Elisabetta Sala a Rossano: il lato nascosto della storia
La bellissima Sala Tuke di Palazzo San Bernardino, a Rossano, sabato 5 maggio, ha ospitato, grazie alla collaborazione del Comune, la scrittrice Elisabetta Sala autrice dei saggi L’ira del re è morte (Ares, 2008); Elisabetta la sanguinaria (Ares, 2010); L’enigma di Shakespeare (Ares, 2011).
La Sala ha presentato la sua ultima fatica letteraria, il bellissimo romanzo L’esecuzione della giustizia (D’Ettoris Editori), ed è stata ospitata grazie alla collaborazione della dott.ssa Benedetta De Vita, e del Comune di Rossano, con la Biblioteca comunale di Rossano e la sua direttrice Patrizia Corrado.
L’evento è stato organizzato dalla Fondazione D’Ettoris. Le collaboratrici di Rossano hanno infatti accolto la scrittrice insieme alla dott.ssa D’Ettoris, direttrice della biblioteca Pier Giorgio Frassati. Hanno preso parte all’evento anche le classi del liceo linguistico di Rossano.
Elisabetta Sala, cultrice del periodo storico dell’Inghilterra Elisabettiana, ha presentato il suo libro mettendo in luce particolarmente i fedeli riferimenti storici del romanzo.
I ragazzi del liceo hanno potuto osservare bene i riferimenti contestuali anche grazie alla proiezione di alcune slide. La scrittrice non ha parlato solo del suo romanzo, ma proprio per i ragazzi ha proiettato alcune stampe, per illustrare come la storia che conosciamo attraverso i manuali non sia mai esclusiva.
Esiste una storia alternativa, silenziosa, che non è quella dei vinti, ma è quella che attinge direttamente alle fonti e alle testimonianze.
Riguardo all’Inghilterra di Elisabetta I per esempio, siamo tutti abituati alla lettura positiva che ne danno i manuali di storia, eppure la figura di questa regina non può essere presentata come immagine esclusivamente positiva. L’immagine della regina Elisabetta è anche quella di una donna dura, intransigente, che ha condotto l’Inghilterra dalla fedeltà alla Chiesa di Roma verso l’epoca del Protestantesimo non senza evitare contrasti e violenze. L’Età elisabettiana è anche un periodo di persecuzioni e di torture, per tutti quei cattolici che non si sottomettevano alla volontà della corona britannica.
È stata illustrata anche una stampa, che ritraeva lo scontro con l’Invincibile Armada, dove risulta caratteristica la raffigurazione della tempesta, intesa come simbolo della benevolenza di Dio a favore dell’Inghilterra. Dunque la storia, attraverso i manuali scritti dai vincitori, può divenire immaginario comune come anche stereotipo.
Un’appassionata di storia come Elisabetta Sala ci tiene a sottolineare che, al contrario di quanto comunemente s’intende, per tutte le vicende storiche esiste il lato nascosto della medaglia.
L’autrice è un’esperta di storia e di letteratura inglese, ha condotto opere di ricerca e ha scritto dei saggi storici. Ha scelto poi di passare al romanzo per vivere, e regalare ai lettori, un’esperienza completa e totalizzante. Nel suo romanzo “L’esecuzione della giustizia” emerge questo interesse per la storia in sé.
La vicenda trae origine dal 5 novembre 1605, quando fu sventato a Londra l’attacco al Parlamento inglese, noto come Congiura delle polveri.
La congiura viene presentata come uno dei primi attacchi terroristici dell’era moderna.
Il protagonista, Jack, è un adolescente, figlio di un uomo condannato a morte perché accusato di aver preso parte alla congiura. Il libro può essere letto, oltre che come un romanzo storico, anche come un romanzo di formazione, per il percorso di crescita che Jack dovrà affrontare, da solo, lontano dal suo passato e dalla sua famiglia.
Emerge poi l’emblematica figura di William Shakespere, che mette in luce gli artefatti e gli inganni del teatro, come del resto anche quelli della storia.
Shakespeare è una figura che rimane ambigua, ancora ai nostri giorni. Lo conosciamo come il poeta della corona, che scrive il Macbeth, la tragedia scozzese, per condannare la congiura delle polveri, ma che scrive anche il dramma di Amleto. Proprio di quell’Amleto che sembra tanto un moderno Orlando, il tormentato paladino cristiano dell’opera di Ariosto; e in questa stessa opera il drammaturgo sembra collocare il padre di Amleto nel Purgatorio, secondo una visione che non è certamente legata al Protestantesimo.
E così come Shakespeare anche la storia ha i suoi segreti.