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Venerdì, 01 Novembre 2024

Inizia domani giovedì 8 settembre 2016 e si scontrerà con la seconda puntata di Un Medico in Famiglia 10 in onda sull’ammiraglia Rai.

 

Nel cast di Squadra Antimafia 8 non vi saranno, come ormai tutti sanno, nè Marco Bocci, l’affascinante Calcaterra, nè Giulia Michelini. Oltre, quindi, ai confermati: De Silva, interpretato da Paolo Pierobon, e la Cantalupo, interpretata da Daniela Marra, tanti nuovi innesti cercheranno di far dimenticare i vecchi personaggi. Riuscirà Giulio Berruti, ad esempio, con il suo personaggio, a prendere il posto di Calcaterra ? A deciderlo saranno solo i telespettatori che da giovedì 8 settembre seguiranno le nuove puntate dell’amatissima fiction Mediaset.Cosa succederà nella prima puntata di Squadra Antimafia 8 in onda giovedì 8 settembre 2016? La nuova squadra Duomo, sotto la guida della rientrante Anna Cantalupo, si ritroverà subito orfana del sostituto del vice-questore Calcaterra. La morte di Tempofosco però, oltre a causare la rottura di un equilibrio appena ritrovato e a riempire di dolore i colleghi della Duomo, aprirà un nuovo capitolo e una nuova faida. A voler che Tempofosco morisse è infatti stato Giovanni Reitani, nuovo boss della zona che, ritornato dopo 30 anni, volendo prendere il comando, ha iniziato a far scorrere sangue per le strade.

 

Un'esplosione coinvolgerà alcuni membri della Squadra Duomo e l'arrivo in Italia di un misterioso personaggio, il boss Reitani (Ennio Fantastichini), le cui mosse saranno imprevedibili e letali apriranno l'ottava stagione della fortunata serie. E poi, come nella tradizione di Squadra Antimafia, non mancheranno le passioni divoranti dei protagonisti: la conturbante lap dancer Patrizia (Caterina Shulha) metterà in crisi la fredda determinazione di Reitani ma porterà lo scompiglio anche all'interno della Duomo

 

I nuovi membri dovranno dividersi tra un lavoro che non lascia respiro e la ricerca di qualche momento di serenità. Tornerà De Silva (Paolo Pierobon), di cui come sempre sarà impossibile prevedere le mosse e che però in questa nuova stagione sarà al centro di un colpo di scena davvero incredibile.

 

Ma non è tutto. Si sta concludendo un importante accordo internazionale per la cessione dei diritti di remake della serie Tv "Squadra Antimafia" per il mercato di telespettatori ispanici residenti negli Stati Uniti (oltre 50 milioni) e in Messico. Un'ulteriore conferma del grandissimo successo della serie in onda sulle Reti Mediaset dal 2009. Nel corso degli anni "Squadra Antimafia" è stata esportata in oltre 60 paesi in tutto il mondo. In Italia ha registrato una media totale di 5 milioni di telespettatori e una share del 24% sul pubblico attivo. È la serie televisiva italiana più social in assoluto: la pagina Facebook conta la cifra record di 1.200.000 fan.

Ma “Squadra Antimafia 8”  ha anche un nuovo personaggio centrale e sara interpretato da Hong-hu Ada, la bellissima ed affascinante attrice e cantante italo-giapponese cresciuta a Miami (USA) e tra Italia e Londra, l abbiamo intervistata in esclusiva per il corriere del sud per il suo debutto alla serie piu amata dagli Italiani.

Attrice completa, cantante e doppiatrice, artista a tutto tondo. Ecco Hong-Hu Ada, la nuova promessa del cinema internazionale, coprotagonista di Squadra Antimafia 8 e non solo voce della tigre Shira nel capolavoro d’animazione della 20 Century Fox L’Era Glaciale 4 e nell’ultimo capitolo della saga,  L’Era Glaciale 5in  rotta di collisione, nelle sale italiane già d'agosto, ma anche interprete di tutta la colonna sonora.

"Quando mi hanno comunicato di essere stata scelta per “Squadra Antimafia 8” quasi sono scoppiata a piangere mi dichiara Hog Hu Ada. Ho sentito i battiti del cuore sempre più forti e una stretta allo stomaco. E’ stata una notizia meravigliosa per me sapere di essere un personaggio di punta di questa famosa serie tv, così bella, avvincente, emozionante e seguita da tanto pubblico. E’ tutto molto bello, ma alla stesso tempo, comporta anche una grande responsabilità

Per contratto non posso dire tante cose ma saro una ragazza forte,mi dice Hong Hu determinata, di grande fascino ma sensibile e anche fragile, definita come “Una Lara Croft” in terra siciliana. Una ragazza che combatte, corre proprio come Angelina Jolie nel film Tomb Raider. Sono sicura che emozionerà e appassionerà tanto, sia grandi che piccoli".

Ma vediamo chi la bellissima Hong Hu Ada una carriera in ascesa, bastino le collaborazione con maestri del cinema come Pupi Avati, Nanni Moretti o Emiliano Ferrera per credere. Prima il mentore però,  Abel Ferara “Lui è un genio assoluto, anche se è una perrsona complicata e difficile con cui lavorare.

 

Hong Hu Ada giovanissima, bellissima e con un curriculum che metterebbe in imbarazzo anche i più grandi: lineamenti orientali che raccontano delle sue doppie origini, italiane quanto nipponiche, madrelingua inglese ma cresciuta negli States, a Miami. Hong Hu Ada ha ricostruito il suo percorso professionale, dai primi passi sui palchi americani fino all’esperienza a cavallo tra grande e piccolo schermo, attrice in Squadra Antimafia 8 e voce in L’era Glaciale.

 

Nel mentre la musica incisa nello storico studio di registrazione di Abbey Road e la carriera cinematografica diretta dal maestro e mentore Abel Ferrara, con uno sguardo rivolto in avanti verso l’International Tour Film Fest di Civitavecchia che la vedrà madrina dal 28 settembre fino al 1 ottobre: un progetto di respiro internazionale che preme sul meltin pot che la stessa attrice rappresenta. Italia culla di insegnamenti cinematografici, come quelli del vecchio Sergio Leone rivolti ad un giovanissimo Cameron.

 

Abel Ferara “Lui è un genio assoluto, anche se è una persona complicata e difficile con cui lavorare....Maestro della creatività e del modo di fare cinema – commenta continuando la sua intervista al Corriere del Sud l’attrice italo giapponese –  Fa onore all’Italia: è americano, vincitore di un Oscar, ed innamorato dell’Italia. ‘La vita di Pasolini’ e ‘Maria Maddalena’ sono entrambi girati in Italia. Abel è stato il primo che ha creduto in me e mi ha dato la possibilità di essere sul set con quattro premi oscar. Mi ha dato una possibilità importantissima e l’ha fatto per tre volte, Io a questo signore devo tutto”.

 

“In Italia c’è una distinzione tra attrice, cantante, cantautrice e doppiatrice. Io vengo dall’America e lì questa distinzione non c’è”, racconta a Il Corriere del Sud Hong-Hu Ada, prodotto nuovo nel mercato italiano. Negli States infatti è normale recitare e cantare e quindi unire e fondere due anelli della stessa collana, ne sono esempi Jennifer Lopez, Will Smith o Jamie Fox piuttosto che Kevin Costner. Gli Stati Uniti, spiega la stessa Hong Hu, vedono l’artista in quanto tale e dunque a 360°, “la distinzione picchia la creatività. Non ci sono barriere, non c’è una distinzione e non facciamo le differenze tipicamente italiane: copione, sceneggiatura e pentagramma sono la stessa cosa”.

 

Civitavecchia sara teatro e un spettacolo pirotecnico con ospiti stranieri ed italiani, vedi Paolo Genovese presente all’apertura della manifestazione. Ha recitato nella pellicola “The kay and the answer” per la regia di Silvio Alfonso Nacucchi, un fantasy andato in Gran Bretagna, mentre sta per uscire il suo nuovo disco, il settimo della sua carriera, “The door of desires”.

 

Ma quanto è stato importante nel corso della carriera il suo multiculturalismo? “Mi ha aiutato molto, le mie capacità su più fronti hanno scatenato curiosità ed interesse nelle persone”. Caratteristiche che oggi fanno di Hong Hu uno dei fiori all’occhiello del panorama cinematografico italiano, già promessa madrina del Festival del Cinema di Civitavecchia, l’attrice italo giapponese ha potuto nel corso del suo percorso fare forte affidamento su un pista che lei stessa ha definito dorato. Ne è l’esempio il suo ruolo nell’Era Glaciale: scritturata dalla Fox per il colossal d’animazione al momento della scelta è seconda solo a Jennifer Lopez nella scelta della doppiatrice in lingua originale, così Hong-Hu è diventata la voce italiana della tigre Shira che nel prossimo episodio sarà unica protagonista del film. Ruolo da protagonista che ha fatturato di miliardi di dollari per l’azienda americana.

 

Tante collaborazioni per arrivare poi all’impegno più importante di questi ultimi mesi, Squadra Antimafia.

 

La guida della serie è affidata a Renato Di Maria: regista italiano dal taglio molto internazionale, confessa la ‘Lara Croft’ della fiction. Recitazione asciutta, naturale e spontanea, tipico degli States. Un distacco tra Italia e America capace di non avvertirsi nel cast di un programma televisivo tra i più seguiti in Italia.

 

Ma cosa manca al piccolo schermo italiano per mettersi allo stesso livello di quello americano? “E’ complicato da spiegare. In Italia manca la mentalità, bisogna apprezzare di più i talenti,  bisogna riconoscerli.  Ci sono tantissimi bravi attori che sono poco valorizzati. Questo il primo step. Poi il modo di girare sarebbe da rivedere, più spazio a storie che non siano soltanto delle commedie spicciole ma che abbino un senso del racconto vero come ad esempio ‘Il Trono di spade’ o ‘Miami vice’. Prodotti internazionali che vanno in tutto il mondo,  il set del racconto ed una mentalità che deve cambiare. La valorizzazione dei talenti e stop alle raccomandazioni che picchiano il talento. L’Italia è la patria del cinema mondiale, vedi Fellini, De Sica e Visconti. Oggi il mondo ci invia la storia, oggi ci siamo però un po’ persi. Occorre che si torni a quegli anni, alle Notti di Cabiria o al Gattopardo”.

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In un’atmosfera suggestiva, sabato scorso, presso il teatro greco di Tindari si è svolta la cerimonia dei sessant’anni dalla riapertura al pubblico dell’antica struttura greco-romana.

Era il 25 agosto 1956 quando, dopo duemila anni di inattività, la scintilla dell’arte tornò a brillare nel teatro di Tindari con la messa in scena dell’Aiace di Sofocle per la regia di Michele Stilo.

In occasione dell’importante anniversario, grazie all’impegno del direttore artistico Anna Ricciardi, sono stati rivissuti i sessant’anni del Tindari Festival attraverso un viaggio condotto dall’ex direttore dell’Azienda di Soggiorno e Turismo di Patti Filippo Nasca e dalla giornalista Rai Tindara Caccetta. Grazie al racconto di alcuni dei protagonisti di quell’impresa è stato possibile ripercorrere i passi che hanno portato, tra mille difficoltà e l’incredulità diffusa, alcuni giovani di Patti e Barcellona a far sì che il sogno di pochi divenisse una splendida realtà che continua a brillare ancora oggi. Ad illustrare quel periodo sono stati il prof. Andrea Costanzo, il dott. Alfio Noto, il dott. Domenico Scaffidi, il dott. Melo Freni e l’avv. Nicola Adamo.

Dalla riapertura ai giorni nostri sono, poi state ripercorse le tappe più importanti della rassegna tindaritana ed è stata ricordata la figura dell’attore Massimo Mollica, scomparso il primo maggio del 2013 e molto legato al teatro di Tindari.

Gli anni più recenti, invece, sono stati raccontati dal direttore artistico del Teatro dei due mari Filippo Amoroso che, da diverse edizioni collabora con il Comune di Patti nella realizzazione della rassegna tindaritana.

I vari interventi sono stati inframezzati dai monologhi più famosi delle tragedie greche rappresentate nel tempo al teatro greco-romano interpretate dagli attori Vincenzo Pirrotta e Cinzia Maccagnano.

La serata è stata dedicata dal Comune di Patti alle popolazioni del Centro Italia colpite dal terribile sisma del 24 agosto scorso. Nel corso della serata è stata anche promossa, dalla direzione del Festival, dal Teatro dei due mari e dalla Pro Loco di Patti, una raccolta fondi in favore delle popolazioni terremotate.

Nota del direttore artistico del Tindari Festival Anna Ricciardi

60 anni di storia di emozioni, di suoni, di incanti  di luci, di applausi e di mito. I festeggiamenti son partiti con l’indimenticabile spettacolo di poesia e musica a maggio con l’inconfondibile pianoforte di Gilda Buttà ed i versi di Leopardi recitati da Ugo Pagliai e Paola Gassman, artisti che hanno fatto la storia più recente del Festivale e che hanno sublimato il senso più profondo ed antico di un teatro che ha il privilegio di avere una skenè che si confonde con l'orizzonte marino.

Per raccontare il teatro greco di Tindari avremmo avuto bisogno di dedicare più serate, tanta e sfaccettata è la storia di questo Festival. Si è scelta una prospettiva sicuramente storica: le fil rouge è stato la riapertura del 1956 con l’Aiace di Sofocle con la regia Di Michele Stilo. Si sono, soprattutto, ricordati i momenti lontani ed emblematici, quelli avvolti quasi da leggenda ed onoranto tutti gli artisti che hanno reso grande questo teatro anche solo con un breve ricordo! Come non far sbiadire i ricordi e dare la parola agli ultimi a quei “giovani ragazzi del ‘56”  (poi diventati uomini  di successo (il prof. Andrea Costanzo, dott. Alfio Noto, il dott. Melo Freni, il dott. Mimmo Scaffidi, l’avv. Nicola Adamo ed il prof Francesco Alioto ricordato con dolcezza dal figlio Salvatore) e farci raccontare da  quali sogni fossero attratti per riaprire il teatro insieme a Michele Stilo, uno dei più straordinari e fini registi di teatro classico. Qui è passato tutto il migliore teatro italiano da Tedeschi a Strehler da Orazio Costa a Bosic, Lupo e tantissimi ancora sino ai giorni nostri con le nuove produzioni del Teatro dei due Mari. Il prof. Filippo Amoroso, suo fondatore, ci ha lasciato a tal proposito una sua toccante testimonianza). E ci sono stati i figli migliori del teatro siciliano Salvo Randone, Turi Ferro, Massimo Mollica che amò Tindari con un amore viscerale e a cui dedicò le sue migliori regie e pregnanti interpretazioni. A lui, un cameo per la lunghissima attività svolta a Tindari tra cui l’aver dato vita con Andrea Camilleri in versione di regista, allo spettacolo “u Ciclopu” con un cast che radunò davvero il fior fiore di attori siciliani oggi notissimi.

Come non ricordare la direzione artistica di Paolo Gazzara che con lo straordinario Massimo Venturiello ripropose un’indimenticabile Aiace e diede vita alle produzioni made Tindari Festival.   E Abbiamo affidato a due attori straordinari, Vincenzo Pirrotta e Cinzia Maccagnano, il compito di far rivivere gli eroi i del mito classico, maggiormente rappresentati in questo teatro.

Vincenzo Pirrotta, come un aedo epico fa tremare con il suo Aiace il teatro: la sua forza dirompente ha scosso gli spettatori travolti dai suoi ritmi  palpitanti  ed il monologo tratto dal “Ciclopu (Pirrotta è stato l'unico attore e regista a riproporre il testo nei teatri nazionali) ha dato prova del suo talento unico e a cui il pubblico ha tributato lunghi applausi.

Applauditissima anche Cinzia Maccagnano, sublime Medea ed Ecuba ha commosso e rapito rendendo catartiche e moderne le parole immortali di Euripide. Ringrazio tutti gli artisti e le maestranze che hanno contribuito a rendere grande questo teatro e coloro che non hanno potuto essere presenti.

 

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