranno Israele come stato ebraico. 

Trump assicura inoltre che gli Stati Uniti, sotto la sua leadership, riconoscerebbero Gerusalemme come la capitale di Israele. Il dibattito va in scena davanti a un'America spaccata da un dibattito politico e da una stagione elettorale non tradizionale. L'ascesa di Trump ha sbaragliato tutti, e i suoi modi e la sua dialettica hanno spiazzato anche gli osservatori. Gli americani dal confronto si attendono risposte: un elettore su tre ritiene i dibattiti televisivi determinanti per la scelta su chi votare. L'attenzione e' alta anche su Lester Holt, il moderatore del confronto al suo primo dibattito presidenziale. Su Holt sono puntati gli occhi delle campagne dei due candidati, pronte a criticare eventuali passi falsi. Per ora solo Trump si e' sbilanciato in un commento: pur esprimendo il suo rispetto per Holt, Trump lo ha definito un democratico come tutta la stampa

Ed e subito un giallo, quello sulla possibile presenza di un'ex fiamma di Bill Clinton, sparge veleno sullo scontro, lasciando presagire cosa i 90 minuti di confronto fra i due candidati potrebbero regalare a un pubblico da Super Bowl. 

Le stime parlano infatti di più di 100 milioni di persone incollate al piccolo schermo, più degli 80 milioni del dibattito record fra Jimmy Carter e Ronald Reagan nel 1980. Il caso si è aperto, per scherzo o forse no, sabato, quando Trump con tweet ha annunciato che avrebbe potuto invitare al confronto Gennifer Flowers, una delle amanti di Bill, per farla sedere accanto a Mark Cuban, il miliardario anti-Trump invitato da Hillary. Flowers, via Twitter, ha accettato l'invito. E subito si sono scatenate polemiche e ironie, che hanno spinto la campagna di Trump a precisare che "Flower non è stata formalmente invitata, e che non ci si attende una sua presenza". Lo staff del tycoon ha fatto sapere inoltre che Trump non ha intenzione di sollevare il tema delle infedeltà di Bill durante il dibattito, ma che se attaccato "ha tutti i diritti di difendersi".

L'appuntamento per il dibattito è alla Hofstra University, nello stato di New York, dove i due candidati si sfideranno per la prima volta non a distanza. Saltata la trasferta a Charlotte per non aumentare la pressione sulla polizia locale, Hillary e Trump hanno dedicato la vigilia del dibattito a prepararsi.

"Gerusalemme e' stata la capitale eterna del popolo ebraico per oltre 3000 anni''. Di conseguenza una amministrazione Trump ''riconoscerebbe Gerusalemme come capitale indivisibile dello Stato d'Israele''. Lo afferma il candidato repubblicano alla Casa Bianca nel comunicato emesso al termine dell'incontro con il premier israeliano Benyamin Netanyahu. Assicura fra l'altro che una volta eletto ''fra Israele e Usa sarà avviata una straordinaria cooperazione strategica, tecnologica, militare e di intelligence''.

"Un Israele forte e sicuro è vitale per gli Stati Uniti": lo ha detto Hillary Clinton dopo un incontro, in serata a New York, con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Un incontro a porte chiuse, come quello di poche ore prima tra Netanyahu e Donald Trump, durante il quale la candidata alla presidenza - riferisce una nota del suo staff diffuso al termine dell' incontro - ha riaffermato il suo "costante impegno" nelle relazioni tra Stati Uniti e Israele. I due candidati alla presidenza hanno incontrato, in separata sede e a porte chiuse, il premier israeliano Benyamin Netanyahu.

Sono passati quindici anni da quando il presidente George W. Bush annunciava l'intenzione di sospendere il finanziamento, tramite fondi federali, alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. Momento decisivo della sua presidenza. Non a caso, quella decisione, ha rappresentato uno degli aspetti più controversi e dibattuti della sua eredità presidenziale. 

Bush, infatti, durante e dopo il suo mandato, ha dovuto far fronte alla prepotenza, all'arroganza e alla violenza di chi difendeva simili sperimentazioni. Era l'agosto del 2001. 

Dopo quindici anni la scienza non ha mai smesso di inanellare successi grazie alla ricerca sulle sole staminali adulte. L'ultimo obiettivo è stato raggiunto alla fine del mese scorso. E non è passato inosservato, certo, agli esperti del settore: un gruppo di scienziati guidato dal Saban Research Institute del Children's Hospital Los Angeles ha generato un fegato umano funzionale da tessuti ingegnerizzati creati da cellule staminali e progenitrici adulte. Lo studio è stato pubblicato online sulla rivista 'Stem Cells Translational Medicine'. Per non parlare, poi, dei seppur meno recenti risultati raggiunti da Angelo Vescovi. Con l’associazione Revert Onlus, di cui è direttore scientifico, è riuscito ad accertare che le cellule staminali cerebrali umane sono sicure, e pure ottime alleate, nella ricerca contro le malattie neurologiche e neurodegenerative come la Sclerosi laterale amiotrofica, l’Alzheimer e il Parkinson.

Il professor Angelo Vescovi - l'agnostico prof. Vescovi - in tempi non sospetti si schierò proprio contro la sperimentazione con e sulle cellule staminali embrionali, sostenendo che "una scienza che crea vita per distruggerla con lo scopo di aiutare la vita, ha fallito la sua concezione: è una tecnologia applicata, ma non al servizio dell'uomo".

E' nel corso di questi quindici anni che la scienza, da sola, ha posto fine alla distruzione di embrioni nel perseguire metodi alternativi per il progresso medico. Sebbene, per anni, appunto, il penultimo presidente della Stati Uniti d'America sia stato tacciato di rappresentare la quintessenza dell' "anti-scienza". 

Le cellule staminali adulte sono state utilizzate per far crescere un cuore che batte, curare la cataratta e la cecità, per il trattamento di numerosi malati di cancro e sostenere gli individui con malattie autoimmuni. Ad oggi, sono oltre 1,5 milioni di persone ad essere state trattate con la terapia con cellule staminali adulte. Mentre, mai, qualcosa di buono, in nome del fantomatico progresso, è stato ottenuto con le cellule staminali embrionali.

Ma andiamo con ordine. Va chiarito, anzitutto, un aspetto: le cellule staminali non sono embrioni. E non è una puntualizzazione da poco. Si tratta di cellule dotate della capacità di trasformarsi in diversi altri tipi di cellule del corpo, attraverso un processo denominato "differenziamento cellulare". E' in virtù di tale capacità che i ricercatori medici, a lungo, hanno desiderato investire in queste cellule allo scopo di utilizzarle per sostituire o riparare tessuti danneggiati.  Il dibattito riguardo le staminali concerne la loro origine. Vale a dire: in che misura possono essere utilizzate ai fini della medicina rigenerativa?

Chi difendeva la ricerca sulle cellule staminali embrionali ha, da sempre, goduto del sostegno e della pubblicità di personaggi noti. Anche del mondo dello spettacolo. Un caso su tutti è stato Christopher Reeve - il celebre attore che ha interpretato Superman - il quale sosteneva che, "sono già stati fatti importanti progressi. Ma se ci si concentrasse solo sulle cellule staminali provenienti da adulti gli scienziati perderebbero tempo nel tentativo di farle comportare come cellulare staminali embrionali, e fallire. E avremmo perso del tempo prezioso". 

Reeve, e quelli come lui, avevano l'ambizione di sostenere la ricerca anche con fondi statali. Tutto il contrario di quello che propose Bush. Nel 2001 decise di finanziare coi soldi federali soltanto la ricerca sugli embrioni già esistenti, cioè su quelli già creati in laboratorio, ma non più utilizzabili a scopo riproduttivo. E sospese, quindi, i soldi federali destinati alla ricerca sugli embrioni creati dopo il 2001. La cosa non fu troppo ben vista. Sebbene pochi riuscirono a rendersi conto che non poteva esserci posizione più moderata: parte dei contribuenti considerava, e considera, immorale distruggere una vita. 

Allo stesso tempo, l'allora presidente Bush, annunciò anche che avrebbe raddoppiato i finanziamenti federali per la ricerca con metodi alternativi. Il suo discorso venne diffuso a livello nazionale, e rappresentò, secondo tanti esperti, il discorso sull'etica della medicina più serio mai fatto da un presidente. 

Il Dr. Charles Krauthammer, un noto medico statunitense (disabile) - che forse aveva più di altri da guadagnare sulla ricerca - scrivendo al Washington Post, affermò: "Il verdetto è chiaro: raramente un presidente così vilipeso per una posizione morale è stato così 'scagionato' ".

Aggiungendo, "non sono una persona religiosa. Non credo che l’umanità venga conferita dal concepimento. Ma non credo neanche che un embrione umano sia l’equivalente morale delle cuticole e meriti lo stesso rispetto di un’appendice".

L'occasione delle sue riflessioni fu conseguenza del cambio drastico di politica, e visioni, nel passaggio di testimone con Obama. "Il presidente americano ha visibilmente lasciato aperta la possibilità di usare embrioni umani clonati – ed embrioni derivati dallo sperma e dagli ovuli non clonati – creati solamente con lo scopo dello smembramento e uso delle singole parti.[...] Questo è molto di più di un’abdicazione morale. Si tratta di acquiescenza nei confronti della mistica della “scienza” e della sua connessa benevolenza morale".

Riflettendo sul grande dibattito sulle cellule staminali ci si è potuti soffermare sul fatto che, troppo spesso, la fama di progresso trascura la riflessione su ciò che si sta davvero facendo. 

Come ha fatto, invece, Bush nel 2001. Il presidente non si accontentò dell'approccio più banale e scontato della politica, ma, invece, chiese alla sua nazione di riflettere sulla questione e, soprattutto, sul mistero della vita umana, anche nelle sue fasi nascenti. Nel sondare la complessità del dibattito in quel modo, ricordò che c'è qualcosa di più profondo in gioco al di là delle cellule staminali: le nostre anime. 

E se uno come il dottor James Thomson, il pioniere delle cellule staminali embrionali, colui che ne ha studiato e scoperto le presunte potenzialità, ha detto, "se la ricerca sulle cellule staminali di embrioni umani non ti fa stare almeno un po' scomodo, allora vuol dire che non ci hai pensato su abbastanza", vuol dire che tra Bush e Obama uno aveva più ragione dell'altro. Vuol dire che il prossimo presidente USA dovrà scegliere quale dei due modelli seguire. E che la scienza, nel frattempo, ha dato ragione all'etica. Sebbene non ne avessimo, poi, così tanto bisogno.

"Il nostro Paese ricostruirà i territori colpiti del terremoto come erano prima e più belli di prima", ha detto Renzi nella conferenza stampa a Palazzo Chigi per descrivere lo stato dell'arte ad un mese dal terremoto che ha devastato alcune località del Centro Italia. "Il nostro obiettivo - ha aggiunto Renzi -, per le prime e le seconde case e per gli esercizi commerciali, è riportare tutto a come era prima". Che ricostruzione sarà? Una "che assicuri che con un terremoto di magnitudo 6.0 non ci siano crolli e non si rischierà più la vita", assicura il commissario Vasco Errani

"Il danno non sarà meno di 3-4 miliardi, una cifra orientativa che temo non sarà inferiore", ha detto il Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio. "E' stato molto prudente perché come minimo stiamo sui 4 mld ma è un'analisi che va verificata punto punto, il terremoto ha colpito non solo luoghi dove ci sono state vittime ma ha creato lesioni importanti in altre zone", ha aggiunto Renzi. Curcio, parlando di circa 3 mila assistiti, ha confermato che per la costruzione delle 'casette' "ci vorranno 7 mesi al massimo"

Cosi a Palazzo Chigi il premier Matteo Renzi, in conferenza stampa, ha fatto il punto sulla situazione insieme al commissario Vasco Errani e al capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. I danni sono stimati in non meno di 4 miliardi. Renzi assicura che verrà ricostruito tutto ''come era prima e più bello di prima''. Attualmente sono circa 3 mila le persone assistite, 2.500 ancora in tenda, anche se a giorni comincerà una drastica riduzione della popolazione in tendopoli. Ci vorrà pero' ancora del tempo, circa 7 mesi, per l'arrivo delle casette in legno. Il decreto sulla ricostruzione sarà pronto per il 2-3 ottobre.

Non si placano le scosse ad un mese dal terremoto del 24 agosto che ha distrutto Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto e varie frazioni ma anche scosse di terremoto nella zona tra Norcia, Accumuli e Arquata del Tronto. Quella di magnitudo 3.8 registrata dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia poco dopo le 22 di ieri sera è stata infatti subito seguita da una di magnitudo 3.3 sempre nella stessa aerea. Altre due scosse di magnitudo 2.1 sono state rilevate nell'area di Norcia alle 7.49 e alle 8.32 di stamani.

Ma c'e anche un problema serio che sarebbe quello delle macerie : perché parliamo di 700 mila metri cubi di rovine e perché prima si portano via e prima si può davvero cominciare a pensare ad altro. Ma anche in questo caso, non è cosa semplice, grazie alla solita, ottusa, burocrazia. Amatrice e Accumuli hanno almeno scelto i luoghi due cave dismesse il località Carpellone e Vallicelle, ma manca l'individuazione dell'ente che dovrà gestire i siti. Marche e Umbria, invece, sono ancora più indietro, alla fase dei sopralluoghi per la scelta dei siti. Così le macerie continuano a far da set alle tv. Davanti a Sant'Agostino, all'inizio del corso di Amatrice, le telecamere riprendono senza sosta. 

Intanto Il decreto sul sisma sarà approvato dal Consiglio dei Ministri "non oltre il 2-3 ottobre", ha assicurato Vasco Errani, spiegando che "proporrà un meccanismo chiaro di riconoscimento pieno dei danni del terremoto". Stasera ci sarà una deliberazione in consiglio dei ministri per la determinazione del cratere, passaggio fondamentale per la ricostruzione post-sisma, ha aggiunto Renzi. Quanto al piano Casa Italia renzi firmerà entro lunedì un dpcm "per formalizzare la struttura di missione guidato dal rettore del Politecnico Giovanni Azzone e che vedrà il coinvolgimento di Renzo Piano".

"Dalla quota di 800 metri i satelliti ci hanno permesso di avere misure dello spostamento del suolo molto accurate, dell'ordine di un millimetro". Per esempio, è stato possibile rilevare che il terremoto ha fatto abbassare il suolo di 20 centimetri in corrispondenza di Accumoli. Contemporaneamente, ha rilevato,i satelliti Cosmo SkyMed e Alos 2 hanno fornito ai servizi di emergenza informazioni utili per individuare le aree più danneggiate e localizzare le infrastrutture ancora valide.

Le 'Sentinelle della Terra' hanno fatto un lavoro "davvero straordinario", misurando gli spostamenti del suolo con una precisione da record e fornendo dati importantissimi per organizzare i soccorsi: a poco meno di un mese dal terremoto di magnitudo 6.0 che il 24 agosto ha scosso il reatino, il bilancio del contributo fornito dai satelliti è positivo. A tracciarlo è Josef Aschbacher alle agenzie di stampa, il nuovo direttore del centro dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) per l'Osservazione della Terra, la cui sede si trova in Italia, a Frascati, presso l'Esrin. 

Per il terremoto di Rieti sono stati utilizzati i satelliti dell'Esa Sentinel 1A e Sentinel 1B, insieme a quelli della costellazione italiana Cosmo SkyMed, dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e al satellite Alos 2 Advanced Land Observing Satellite-2 dell'agenzia spaziale giapponese Jaxa. "In quel periodo Sentinel 1B era ancora in fase di validazione in orbita, ma abbiamo utilizzato lo stesso i dati per avere informazioni ancora più accurate e frequenti", ha detto Aschbacher.

Intanto i Geologi : “Prima del terremoto del 24 di Agosto è stata registrata una diminuzione della portata delle sorgenti , mentre dopo abbiamo avuto un aumento della portata  delle sorgenti . Questo significa che tali eventi sismici vanno a modificare anche il sistema idraulico .  In Italia però Paese dal forte rischio sismico ed idrogeologico la Cartografia Geologica copre appena il 40 per cento mentre la Cartografia Geomorfologica è addirittura inesistente  perché copre solo il 2 per cento di tutto il territorio nazionale”. E’ il forte allarme lanciato al Corriere del Sud da Gilberto Pambianchi , Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana di Geografia Fisica e Geomorfologia. 

 

“La Cartografia Geologica  è la mappatura in grado di farci conoscere le caratteristiche geologiche del territorio – ha proseguito Pambianchi – mentre quella geomorfologica ci fa comprendere come evolve la parte epidermica , superficiale del territorio . Inoltre le Regioni si sono dotate del PAI , Piani di Assetto Idrogeologico , ma in alcuni casi tali mappature risalgono a 10 anni fa e dunque fotografano situazioni risalenti al passato ma che nel tempo si saranno anche evolute . C’è assoluto bisogno di avere con i geologi un monitoraggio costante del territorio che è fondamentale sia per la prevenzione dal rischio sismico e sia per la prevenzione dal rischio idrogeologico”. L’annuncio dei Geoparchi “in quanto , in accordo con il Consiglio Nazionale dei Geologi e MIUR – ha affermato Aniello Aloia , Coordinatore Nazionale degli Unesco Geoparchi Italiani -  stiamo lavorando ad un progetto che porterebbe l’educazione alla prevenzione dai rischi geologici nelle scuole italiane

   

In Italia sono 40.000 i Beni Culturali in aree a pericolosità idraulica – ha ricordato al Corriere del Sud Domenico Guida, professore di geomorfologia presso Università agli Studi di Salerno – ma ovviamente abbiamo il rischio sismico , quello idrogeologico e gran parte della popolazione esposta a tali rischi . Oggi la comunità geomorfologica nazionale , scientifica, che si sta riunendo a Ceraso ,nel Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano ed Alburni ,Geoparco Mondiale Unesco, sta cercando di fornire alla comunità geologica nazionale gli strumenti più adeguati per affrontare le pericolosità geomorfologiche , frane, alluvioni, terremoti, in termini di pianificazione, programmazione e progettazione degli interventi. Tale percorso è stato supportato con il Consiglio Nazionale dei Geologi , da un’intesa fra comunità scientifica quale AIGEO , comunità professionale e dall’istituzione , quale ISPRA, preposta alla realizzazione di norme di valenza nazionale”.

   

L’appello importante arriva dai geologi campani . “I professionisti geologi – ha dichiarato al Corriere del Sud Gerardo Lombardi , Vice Presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania – ritengono che il supporto della scienza debba essere chiaro ed inequivocabile affinchè tutti i professionisti possano avere certezza nel campo dei rischi dei limiti territoriali posti , i quali devono essere giuridicamente sostenibili   una volta che vengono tradotti in carte per l’uso del territorio.

 

 

Il Pil mondiale crescerà del 2,9% nel 2016 e del 3,2% nel 2017. Lo afferma l'Ocse nel suo Economic Outlook di settembre, ritoccando rispettivamente al ribasso di 0,1 punti le stime rispetto all'economic outlook di giugno. Quanto alla zona euro, la crescita prevista è dell'1,5% nel 2016 e dell'1,4% nel 2017, rispettivamente 0,1 e 0,3 punti in meno rispetto alle precedenti stime di giugno.

In Italia il Pil crescerà dello 0,8% nel 2016 e 2017. Lo afferma l'Ocse nel suo Economic Outlook di settembre, ritoccando rispettivamente al ribasso di 0,2 e di 0,6 punti le stime rispetto all'economic outlook di giugno. La revisione al ribasso delle stime di crescita italiane è dovuta al fatto che le attese "su investimenti e scambi non si sono rivelati così fruttuosi come si prevedeva", dice Catherine Mann, capo economista dell'organizzazione, presentando l'ultimo economic outlook a Parigi.

"Nel caso dell'Italia dobbiamo riconoscere che c'è una vasta gamma di sfide da affrontare", ha aggiunto, sottolineando, tra l'altro, che l'Italia sarà uno dei Paesi maggiormente colpiti dalla bassa crescita della zona euro nel 2017. 

In Italia sono stati compiuti "notevoli progressi in materia di diritto del lavoro. Questo ha avuto un effetto sulla ripresa del tasso di occupazione dando vita a un nuovo slancio. L'idea era che questo slancio continuasse nel 2016 ma le nostre speranze sono andate deluse": lo dice Catherine Mann, capo economista dell'Ocse, precisando che questa situazione è dovuta, tra l'altro, alla scarsa "fiducia" e all'"incertezza politica" sugli esiti del prossimo referendum costituzionale.

Cosi pochi giorni fa l Istat : rallenta la crescita del pil in Europa: dopo l'aumento di 0,5% registrato nel primo trimestre 2016, nel secondo la crescita è stata di 0,3% nella zona euro e 0,4% nella Ue-28. Lo comunica Eurostat, che per l'Italia conferma la crescita zero già diffusa dall'Istat. Su base annuale il pil dell'Eurozona è salito di 1,6% e quello dell'Ue-28 di 1,8%, rallentando anche in questo caso sull'1,7% e 1,9% del trimestre precedente. In Italia la crescita annuale è confermata a 0,8%.

Italia, Francia e Finlandia sono gli unici Paesi europei con la crescita ferma nel secondo trimestre del 2016. Sotto la media Ue (+0,4%) anche Austria (+0,1%), Grecia e Lituania (+0,2%), mentre volano i Paesi dell'Est: Romania (+1,5%), Ungheria (+1%), Slovacchia, Polonia e Repubblica Ceca (+0,9%). Bene anche la Spagna (+0,8%), mentre rallenta anche la Germania (+0,4% dopo lo 0,7% del primo trimestre).

Cosi dopo l'Istat, arriva anche la certificazione dell'Ocse secondo cui la crescita del Pil italiano sarà dello 0,8% sia quest'anno che nel 2017. La stima è contenuta nell'Interim Economic Outlook dell'Ocse.

"La debole progressione degli scambi e le distorsioni del sistema finanziario offuscano le prospettive di crescita globale": è quanto si legge nell'economic outlook dell'Ocse presentato oggi a Parigi. "L'economia mondiale - prosegue l'organismo internazionale - dovrebbe crescere meno rapidamente rispetto al 2015, solo una leggera accelerazione è attesa nel 2017". Nelle sue stime - continua il documento - l'Ocse lancia quindi un'"allerta sul fatto che il mondo è tenuto in trappola da una crescita debole"

Per gli Stati Uniti, l'Ocse stima una crescita dell'1,4% nel 2016 e del 2,1% nel 2017, per l'Eurozona dell'1,5% e dell'1,4%, per la Germania dell'1,8% e dell'1,5%, per la Francia dell'1,3% per entrambi gli anni. Le precedenti stime per l'Italia, diffuse in giugno, erano dell'1% nel 2016 e dell'1,4% nel 2017.

 

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