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Venerdì, 01 Novembre 2024

Ha avuto luogo ieri pomeriggio, negli uffici dell'ente alle Ciminiere, l'Assemblea dei Soci del Teatro Stabile di Catania, la prima convocata e presieduta dal commissario straordinario Giorgio Pace.

Sono intervenuti: per la Regione Pietro Di Miceli, capo di gabinetto dell'Assessorato regionale Turismo, Sport e Spettacolo; per il Comune di Catania l'assessore alla Cultura Orazio Licandro; per la Città Metropolitana di Catania il ragioniere generale Francesco Schillirò; per l'Ente Teatro di Sicilia Raffaele Marcoccio.
L'Assemblea ha approvato il bilancio consuntivo dell'anno 2015, che registra un forte disavanzo, aggravando ulteriormente la situazione economica e finanziaria del Tsc. Proprio sul piano debitorio il commissario Giorgio Pace ha proposto di agire su due fronti paralleli e non confliggenti, pertanto entrambi percorribili. Il primo fronte è l'accesso al Ris, il fondo di rotazione che mette in condizione i teatri pubblici di ripianare i debiti attraverso mutui quindicennali da contrarre con un istituto individuato dall'Assessorato regionale al Turismo, Sport e Spettacolo. Il secondo fronte è un piano di ristrutturazione del debito, previsto dalla legge 3 gennaio 2012 a favore delle aziende in crisi per sovra indebitamento, piano affidato ad un organismo denominato "La tutela degli onesti", riconosciuto dal Ministero di Grazia e Giustizia, che fa capo al Comune di Acireale. Questo doppio binario consentirà di procedere con maggiore serenità alla programmazione artistica della nuova stagione. In quest'ottica di rilancio e ripresa dell'attività, il commissario darà seguito in tempi brevi ad un bando di evidenza pubblica per la nomina di un consulente artistico a titolo gratuito.
All'ordine del giorno, il commissario ha posto anche la questione centrale delle sedi in locazione utilizzate dall'ente, ossia il Teatro Musco e il laboratorio di scenografia di via zia Lisa. Sul Musco l'Assemblea si è  riservata di fare le opportune valutazioni  entro 15 giorni. Verrà invece disdetto il contratto di locazione del laboratorio, dichiarato inagibile dalle autorità  competenti. Alla ricerca di una sede idonea, Francesco Schillirò  ha ipotizzato di avviare una sinergia con l'Istituto d'Arte di Catania, per condividerne i laboratori, avviando al contempo una collaborazione di reciproco arricchimento sul piano formativo e produttivo. Nelle more il Teatro Stabile di Catania utilizzerà i laboratori del Teatro Massimo Bellini, che metterà inoltre a disposizione il Teatro Sangiorgi per le attività  che si svolgevano al Musco
.

Prossima scadenza sarà il lancio della nuova stagione, per rinnovare l'atteso appuntamento con il pubblico. 

"70/30”: dal 1° ottobre il nuovo teatro è di scena al Biondo di Palermo

Sono state oltre 150 le domande di partecipazione alle selezioni per la rassegna 70/30 - Il teatro che verrà, promossa dal Teatro Biondo di Palermo per gli artisti under 30, ai quali il Biondo offre il palcoscenico, i servizi tecnici, la comunicazione e l’intero incasso tolte le spese Siae. Hanno risposto al bando, da tutta Italia e anche dall’estero, compagnie di teatro e danza e singoli performer, le cui proposte hanno contribuito a tracciare una mappa della nuova creatività, alla quale il Teatro Biondo si riserva di attingere anche in futuro per altre iniziative dedicate ai giovani.

«La quantità e la qualità delle domande presentate – spiega il direttore del Biondo Roberto Alajmo – hanno fatto affiorare un continente sommerso di giovani compagnie che normalmente sfuggono ai radar dei teatri Stabili. Le compagnie selezionate sono solo un’avanguardia: loro, assieme a molte altre che si sono candidate, rappresentano il futuro del teatro italiano. Questa vetrina consentirà a loro di farsi conoscere da un pubblico più vasto e diverso dai circuiti abituali, e al Biondo di ottemperare ancora una volta al suo ruolo di servizio pubblico teatrale».

La rassegna 70/30, curata da Roberto Giambrone, prenderà il via nella Sala Strehler del Teatro Biondo il 1° ottobre e proporrà i sei spettacoli ritenuti più interessanti per tematiche, stile e maturità espressiva. Il comune denominatore dei lavori scelti, condiviso con buona parte delle proposte giunte al Biondo, è il disagio delle nuove generazioni di fronte alla complessità e alla violenza del contemporaneo, che esige prestazioni sempre più dure a fronte di un incerto e cupo futuro. I giovani autori, registi e attori portano in scena la loro rabbia, il disagio, ma anche i desideri e le speranze, liberandole come in un rituale catartico.

Si comincia l’1 e 2 ottobre alle 21.00 con Sempre domenica del Collettivo Controcanto di Roma, con la regia di Clara Sancricca: uno spettacolo sul lavoro, o meglio sul tempo, l’energia e i sogni che il lavoro quotidianamente mangia, consuma, sottrae. Sul palco, Federico Cianciaruso, Fabio De Stefano, Riccardo Finocchio, Martina Giovanetti, Andrea Mammarella, Emanuele Pilonero, schierati di fronte al pubblico su sei sedie, tessono una trama di storie incrociate. Sono vite affaccendate nei quotidiani affanni, vite che si arrovellano e intanto si consumano, che a tratti si ribellano in un carosello di moti e fallimenti dove il lavoro pesa come un destino ineluttabile.

Il 5 e 6 ottobre alle 21.00 sarà la volta di Fabrizio di Manuel Capraro, un one man show interpretato da Giacomo Lilliù e proposto dalla Compagnia Gli Artimanti, che opera tra Milano e Roma. In un mondo in cui l’unica cosa che conta è il denaro, in cui i sentimenti, le emozioni, la musica, il movimento non sono concessi, Fabrizio denuncia la necessità di aggrapparsi a qualcosa di profondo ed eterno, la sua immaginazione e le sue allucinazioni ci traghettano all’interno dei ricordi e ci fanno entrare nel Burlesque Club del suo grande amore, la star Mirandolina, presa in prestito da La locandiera di Goldoni. Un monologo incalzante, appassionato e tragico: il grido di una generazione che non si arrende e che lotterà fino all’autodistruzione.

A seguire, l’8 ottobre alle 17.30 e il 9 alle 21.00, il Collettivo Schlab di Roma proporrà Fäk Fek Fik, diretto da Dante Antonelli e interpretato da Martina Badiluzzi, Giovanna Cammisa e Arianna Pozzoli. Lo spettacolo, vincitore lo scorso anno del “Roma Fringe Festival”, è una scrittura originale che comincia là dove finisce il testo Le presidentesse del caustico drammaturgo austriaco Werner Schwab. Le tre pensionate di Schwab, imprigionate in una vuota e desolante cucina sono sostituite da tre giovani, che riprendono le fila del discorso con lo spirito della loro età, con la follia urlata della loro giovinezza emarginata, disillusa, arrabbiata. Tre ragazze che hanno l’ardire di sfidare il deserto di sentimenti e di valori del mondo contemporaneo, in nome delle minoranze, delle sottoculture oppresse e travolte dal rumore assordante della comunicazione. Desideri d’amore sempre più contorti e incerti, emarginazioni sempre più silenziose, periferie di un mondo globalizzato sono al centro di questa invettiva acuta e ironica, appassionata ma spietata.

Il 15 e 16 ottobre alle 21.00 saliranno sul palco i palermitani Gabriele Cicirello e Simona Sciarabba, per interpretare Caterina, di cui Cicirello è anche autore – insieme a Manuel Mannino – e regista. L’ossessione per una donna impedisce al protagonista il raggiungimento delle sue ambizioni artistiche, ma allo stesso tempo diventa fonte di ispirazione per la sua creazione. Un conflitto che procura sofferenza e conduce ad estreme conseguenze. La donna, benché compaia solo come silhouette e voce senza volto, domina la scena. La drammaturgia non lascia intendere se essa sia mai esistita o se sia già morta, in fondo potrebbe essere solo un’ombra di cui l’uomo è ora vittima e ora carnefice.

La rassegna proseguirà il 22 e 23 ottobre, sempre alle 21.00, con A tre ombre, ideato, diretto, coreografato e interpretato dalle attrici e danzatrici palermitane Federica Aloisio, Federica Marullo, Gisella Vitrano. Lo spettacolo racconta, con i linguaggi del teatro e della danza, i diversi desideri che convivono in seno ad un unico individuo, che si diverte a giocare e ad orchestrare le proprie ombre. Il filo sul quale sono stese alcune lenzuola segna il confine tra la luce e l’ombra, tra l’agire e il desiderio di ritrarsi dal mondo. Questa paradossale condizione è il pretesto per tracciare un bilancio della propria vita: lettere mai inviate, decisioni mai prese, medaglie mai vinte, che sembrano condurre ad un unico inesorabile epilogo.

La rassegna si concluderà il 26 e 27 ottobre (ore 21.00) con Un tram che si chiama Desiderio di Tennessee Williams nella messa in scena della Compagnia Fogli Bianchi  di Milano diretta e interpretata da Dalila Reas, Davide Casarin, Viola Lucio e Giacomo Vigentini. Un classico della moderna letteratura drammatica rivisitato da un gruppo di ragazzi appena diplomati all’Accademia Paolo Grassi di Milano. Un accurato lavoro sulla recitazione, per portare alla luce i conflitti insiti nel testo. Elementi come l’acqua, la scenografia claustrofobica e i tamburi che suonano nei cambi scena, servono a sottolineare e rendere forti le linee di tensione di cui il testo è composto. Una regia semplice ed efficace, per uno spettacolo giovane e per tutti, dove la tensione cresce fino all’ultima toccante scena.

L’ingresso ai singoli spettacoli costa 10 euro; è possibile acquistare un carnet per i sei spettacoli a 50 auro.

Sabato 3 settembre2016 si è conclusa con successo la serie di incontri culturali, che hanno animato le calde serate estive di Cinema sotto le stelle, organizzate nello splendido giardino della villa di Giancarlo De Leonardis e  Sissi Parravicini, coppia storica di cineasti d’eccellenza, persone affabili e oltremodo ospitali.

Ospite d’onore dell’ultima serata è stato il regista Giuliano Montaldo insieme alla compagna Vera. Nato a  Genova, ha dedicato una vita al Cinema, dove vi lavora da bel 66 anni. Ha iniziato da giovanissimo come attore, per poi passare alla regia di opere cinematografiche di grande spessore umano, storico e culturale, quali Sacco e Vanzetti, Giordano Bruno, L’Agnese va a morire, il kolossal Marco Polo, per arrivare a I demoni di San Pietroburgo e il più recente L’industriale del 2011. Nella sua carriera ha ricevuto ambiti premi e riconoscimenti.

Al termine della proiezione del suo documentario sulla rivoluzione cubana L’Oro di Cuba (2009)  gli ho chiesto quali fossero le sue impressioni in merito a questa iniziativa portata avanti per tutta l’estate da Sissi e Giancarlo, in veste assolutamente privata e il Maestro ha risposto: Conosco questa coppia di amici da moltissimi anni. Con Giancarlo ho anche lavorato insieme e posso dire che il suo amore per il Cinema è contagioso. È stato un grande parrucchiere di scena e fa parte di quelle figure professionali, come gli scenografi, i costumisti e tutte le maestranze, che non stanno mai sotto i riflettori, poiché svolgono la loro importantissima attività dietro le quinte. Ma il risultato è dato dal lavoro di squadra. Le due esperienze che ho condiviso sul set con lui sono rimaste impresse nella mia memoria, soprattutto per il rapporto umano e per il suo modo di essere sempre presente, dimostrando infinita buona volontà.

Oggi lo scenario cinematografico è cambiato; non si fanno più film in costume e in coproduzione. E pensare che un tempo gli americani chiamavano Cinecittà la Hollywood sul Tevere ed erano sbalorditi dalla precisione e dalla professionalità delle nostre maestranze. Quando nel 1980 stavamo in Cina per effettuare le riprese del mio film storico-drammatico Marco Polo, gli studenti cinesi presenti sul set rimanevano quasi incantati dal nostro modo di lavorare, restando per ore a guardare, in silenzio, per imparare, ammirati dalle capacità dello scenografo, del parrucchiere, dell’operatore alla macchina etc. Io osservavo questi ragazzi, chiedendomi cosa avrebbero fatto nella vita; molti di loro hanno saputo affermarsi! La Cina di oggi è molto diversa da quella di trent’anni fa.

In merito a questa splendida serata trascorsa in vostra compagnia e inventata da Giancarlo e Sissi, in uno spazio che hanno saputo trasformare in un accogliente cineclub, posso dirle che rimarrà nel mio cuore. Queste iniziative vanno promosse per il piacere di condividere con gli amici, addetti ai lavori e non, le emozioni che solo il Cinema riesce a regalare a chi ne è veramente appassionato.

Questi appuntamenti, che hanno visto la partecipazione di tanti amici dell’ambiente cinematografico e non solo, sono stati resi piacevolmente interessanti dalle numerose  proiezioni di cinema d’autore, docufilm di impegno civile, mostre d’arte e presentazioni di libri, fra i quali l’opera editoriale Non mi sono fatto mancare niente – la mia vita all’ombra di un padre ingombrante (Mondadori,2016), nel quale l’autore Piero Villaggio, genero di Giancarlo De Leonardis, si racconta a cuore aperto, con sottile ironia e grande onestà intellettuale.

L’ iniziativa, su idea di Giancarlo e Sissi, è stata realizzata grazie alla CINETECA NAZIONALE DEL CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA e al contributo dell’AUGUSTUS COLOR. Augusto Pelliccia, intervenuto simpaticamente all’ultima serata, ha messo a disposizione le attrezzature  cinematografiche per porre in opera gli eventi. Un lavoro molto impegnativo, nel quale sono state di valido aiuto le collaborazioni dell’amica di una vita di casa De Leonardis, la nota segretaria di edizione e regista Annamaria Liguori e della regista e produttrice Emanuela Morozzi.

Annamaria Liguori svolge la sua professione di segretaria di edizione in cinema da circa quarant’anni e da grande appassionata, ha realizzato anche alcuni corti di forte impatto sociale, sul tema della leucemia, sulle nuove terapie per combattere il cancro, ed ancora sulle malattie rare, ottenendo sempre ampi consensi di critica e pubblico. In particolare, il corto INSIEME, presentato a Venezia nel 2013, vincitore di 4 premi, parla delle nuove terapie per combattere il cancro. Fra i  vari riconoscimenti, ha ricevuto anche il Premio come Miglior Corto per il  Sociale al FESTIVAL DI TAORMINA 2016.  Inoltre, è presidente del FESTIVAL CORTI & CIGARETTES, giunto alla settima edizione e ritenuto uno degli appuntamenti più significativi della Capitale. Annamaria ha un lungo percorso di docente di Edizione presso la NUCT di Cinecittà, dove ha insegnato con grande dedizione per nove anni e a Ouarzazate in Marocco. Ha fondato anche l’associazione culturale MELTIN POT, che nel 2014 ha prodotto il docufilm LE FAREMO SAPERE, nel quale si è occupata della supervisione alla regia e che tratta le difficoltà dei giovani nel mondo della danza; è stato presentato in quell’anno come evento collaterale al FESTIVAL DI VENEZIA. 

Emanuela Morozzi, laureata in Storia, Scienze e Tecniche della Musica e dello Spettacolo, ha iniziato in giovanissima età il suo percorso nel cinema indipendente e successivamente si è occupata della parte organizzativa di corti e lungometraggi e di pubblicità televisive, con occhio attento all’orizzonte d’autore ed alla dimensione indipendente di fare cinema. Dal 2009 ha iniziato la regia, prima come aiuto, ruolo che ancora oggi spesso ricopre, e dal 2011 anche come regista, autrice e produttrice indipendente, portando  avanti con grande interesse e successo la realizzazione di cortometraggi. Ha fondato, insieme a Susanna Ferrando e Sonia Broccatelli, la casa di produzione OLIVIA FILM, per arrivare alla fondazione STUDIO CINEMA VERONA, realtà di altissima formazione professionale per attori. Sempre attenta all’aspetto espressivo della comunicazione per immagini, rivolge particolare attenzione a tematiche di interesse storico-sociale.

Nella serata inaugurale è stato proiettato UN INTELLETTUALE IN BORGATA (2014) del regista e scenografo Enzo De Camillis, un docufilm pluripremiato in varie manifestazioni per il messaggio socio-culturale che vuole far passare attraverso la figura di un grande intellettuale del ‘900: Pier Paolo Pasolini, scrittore, sceneggiatore, giornalista e raffinato poeta, assassinato nel 1975 in circostanze mai del tutto chiarite, nonché per il valore storico delle interviste integrali rilasciate da personaggi di spicco del mondo culturale, fra i quali Pupi Avati, Stefano Rodotà, Ugo Gregoretti, Osvaldo Desideri, i quali hanno dato testimonianza del travagliato periodo storico attraversato nel nostro Paese durante gli anni di piombo. Enzo De Camillis, fra l’altro, ha appena pubblicato il libro Pier Paolo Pasolini – Io so… (Arduini Sacco Editore), al fine di far emergere l’impegno sociale e la continua ricerca della verità da parte di un uomo che la società di allora non comprese e che solo oggi, almeno in parte, trova la giusta interpretazione dei suoi concetti esistenziali e filosofici. Il libro-inchiesta il 6 settembre 2016 è stato presentato alla 73ma MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA di Venezia, all’interno dello spazio Italian Pavillon dell’Hotel Excelsior del Lido di Venezia, dove la giornalista Laura Delli Colli, presidente SNGCI,  ha tenuto un incontro con l’autore. Alla presentazione ha partecipato anche Angela Felice, direttore del Centro Studi di Casarsa, città dove sono nati i genitori di Pasolini, alla quale egli era affettivamente e culturalmente legato.

In una delle prime serate è stato proiettato il film IL GENERALE DELL’ARMATA MORTA di Luciano Tovoli, grande direttore della fotografia molto apprezzato anche all’estero, che nel 1983 ha esordito con questo film nella veste di regista. Fra i protagonisti, Marcello Mastroianni, Anouk Aimée, Michel Piccoli. Il film ha ottenuto importanti consensi da parte della stampa internazionale.  

Nella serata in cui è stato proiettato lo splendido film diretto da Pupi Avati MAGNIFICAT (1993), presentato in concorso al 46° FESTIVAL DI CANNES ed ambientato nel 926 dC durante la Settimana Santa, Sissi Parravicini, scenografa e costumista di grande talento, ha presentato una bellissima mostra di bozzetti per i costumi da lei realizzati per il film. Si tratta di un’opera di grande valore, che ha suscitato notevole interesse fra il pubblico intervenuto; un film storico con costumi d’epoca magistralmente curati da Sissi, già scenografa per tradizione famigliare. Infatti, suo padre è il prof. Camillo Parravicini, indimenticabile scenografo teatrale, che fra i tanti incarichi, è stato anche direttore del Teatro dell’Opera di Roma, docente e pittore di fama; famosi i suoi acquerelli. Egli, giovanissimo, già nel 1927 disegna le scene per l’opera Francesca Da Rimini per il teatro di Gabriele D’Annunzio; a soli vent’anni è bozzettista per la Scala di Milano, negli anni successivi mette in scena tutte le più famose opere liriche in Italia, come all’estero. Nel 1972 cura le scenografie per LA TOSCA di Giacomo Puccini al Théatre du Casino di Montecarlo. Una prestigiosa carriera costellata di successi, che rendono immortale questo grande artista italiano. Sua figlia Sissi, premiata con il Ciak d’Oro, il Nastro d’Agento ed all’attivo la nomination per il David di Donatello, nel corso di una luminosissima carriera cinematografica, ha ricevuto tantissime e meritate gratificazioni, sia sul piano professionale, che umano.

Altre presenze di rilievo, il produttore esecutivo ed organizzatore generale Gianni Saragò, il direttore di fotografia Adolfo Bartoli e su invito della brillante giornalista Cinzia Loffredo, ufficio stampa ed organizzatrice di eventi nazionali, nonché manager di artisti, la grande doppiatrice Ida Sansone, il presidente dell’Archivio Storico del Cinema italiano Graziano Marraffa, la giornalista ed autrice Rai Mariangela Petruzzelli, anche critica teatrale, sceneggiatrice ed assistente del compianto regista Giuseppe Ferrara negli ultimi 13 anni.

L’artista Giancarlo Maria Masala ha presentato le sue opere, ritratti di attori ed altri dipinti ambientati nel mondo del Cinema; una mostra d’arte significativa. Nella serata conclusiva del 3 settembre è stato proiettato un video con le opere dell’artista ed una splendida colonna sonora composta dal M° Andrea Castelli.

 L’affascinante e simpaticissima attrice di teatro Vera Beth, presenza insostituibile di questi incontri, allieva prediletta del Maestro Mario Scaccia, che affettuosamente la definiva un animale da palcoscenico, ha presentato il libro M.d.P. La vita dietro la Macchina da Presa (Edizioni Albavision) di Giancarlo De Leonardis, un nome prestigioso in Cinema per la sua intensa attività di Hair designer e curatore d’immagine di una lista innumerevole di attori ed attrici. Una carriera lunghissima, nel corso della quale ha girato ben 150 film, la maggior parte internazionali, fra i quali, solo per citare i più famosi, BEN HUR, IL GATTOPARDO, LA PANTERA ROSA, MIMÍ METALLURGICO, IL PREFETTO DI FERRO, C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA, HANNIBAL e tantissimi altri. Il suo esordio avviene nel 1957 con il kolossal BEN HUR, ma lavorerà definitivamente in cinema dal 1961. Negli anni ’80 è stato anche direttore di produzione di quattro film, per poi tornare al suo mestiere di sempre. Agli inizi del 2000 ha insegnato il mestiere del parrucchiere del cinema presso il CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA di Roma.  Nel 2004 ha pubblicato il libro Le mani nei capelli (Peliti Associati) e da autentico appassionato di Cinema, nel 2008 ha creato un sito, completamente gratuito, www.giancarlodeleonardis.com con lezioni per i giovani sul mestiere di parrucchiere del cinema.  

Nel suo secondo libro M.d.P. La vita dietro la Macchina da Presa Giancarlo parla delle fantasie e dei sogni di un grande cineasta, che si rivolge al suo pubblico, affermando che le certezze nella vita servono per costruire un futuro, per crescere ed andare avanti, ma che anche i sogni e le fantasie rivestono una grande importanza nell’animo di ognuno di noi. Il cinema, detto anche la fabbrica dei sogni, il teatro, la musica e l’arte ci permettono di fantasticare e sognare, anche ad occhi aperti. Essere un cineasta significa appartenere ad una razza ben precisa, che nonostante le diverse provenienze geografiche, parla la stessa lingua, ha un comune denominatore, rappresentato da sogni, fantasie, ma anche rappresentazione del quotidiano, quindi della realtà che si vive dietro la macchina da presa. Un libro che parla della vita della gente del cinema, fra suggestioni ed illusioni che questo affascinante mondo suscita nel loro animo ogni qualvolta si gira un film.

Un altro graditissimo ospite di una delle prime serate è stato Gianfranco Albano, regista del film per la televisione FELICIA IMPASTATO, recentemente andato in onda con successo. Egli ha realizzato soprattutto fiction televisive per la Rai e Mediaset e nel suo percorso ha ottenuto ambiti riconoscimenti. Per gli amici del Cinema è stato proiettato il suo film del 2003 ROSA FURIA, una pellicola molto intrigante.

Anche il direttore della fotografia Daniele Nannuzzi ha partecipato a diverse serate, fra le quali quella conclusiva. Egli, affascinato dalla professione di suo padre, fa il suo esordio in cinema come assistente nel film di L. Comencini INCOMPRESO (1966); si affianca sempre ai migliori direttori della fotografia, finchè nel 1976 firma la fotografia e la regia della seconda unità di regia di GESÚ DI NAZARETH di F. Zeffirelli, con il quale collaborerà ancora tante volte in film in costume e storici, come IL GIOVANE TOSCANINI. Negli anni ’90 ha curato la regia e le luci delle sfilate di Alta Moda di Valentino. Nel corso della sua brillante carriera collabora con registi di spessore, come Lizzani, Bolognini e Negrin. Inotre, si occupa delle luci e della regia di tre balletti al fianco del coreografo russo Boris Eifman e più volte si occuperà dell’illuminazione di importanti opere liriche. Ha realizzato i corti CINECITTÀ DREAM, che nasce da un live workshop di tre giorni tenutosi a Cinecittà e ITALIAN CINEMATOGRAPHERS’ STYLE, che vuol rappresentare un omaggio allo stile cinematografico italiano nato dal dopoguerra ad oggi.   Ha ricevuto tantissimi premi ed è impossibile citare tutta la sua filmografia, poiché vastissima. Dal 2012 è presidente dell’Associazione Italiana Autori della Fotografia.

Sabato 27 grande serata di Cinema con il film IL MERCANTE DI STOFFE (2009), per la regia di Antonio Baiocco, che ha scritto anche il soggetto e la sceneggiatura. I protagonisti della storia sono Sebastiano Somma ed Emanuela Garuccio. La proiezione di questo film, ambientato in Marocco, una terra di grande fascino, ha portato ad opportune riflessioni circa la condizione socio-culturale presente in una parte del suo tessuto sociale, caratterizzato da una organizzazione di tipo patriarcale e maschilista.

Prima del film è stata la volta di un corto di grande impatto sociale A SPECIAL DAY realizzato da Kassim Yassin e Gaston Biwolé, registi e produttori. Questa proiezione è stata seguita dal pubblico con particolare attenzione.

Anche questo appuntamento si è chiuso con un grande successo e una cospicua partecipazione e al temine ho intervistato Sebastiano Somma, un attore che ha mosso i suoi primi passi nella filodrammatica napoletana, in opere di Scarpetta ed Eduardo, dove ha recitato accanto ad autorevoli nomi del teatro. Il grande pubblico l’ha conosciuto attraverso le varie serie televisive realizzate in questi ultimi anni. Ha portato in scena anche ottimi lavori teatrali e nel 2010 è tornato al cinema proprio con il film di Baiocco, per il quale diventa anche produttore. Fra le sue esperienze, anche quella di conduttore televisivo.

Agli eventi ha partecipato anche il regista Roberto Posse, del quale è stato proiettato il corto SOGNO... IN UNA NOTTE D'ESTATE.

A Sebastiano Somma ho chiesto di parlarmi del messaggio sociale racchiuso all’interno di questa bellissima e drammatica storia d’amore. Egli ha risposto: Il film proposto stasera è uscito già da diverso tempo ed è passato anche in TV; nell’insieme è una pagina di cinema epico, molto ben confezionato e di grande attualità, poiché la donna continua storicamente a vivere situazione di disagio ed emarginazione, in quel tipo di società patriarcale, dominata da forti posizioni di arroccamento culturale. La storia d’amore raccontata nel film non può essere vissuta appieno dai protagonisti, proprio perché la donna, come di consueto, viene relegata ad un ruolo di secondo piano, con un finale tragico che fa pensare.

Gli incontri di Cinema sotto le stelle per quest’anno si concludono e, con un filo di commozione, Sissi e Giancarlo si sono congedati da noi, facendo già grandi progetti per il prossimo anno, del tipo …se avessimo a disposizione un palco, chissa?! Ciò a dimostrazione del fatto che le vere passioni, se opportunamente alimentate, non si spengono mai. Questi appuntamenti hanno rappresentato un importante momento di aggregazione e condivisione, che ha toccato la sfera emozionale di ognuno.

Grazie infinite da parte di tutti per il vostro icastico contributo al Cinema, in nome della Cultura, nella sua più ampia accezione.

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