Castelluccio di Norcia distrutta... L'Ue ribadisce: pronti ad aiutare l'Italia
Prima notte del dopo terremoto trascorsa in auto o nelle strutture di accoglienza per la popolazione colpita dal nuovo terremoto tra Umbria, Marche e Lazio. Diverse le scosse avvertite chiaramente anche nella zona di Norcia, la più forte di tutte, di magnitudo 4.2, registrata alle 4:27 dai sismografi dell'Ingv
"L'Ue resta pienamente pronta ad aiutare la popolazione e le autorità italiane" nuovamente colpite dal terremoto, ha ribadito oggi il portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas dopo che ieri parole simili erano arrivate dal commissario europeo per gli Aiuti umanitari e la gestione delle crisi Christos Stylianidis.
"Ridateci le tende" è la richiesta che arriva dalla maggior parte degli abitanti di Norcia che hanno scelto di rimanere in città pur avendo le case inagibili o non potendo rientrare per la paura o perché all'interno della zona rossa. La Regione assicura comunque che già nelle prossime ore saranno montate tensostrutture collettive dove la comunità potrà passare la notte così che nessuno sia costretto a rimanere in auto. Per affrontare il problema degli sfollati con anche questo strumento che si aggiunge al trasferimento negli alberghi del Trasimeno e al contributo per l'autonoma sistemazione
Sono oltre quindicimila le persone assistite in seguito al terremoto di ieri mattina. Oltre cinquecento persone sono accolte in strutture alberghiere nell'area del Trasimeno e oltre quattromila negli alberghi sulla costa adriatica. A queste si aggiungono circa tremila persone in Umbria e altre settemila nelle Marche ospitate in strutture di prima accoglienza allestite a livello comunale. Rimangono, inoltre, tra gli assistiti a seguito del sisma del 24 agosto, oltre 1100 cittadini ospitati in alberghi e strutture ricettive, prevalentemente a San Benedetto del Tronto, presso le abitazioni del progetto C.a.s.e. nel comune dell'Aquila o nei Map localizzati in altri comuni d'Abruzzo nonché nelle residenze sanitarie assistenziali nelle quattro regioni colpite dal sisma.
La capitale non sorge su faglie sismiche, non è quindi ad alto rischio, ma il suo sottosuolo è di tipo alluvionale, un tipo di terreno che amplifica le onde sismiche scatenate dalle scosse provenienti o dal sistema appenninico o dalla zona vulcanica dei Castelli.
Anche oggi il terremoto di magnitudo 6,5 che ha colpito la zona di Norcia è stato avvertito nettamente a Roma, provocando danni alla basilica di San Paolo, crepe in alcuni palazzi e tanto panico tra i romani che in molti si sono riversati in strada. I terreni morbidi e alluvionali su cui sorge la capitale "tendono ad amplificare le onde sismiche ed è il motivo per cui si risentono molto i terremoti che avvengono nell'Appennino centrale", spiega il sismologo Antonio Piersanti, dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
"Il modo in cui viene risentito un terremoto - aggiunge - dipende molto dalla struttura del territorio". La possibilità che avvengano danni dipende invece dalle caratteristiche della propagazione delle onde sismiche. "A distanze superiori a 100 chilometri - ha detto ancora l'esperto - le onde sismiche danno oscillazioni lente, che possono essere risentite maggiormente dalle strutture molto grandi. E' una questione di risonanza".
Roma in passato non è stata immune dall'essere danneggiata dal terremoto, a cominciare da quello del 1348, epicentro nell'Appennino abruzzese, che provocò, tra l' altro, il crollo di parte del Colosseo, il lato che poggia su terreno alluvionale.
Sempre il Colosseo fu danneggiato da un altro terremoto nel 1703, sempre con epicentro l'Appennino abruzzese, mentre gravi danni furono registrati a Roma nel 1806, ma questa volta la responsabilità fu della zona vulcanica dei Colli Albani. Peraltro proprio in questi giorni si è discusso di un possibile risveglio del vulcano dei Colli Albani, ma il sismologo Piersanti ha osservato che "non c'è alcuna evidenza che in questo momento siamo in una situazione diversa da quella degli ultimi anni, non ci sono segnali di alcun tipo.
I Colli Albani sono attualmente un'area vulcanica sopita, potenzialmente ancora attiva, ma non ci sono state variazione recenti che possano far pensare a un risveglio".
Intanto riapre Ponte Mazzini, inagibili a scopo precauzionale, a causa di alcune lesioni, i due marciapiedi ai lati del ponte, al centro di Roma, e i passaggi sotto le arcate all'altezza del greto del fiume. A quanto riferito dai pompieri, si sta riaprendo sul ponte la viabilità. Due chiese del centro storico di Roma sono state dichiarate al momento inagibili a scopo precauzionale dopo i sopralluoghi dei vigili del fuoco in seguito al terremoto di ieri. Secondo quanto si è appreso dai pompieri, si tratta della chiesa di San Francesco nel rione Monti e di quella di piazza Sant'Eustachio. Inagibile anche la chiesa San Barnaba di Marino, ai Castelli romani.
Rallentamenti a Roma in seguito alla chiusura di un tratto della Tangenziale Est e di Ponte Mazzini, in centro, per verifiche legate alla scossa di terremoto di ieri. Al momento si registra traffico rallentato sul Lungotevere, a piazza Adriana e nella Galleria Principe Amedeo Savoia Aosta, in direzione piazza della Rovere, per la chiusura del ponte Mazzini. Disagi anche sulla tangenziale con rallentamenti tra l'uscita via Tiburtina-Portonaccio e l'uscita San Lorenzo-Largo Settimio Passamonti-Verano in direzione San Giovanni.
Mentre il premier Matteo renzi ribadisce che dopo il terremoto verrà ricostruito tutti e verranno sostenuti tutti i costi necessari a farlo dall'Ue arriva un nuovo messaggio di solidarietà al nostro Paese e anche Berlino sottolinea che il pattò di stabilità europeo è flessibile.
"Il patto di stabilità ha molta flessibilità che può e deve essere utilizzata intelligentemente e su questo la posizione del governo federale non è cambiata": lo ha detto a Berlino il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, rispondendo a una domanda su uno scorporo dei costi del terremoto dal computo del deficit italiano. Seibert, su questa "questione del bilancio", ha premesso di voler ribadire "ciò che è già stato detto in passato e naturalmente ancora ha validità". "Il patto di stabilità - ha aggiunto - non è un impegno che uno Stato membro ha assunto nei confronti di un altro stato", ad esempio "l'Italia nei confronti della Germania" ma di fronte "a tutti gli altri Stati membri" dell'Ue: "per questo tali questioni saranno da risolvere a livello europeo". "Oggi non voglio dire di più", ha aggiunto Seibert ribadendo che "il patto offre sufficiente flessibilità per poter reagire anche ad attuali acute sfide. Per tutto il resto, bisogna vedere".
L'Europa - dunque - si dice solidale. "Lo do per scontato", aveva tagliato corto ieri Matteo Renzi mentre il commissario Ue per gli Aiuti umanitari e la gestione delle crisi Christos Stylianidis, assicurava che l'Ue è "pronta ad aiutare".
Ma - perchè a Bruxelles un 'ma' c'è sempre - non nasconde che si dovrà valutare: "Stiamo monitorando attentamente l'impatto del nuovo terremoto in Italia". Invece Renzi ha fretta e lo dice in modo spiccio. "Penso alla chiesa di San Benedetto crollata a Norcia. San Bendetto è il patrono d'Europa. E oggi Europa significa ricostruire com'era tutto il territorio devastato dal terremoto e un pezzo d'identità italiana"
Non faremo nessun tipo di passo indietro non faremo sconti di nessun genere ha promesso Renzi -. Quello che serve lo prendiamo, abbiamo spazio - scandisce - per poterle prendere nel bilancio e non abbiamo nessun tipo di riguardo per le regole tecnocratiche che negherebbero l'idea stessa di identità del Paese e del territorio".
E se serve di più "l'Italia non lesinerà, non lesinerà nella ricostruzione dei luoghi che sono la nostra anima. E se l'anima è inquieta anche il Paese sta male...". Niente tende, si ricostruirà tutto, garantisce dunque Renzi che per domani ha convocato il consiglio dei ministri straordinario.
"Pensiamo di intervenire fin dalla fase emendativa nel decreto legge terremoto per un allargamento dell'area del cratere - spiega -. Nessuno deve pensare di essere lasciato fuori. Non c'è un problema di risorse. Quello che servirà siamo impegnati a metterlo in campo. L'importante è che dolore profondo, stress, stanchezza, non si trasformino in rassegnazione per questo popolazioni".
Per questo tanto il premier Renzi quanto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella da Israele fanno appello all'unità. "Faccio appello alle forze politiche a evitare polemiche assurde e divisioni - dice il primo -. Ora riconosciamo le priorità: un conto sono le divisioni tra i partiti, legittime e sale della democrazia, altra cosa sono le polemiche sul terremoto. Ora le forze politiche smettano di litigare e siano unite, c'è in ballo l'Italia". Il Capo dello Stato Sergio Mattarella, dalla sua visita di stato in Israele, assicura "la ricostruzione del territorio. "Occorre il contributo di tutti: di ogni territorio, di ogni parte, di ogni opinione perchè a tanti concittadini in difficoltà venga garantito il diritto di poter vivere con tranquillità nelle proprie case", è l'appello accorato del Presidente.