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Roma: 'Raggi impreparata', scoppia il caso Berdini

Su certe scelte sembra inadeguata al ruolo che ricopre. I grand commis dello Stato, che devo frequentare per dovere, lo vedono che è impreparata. Ma impreparata strutturalmente, non per gli anni". Lo dice della sindaca di Roma Virginia Raggi l'assessore all'Urbanistica della Capitale Paolo Berdini, in un colloquio con la Stampa. "Se lei si fidasse delle persone giuste... - si sfoga Berdini - Ma lei si è messa in mezzo a una corte dei miracoli. Anche in quel caso, io glie l'ho detto: 'Sei sindaco, quindi mettiti intorno il meglio del meglio di Roma'. E invece s'è messa vicino una banda". "Sono proprio sprovveduti - dice quindi Berdini su Raggi e Salvatore Romeo, il funzionario del Comune che le ha intestato una polizza assicurativa - Questi secondo me erano amanti. L'ho sospettato fin dai primi giorni, ma mi chiedevo, com'è che c'è questo rapporto?". "Io sono amico della magistratura - dice anche Berdini - Paolo Ielo lo conosco benissimo, è un amico, ma lei è stata interrogata otto ore. Anche lì c'è qualcosa che non mi torna".

"Così ci danneggia e non fa squadra", dice più di uno dopo avere letto l'intervista su La Stampa poi smentita dal diretto interessato. Berdini nell'intervista sostiene che la "Raggi è impreparata e circondata da una banda". Poi fa congetture sul rapporto personale tra Raggi e Romeo. "E' evidente che non sta portando avanti un gioco di squadra, rilascia dichiarazioni più vicine alle opinioni personali che non allo spirito di squadra", dicono alcuni consiglieri

Intanto Beppe Grillo sul blog rilancia "i 91successi di Virginia Raggi e del MoVimento 5 Stelle a Roma". Con questo titolo il post su facebook della sindaca di Roma Virginia Raggi approda sul blog di Beppe Grillo, a testimonianza della fiducia che il leader M5S - che rilancia il post anche sul suo profilo twitter - continua a riporre nella prima cittadina capitolina. Questo pomeriggio Raggi sarà tra i sindaci presenti alla conferenza di presentazione del sito sui "risultati" dei Comuni guidati dal M5S.

L'assessore all'Urbanistica della capitale in un colloquio con 'la Stampa' avrebbe parlato di una sindaca "impreparata" e con "intorno una banda". Lui puntualizza di non aver mai concesso una interviste al giornale. Ma il colloquio viene confermato. La sindaca Raggi, interpellata sulla vicenda sottolinea: "Mi aspetto una smentita, a me ha sempre detto il contrario" e ci sarà a breve un incontro tra i due. La posizione dell'assessore, che per le sue posizioni sullo stadio della Roma aveva già causato più di un maldipancia dentro M5S, è ora in bilico. Una parte dei consiglieri sostiene che ha "danneggiato la squadra dicendo falsità" e sarebbe per le sue dimissioni. 

L'assessore all'Urbanistica di Roma Paolo Berdini ha smentito al telefono con Rai News 24 di aver mai rilasciato un'intervista al quotidiano la Stampa in cui tra l'altro si definisce 'impreparata' la sindaca Virginia Raggi. 'Stavo parlando con due amici e il giornalista, questo piccolo mascalzone, ha carpito alcune frasi - ha detto Berdini - Sindaca impreparata? Tutti noi della Giunta siamo impreparati, anche io mi ci metto, l'avevo già detto. Non immaginavo il baratro che ho trovato: la città é messa in ginocchio'. Nel titolo dell'articolo si attribuisce a Berdini la frase 'Raggi si e' circondata di una corte dei miracoli' in relazione a Raffaele Marra e a Salvatore Romeo e si definisce 'sfogo' quello dell'urbanista. 'Non ho mai detto queste cose - ha risposto Berdini - Non mi fate scendere nello scantinato in cui e' sceso questo poveretto'.

'Questa mattina l'assessore del Comune di Roma Paolo Berdini ha smentito di aver rilasciato delle dichiarazioni al nostro giornale sulla Giunta di Virginia Raggi', sottolinea La Stampa in una nota in cui 'conferma parola per parola il colloquio con l'assessore Berdini pubblicato nell'edizione odierna a firma del giornalista Federico Capurso'. 'Se umanamente si può comprendere l'imbarazzo dell'assessore - continua La Stampa - questo comunque non giustifica in alcun modo gli inaccettabili giudizi che Berdini ha pronunciato sul collega per cercare di smentire quanto riferito'.

Intanto Virginia Raggi è indagata in concorso con Salvatore Romeo per abuso d'ufficio in relazione alla nomina del suo fedelissimo a capo della segreteria, nell'agosto dell'anno scorso. La sindaca dunque, oltre ad essere sotto indagine per la nomina del fratello di Raffaele Marra - per la quale deve rispondere pure di falso -, ora è implicata anche nel passaggio di Romeo da funzionario nel Dipartimento Partecipate, con stipendio di 39 mila euro annui, alla guida della sua segreteria, con un salario di quasi 120 mila euro. Stipendio poi sceso a 93 mila per l'intervento dell'Authority anticorruzione (Anac).

Uno sviluppo inevitabile la nuova indagine sulla sindaca, data la sua firma sulla nomina di Romeo, suo fedelissimo, nella delibera di giunta votata all'unanimità il 9 agosto scorso. "Non ci è arrivata alcuna comunicazione - dice in serata l'avvocato di Raggi, Alessandro Mancori -. Se dovesse essere indagata affronteremo anche questa, sicuri che la sindaca abbia seguito la procedura corretta per la nomina, con i pareri necessari".

"Siamo sereni e fiduciosi, il dottor Romeo non ha nulla da nascondere - dice il suo legale Riccardo Luponio -. Studieremo le carte e poi decideremo se, come e quando rispondere". La nomina di Romeo era stata aspramente avversata dall'allora capo di gabinetto Carla Raineri: il magistrato aveva espresso parere sfavorevole, avvertendo la sindaca che si configurava un abuso d'ufficio esemplare, come descritto nel suo esposto ai pm. Raineri si dimise l'1 settembre per gravi contrasti con il trio Raggi-Marra-Romeo, dopo che l'Anac - interpellata a suo giudizio strumentalmente dall'amministrazione M5S - aveva dato parere sfavorevole alla sua di nomina la Corte dei Conti nei giorni scorsi ha stabilito che fu invece regolare. L'abuso d'ufficio di Raggi e Romeo nella nomina di quest'ultimo consisterebbe soprattutto nell'aver attribuito a un dipendente un vantaggio economico che in altro modo non avrebbe potuto raggiungere.

«La libertà di stampa è un valore irrinunciabile per ogni Paese democratico. Ma altrettanto irrinunciabile è il rispetto della verità a cui ogni giornalista, per deontologia ed etica professionale, dovrebbe attenersi. In questi giorni abbiamo assistito a uno spettacolo indegno da parte di certa stampa, che ha usato la vicenda di una polizza a vita intestata a Salvatore Romeo, e il cui vero beneficiario è lui stesso tranne nell'ipotesi estremamente improbabile della sua morte, per infangare e colpire in maniera brutale la sindaca Virginia Raggi e l'intero M5S». Comincia così la lettera che il vice presidente della Camera Luigi Di Maio ha consegnato ieri al presidente dell'Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino nel corso di un incontro a Montecitorio. Lettera che si traduce in una sorta di vera e propria lista dei «cattivi», secondo i 5Stelle, che ha provocato l'immediata protesta degli altri partiti.

«Eccoli qui di seguito, con nomi e cognomi», si legge ancora nella lettera che elenca alcuni casi giudicati dal Movimento come diffamatori. Quelli datati il 3 febbraio di: Emiliano Fittipaldi (L'Espresso), Fiorenza Sarzanini (Corriere della Sera), Carlo Bonini (La Repubblica), Alessandro Sallusti (Il Giornale), Elena Polidori (QN-Carlino-Nazione-Giorno), Valentina Errante e Sara Menafra (Il Messaggero), Edoardo Izzo (La Stampa). Per gli articoli del 4 febbraio ancora Fiorenza Sarzanini e Ilaria Sacchettoni (Corriere della Sera), Elena Polidori (QN-Carlino-Nazione-Giorno), Valentina Errante e Sara Menafra (Il Messaggero). «All'elenco - fa sapere Di Maio - si aggiungono gli articoli pubblicati ieri da Corriere della Sera (ancora a firma Sarzanini) e Repubblica (Carlo Bonini), in cui io stesso vengo tirato in ballo, nonostante avessi già smentito tutto a dicembre 2016, con illazioni diffamatorie che non trovano riscontro nei fatti».

«Chiediamo al presidente Iacopino di respingere al mittente la lettera e di intervenire energicamente contro questo assalto alla stampa da grande inquisitore», dice il dem Emanuele Fiano. «Di Maio fa liste di proscrizione come durante il Ventennio e non si preoccupa dello spettacolo incredibile offerto dalla giunta Raggi», gli fa eco il renziano Ernesto Carbone. «Sono 8 mesi che Roma è bloccata da arresti, dimissioni, bugie e indagati. Povero Di Maio, probabilmente a lui piace quella stampa con cui condividere il sostegno a Marra, che incontrava e a cui chiedeva di rimanere. Ecco, magari spieghi anche questa cosa». Di «fatto grave, perchè costituiscono un'insidia alla libertà dei cittadini di essere informati», parla anche Paola Spadari, dell'Odg del Lazio: «Siamo sicuri che il presidente Iacopino saprà respingere questo tentativo di attacco alla libera informazione».

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