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Venerdì, 01 Novembre 2024

E' in distribuzione il nuovo numero di La Sila, storico periodico indipendente cosentino nato nel 1947, tuttora in attività.
Ancora una volta si tratta di un numero monografico, come quello precedente incentrato sulla situazione di palazzo Martire a Pedace.
Dedicato, stavolta, alla figura del compianto Vincenzo Ziccarelli, editorialista del periodico nonché commediografo, scrittore, politico già presidente dell'Amministrazione Provinciale di Cosenza.
La rivista e' arricchita di contributi diversi di operatori dell'informazione, della politica, della cultura e dello spettacolo che sono stati in vario modo a contatto diretto con Ziccarelli.
All'interno altresi e' contenuta l'idea proposta di istituire in futuro un Museo della Prosa presso quel Teatro Morelli che ospito' il Consorzio Teatrale Calabrese e il Teatro Stabile di Calabria, strutture che videro Ziccarelli operare da protagonista nel mondo teatrale calabrese sin dagli anni 70 e 80.
Successivamente il drammaturgo rivestì, fra l'altro, il ruolo di direttore della rassegna Zolfo e Malie di Guardia Piemontese e di ciò il numero di La Sila si occupa ampiamente oltre a ricostruire, del proprio illustre collaboratore, un ampio profilo biografico intellettuale ed artistico.

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La carriera della Signora Sastri è costellata da innumerevoli successi in differenti campi, dall'arte scenica classica, moderna e musicale, fino al cinema in tutti i suoi registri e alla canzone, popolare e d'autore. La sua bravura è ampiamente riconosciuta e le sue qualità sono state insignite con ben tre premi David di Donatello e quattro Nastri d'argento. I riconoscimenti sono avvenuti anche a livello istituzionale, dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che nell'aprile del 2011 le ha conferito l'onorificenza di Commendatore della Repubblica italiana.

Lina Sastri  e in scena a Roma fino oggi 30 marzo 2014 al Teatro Quirino con lo spettacolo "Linapolina", uno spettacolo in musica e poesia da lei stessa concepito e recitato.
Scrive Lina Sastri alla presentazione del suo spettacolo parlando anche con il Corriere del Sud:
Il mio nome finisce con l'inizio del nome della mia città, il nome della mia città finisce con l'inizio del mio nome, il nome della mia città comincia con la fine del mio nome, il mio nome comincia con la fine del nome della mia città.
LinaNapoliLina.
Ho provato a dirlo come un unico suono, e sembra proprio di dire, di cantare, sempre...Napoli... senza fine, Napoli, all'infinito. È per questo che ho voluto chiamare così questo spettacolo, questo concerto in musica e parole dove racconto la mia terra con la sua musica immortale, infinita, accompagnata da otto musicisti e un danzatore, passando, come sempre, dalla parola alla musica, alla danza, in un flusso dell'anima che va e viene, come il mare. Come sottotitolo ho scelto "le stanze del cuore" perché, scrivendolo, provandolo, mi sono accorta che ogni parola, verso o nota visitavano uno spazio del palcoscenico, facevano vivere emozioni e pensieri. Per la prima volta, ogni parola è scritta da me, ogni verso è nato di getto, e così è rimasto, e l'ho collocato nello spettacolo, che così è diventato una "cantata poetica in musica". Cominciai con "Cuore mio" a raccontare la mia musica che si fa teatro, e poi seguirono "Melos", "Corpo celeste", "Mese Mariano", e poi le parole de "La casa di Ninetta", fino a "Per la strada", dove scelsi la musica napoletana contemporanea. Ora è tempo di ritornare a casa, quella conosciuta, continua l'artista ma con il bagaglio di questi anni, che mi hanno fatto mescolare da sempre strumenti e note senza fermarmi alle vie conosciute, ma cercando, sempre, vie nuove di musica, percorsi che non hanno paura di cantare la tradizione senza limitarsi alla tradizione, cercando nella musica il teatro, guardando ad ogni canzone come a un momento di emozione da comunicare con la voce, con il canto, con il corpo, con il cuore, con l'anima. Con la scelta degli strumenti e dei colori della musica, con la luce, con i silenzi. La libertà è la nota più bella, me la concedo, è il regalo più grande che mi fa la musica, è per questo che la scelgo, oggi più che mai, come una tappa importante della mia vita dedicata al teatro e all'arte.
Lina Sastri presentera il suo spettacolo oltre a Roma il 3 aprile Gorizia il 5 aprile  Jesi  il 9 aprile Napoli Teatro Diana e il 29 aprile Teatro Manzoni
Milano
Francesca Motta scrive riguardo lo spettacolo di Sastri: "Si sente forte lo spirito mai sazio della città vesuviana nel concerto di parole e musica dal vivo scritto, diretto e interpretato da Lina, si respira a pieni polmoni il profumo e il gorgoglio del mare, carico di attesa e vitalità, continuamente evocato. "Napoli e in un attimo fu musica" eccoci dentro l'orgia emotiva, (più di due ore) sulle note di " I'te vurria vasà", incipit di uno spettacolo intimo e potente, esteticamente bellissimo, con lei divinatrice della scena in un flusso ondivago di canzoni e versi, prima in sontuoso e rollante abito da sera rosso fiamma simbolo del furore giovanile e nella seconda parte verso la maturità fasciata d'inebriante pizzo nero, in tandem con compagni d'avventura otto  musicisti e il dandy danzatore Diego Watzke"ù.

Ce l'ha fatta. Paolo Sorrentino ha messo le mani sull'ambita statuetta d'oro. E' suo il miglior film straniero premiato nella notte degli Oscar. "La grande bellezza" ha trionfato. Previsioni confermate dunque. L'ultimo film italiano a vincere era stato "La vita è bella", di Roberto Benigni (1999). Sorrentino sale sul palco visibilmente commosso.

Accanto a lui Toni Servillo, che nel film interpreta magistralmente Jep Gambardella, il giornalista che vive una crisi esistenziale e critica dall'interno una Roma troppo caciarona e festaiola, di cui però non riesce a fare a meno. "Grazie alla mie fonti di ispirazione - ha detto Sorrentino con la statuetta in mano -: Talking Heads, Federico Fellini, Martin Scorsese e Maradona. Grazie a Roma e a Napoli e alla mia personale grande bellezza: Daniela, Anna e Carlo (la moglie e i figli, ndr)".Cosi....

La grande bellezza" di Paolo Sorrentino ha vinto l'Oscar per il miglior film straniero. "Grazie alle mie fonti di ispirazione Federico Fellini, Martin Scorsese, Diego Armando Maradona, a Roma, a Napoli e alla mia più grande bellezza personale, Daniela, Anna e Carlo". Queste le prime parole di Paolo Sorrentino sul palco del Dolby Theatre dopo aver ricevuto l'Oscar per "La Grande Bellezza".

"Grazie a tutti gli attori, i produttori e a tutta l'equipe", l'esordio del discorso di Sorrentino sul palco. Il regista ha ringraziato anche i Talking Heads, autori anche del brano che ha dato il titolo ad uno dei suoi film, "This must be the place".

Paolo Sorrentino ha ringraziato Fellini, Maradona, i Talking heads e Martin Scorsese. ''Sono quattro campioni nella loro arte che mi hanno insegnato tutti cosa vuol dire fare un grande spettacolo, che è la base di tutto lo spettacolo cinematografico. Sono molto emozionato e felice, non era scontato questo premio, i concorrenti erano temibili ora sono felice e sollevato''. Sorrentino poi ha parlato del cinema italiano. "Spero che questo film e questa vittoria siano una porta aperta affinché il cinema italiano diventi più cinema per il mercato internazionale''.

L'Oscar torna in Italia dopo 15 anni. L'ultimo ad aver conquistato la statuetta era stato Roberto Benigni con "La vita è bella" nel 1999. Ad annunciare la vittoria della "Grande Bellezza" sono stati Ewan McGregor e Viola Dacis. Sorrentino ha ricevuto il premio insieme a un entusiasta Toni Servillo e il produttore Nicola Giuliano.

Il neoministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha chiamato al telefono Sorrentino per esprimergli "gioia e ringraziamenti". "Al risveglio - ha scritto su Twitter - sarà per l'Italia un'iniezione di fiducia in se stessa. Viva Sorrentino, viva il cinema italiano! Quando il nostro Paese crede nei suoi talenti e nella sua creatività, torna finalmente a vincere".

Orgoglio italiano per Paolo Sorrentino e per il suo film 'La Grande Bellezza'. Così di buon mattino il presidente del Consiglio Matteo Renzi in un tweet plaude all'Oscar italiano: "in queste ore dobbiamo pensare ad altro e lo stiamo facendo. Ma il momento orgoglio italiano per Sorrentino e #LaGrandeBellezza ci sta tutto". "Questa mattina ho chiamato Paolo Sorrentino per fargli le congratulazioni a nome del governo", ha detto Renzi all'inaugurazione dell'anno accademico della scuola di formazione dei Servizi di sicurezza: il suo Oscar "è un segnale importante perché non abbiamo paura di allargare le nostre ambizioni". "La competizione internazionale dell'Italia si misura non solo sull'economia e l'industria ma anche sulla capacità di avere ambizioni e sogni grandi" dice Renzi.

Il vero vincitore dell'86/ma edizione degli Oscar è però Gravity di Alfonso Cuaròn che si porta a casa ben 7 statuette su 10 nomination, tra cui anche regia e montaggio. Miglior film, però, è 12 anni schiavo. Miglior attore protagonista Mattew McConaughey, miglior attrice Cate Blanchett.

Tutti i premi dell'86/ma edizione

- FILM: "12 anni schiavo"

- REGIA: Alfonso Cuarón per "Gravity"

- ATTORE PROTAGONISTA: Matthew McConaughey per "Dallas Buyers Club"

- ATTRICE PROTAGONISTA: Cate Blanchett per "Blue Jasmine"

- ATTORE NON PROTAGONISTA: Jared Leto in "Dallas Buyers Club"

- ATTRICE NON PROTAGONISTA: Lupita Nyong'o in "12 anni schiavo"

- FILM D'ANIMAZIONE: "Frozen"

- FILM STRANIERO: "La Grande Bellezza"

- SCENEGGIATURA ORIGINALE: Spike Jonze per "Lei"

- SCENEGGIATURA NON ORIGINALE: John Ridley per "12 anni schiavo"

- CORTO D'ANIMAZIONE: "Mr. Hublot"

- FOTOGRAFIA: Emmanuel Lubezki per "Gravity"

- SCENOGRAFIA: Catherine Martin e Beverley Dunn per "Il Grande Gatsby"

- COLONNA SONORA ORIGINALE: Steven Price per "Gravity"

- SONORO: Glenn Freemantle per "Gravity"

- MONTAGGIO SONORO: Skip Lievsay, Niv Adiri, Christopher Benstead e Chris Munro per "Gravity"

- TRUCCO: Adruitha Lee e Robin Mathews per "Dallas Buyers Club"

- COSTUMI: Catherine Martin per "Il Grande Gatsby"

- CORTO DOCUMENTARIO: "The Lady in Number 6: Music Saved My Life"

- CORTOMETRAGGIO: "Helium"

- DOCUMENTARIO: "20 Feet from Stardom"

- EFFETTI VISIVI: Tim Webber, Chris Lawrence, David Shirk e Neil Corbould per "Gravity"

- MONTAGGIO: Alfonso Cuarón e Mark Sanger per "Gravity"

- CANZONE ORIGINALE: "Let it go" di Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez per "Frozen"

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