Un Inno per Lappano
L'album, prodotto dalla Holly Music presieduta da Francesco Sorrenti, si avvale della musica composta da Gianni Ephrikian.
Il testo è dello stesso Sorrenti unitamente ad Amedeo Furfaro mentre l'esecuzione è affidata al gruppo vocale Hope & Joy diretto da Elisabetta Ghedin ( e c'è anche una versione strumentale).
Lappano è una localitá della Presila situata a 650 metri sul livello del mare, ai piedi del monte Santo Janni.
Il centro, con una economia di base agricolo/terziaria, conta 933 abitanti con una tenuta sostanzialmente stabile rispetto al dato del 2001 che comunque ne stabilizzava l'abbassamento sotto quota mille.
Il picco demografico si era registrato nel lontano 1911 prima del crollo degli anni 1950/60 soprattutto a causa dell'emigrazione.
Sulla sua superficie insistono le frazioni di Altavilla e Santo Stefano.
Lappano era uno dei Casali di Cosenza, peraltro formato da due nuclei di abitanti, il secondo dei quali era il Corno.
Lo storico Gustavo Valente ricorda che la nascita del borgo risalirebbe al secolo IX, all'esodo dei cosentini che fuggivano dall'invasore arabo Abulcasino.
Studi più recenti spostano all'epoca romana i primi insediamenti e latina sarebbe la stessa origine del nome Lappano (Appius), non derivante da lappa (pianta selvatica). Il Casale di Lappano con la motta di Corno (l'attuale Altavilla) divenne in epoca medievale una delle 21 Baglive di Cosenza ovvero una circoscrizione territoriale avente autoritá amministrativa con funzioni e poteri di esazione.
Privilegi al suo indirizzo furono concessi anche da Re Alfonso il Magnanimo e poi ribaditi da Ferdinando d'Aragona nel 1464.
Durante il dominio spagnolo nel secoli 15mo e 17mo la popolazione, escluse poche famiglie benestanti e nobiliari, fu attanagliata da tasse e avversitá di vario ordine.
Dal 1644 e fino al 1647, anno della rivolta di Celico, il centro restò infeudato al Granducato di Toscana come altri Casali del Cosentino.
Nel 1799 alcuni lappanesi parteciparono alla rivolta antiborbonica di Napoli.
Con due decreti del 1807 e del 1811, durante il periodo francese nel regno di Napoli (1806/1815), Lappano assurse al rango di Comune, decisione a cui avrebbe fatto seguito un tormentato iter di assestamento con la successiva restaurazione borbonica. Fra il 1844 e il 1860, prima cioè dell'Unitá d'Italia, diversi patrioti lappanesi si distinsero per passione e attivismo risorgimentale, fra questi Michele Marra, Natale de Santis e Luigi Imbrogno.
La locale comunitá religiosa è devota, oltre che al patrono San Giovanni Battista, a Santa Gemma Galgani, la lucchese che miracolò due lappanesi nel 1933 e nel 1935 e che nel 2014 è stata dichiarata compatrona.
Della Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, costruzione di origine medievale ma riportata allo stile quattrocentesco, si segnala l'Altare Maggiore, ligneo e con intagli dorati, l'Altare del Rosario, avente un polittico con pitture "che rievocano la maniera dei retablòs di stile plateresco di Spagna" (Barillaro) ed una Fonte battesimale quattrocentesca. Interessanti anche la Chiesa di S. Maria alle Grazie e, ad Altavilla, la Chiesa di S. Maria dell'Assunta e quella dedicata a S. Maria della Neve.
Suggestivi, anche per le leggende fioritevi intorno, i ruderi del Castello di Altavilla che fu dei principi di San Severino.
Il territorio si caratterizza per un ambiente di particolare bellezza. Il torrente Corno che lambisce anche il territorio di San Pietro in Guarano, è ideale per trekking, percorsi naturalistici e safari fotografici. Fra sentieri, salti d'acqua e cascate (la più alta arriva a 18 metri) il Corno ha un sottobosco ricchissimo di specie erbacee, floreali e arboree nonchè di svariati esemplari faunistici.
Fra i colli dei Casali
Col sole che t'illumina
Sin dal dominio romano
Popolo presilano
Su quella verde altura
Vissero santi e eroi
Che nel risorgimento
La libertá han cercato
Rit.
Lappano Lappano Amata Lappano
Per sempre Nei nostri cuori Noi ti portiamo
Santa Gemma Galgani
Prodigi vi ha operato
Terra di chiese e fede
Santa Maria ha invocato
Tutta natura intorno
Fra i ricci e le castagne
Fra i merli e le poiane
Scendono le cascate
Rip. Rit.
Inciso
E nelle notti d'estate
Nel castello di Altavilla
Coi folletti a volteggiar
Un tesor forse riposa
Ma è fantasia.