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Venerdì, 01 Novembre 2024

Prima notte del dopo terremoto trascorsa in auto o nelle strutture di accoglienza per la popolazione colpita dal nuovo terremoto tra Umbria, Marche e Lazio. Diverse le scosse avvertite chiaramente anche nella zona di Norcia, la più forte di tutte, di magnitudo 4.2, registrata alle 4:27 dai sismografi dell'Ingv

"L'Ue resta pienamente pronta ad aiutare la popolazione e le autorità italiane" nuovamente colpite dal terremoto, ha ribadito oggi il portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas dopo che ieri parole simili erano arrivate dal commissario europeo per gli Aiuti umanitari e la gestione delle crisi Christos Stylianidis.

"Ridateci le tende" è la richiesta che arriva dalla maggior parte degli abitanti di Norcia che hanno scelto di rimanere in città pur avendo le case inagibili o non potendo rientrare per la paura o perché all'interno della zona rossa. La Regione assicura comunque che già nelle prossime ore saranno montate tensostrutture collettive dove la comunità potrà passare la notte così che nessuno sia costretto a rimanere in auto. Per affrontare il problema degli sfollati con anche questo strumento che si aggiunge al trasferimento negli alberghi del Trasimeno e al contributo per l'autonoma sistemazione

Sono oltre quindicimila le persone assistite in seguito al terremoto di ieri mattina. Oltre cinquecento persone sono accolte in strutture alberghiere nell'area del Trasimeno e oltre quattromila negli alberghi sulla costa adriatica. A queste si aggiungono circa tremila persone in Umbria e altre settemila nelle Marche ospitate in strutture di prima accoglienza allestite a livello comunale. Rimangono, inoltre, tra gli assistiti a seguito del sisma del 24 agosto, oltre 1100 cittadini ospitati in alberghi e strutture ricettive, prevalentemente a San Benedetto del Tronto, presso le abitazioni del progetto C.a.s.e. nel comune dell'Aquila o nei Map localizzati in altri comuni d'Abruzzo nonché nelle residenze sanitarie assistenziali nelle quattro regioni colpite dal sisma.

La capitale non sorge su faglie sismiche, non è quindi ad alto rischio, ma il suo sottosuolo è di tipo alluvionale, un tipo di terreno che amplifica le onde sismiche scatenate dalle scosse provenienti o dal sistema appenninico o dalla zona vulcanica dei Castelli.

Anche oggi il terremoto di magnitudo 6,5 che ha colpito la zona di Norcia è stato avvertito nettamente a Roma, provocando danni alla basilica di San Paolo, crepe in alcuni palazzi e tanto panico tra i romani che in molti si sono riversati in strada. I terreni morbidi e alluvionali su cui sorge la capitale "tendono ad amplificare le onde sismiche ed è il motivo per cui si risentono molto i terremoti che avvengono nell'Appennino centrale", spiega il sismologo Antonio Piersanti, dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

"Il modo in cui viene risentito un terremoto - aggiunge - dipende molto dalla struttura del territorio". La possibilità che avvengano danni dipende invece dalle caratteristiche della propagazione delle onde sismiche. "A distanze superiori a 100 chilometri - ha detto ancora l'esperto - le onde sismiche danno oscillazioni lente, che possono essere risentite maggiormente dalle strutture molto grandi. E' una questione di risonanza".

Roma in passato non è stata immune dall'essere danneggiata dal terremoto, a cominciare da quello del 1348, epicentro nell'Appennino abruzzese, che provocò, tra l' altro, il crollo di parte del Colosseo, il lato che poggia su terreno alluvionale.

Sempre il Colosseo fu danneggiato da un altro terremoto nel 1703, sempre con epicentro l'Appennino abruzzese, mentre gravi danni furono registrati a Roma nel 1806, ma questa volta la responsabilità fu della zona vulcanica dei Colli Albani. Peraltro proprio in questi giorni si è discusso di un possibile risveglio del vulcano dei Colli Albani, ma il sismologo Piersanti ha osservato che "non c'è alcuna evidenza che in questo momento siamo in una situazione diversa da quella degli ultimi anni, non ci sono segnali di alcun tipo.

I Colli Albani sono attualmente un'area vulcanica sopita, potenzialmente ancora attiva, ma non ci sono state variazione recenti che possano far pensare a un risveglio".

Intanto riapre Ponte Mazzini, inagibili a scopo precauzionale, a causa di alcune lesioni, i due marciapiedi ai lati del ponte, al centro di Roma, e i passaggi sotto le arcate all'altezza del greto del fiume. A quanto riferito dai pompieri, si sta riaprendo sul ponte la viabilità. Due chiese del centro storico di Roma sono state dichiarate al momento inagibili a scopo precauzionale dopo i sopralluoghi dei vigili del fuoco in seguito al terremoto di ieri. Secondo quanto si è appreso dai pompieri, si tratta della chiesa di San Francesco nel rione Monti e di quella di piazza Sant'Eustachio. Inagibile anche la chiesa San Barnaba di Marino, ai Castelli romani.

Rallentamenti a Roma in seguito alla chiusura di un tratto della Tangenziale Est e di Ponte Mazzini, in centro, per verifiche legate alla scossa di terremoto di ieri. Al momento si registra traffico rallentato sul Lungotevere, a piazza Adriana e nella Galleria Principe Amedeo Savoia Aosta, in direzione piazza della Rovere, per la chiusura del ponte Mazzini. Disagi anche sulla tangenziale con rallentamenti tra l'uscita via Tiburtina-Portonaccio e l'uscita San Lorenzo-Largo Settimio Passamonti-Verano in direzione San Giovanni.

Mentre il premier Matteo renzi ribadisce che dopo il terremoto verrà ricostruito tutti e verranno sostenuti tutti i costi necessari a farlo dall'Ue arriva un nuovo messaggio di solidarietà al nostro Paese e anche Berlino sottolinea che il pattò di stabilità europeo è flessibile.

"Il patto di stabilità ha molta flessibilità che può e deve essere utilizzata intelligentemente e su questo la posizione del governo federale non è cambiata": lo ha detto a Berlino il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, rispondendo a una domanda su uno scorporo dei costi del terremoto dal computo del deficit italiano. Seibert, su questa "questione del bilancio", ha premesso di voler ribadire "ciò che è già stato detto in passato e naturalmente ancora ha validità". "Il patto di stabilità - ha aggiunto - non è un impegno che uno Stato membro ha assunto nei confronti di un altro stato", ad esempio "l'Italia nei confronti della Germania" ma di fronte "a tutti gli altri Stati membri" dell'Ue: "per questo tali questioni saranno da risolvere a livello europeo". "Oggi non voglio dire di più", ha aggiunto Seibert ribadendo che "il patto offre sufficiente flessibilità per poter reagire anche ad attuali acute sfide. Per tutto il resto, bisogna vedere".

L'Europa - dunque - si dice solidale. "Lo do per scontato", aveva tagliato corto ieri Matteo Renzi mentre il commissario Ue per gli Aiuti umanitari e la gestione delle crisi Christos Stylianidis, assicurava che l'Ue è "pronta ad aiutare".

Ma - perchè a Bruxelles un 'ma' c'è sempre - non nasconde che si dovrà valutare: "Stiamo monitorando attentamente l'impatto del nuovo terremoto in Italia". Invece Renzi ha fretta e lo dice in modo spiccio. "Penso alla chiesa di San Benedetto crollata a Norcia. San Bendetto è il patrono d'Europa. E oggi Europa significa ricostruire com'era tutto il territorio devastato dal terremoto e un pezzo d'identità italiana" 

Non faremo nessun tipo di passo indietro non faremo sconti di nessun genere ha promesso Renzi -. Quello che serve lo prendiamo, abbiamo spazio - scandisce - per poterle prendere nel bilancio e non abbiamo nessun tipo di riguardo per le regole tecnocratiche che negherebbero l'idea stessa di identità del Paese e del territorio".

E se serve di più "l'Italia non lesinerà, non lesinerà nella ricostruzione dei luoghi che sono la nostra anima. E se l'anima è inquieta anche il Paese sta male...". Niente tende, si ricostruirà tutto, garantisce dunque Renzi che per domani ha convocato il consiglio dei ministri straordinario.

"Pensiamo di intervenire fin dalla fase emendativa nel decreto legge terremoto per un allargamento dell'area del cratere - spiega -. Nessuno deve pensare di essere lasciato fuori. Non c'è un problema di risorse. Quello che servirà siamo impegnati a metterlo in campo. L'importante è che dolore profondo, stress, stanchezza, non si trasformino in rassegnazione per questo popolazioni".

Per questo tanto il premier Renzi quanto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella da Israele fanno appello all'unità. "Faccio appello alle forze politiche a evitare polemiche assurde e divisioni - dice il primo -. Ora riconosciamo le priorità: un conto sono le divisioni tra i partiti, legittime e sale della democrazia, altra cosa sono le polemiche sul terremoto. Ora le forze politiche smettano di litigare e siano unite, c'è in ballo l'Italia". Il Capo dello Stato Sergio Mattarella, dalla sua visita di stato in Israele, assicura "la ricostruzione del territorio. "Occorre il contributo di tutti: di ogni territorio, di ogni parte, di ogni opinione perchè a tanti concittadini in difficoltà venga garantito il diritto di poter vivere con tranquillità nelle proprie case", è l'appello accorato del Presidente.

 

 

 

 

 

"L'Italia non rispetta le regole".  "L'Ungheria non dia lezioni". Lo scontro a distanza è sui migranti, dopo mesi di tensioni per il blocco dei paesi del gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) che si è opposto alle quote di migranti stabilite dall'Ue. E l'avvertimento del premier Matteo Renzi sul fatto che se Paesi come l'Ungheria e la Slovacchia non daranno una mano, metterà il veto sul bilancio Ue.

Non si placa lo scontro tra Roma e Budapest sul fronte migranti. Dopo il botta e risposta di ieri il premier ungherese Viktor Orban torna all'attacco. "La politica interna italiana - ha detto Orban, secondo quanto riporta Mti - è un terreno difficile. L'Italia ha difficoltà di bilancio con un deficit che aumenta, mentre stanno arrivando in massa i migranti, con spese ingenti. Renzi ha tutte le ragioni di essere nervoso". Ma è pronta la replica del premier Matteo Renzi che ribadisce di essere pronto a mettere il veto sul bilancio Ue se non ci sarà condivisione di oneri e onori in Ue.

E' l'Italia che non adempie ai propri obblighi - ha attaccato il ministro degli Esteri di Budapest Peter Szijjarto -. Se rispettasse meglio norme e regole comuni, la pressione dell'immigrazione sull'Ue sarebbe molto minore". La risposta di Roma non si è fatta attendere ed è arrivata con un tweet del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni: "Con muri e referendum l'Ungheria ha sempre rivendicato di violare le regole europee sulle migrazioni. Ora almeno eviti di dare lezioni all'Italia". Ma Budapest è convinta che i fondi europei "spettino ai paesi dell'Europa centrale" che, con la loro adesione, "hanno aperto i mercati interni alle imprese dell'Europa occidentale, tra cui anche quelle italiane, che hanno realizzato profitti notevoli". "Il ministro degli Esteri ungherese non capisce o finge di non capire la situazione quando attacca Renzi e l'Italia", ha spiegato il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova.

"Quello che ha detto il nostro premier - ha proseguito - è molto semplice ma decisivo: l'Unione Europea si basa sulla solidarietà e la condivisione. Se a livello Ue viene presa una decisione sul riparto dei rifugiati, questa decisione va attuata da tutti, nell'interesse di tutti, esattamente come le decisioni sulla ripartizione delle risorse del bilancio europeo". Dunque, "sì alla solidarietà nel bilancio Ue, sì alla solidarietà nell'accoglienza dei migranti

Il premier ungherese Viktor Orban parlando alla radio dopo lo scontro di ieri tra Roma e Budapest, ha definito intollerabile considerare l'Ungheria "paese non-solidale" sulla questione dei migranti perché l'Ungheria spende "molto per la difesa dei confini" esterni dell'Ue. "L'Ungheria - dice Orban - è solidale con gli altri perché, spendendo molto per la difesa dei confini, sta difendendo la sicurezza anche dei paesi oltre i suoi confini".

Nell'intervista alla radio MR, sintetizza l'agenzia, "Orban ha sottolineato che l'Ungheria, finora, ha speso 150 miliardi" di fiorini (quasi 500 milioni di euro) "per la difesa dei confini con la costruzione della barriera e i pattugliamenti permanenti". "Proprio per questo - ha detto il premier - non tolleriamo che l'Ungheria sia considerata un paese non solidale. E' un opinione unfair, non giusta. L'Ungheria, per l'appunto, è solidale con gli altri perchè, spendendo molto per la difesa dei confini, sta difendendo la sicurezza anche dei paesi oltre i nostri confini".

Orban ha parlato dell'Italia nell'intervista settimanale alla radio Mr, riportata dall'agenzia Mti. Ieri il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, aveva accusato l'Italia di non rispettare le regole sui migranti innescando una serie di reazioni tra cui quella del capo della Farnesina, Paolo Gentiloni, che ha invitato Budapest a non dare 'lezioni' a Roma. L'attacco di Budapest è arrivato dopo che Renzi aveva annunciato che l'Italia è pronta a mettere il veto sul bilancio europeo se paesi come l'Ungheria e la Slovacchia non accoglieranno i migranti come previsto dagli accordi Ue.

"Il presidente Orban ha una visione dell'Italia non puntuale. In altri termini non è vero che il deficit aumenta, non è vero che l'Italia è in difficoltà o che c'è nervosismo". Lo dice a Radio Radicale il premier Matteo Renzi sottolineando che "o l'Europa, e questo vale anche per l'Ungheria, prende atto dei documenti che la stessa Europa ha firmato e si fa carico migranti, o c'è una bella novità: l'Italia metterà il veto su qualsiasi bilancio che non contempli pari oneri e onori". "L'Italia - ha attaccato - ogni anno dà 20 miliardi all'Europa e ne recupera 12. Oggi c'è una bella novità: il presidente del Consiglio italiano, poiché comincia la discussione sul bilancio, metterà il veto su qualsiasi bilancio che non contempli gli stessi oneri e gli stessi onori". Lo ha detto replicando alle parole di Orban, il premier Renzi a Radio Radicale. Evidentemente abbiamo colto nel segno" ma "deve essere chiaro che l'Italia non è più salvadanaio da cui andare a prendere soldi. Il tempo in cui l'Italia faceva il salvadanaio è finito".

Intanto con l'accusa di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, a Potenza, l'amministratore unico di una società addetta all'accoglienza dei migranti è stato arrestato dalla Polizia. Nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo lucano, l'uomo è indagato con ad altre 2 persone per turbata libertà degli incanti, in relazione ad una procedura aperta per servizi di accoglienza nel Potentino dal 1 marzo scorso al prossimo 31 dicembre, del valore complessivo di circa nove milioni di euro.

La Squadra mobile sta eseguendo il provvedimento di misura cautelare ai domiciliari emesso dal gip di Potenza. La Polizia sta sequestrando parte delle quote della società amministrata dall'uomo arrestato e sta effettuando perquisizioni personali e domiciliari disposte dalla Procura potentina nei confronti degli altri due indagati: sono i rappresentanti di altre due società, con sede una a Potenza e l'altra a Bitetto (Ba), sempre impegnate nell'accoglienza di migranti.

 

Dopo due giorni dall'inizio delle operazioni di sgombero, dalla "giungla" di Calais sono usciti già in 4.000, un risultato insperato. Ma adesso viene il difficile. Oltre al ricollocamento nei centri di accoglienza su tutto il territorio francese, ci sono i "duri", forse un migliaio, che ancora non accennano a lasciare il campo. Intanto, sono entrati nella bidonville in smantellamento i servizi di ripulitura, per togliere tutto quello che resta di tende, baracche, bivacchi, bagagli e rifiuti, mentre dalla scorsa notte sono scoppiati diversi incendi nella zona dove si trovano i ristoranti.

Le operazioni per lo sgombero di quella che da molti è stata definita "vergogna d'Europa" dureranno almeno una settimana e della bidonville non dovrà rimanere nulla. "In totale 4.014 persone sono state 'messe al riparo' in due giorni", ha annunciato ieri sera in un comunicato il ministero dell'Interno transalpino. Una trentina sono arrivati a Marsiglia, nuovo centro d'accoglienza dove non piove come a Calais, ci sono letti e docce. Cinquanta sono sbarcati dal bus in Gironda, la regione di Bordeaux, ed hanno preso posto nei bungalow allestiti attorno al castello di un vecchio liceo.

In genere, sono state facilitate le scelte di gruppi etnici di rimanere insieme, 30 sudanesi sono andati nella Charente-Maritime, nelle Lande oltre 80 etiopi, e così via. Nel comunicato di ieri, gli Interni annunciano anche che 1.000 minorenni senza genitori sono stati messi "in sicurezza", mentre 217 che si trovavano a Calais e per i quali sono stati appurati i legami familiari con persone residenti in Gran Bretagna sono già dal 17 ottobre nel Regno Unito.

Ed è proprio da Londra che arrivano le preoccupazioni più forti in queste ore, con i britannici sempre più convinti che i migranti non rinunceranno mai al loro proposito di recarsi Oltremanica. E' l'opinione del Daily Mail, al quale diversi abitanti della "giungla" hanno detto che avrebbero "moltiplicato gli sforzi per attraversare la Manica con qualsiasi mezzo". "Nonostante tutti gli sforzi delle autorità - commenta il Guardian - non c'è alcuna garanzia che non si formerà un altro campo nella regione".

Purtroppo dagli incedi hanno fatto esplodere almeno due bombole a gas e un siriano è rimasto leggermente ferito al timpano. I primi fuochi sono cominciati in prima serata ma tra mezzanotte e le 3 si sono intensificati. Sulle reti all news si parla di almeno una trentina di tentativi di incendio. Poi la situazione è tornata sotto controllo e si è fatta acora pericolosa nella tarda mattinata. 

Le immagini diffuse in diretta dai canali all news francesi sono impressionanti e mostrano fiamme e fumo, ma la prefettura si mostra rassicurante. Secondo le autorità transalpine gli incendi volontari rientrano nel quadro di una tradizione dei migranti. Il fuoco sarebbe infatti un modo per "dire addio" alle loro capanne. "E' il segno che se ne vogliono andare per davvero", commenta un giornalista sul posto. 

Didier Leschi, direttore generale dell'ufficio francese per l'immigrazione e l'integrazione, intervistato in diretta da BFM-TV ha invece lanciato l'allarme: "Quello che sta succedendo è preoccupante", qualcosa di "molto più serio" di quanto si pensi", ha spiegato aggiungendo che "i pompieri stanno intervenendo per domare il fuoco che può essere pericoloso".

Intanto, si assottiglia la pattuglia di quelli che dal campo non sono ancora usciti, e fra questi ce ne sono forse un migliaio che vengono considerati "irriducibili" e rifuggono dall'esodo spontaneo. Ieri pomeriggio, una cinquantina di donne hanno manifestato rumorosamente chiedendo di poter "lasciare la giungla" ma per "andare in Inghilterra".

Fino ad ieri la situazione generale si era mantenuta tranquilla, l'arrivo dei temuti "no borders" non c'è stato e tutto si è svolto con ordine. Ma c'è un nocciolo duro che non uscirà volontariamente dalla bidonville.

 

L'incubo terremoto torna a sconvolgere l'Italia. Dalle 19 di mercoledi alle 5,23 di questa mattina si sono registrate numerose scosse tra Marche e Umbria. Dopo il sisma che lo scorso 24 agosto ha cancellato Amatrice, Accumoli e Pescara del Tronto, alle 19.10 di ieri una nuova scossa di magnitudo 5,4 ha colpito la stessa area.

L'epicentro del sisma è nella Valnerina, nelle Marche. Le scosse sono state avvertite dalla Puglia all'Alto Adige. Le più forti alle 19.10, di magnitudo 5.4, e di 5.9 alle 21.18, questa più intensa e duratura. Poi un'altra scossa alle 23:42, di magnitudo 4.6. Gli sfollati sono migliaia. Le repliche sono state almeno 260. Di queste, cinque sono state le più forti: quattro di magnitudo superiore a 4,0, più quella di magnitudo 5,9 avvenuta alle 23:42 di ieri sera. Nel frattempo i sismologi sono al lavoro per studiare la struttura delle faglie coinvolte.

La Rete sismica nazionale dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) ha localizzato oltre 200 scosse di terremoto. Migliaia (almeno tremila) le persone sfollate. Paura, freddo ed enormi disagi. Per fortuna al momento non si registra alcuna vittima, eccetto una persona di 73 anni stroncata da un infarto, forse anche per il forte spavento.

''E' un disastro: abbiamo credo l'80% delle abitazioni inagibili, e con le nuove scosse la gente sta cedendo psicologicamente''. Il sindaco di Ussita Marco Rinaldi lascia per un attimo il breefing con i vigili del fuoco per spiegare che il suo paese ''è devastato''. Anche la sede provvisoria del Municipio, dove ci eravamo sistemati dopo il sisma di agosto, è inagibile: abbiamo spostato gli uffici in una tenda''. Gli abitanti, circa 200, ''dovremmo sistemarli nei bungalow del campeggio''.

Intanto sono stati tutti risolti i problemi alla rete elettrica nelle Marche e in Umbria. Per quanto riguarda la viabilità sono numerose le criticità sulle strade provinciali: la SP134 è stata chiusa tra Visso e Castel Sant'Angelo sul Nera per caduta massi e tra Villa Sant'Antonio e Muccia per edifici pericolanti e caduta massi, coma la SP135 tra Visso e Ussita. La provincia di Macerata si è attivata per i primi interventi volti a garantire il passaggio dei mezzi di soccorso. Risulta, invece di nuovo aperta al traffico la SP209, anche se si consiglia di limitare al massimo gli spostamenti nella aree colpite dal sisma

Moltissime persone hanno trascorso la notte in auto, altri hanno trovato riparo in locali messi a disposizione dagli enti locali. Nessuno ha chiuso occhio mentre lo sciame sismico ha proseguito con varie scosse per tutta la notte. "La notte è trascorsa in un silenzio assordante" racconta il sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci. "Il centro è tutto zona rossa. Lo stiamo chiudendo". Il primo cittadino ha parlato di "danni importanti al 90% del paese". Il primo cittadino di Ussita, Marco Rinaldi, azzarda una prima stima dei danni: "Credo sia inagibile l'80% delle abitazioni e con le nuove scosse la gente sta cedendo psicologicamente". Spiega che il suo paese "è devastato. Anche la sede provvisoria del Municipio è inagibile: abbiamo spostato gli uffici in una tenda".

Il capo Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, insieme al commissario per la ricostruzione Vasco Errani, hanno raggiunto l'area colpita dal terremoto. A ogni tappa è previsto un incontro operativo con il sindaco, prima autorità di protezione civile sul territorio, per concordare da subito priorità ed esigenze di ciascuna comunità. "Ricostruiremo tutto fino in fondo", assicura Errani ai microfoni di SkyTg24. "Stiamo lavorando con i sindaci, il nostro primo obiettivo è quello di fare piena assistenza alla popolazione, la prima scelta è assistere le persone negli alberghi, vogliamo evitare al massimo il fatto che le persone dormano in macchina anche stanotte. Insieme ai sindaci faremo il percorso di ricostruzione e lo faremo fino in fondo. Si complica il mio lavoro? Le cose non sono semplici, le scosse sono state terribili, ma anche molto problematiche per chi ha vissuto il sisma dalle altre parti. La chiave non è il comando dall'alto ma la comunità".

"Abbiamo il dovere di non lasciare alcuni senza tetto", ha detto ai microfoni di Radio Rai Uno il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. "In questo momento abbiamo in parlamento la conversione in legge del decreto per il terremoto del 24 agosto e questo ci dà lo spazio per ampliarne il contenuto sotto i punti di vista che si renderanno necessari e quando avremo accertato i danni". Sul posto, prosegue il ministro, "sono immediatamente intervenuti tanti uomini e tanti mezzi. In campo ci sono 980 vigili del fuoco, con 42 squadre, 24 sezioni operative, 60 funzionari e 2 squadre di ricerca e soccorso tra le macerie con 70 unità, 4 unità cinofile, 20 unità per il movimento terra e 30 specialisti del Saf (speleo alpino fluviali). Complessivamente abbiamo impiegato 450 mezzi di soccorso e 4 elicotteri per ricognizione, in volo dalle 7".

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel pomeriggio visiterà le zone del centro Italia colpite dal terremoto. Il sopralluogo dovrebbe toccare Camerino e Visso, due dei centri più colpiti..E in seguito al terremoto nel centro Italia il premier Matteo Renzi ha annullato le due manifestazioni referendarie previste oggi pomeriggio in Veneto. Il premier è rientrato ieri sera dalla Campania, dove si trovava per una serie di iniziative politiche e di governo, annullando la partecipazione già prevista a Matrix per restare in contatto con la Protezione Civile a palazzo Chigi. Confermata invece almeno per ora la manifestazione del Pd di sabato in Piazza del Popolo a Roma.

Nel frattempo i sismologi sono al lavoro per studiare la struttura delle faglie coinvolte.
"Le domande aperte riguardano la struttura della faglia, la sua profondità e soprattutto per capire se i terremoti di magnitudo 5,4 e 5,9 avvenuti ieri sera siano legati alla stessa faglia o a due faglie diverse", ha detto il sismologo Alessandro Amato, dell'Istituto Nazionale di geofisica e Vulcanologia (Ingv). Nel frattempo, ha proseguito, sono al lavoro anche i satelliti per rilevare immagini che, come è accaduto nel terremoto del 24 agosto - aiuteranno a capire se ci sono stati movimenti del suolo".

Le analisi condotte dai sismologi dell’Ing nel corso della notte confermano il valore di 5,9 per la magnitudo del terremoto delle 21,18 del 26 ottore. E’ confermato anche il movimento di tipo estensionale, tipico dei terremoti dell’Appennino, caratterizzato dallo 'stiramento' dell'Appennino da Est a Ovest. Confermato anche il legame con il terremoto del 24 agosto nel Reatino: “la sismicità – ha osservato Amato - riguarda la zona a Nord di Norcia, che corrisponde alla propaggine settentrionale dell’area che si è attivata in agosto”.

Il terremoto di magnitudo 5,4 avvenuto oggi tra Perugia e Macerata, legato a quello del 24 agosto, potrebbe 'raddoppiare' le possibili repliche nella zona interessata da entrambi i sismi. "Il terremoto di oggi ha perturbato ulteriormente il volume crostale e nelle prossime ore sono possibili altre scosse perchè quelle del sisma di oggi potrebbero sommarsi a quelle del proseguimento della perturbazione del 24 agosto", ha detto il sismologo Massimo Cocco, dell'Ingv.  

Quella avvenuta oggi tra Perugia e Macerata è stata la scossa più forte scatenata dallo stesso sistema di faglie all'origine del terremoto di magnitudo 6,0 del 24 agosto. La sua intensità è pari a solo a quella avvenuta un'ora dopo la scossa principale. "Al momento non ci sono indicazioni per non considerare il terremoto di oggi una replica di quello del 24 agosto", ha detto il sismologo Massimo Cocco, dell'Ingv. 

Il terremoto di magnitudo 5,4 avvenuto il 26 ottobre nella zona compresa tra Perugia e Macerata è collegato a quello che si è verificato il 24 agosto scorso nel Reatino. Lo ha detto il sismologo Alessandro Amato, dell'Ingv. "Il terremoto - ha proseguito - è avvenuto nel bordo settentrionale toccato dalla sequenza sismica attiva da due mesi". 

Lesbo torna a bruciare. Centinaia di immigrati, la maggior parte pachistani e bengalesi, hanno attaccato il centro di accoglienza dell'Unione europea a Moria dove sono stati accesi dei fuochi per protestare contro la lentezza delle procedure per esaminare le richieste di asilo. 

Decine di migranti hanno attaccato e dato fuoco ad una struttura Ue che gestisce le domande di asilo sull'isola greca di Lesbo. La rabbia è esplosa durante una protesta per i ritardi con cui vengono gestite le domande di asilo. La polizia ha detto che circa 70 persone, in maggioranza pakistani e bengalesi, hanno prima lanciato pietre e poi hanno appiccato il fuoco a parte della struttura del campo Moria.

Nessuno è rimasto ferito ma tre prefabbricati sono seriamente danneggiati. Ventidue migranti sono stati arrestati.

Nei giorni scorsi il governo greco ha adottato un documento nel quale si sottolinea la necessità di far calare il numero dei rifugiati presenti a Lesbo. Lo scorso 8 ottobre i funzionari ellenici, riunitisi ad Atene per discutere della crisi migratoria e di come gestire le migliaia di immigrati giunti sull'isola di Lesbo, hanno concordato che le strutture in loco vanno ristrutturate, diminuendo il numero degli stranieri ospitati e velocizzando le procedure di asilo.

La municipalità di Moria, sull'isola di Lesbo, riceverà finanziamenti come ricompensa per i danni subiti dalla presenza di rifugiati nell'area. Verrà inoltre costantemente monitorato il flusso di migranti in arrivo dalle coste turche. Attualmente, le strutture di Lesbo ospitano quasi 6mila immigrati, sebbene il limite massimo stabilito dovrebbe essere di 3.500 persone, in base alle disposizioni del governo ellenico.

Il quotidiano Le Figaro scrive che 1.250 poliziotti sono stati mobilitati per garantire la sicurezza durante l'evacuazione, che secondo le previsioni dovrebbe durare una settimana. I residenti dei comuni che dovranno accoglierli - Allex, Saint-Denis-de Cabanne, San Brevin, sono quelli citati dal giornale - hanno protestato in tutto il Paese contro il loro arrivo. Ma non tutti vogliono rimanere in Francia. Come Ehsan, un afgano di 20 anni, scrive la corrispondente del Guardian, che sta per partire per l'Italia.

A Lesbo decine di migranti hanno attaccato e dato fuoco ad una struttura Ue che gestisce le domande di asilo sull'isola greca. La rabbia è esplosa durante una protesta per i ritardi con cui vengono gestite le domande. La polizia ha detto che circa 70 persone, in maggioranza pakistani e bengalesi, hanno prima lanciato pietre e poi hanno appiccato il fuoco a parte della struttura del campo Moria. 

Dalla Grecia alla Francia e l Italia e in "lotta continua" frasi di altri tempi con il problema immigrazione selvaggia, con il trasferimento di un gran parte di persone provenienti dalla Syria Iraq Pakistan Afganistan e medio oriente al territorio Europeo..

E mentre a Lesbo attaccano i uffici UE, in Italia stanno arrivando circa 4292 migranti che giungeranno oggi in diversi porti italiani dopo i salvataggi tra le coste del Nordafrica e quelle siciliane. Il mercantile Tanker Okyroe giungerà ad Augusta, con 758 persone; la nave Siem Pilot, con 1.117 migranti e 17 salme è giunta a Palermo; la nave Dignity I, con 552 persone e una salma arriverà a Trapani; la nave Werra giungerà con 857 migranti a Messina; la nave Corsi con 358 migranti arriverà a Crotone; la nave Beckett con 650 migranti giungerà a Pozzallo. a nave Aquarius giungerà domani a Taranto con 520 migranti. Nel canale di Sicilia in attesa di altri salvataggi restano la nave Dattilo che ha già a bordo 434 migranti, la nave Iuventa con 278 migranti a bordo, la nave Rio Segura con 117 persone raccolte davanti le coste libiche. 

L'Italia con i migranti "fa la sua parte in modo civile, ma naturalmente non lo possiamo fare da soli: deve essere molto chiaro che questo è anche un messaggio all'Europa", ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, all'aeroporto di Fiumicino dove ha accolto altri 75 profughi siriani giunti da Beirut grazie al progetto pilota dei 'corridoi umanitari'.

Intanto e' in corso dall'alba lo sgombero della 'Giungla' di Calais. Alle 6:15 circa sono giunti i primi autobus nell'insediamento nel nord della Francia dove vivono da 18 mesi fra i 6.400 e gli 8.300 migranti. "Tutto si sta svolgendo normalmente, in modo organizzato e metodico", ha detto il prefetto del Nord-Pas-de-Calais, Fabienne Buccio, intervistata da BFM-TV. Per ora, ha aggiunto la Buccio, sono partiti "17 pullman con 711 migranti a bordo. Altri tre bus stanno per partire".

Nessuno è rimasto ferito ma tre prefabbricati sono seriamente danneggiati. Ventidue migranti sono stati arrestati. Anche il centro di accoglienza e orientamento di Loubeyrat, nel dipartimento francese del Puy-de-Dome, destinato ad accogliere una parte dei migranti evacuati dalla tendopoli di Calais, è stato colpito questa notte da un tentativo di incendio doloso:. L'edificio era vuoto in quel momento e i pompieri sono intervenuti rapidamente

Mentre è in corso lo sgombero di oltre 6.000 persone dalla cosiddetta Giungla di Calais, Medici Senza Frontiere - che lavora nella Giumngla dall'inizio dell'emergenza - esprime preoccupazione per le persone più vulnerabili, i minori non accompagnati e quanti tenteranno ancora la traversata o vivranno in condizioni di precarietà nei prossimi mesi. "Lo smantellamento di Calais era inevitabile - afferma Loris De Filippi, presidente di Msf - non era pensabile in un paese come la Francia che migliaia di persone, tra cui centinaia di minori non accompagnati, venissero lasciate per anni a vivere in condizioni così indegne e pericolose. 

Ma lo sgombero non risolverà la situazione delle persone, di cui molte in fuga da conflitti e regimi autoritari, che cercano disperatamente di raggiungere l'Inghilterra per riunirsi alle proprie famiglie e che continueranno a tentare la traversata. E siamo preoccupati per tutte le persone che si costruiranno ripari di fortuna in altri siti nel nord della Francia, in una regione dove la temperatura invernale scende molto al di sotto dello zero". Una preoccupazione specifica riguarda i minori. Msf riporta un censimento dell'organizzazione francese Ftda del 12 ottobre, secondo il quale nel campo di Calais vi erano 1.291 minori non accompagnati, in media tra i 14 e i 18 anni (il più giovane 6 anni), che rimarranno a Calais finché non verrà accertata la loro situazione.

Intanto un altro problema della immigrazione selvaggia al nostro Paese : Su delega della Procura di Catania, la Polizia di Stato ha eseguito un'ordinanza cautelare nei confronti di 15 nigeriani accusati di avere gestito una tratta di giovanissime connazionali che avrebbero "reclutato, introdotto, trasportato e ospitato" in Italia per "costringerle ad esercitare la prostituzione". 

Sono indagati, a vario titolo, di associazione per delinquere, tratta di persone con l'aggravante della transnazionalità e di induzione e sfruttamento della prostituzione. Indagini della Squadra Mobile di Catania hanno evidenziato l'esistenza di più organizzazioni criminali - con basi in Nigeria, Libia, Catania, Campania ed in altre città del Nord Italia - che secondo l'accusa reclutavano in Nigeria giovani donne che, dopo essere state sottoposte a rito vudù ed avere contratto un debito, venivano trasferite dapprima in Libia, quindi condotte a bordo di imbarcazioni in Italia.

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