Sport e musica al carcere di Catanzaro
Il pomeriggio di lunedì 19 febbraio sport e musica entrano nel carcere di Catanzaro.
Presso la Casa Circondariale di Siano infatti una delegazione del Comune di Catanzaro ha consegnato ai detenuti delle divise sportive, a sostegno dell’attività svolta in Istituto: la squadra del carcere “Ugo Caridi” è iscritta da tempo ad un campionato di calcio amatoriale e settimanalmente gioca “in casa” le partite del calendario.
Presenti il presidente del Consiglio Comunale Marco Polimeni, l’assessore alle politiche sociali Lea Concolino, i due consiglieri Luigi Levato e Giulia Procopio.
“Il legame con il territorio” ha affermato la direttrice della Casa Circondariale di Catanzaro, Angela Paravati “va rafforzato, perché il carcere deve essere anche un servizio sociale ed in un certo senso deve essere considerato dalla comunità cittadina come “un quartiere” particolare, da coinvolgere comunque, in determinate iniziative, per favorire il reinserimento della popolazione detenuta: l’integrazione si realizza anche attraverso l’attività della raccolta differenziata e attraverso la tutela delle aree verdi, che stiamo cercando di portare avanti”. Il presidente Polimeni ha sottolineato la volontà del Comune di essere vicino a questa realtà per farla sentire “parte” della città di Catanzaro.
Il Comune di Catanzaro ha patrocinato inoltre lo spettacolo musicale andato in scena nel pomeriggio, alla presenza della delegazione comunale, della polizia, di molti detenuti nonché dell’Associazione Gadit, Guardie ambientali d’Italia, che ha sostenuto l’iniziativa, presente nelle persone del comandante Ronaldo Marra, del presidente Antonio Formisano e dell’ispettore Salvatore Nardini.
Note canzoni della musica italiana degli ultimi decenni, tra cui cover di brani di Fiorella Mannoia e di Mina, hanno riempito per qualche ora spazi in cui in genere il tempo è scandito da attività di studio e di lavoro, rigorosamente pianificate; se da un lato lo sport praticato in carcere riesce a portare per qualche ora le menti delle persone “fuori” dai confini dell’istituzione carceraria, allo stesso modo la musica riesce a portare “dentro” un po’ di ciò che è rimasto aldilà delle sbarre.