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Venerdì, 01 Novembre 2024

Intervistare Francesca Berger moglie di Helmut e Salome da Silva è sempre e stato un grande piacere, ma parlare con tutte due insieme è stato molto divertente..

Salomè da Silva è tornata in scena al Teatro delle Muse di Roma con Enrica La Tradita, e ha confermato di avere meritato il successo della scorsa stagione teatrale con “Social :-) Mente pericolosa“, sempre ideato e diretto da Francesca Berger , che ha pensato per Salomè ad una vera e propria commedia, una storia però che dall’inizio alla fine viene interpretata da una sola attrice;  

Raccontami Francesca del tuo ultimo lavoro, com’è nata l’idea di una commedia tutta al femminile :

Dopo i due precedenti spettacoli, compreso APERISOCIAL, da scrittrice sentivo l’esigenza di un lavoro teatrale che avesse un tessuto più profondo, ma con più attori avevo già delle bellissime commedie e piece drammatiche nel cassetto; volevo continuare però l’esperienza cominciata con Salomè, dove poteva esprimere un po’ di più le sue capacità artistiche, del resto ebbi una scuola di recitazione, e per me tirare fuori il massimo da un attore è una sfida, quindi una sera ho buttato giù sorridendo il soggetto di “ Enrica La Tradita ‘’, successivamente Salomè ha collaborato con me alla sceneggiatura.’’


Il parterre del Teatro delle Muse era gremito di personaggi, professionisti e artisti tendenzialmente esigenti, che hanno fatto partire applausi a scena aperta e la bravissima Salomè, in alcuni passaggi come per la bionda e sexy colf  Marikkika, dovette rallentare perché il pubblico rideva a crepapelle grazie al suo innato talento comico.

Abbiamo chiesto a Salomè com’è collaborare con Francesca Berger che è anche sua madre

“Con la Berger , a prescindere dal rapporto familiare esisteva già un rapporto professionale in precedenza, dato che cura la mia promozione da molti anni, inoltre fui protagonista di un suo lavoro teatrale Psycoroscopia con altri attori come la Soppelsa, Pisacane, Domenico Sacco, poi  la Berger ebbe un periodo di pausa forzato e a mia volta ero impegnata come microfonica del Maurizio Costanzo Show e valletta nel programma con Rita Dalla Chiesa, ma nel contempo lavoravo anche nella redazione di Fascino per il programma di Maria De Filippi, quando questo finì mia madre mi convinse a scrivere con lei e a interpretare ruoli comici, non ne ero entusiasta, quindi devo ringraziare molto lei per aver insistito tantissimo, chiaramente però lavorare con un genitore è diverso che con un altro regista.

Nella commedia però è stato notevolmente apprezzato anche l’intervento del bravo sassofonista Fabrizio Dottori, e la regista ci ha spiegato “ 

In questo testo Dottori non solo è musicista, ma interpreta il ruolo della musica, nella casa di Enrica La Tradita la musica è sempre accesa attraverso un vecchio giradischi, Enrica è una life coach e crede fermamente che la musicoterapia insieme ad altre cose procuri la felicità; nella rosa dei possibili sono stata molto fortunata ad incontrare ed avere Fabrizio Dottori che è un notevole professionista’’. 

Francesca Berger, la commedia tornerà in scena il 30 gennaio 2019 sempre al Teatro delle Muse di Roma, ci racconti se ci sono altri programmi oltre a questo  “ 

Si certo, in cantiere ci sono due cortometraggi che ho scritto, Salomè sarà una delle due protagoniste femminili, e sto cercando i due protagonisti maschili, invece per quanto riguarda il teatro in cantiere ho un progetto a sette personaggi; Salomè ha in corso un discorso aperto su una produzione americana,ed anche si sta godendo il successo del videoclip di Federico Zampaglione di  Tiromancino -Sale Amore e Vento-  di cui è protagonista’’.

suo marito Helmut Berger , Francesca  mi interrompe e ride ‘’ Helmut sta sempre meglio di quanto si pensi, e spero continui così, fa teatro in Austria, la Francia ha tradotto la sua biografia, il Festival di Cannes fuori concorso ha presentato un suo film del 75 ‘’ Una romantica donna inglese’’ diretto da Joseph Losey, gira da tanto un film sulla sua vita, e ho sue notizie in tedesco da un fake…così, tanto per stancarmi a tradurre e tenermi in allenamento. ‘’

La serata alle Muse oltre che in platea ad applaudire la coppia di commediografe, ha anche ospitato  un parterre dal palato esigente come quello del noto scrittore Niky Marcelli,  per apprezzare l’ottimo buffet di Binario 96 offerto per l’occasione da Francesca Berger, tra gli altri l’esplosiva contessa Patrizia de Blanck, il pittore Nino La Barbera, l’inviata di Porta a Porta Paola Russo, la frizzante Lilian Ramos, il regista e autore Gianluca Ansanelli, il casting director Roberto Bigherati, il regista Andrea Natale, la giornalista Marlene Loredana Filoni, Arianna Zampaglione, sorella di Federico dei “Tiro Mancino“; l’editore di Radio Chat On Tv Alex Achille, Elena Cucci, il cantante di “The Voice” Claudio Di Cicco Andreoli, Chiara Ferrara, Mirella Panfili, il professor Francesco Alampi, il critico scientifico Enzo Pennetta, lo scrittore Antonello Altamura

Grazie Francesca Berger e Salome da Silva per la vostra intervista.

Presentazione de Il vino e le rose di Claudia Conte tutta al femminile con Elisabetta Pellini e le gemelle Laura e Silvia Squizzato, al Corriere del Sud.
Durante l’evento la giovane attrice e scrittrice Claudia Conte presenterà il suo saggio-romanzo per Armando Curcio Editore intitolato Il vino e le rose. A fare gli onori di casa il private banker Andrea Petrangeli che ha fortemente voluto l’evento. Accanto alla Conte tre donne, proprio come le protagoniste del suo romanzo. Le frizzanti gemelle conduttrici Rai, Laura e Silvia Squizzato modereranno la presentazione che vedrà l’attrice Elisabetta Pellini curare le letture. 
Si parlerà dell’eterna sfida tra il bene e il male, le problematiche della nostra contemporaneità sfocianti in un inno all’amore verso il prossimo e ai sentimenti che danno senso alla vita umana.
Al termine della presentazione le protagoniste resteranno con gli ospiti a brindare alle festività natalizie con degustazione di prodotti dolciari e vini della Tenuta San Lorenzo.
Tutte donne le protagoniste del Book Christmas Party, l’evento del 6 dicembre che si svolgerà presso la sede di Banca Generali in Via Bissolati.  

CLAUDIA CONTE
Nata a Cassino nel 1992. Consegue la maturità classica e il diploma teatrale presso la scuola Il Teatro Dell’Appeso di Amedeo Di Sora. Ha seguito corsi e seminari di recitazione presso la New York Film Academy negli USA e il Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma.

Tra i suoi acting coach Michael Margotta (Actor Studio), Eljana Popova (Metodo Stanislavskij), Giancarlo Giannini, Gisella Burinato (CIAPA), Ida Sansone (Metodo Strasberg), Mirella Bordoni (Metodo Costa), Valeria Benedetti Michelangeli, Silvia Perelli, Vito Mancusi. Consegue la Laurea Magistrale in Giurisprudenza.

Nonostante la giovane età ha alle spalle tournée teatrali con testi classici (Aristofane, Goldoni, Cechov, Shakespeare, Dino Campana) e teatro sacro. Negli ultimi anni è stata protagonista femminile dei recital di Vincenzo Bocciarelli “Solo l’Amore resta”, "Shakespear's Dream" e “Vita di Francesco”, dello spettacolo “Eros Italiano” di Mariano Rigillo e di "Comizio d'amore" di Marcello Veneziani. Recentemente ha affiancato sulla scena Sebastiano Somma e Valerio Massimo Manfredi nello spettacolo tratto dal suo best-seller "Ulisse. Il mio nome è Nessuno" ed è diretta da Francesco Apolloni nello spettacolo "La verità, vi prego, sull'amore".

Ha preso parte a fiction televisive (Rosy Abate, Don Matteo, Conviventi in affitto, Ci vediamo in tribunale, Gioventù Sballata) e film per il cinema (Le ali dell'angelo, Un'estate da leoni, Loro, La Casalese, 2 e mezzo, Psychomentary, Klunni the klown, Il custode, Asocial). Nel 2013 è fondatrice di “Nova Era”, Associazione di promozione sociale che si occupa, attraverso l’espressione artistica e in particolare l’audiovisivo, di progetti con tematica sociale, cui è particolarmente sensibile.

Attualmente è impegnata nella realizzazione di una trilogia di short movie legati al sociale. Primo tra questi “Mi ricordo” sul morbo di Alzheimer per la regia di Angelo Longoni in cui interpreta il ruolo di protagonista.

Appassionata di scrittura poetica, ha pubblicato la silloge “Frammenti rubati al Destino”, per l’editore Galassia Arte. Nel Giugno 2014 pubblica il suo primo romanzo “Soffi Vitali. Quando il cuore ricomincia a battere”. È l’autrice più giovane ad aver presentato un’opera al Salone Internazionale del libro di Torino. Nel maggio 2017 pubblica per Armando Curcio Editore il saggio-romanzo "Il vino e le rose. L'eterna sfida tra il bene e il male" ed è attualmente impegnata in un tour nazionale di presentazioni-spettacolo in festival, scuole, scuole di attori, teatri, comuni, enti, librerie.

Lo scorso dicembre ha ricevuto il prestigioso Premio in Campidoglio “Oscar dei Giovani” per il suo poliedrico impegno in campo culturale, all'interno della "Giornata d'Europa". Riceve il Premio Vallecorsa per il teatro con Michele Placido e il Premio Anzio Incontra a Villa Sarsina per la letteratura con Antonio Lubrano e Filippo Laporta.

Ospite in trasmissioni televisive (Il Caffè di Rai1, Mille e un libro e Cinematografo su Rai1, Terza Pagina su Rai3, TgTg su TV2000, Cuochi e fiamme su LA7) e radio, giurata e madrina di eventi.

Attualmente è impegnata nella conduzione di “Un Tè Con te”, programma tv ideato da lei e girato nei salotti dell’Hotel Majestic in Via Veneto a Roma, nel cuore della Dolce Vita.

 

 

Addio a Bernardo Bertolucci. Il grande maestro del cinema italiano, si è spento a Roma all'età di 77 anni.  Bertolucci era a casa sua in via della Lungara, nel rione di Trastevere a Roma: è morto a seguito di una crisi respiratoria. Secondo le prime informazioni, l'ultimo saluto dovrebbe avvenire in una cerimonia privata. Si sta comunque pensando a un omaggio in Campidoglio.

E morto Bertolucci il regista che ci ha regalato uno dei piu grandi successi del Cinema Italiano: L’Ultimo Imperatore, un kolossal girato in Cina che ottiene un enorme riscontro sia di pubblico sia di critica. I premi vinti sono numerosissimi, soprattutto agli Oscar con 9 nomination ricevute e 9 statuette portate a casa, tra cui quelli come miglior regia e miglior sceneggiatura. Poi ci sono 9 David di Donatello, 4 Golden Globe, 4 Nastri d’Argento e 3 premi Bafta. 

Il film nasce per il grande amore per l’Oriente che Bertolucci scopre negli anni ’80 dopo aver girato vari Paesi come la Thailandia, il Giappone e la Cina. “Tempo dopo - racconterà in una delle sue tante interviste - il produttore Franco Giovalè mi diede da leggere il libro Da imperatore a cittadino, autobiografia presunta dell’ultimo imperatore cinese. Io avevo appena riletto La condizione umana di Malraux che si svolge nella Shangai del ’27. Con questi due progetti volai nell’84 in Cina: primo impatto con la città proibita, e da lì innamoramento assoluto". "Negli anni ’80 – aggiungerà - avevo deciso di allontanarmi da un’Italia che mi sembrava iniziasse a essere molto corrotta. La Cina è stata un altrove in cui ho amato perdermi, e subito dopo venne l’altrove del Sahara di Il tè nel deserto (1990 ndr), e l’altrove del buddismo e dell’India di Piccolo Buddha (1993). Questi tre film sono legati dal bisogno di evadere dalla realtà del mio paese che in quel momento non mi piaceva”.

Nato a Parma il 16 marzo 1941, Bertolucci è il figlio del poeta Attilio e di Ninetta Giovanardi. Cresciuto assieme a suo fratello Giuseppe (anche lui regista cinematografico non meno bravo e noto autore teatrale), è il nipote del produttore cinematografico Giovanni Bertolucci.

Aveva iniziato nel 1962, con Tonino Guerra come produttore, realizza il suo primo lungometraggio,la commare secca  su soggetto e sceneggiatura di Pasolini (che inizialmente avrebbe dovuto esserne regista)  

Fin da piccolo respira aria di cinema in casa sua che, da adolescente, lo spingerà a realizzare cortometraggi in 16 mm come Morte di un maiale e La teleferica (1956-1957), girati nella casa di Casarola sull'Appenino emiliano. Decisiva per la sua carriera un'amicizia, quella con Pier Paolo Pasolini, presentatogli da suo padre quando il regista prenderà casa vicino alla loro.

Dopo anni di sperimentazione tra il Living Theatre e Sergio Leone (per cui scrisse insieme a Dario Argento il soggetto di C'era una volta il west) acquisi' statura internazionale nel 1970 con due capolavori:Strategia del ragno e il conformista dal racconto dell'amico Alberto Moravia.   

Il primo vero grande successo arriva nel 1972 con Ultimo tango a Parigi per la scena in cui Marlon Brando usa il burro per favorire una penetrazione anale in Maria Schneider, Bertolucci a tal propositodopo la morte del attrice rivelo :“L’idea è venuta a me e a Brando mentre facevamo colazione, seduti sulla moquette. A un certo punto lui ha cominciato a spalmare il burro su una baguette, subito ci siamo dati un’occhiata complice. Abbiamo deciso di non dire niente a Maria per avere una reazione più realistica, non di attrice ma di giovane donna. Lei piange, urla, si sente ferita. E in qualche modo è stata ferita perché non le avevo detto che ci sarebbe stata la scena di sodomia e questa ferita è stata utile al film”. Ma poi agiunse:“La sua morte è arrivata prima che potessi riabbracciarla e chiederle scusa”. 

Il film ottiene un enorme successo al botteghino e viene premiato con un David di Donatello, un Nastro d’argento e una nomination all’Oscar, ma entra subito nel mirino della censura. Nel 1976 la magistratura ordina la distruzione della pellicola che solo nel 1987 riceve la riabilitazione.

Un altro suo grande capolavoro è Novecento, un film con Robert De Niro, Stefania Sandrelli e Gerard Depardieu, in cui Bertolucci racconta la storia di una famiglia dalla nascita del comunismo in Emilia Romagna fino alla Liberazione.“Eravamo nel 1976, in pieno compromesso storico e mi sembrava di dover celebrare un rito, pensavo di rendere omaggio alla storia del Pci. Paese Sera, quotidiano comunista romano, organizzò un dibattito con lo storico Paolo Spriano e Giancarlo Pajetta. Alla fine del primo tempo, Pajetta, entusiasta, mi abbracciò. Poi, vedendo le immagini della Liberazione, in cui mostravo anche le vendette private, i processi popolari contro i fascisti, si alzò furioso e se ne andò gridando: mi rifiuto di partecipare”, ricorderà in seguito Bertolucci che ringrazierà soltanto Walter Veltroni, all’epoca leader della Fgci, per averlo sostenuto. “Da allora, - dirà con rammarico - la mia tessera del Pci, presa nel 1969 contro l’estremismo filocinese dell’estrema sinistra, proprio nel momento in cui ci fu la rottura del partito con il gruppo del Manifesto, si è andata via via scolorendo... Alla metà degli anni Ottanta ho smesso di rinnovarla, non ero un militante, ho iniziato a vivere più all’estero che qui”....

Altri capolavori :  si concede a piccoli progetti corali come 12 autori per 12 città (1990) con Michelangelo Antonioni, suo fratello Giuseppe Bertolucci, Mauro Bolognini, Alberto Lattuada, Carlo Lizzani, Mario Monicelli, Ermanno Olmi, Gillo Pontecorvo, Francesco Rosi, Mario Soldati, Franco Zeffirelli e Lina Wertmüller, raccontando la sua Bologna. Ma si dedica anche a Il tè nel deserto (1990) con John Malkovich, uscendone ricco di nuove forme, sensazioni, pulsioni, tristezze e fragilità. La storia di una coppia che si perde in un viaggio in Africa dove incontrerà carnalità e morte si contrappone a quella piena di spiritualismo, cultura e sofisticatezza intellettuale del Piccolo Buddha (1993).  

Dopo tre anni torna alla carica con Io ballo da sola (1996) con Stefania Sandrelli, educazione sentimentale di una ragazza americana alle prese con la propria sessualità.  

Ma non gli basta, vuole andare ancora più a fondo e costruire un nuovo dramma da camera: arriva L'assedio (1998), tratto da un racconto di James Lasdun, dove il fascino del confronto elementare fra uomo e donna è costretto a sopravvivere e bruciare in uno spazio delimitato, oltre il quale ci sono altre vite, altre responsabilità, altre realtà. Un meccanismo che si ritrova anche in The Dreamers- I sognatori (2003), all'interno del quale il ménage a trois di tre giovani ragazzi francesi nel pieno del '68 diventa un modo per dichiarare amore eterno al cinema, erudito o meno.

Da Zeffirelli a Liliana Cavani, il mondo del cinema, ma anche quello della politica della cultura in generale saluta commosso Bernardo Bertolucci, il grande maestro del Novecento scomparso a Roma.

"Ciao, maestro. Riposa in pace". Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, commentando la scomparsa del regista Bernardo Bertolucci.

"Addio al grande maestro Bernardo Bertolucci, con le sue opere e i suoi capolavori ha segnato per sempre la storia del cinema mondiale. L'Italia intera gli rende omaggio". Così su Twitter la sindaca di Roma Virginia Raggi.

"Un giorno triste per la cultura, se n'è andato Bernardo Bertolucci uno dei grandissimi maestri del cinema italiano, un gigante del Novecento". Così l'ex ministro della Cultura, Dario Franceschini. "Ho avuto modo di incontrarlo nel corso del mio incarico di governo quando, con la generosità e il grande impegno civile che lo hanno contraddistinto per tutta la vita, ha voluto dare il proprio contributo per portare in porto la nuova legge cinema. Le sue opere - conclude Franceschini - hanno emozionato e fatto discutere intere generazioni e reso grande nel mondo il cinema italiano".  

"Se ne è andato il mio "ultimo imperatore". Che si sentiva come un "topo nel formaggio". Per lui significava stare come in un bozzolo, al caldo e al riparo. Me lo disse gioiosamente dopo una estate di sofferenza e di passione. "Adesso sto bene, sai? Sto come un topo nel formaggio". Grazie per essere stato cosìspeciale. Per il tuo cinema cosìspeciale. Spero di incontrarti ancora e di fare un altro film insieme. Un lungo bacio". Questo il ricordo commosso, in forma di lettera, di Stefania Sandrelli dedicato a Bernardo Bertolucci.

"E' un dolore immenso la morte di Bernardo Bertolucci. Se ne è andato il più grande di tutti, l'ultimo imperatore del cinema italiano. Un pezzo della nostra famiglia, un amico fraterno, amoroso, intelligente, pieno di genio, imprevedibile, rigorosissimo ed implacabile nel dirci sempre la verità. Il suo cinema rimarrà tra le meraviglie del ventesimo secolo", dicono Nicoletta Braschi e Roberto Benigni.

"E' molto triste dire addio a un carissimo amico e a un regista di grande talento come Bernardo Bertolucci, che con il suo lavoro è riuscito a trasportarci in dimensioni artistiche uniche". Queste le parole di Franco Zeffirelli per la scomparsa di Bernardo Bertolucci.

"Un grandissimo regista, fondamentale per il cinema italiano che sognava in grande, e un ancora più grande amico", dice emozionata all'Ansa la regista Liliana Cavani apprendendo così la scomparsa di Bernardo Bertolucci. "Ci sentivamo spesso - aggiunge - ci vedevamo di frequente e mi colpiva sempre il suo coraggio anche nella malattia e il suo essere, nonostante età e condizioni, sempre nel mondo di oggi, sempre circondato da giovani, sempre disponibile. Mi voleva sui suoi set, diceva che gli portavo fortuna e ci siamo voluti tantissimo bene".

"Ciao Bernardo, grazie di tutto. Continueremo a imparare il cinema costruendo sale dove goderlo, nelle nostre caverne di Platone 'dove nascono idee' ti proietteremo ancora e ancora. Una pellicola dopo l'altra". E' il saluto commosso dei ragazzi del cinema romano Piccolo America che Bertolucci aveva sostenuto nella loro battaglia

"Ho amato il cinema di Bernardo Bertolucci, come intere generazioni. Oggi diciamo addio a un grande maestro, un immenso protagonista italiano. Ci lascia un'opera grandiosa. Ciao Bernardo". Lo scrive su Twitter il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

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