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Venerdì, 01 Novembre 2024

«Scampia non è Gomorra, non significa irrecuperabilità». Lo ha detto anche al pubblico del Festival d’Autunno don Aniello Manganiello, dopo averlo sottolineato più volte, in passato, a chi gli chiedeva una sua impressione sul libro di Roberto Saviano, oggi diventato il soggetto di una fiction di grandissimo successo. Lui, che per 16 anni è stato sacerdote nel quartiere napoletano in cui degrado, miseria e malaffare regnano quasi indisturbati, ha voluto trasmettere un messaggio chiaro ai presenti: «Abbattendo le barriere dei pregiudizi e sporcandosi le mani è possibile regalare un futuro a tutti coloro che sembrano davvero persi, disinteressati a una vita nel rispetto della legalità e delle regole». Un messaggio che ha fatto riflettere i tantissimi presenti nella sala del Museo MARCA quest’anno, si svolgono gli eventi culturali del Festival. Un messaggio certamente condiviso da un altro “prete di strada”, monsignor Mimmo Battaglia, per 25 anni presidente del Centro Calabrese di Solidarietà e da poco più di un mese vescovo della diocesi campana di Cerreto Sannita.

«Per noi è un onore avervi qui – ha detto il direttore artistico del Festival Antonietta Santacroce presentando la conferenza – perché in questo percorso che ha come protagonista il Sud, vogliamo lanciare un messaggio positivo: far comprendere che dalle situazioni di emarginazione e di degrado ci si può riscattare. Lo dimostrano le testimonianze di questi due straordinari preti di strada. Vogliamo andare al di là dei luoghi comuni, al di là di una fiction che non riesce a cogliere gli aspetti più profondi di una realtà complessa com'è quella di Scampia».

Stimolati dalle domande della giornalista Donatella Soluri, i due uomini di chiesa si sono raccontati. Don Aniello Manganiello ha ripercorso le tappe della sua vocazione. «Sono nato in una famiglia povera ma questo non mi ha portato a provare rabbia nei confronti di chi era più ricco. Piuttosto ho voluto mettermi a disposizione di chi viveva la stessa mia situazione». Poi la chiamata a Scampia: «Ero sacerdote in una parrocchia del quartiere Prati di Roma. Inizialmente non andai a Napoli con entusiasmo perché vivevo di pregiudizi. Che però son riuscito a superare guardando le sofferenze della gente che vive lì. Ci deve essere la capacità di entrare nella vita delle persone».

Per don Mimmo «la vocazione è stata sempre segnata da incontri e da volti». Come quello di un bambino di Vibo conosciuto in una giornata di ritiro, durante un'allegra partita di calcio che, balbettando, lo chiamò per nome: «Quando Dio chiama – ha detto - lo fa sempre per nome».

Poi qualche aneddoto. «Il primo ricordo di Scampia? Non appena arrivai,  considerati i miei capelli un po' lunghi e incolti, con lo zainetto sulle spalle – ha raccontato don Aniello -  mi scambiarono per un tossicodipendente. Capii così che anche loro vivevano di pregiudizi, proprio come i miei. Pian piano ho abbattuto ogni muro e ho capito che pure il peggiore dei camorristi ha dentro quella scintilla di bene che dobbiamo aiutare a portare fuori».

Il primo ricordo di don Mimmo, alla guida del  Centro Calabrese di Solidarietà, è ancora un volto, quello di Stefano, un giovane che bussa alla porta della struttura e racconta la sua storia travagliata, fatta di fragilità e di rapporti difficili con la famiglia, in particolare con la madre: «Prete io credo nel tuo Dio, ma quando io lo incontrerò cosa gli racconterò della mia vita? - mi disse -  Io sono un ragazzo sieropositivo. Mi puoi aiutare?  E sai qual è il mio più grande  rammarico? Non aver mai detto a mia madre “ti voglio bene”. Ebbene, Stefano si riscattò. Fece il suo percorso di riabilitazione, riabbracciò la madre. E prima di morire mi disse: “Dillo a tutti i ragazzi che questa vita è bellissima e che devono viverla”. Questa esperienza mi ha segnato profondamente».

Diverse le domande arrivate dagli utenti di Facebook che hanno seguito in diretta l'evento sulla pagina del Festival. “Quanto le manca il “suo” Centro Calabrese di Solidarietà e come intende, da vescovo, proseguire la sua missione di prete di strada?”, uno degli interrogativi proposti a don Mimmo. «Il Centro? Mi manca, è chiaro. E' stata la mia vita. La sofferenza per il distacco è tanta. Però è il Signore che ha deciso e riserverà qualche cosa di grande non per me ma per il Centro stesso. Il prete di strada  - ha proseguito - lo faccio così come lo facevo prima, con molta semplicità, stando tra la gente, entrando nelle case delle persone, avvicinandomi ai più deboli».

A don Aniello è stato chiesto se la visione di Saviano non sia coerente con la situazione reale che si vive a Scampia. «Non ho mai negato il male e l'ho sperimentato anche io in quel quartiere: sono stato minacciato e ho anche rifiutato la scorta.  Rimprovero però a Saviano di aver raccontato soltanto il peggio e di non aver dato una speranza di recupero nonostante l'azione di tante associazioni, di tanti uomini e donne di buona volontà che condividono un grande sforzo per il riscatto». Il sacerdote ha anche raccontato dei suoi rapporti non certo idilliaci con la politica napoletana, ricordando di aver spesso attaccato le istituzioni per operazioni di facciata ma anche per commistioni con la camorra.

Don Mimmo ha parlato poi della solitudine che può vivere un sacerdote, «che ha sempre accanto Dio ma a volte soli ci si sente. Io ho provato questa sensazione  nel momento della morte dei miei ragazzi. In quel momento mi domandavo se Dio li avesse abbandonati. Ma, allo stesso tempo, in quel momento, ho trovato la forza di andare avanti proprio guardando  il loro coraggio, la loro speranza. E nei ragazzi trovavo la forza per andare oltre alla solitudine».

Il messaggio finale, lasciato al pubblico in sala e a quello social, da parte dei due sacerdoti, è che «gli irrecuperabili non esistono». «Occorre cambiare lo sguardo, gli atteggiamenti, il modo di rapportarci con il prossimo», hanno detto.

Il ciclo delle conferenze prosegue domani, sempre al Museo Marca, alle ore 18. Ospite del Festival lo scrittore e giornalista di Panorama, Carlo Puca che, intervistato dal direttore del Corriere della Calabria, Paolo Pollichieni, presenterà al pubblico la sua tesi sul Meridione, esposta nel libro dal titolo provocatorio “Il Sud deve morire”.

 

 

Una timidezza inconsueta per una rockstar come lui che da circa 50 anni si è esibito sui palcoscenici di tutto il mondo e la conferma di essere un genio che alla musica può ancora dare tanto. E’ così che Steve Hackett, ex chitarrista dei Genesis, ieri sera è apparso ai numerosi fan presenti al Teatro Politeama di Catanzaro nell’ambito del Festival d’Autunno, diretto da Antonietta Santacroce.

Entrato sul palco nella penombra e dopo aver imbracciato la chitarra classica ha creato sin dalle prime note l’incanto di una serata straordinaria. Black light, Riverbank, All is mended, Overnight sleeper, Swan fountain, Horizons e, la sempre stupenda, Blood on the rooftops sono “frammenti” di perle che formano un medley che esalta la sua tecnica raffinatissima, fatta di passaggi molto intensi e il cui suono conduce gli spettatori tra sentieri immaginifici espandendosi nel teatro.

Questo è solo l’inizio di Off the beaten track, il suo progetto acustico. Ascoltare Steve Hackett in una veste inedita per chi ha sempre apprezzato le sue performance con la chitarra elettrica è come entrare in un mondo nuovo, per alcuni versi estraniante. Esplorazioni sonore che raggiungono un maggiore pathos con l’ingresso in scena di Roger King, alle tastiere, e Rob Townsend, ai fiati. Hackett presenta Jacuzzi e il viaggio prosegue con i due compagni che aggiungono suoni morbidi e avvolgenti che si avvicinano alla world music.

Gli applausi non possono mancare alle note introduttive di Supper’s ready e After the ordeal, brani che ancora oggi suscitano emozioni fortissime. Ogni attimo è estasiante e mai privo di sorprese. Le riletture in chiave acustica dello spartito originale si ampliano con le improvvisazioni dei singoli musicisti. Da tutto questo Hackett mostra di trarre profitto per continuare il suo percorso personale e le esecuzioni di House of the faun (Pompeii), Jazz on a summer’s night, con uno strepitoso assolo di Townsend, Rainbows, Red flower e Ace of wands ne sono la conferma.

Poi con il bis il momento che tutti attendevano. Firth of fifth, il brano che con l’assolo di Hackett ha segnato un’epoca. E’ bastato un breve accenno perché il passato tornasse nel presente. Ovazione dei presenti che al termine non vogliono saperne di abbandonare il Teatro Politeama richiamandolo sul palcoscenico. Il ritorno è tutto per Bay of kings. Ed è in quel luogo immaginario che approda Steve Hackett che alla fine incontra i fan non risparmiandosi nel rilasciare autografi e facendosi ritrarre in foto.

Un ennesimo successo per il Festival d’Autunno che sabato è stato anche scelto da Radio DeeJay come uno dei cinque eventi a cui non mancare nel fine settimana. Un importante riconoscimento per Antonietta Santacroce e il suo Festival che ancora una volta si segnala come polo attrattivo per la cultura ma anche per trainare il turismo e l’economia della città di Catanzaro.

Archiviato il concerto di Steve Hackett, la prossima settimana sarà dedicata interamente agli appuntamenti culturali con “Kalon Brion. Lo spirito della Calabria, la Calabria dello spirito”, la sezione collaterale che dal 15 al 19 novembre nelle sale del Museo Marca di Catanzaro attraverso incontri e dibattiti offrirà spunti di riflessione con il Sud al centro delle attenzioni e con la presenza di scrittori, registi e studiosi.

E’ stato istituito un laboratorio permanente di musicoterapia al Centro di salute mentale del Reventino. Nei giorni scorsi, infatti, è stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra il Csm dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro e le associazioni "New Day onlus" di Soveria Mannelli e "Angsa” (Associazione nazionale genitori soggetti autistici) onlus di Lamezia Terme per realizzare, presso il centro diurno del Reventino, che ha sede a Decollatura, un laboratorio di musicoterapia destinato agli ospiti del centro. A coordinare lo svolgimento del progetto sarà il dottore Antonio Lucchino, mentre a portare avanti l’iniziativa sarà la dott.ssa Francesca M. Rubbettino, musicoterapeuta che già in passato ha collaborato con l’asp realizzando un programma di ricerca nell'unità operativa di Anestesia e rianimazione dell'ospedale "Giovanni Paolo II" di Lamezia Terme.

Il protocollo d’intesa è stato sottoscritto dalle due associazioni e dal direttore del Centro di salute mentale dott.ssa Rosina Manfredi, su indicazione del direttore generale dell’Asp dott. Giuseppe Perri. Il laboratorio permanente di musicoterapia non pesando economicamente sull’ asp arricchirà l’offerta delle attività riabilitative all’interno del Centro Diurno del Reventino.

"La musicoterapia – ha spiegato la dott.ssa Francesca M. Rubbettino - è una metodologia di intervento a carattere psicoterapeutico non verbale che, attraverso l'uso del linguaggio musicale (suono, ritmo, melodia, armonia) e per opera di un terapeuta qualificato, si pone come obiettivo quello di facilitare, migliorare, stimolare la comunicazione, l'apprendimento, l'espressione di bisogni fisici, emotivi, mentali, sociali e cognitivi, al fine di conquistare una migliore qualità di vita.

E’ stato avviato il progetto “Nati per leggere” che promuove la lettura di libri per l’infanzia, da parte degli operatori della Biblioteca comunale di Lamezia Terme, ai piccoli pazienti del reparto di Pediatria dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme. La presentazione dell’iniziativa si è tenuta nel corso di una conferenza stampa, organizzata dal Comune di Lamezia Terme, alla presenza del direttore generale dell’Asp di Catanzaro dott. Giuseppe Perri, del sindaco della città Paolo Mascaro, del primario dell’unità operativa di Pediatria Mimma Caloiero e dall’assessore alla Cultura Graziella Astorino. In particolare, la Biblioteca comunale lametina collaborerà con il reparto di Pediatria per la realizzazione del progetto tramite gli operatori dell'area socio-sanitaria (pediatri ospedalieri, assistenti sanitari, infermieri) e gli operatori dell'area educativa-culturale (bibliotecari e volontari). Da domani, e per i prossimi tre mesi, i volontari del servizio civile nazionale operanti in biblioteca (in particolare  Domenico D'Agostino, Giovanni Mazzei, Natia Rocca, Alessandra Longo, Valentina Dattilo, Margherita Gigliotti, Caterina Anania, Alessandra Corrado, Fabio Lucchino, Federica Piazzetta, Manuela Bonavina), si recheranno in ospedale il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15.30 alle 19, per leggere le fiabe ai bambini ricoverati in ospedale.

 

L'obiettivo primario del progetto “Nati per Leggere 2016” è quello di offrire un supporto socio-culturale ai piccoli pazienti, con l'intento di alleggerire la loro degenza, ridurre lo stress da paura e la sofferenza, agevolare le terapie mediche, contribuire a migliorare la qualità della vita dei piccoli degenti.  La lettura ad alta voce ha anche una valenza terapeutica; la voce di un adulto che legge con amore un libro ad un bambino spesso riesce a calmarlo, a consolarlo, a rassicurarlo, perché genera in lui senso di protezione, suscita emozione, crea un legame. “Il progetto – ha affermato il dg Giuseppe Perri – è stato promosso in Italia dall’Associazione culturale pediatri, dall’Associazione italiana biblioteche e dal Centro per la salute del bambino onlus, che ha già dato vita a 800 progetti locali in più di 2mila comuni italiani.

 

Questa iniziativa – prosegue Perri - ha degli obiettivi molto significativi come il rafforzamento del legame tra genitori e bambino, il sostegno delle cure parentali (genitorialità), il miglioramento delle capacità di apprendimento, il miglioramento dell'autostima del bambino, il sostegno delle abilità di lettura-scrittura con conseguente miglior profitto scolastico e riduzione dell'abbandono scolastico. Queste attività – aggiunge il dg - possono essere concretamente realizzate quando fra istituzioni avviene un dialogo costruttivo e propositivo come quello che è avvenuto tra l’Asp di Catanzaro e il Comune di Lamezia Terme, che ringrazio nella persona del Sindaco Paolo Mascaro, in quanto proprio grazie a questa sinergia tra i due enti è stato possibile riorganizzare insieme la nuova rete ospedaliera ed evitare che molti servizi venissero chiusi o ridimensionati”. Un’iniziativa molto importante, ha evidenziato la dott.ssa Caloiero, in quanto “la lettura ad alta voce è un sistema particolarmente apprezzato in ambito pediatrico, importante per lo sviluppo cognitivo e comportamentale del bambino, utile a livello relazionale: è scientificamente dimostrato che i bambini a cui si leggono regolarmente storie, filastrocche e poesie evidenziano un più precoce sviluppo del linguaggio, un vocabolari più ricco ed una migliore capacità di esprimere il proprio pensiero. Ma non si tratta solo di questo: leggere insieme è un modo per creare e mantenere rapporti, prima di tutto fra chi legge e chi ascolta. Leggere ad alta voce al proprio bambino significa innanzitutto dedicargli tempo, condividere con lui emozioni e sensazioni, entrare con amore nel suo mondo, nella sua dimensione”.

Il primo cittadino Paolo Mascaro ha sottolineato come Lamezia si attesta, ancora una volta, come “città nevralgica per la cultura calabrese, grazie alle tantissime iniziative messe in campo. Anche questo progetto rivolto ai bambini è molto importante”. L’assessore Astorino, nell’evidenziare l’importanza del libro come strumento indispensabile per implementare la fantasia, ha spiegato come la Biblioteca comunale lametina “promuove da tempo l'organizzazione e lo sviluppo della lettura, offrendo vari servizi che prendono in considerazione le esigenze dei cittadini, con attenzione particolari ai servizi bibliotecari per bambini e ragazzi. La sezione Ragazzi della biblioteca offre da tempo numerose possibilità d'aggregazione ludico-culturale per bambini e ragazzi tesserati, attività che di concerto alle altre svolte nella struttura contribuiscono all'accrescimento della valorizzazione culturale della città”.

 

Il comune di Soveria Mannelli, in qualità di capofila e assieme ai comuni di Bianchi, Carlopoli, Cicala, Decollatura, San Pietro Apostolo e Serrastretta, si è fatto promotore della presentazione di un progetto nell’ambito dei POIC (Progetti Operativi per l’Imprenditorialità Comunale), promossi dalla Regione Calabria (Dipartimento Sviluppo Economico) e gestiti da Fincalabra.

I POIC hanno la finalità di sostenere e incentivare l’occupazione e la nuova impresa nei territori comunali in un’ottica di filiera dello sviluppo locale e di valorizzazione delle identità locali in una logica di innovazione.

L’idea strategica che sta alla base del progetto presentato è quella di valorizzare un territorio omogeneo per caratteristiche geo-morfologiche, naturalistiche, demografiche ed economiche, attraverso le sue vocazioni produttive (agricole, artigianali e manifatturiere), la tutela del suo patrimonio ambientale, della sua cultura e delle sue tradizioni rurali, creando un nuovo “racconto turistico”, nonché spazi e luoghi interessati da nuove dinamiche di tipo economico e sociale.

Le specifiche linee di intervento riguardano: la valorizzazione dei centri storici; i B&B e l’Albergo Diffuso; le botteghe di qualità; i musei aziendali; i tour operator e le guide turistiche, ambientali e culturali; i servizi navetta e il noleggio mezzi; le attività artigiane e le produzioni identitarie.

A fronte di un finanziamento richiesto di oltre 11 milioni di euro, si dovrà dunque creare nuova imprenditorialità e sviluppo, con i conseguenti risvolti occupazionali, una maggiore qualificazione del capitale umano e un incremento della ricchezza del territorio nel suo complesso.

In merito alle potenzialità legate a questa iniziativa, il sindaco del comune di Soveria Mannelli, Leonardo Sirianni, ha dichiarato: <<Le aree interne della Calabria, e tra queste quella del Reventino, risultano sempre più strategiche per lo sviluppo complessivo dell’intera Calabria. Occorre perciò valorizzare l’esistente, inteso come territorio e cultura del fare, introducendo nel contempo innovazioni capaci di andare oltre l’offerta tradizionale di prodotti e servizi, integrandoli con un mix di componenti destinati a creare valore aggiunto per i potenziali clienti.>>

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