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Venerdì, 01 Novembre 2024

Bufera giudiziaria a Venezia

Manette al sindaco di Venezia e ad altre trentaquattro persone nell'ambito di un'inchiesta su presunte tangenti pagate per gli appalti del Mose, il sistema di dighe mobili per la salvaguardia della città lagunare

Il Movimento 5 Stelle si occupa del Mose da quando è nato, su quell'opera abbiamo sempre mostrato preoccupazioni in merito ad utilità e meccanismi d'appalti. Come per l'Expo e la Tav. Cos'altro devono fare questi partiti per non meritare più il voto dei cittadini italiani?", si chiede Luigi Di Maio, deputato M5S, su Facebook. Il suo post è stato ripreso anche dal blog di Grillo. "Auspicando che il Parlamento si esprima quanto prima per dare l'autorizzazione a procedere all'arresto nei confronti dell'ex ministro Galan chiediamo che il ministro Lupi riferisca in tempi rapidi sull'attuale stato delle commesse degli appalti veneti". Lo affermano i deputati M5S, commentando l'inchiesta sui fondi neri per la realizzazione del Mose a Venezia.

"È terribile, l'inchiesta riguarda non solo politici ma anche ex uomini della Questura, della Guardia di finanza oltre a cooperative e imprenditori, cioè quasi un 'pacchetto completo'". Così Matteo Salvini, in diretta ad Agorà su Rai3, a proposito dell'inchiesta sul Mose, sottolineando di non ritenerla una "inchiesta a orologeria". Il segretario del Carroccio si dice certo dell'estraneità della Lega sulla vicenda e pronto a "mettere la mano sul fuoco" per quanto riguarda la posizione di Luca Zaia, governatore veneto.

Cosi arrestati il sindaco Giorgio Orsoni, posto ai domiciliari, l'assessore regionale Renato Chisso e altre 33 persone, tra cui due ex presidenti del magistrato alle Acque della città lagunare. Le ipotesi di reato a vario titolo sono corruzione, concussione, riciclaggio. La GdF ha sequestrato beni per un valore di circa 40 milioni di euro
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Le accuse mosse nei confronti degli indagati sono: corruzione, concussione e riciclaggio. L’indagine della Finanza era partita tre anni fa, lo scorso anno c’era stato l’arresto di Piergiorgio Baita, ai vertici della Mantovani, società padovana colosso nel campo delle costruzioni. Dopo qualche mese l’arresto di Giovanni Mazzacurati, l’ingegnere "padre" del Mose. Ora la catena di arresti che segna lo sviluppo di quella che viene già chiamata la "Tangentopoli veneta". Sequestrati beni per un valore ci circa 40 milioni di euro. Orsoni è finito in manette con l’accusa di finanziamento illecito relativa alla sua campagna elettorale per le comunali del 2010.

secondo l agenzia di stampa ansa nell'inchiesta su presunti fondi neri accumulati dagli allora vertici di una azienda operante nella costruzione del sistema Mose per la difesa di Venezia dalle acque alte anche una richiesta di arresto per Giarcarlo Galan, ex governatore del Veneto ed ex ministro con Berlusconi e ora deputato. Da Galan al momento non arriva nessun commento. Il presidente della Commissione cultura della Camera, fa sapere la sua portavoce Francesca Chiocchetti, ''E' a Roma e non ha potuto ancora vedere le carte''.

Con l'accusa di aver ricevuto fondi illeciti per almeno 800 mila euro dal Consorzio Venezia Nuova (Cvn) nell'ambito delle opere del Mose Giancarlo Galan è indagato dalla Procura di Venezia. Le dazioni, da fondi neri realizzati dal Consorzio e dalle società che agivano in esso, risalirebbero agli anni tra il 2005 e il 2008 e il 2012.

Triangolazioni di denaro attraverso false fatture maggiorate per un totale accertato di 25 milioni di euro sono alla base della terza fase dell'indagine Mose, quella 'politica'. Il procuratore capo Luigi Delpino, l'aggiunto Carlo Nordio e i vertici della Guardia di finanza, in merito all'inchiesta che ha portato a 35 arresti e ad un centinaio di indagati, hanno ricordato che l'operazione era di fatto in corso dal 2008 e che il 'contatto' con la politica è la terza fase dell'inchiesta. 

La cosiddetta inchiesta sul Mose parte da lontano e ha preso avvio da un filone dell'indagine per presunte mazzette relative ad opere autostradali lungo la A4 riguardanti una società presieduta da Lino Brentan. Patteggiata la pena per quella vicenda, Brentan oggi risulta tra gli arrestati per la nuova indagine della Procura di Venezia.

la Guardia di Finanza, da quel filone e coordinata dalla Procura di Venezia, è giunta ai presunti fondi neri creati da Piergiorgio Baita, all'epoca dei fatti ai vertici della Mantovani, la società leader nella realizzazione del Mose e all'interno del concessionario unico Consorzio 'Venezia Nuova' (Cav). Gli inquirenti sono riusciti poi a risalire agli allora vertici della Cav, con l'arresto (ai domiciliari) del presidente Giovanni Mazzacurati e di altre persone. Nei giorni scorsi, nel quadro del filone riguardante l'ex presidente della Mantovani l'invio di uno stralcio del fascicolo al tribunale dei ministri relativo all'ex ministro Altero Matteoli.

"E' stato un eccezionale lavoro della Guardia di Finanza che con una lunga e difficile indagine ha portato alla luce un sistema illecito ben radicato", ha detto il procuratore della Repubblica, Luigi Delpino al agenzia di stampa Ansa.

Giorgio Orsoni, sindaco di Venezia è stato arrestato e posto ai domiciliari, per l'accusa di finanziamento illecito relativa alla sua campagna elettorale per le comunali del 2010. La Guardia di Finanza sta ancora operando sul territorio in Veneto, Lazio, Lombardia ed Emilia Romagna con oltre 300 uomini. Nel corso dell'operazione i finanzieri, oltre a consegnare le notifiche relative all'ordinanza firmata dal Gip veneziano Alberto Scaramuzza, hanno compiuto un centinaio di perquisizioni. L'ordinanza è di oltre 700 pagine.

 

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