Un ristorante McDonald's in Italia impiega trenta dipendenti. Un suo simile in Spagna quaranta. Il costo delle materie prime (spesso italiane in tutta Europa) è equivalente: ciò che cambia è il costo del lavoro. Il padroncino del Mac a Madrid può permettersi dieci dipendenti in più del suo omologo a Milano, a parità di fatturato e profitti. Questo è il cuneo fiscale, di cui si parla da anni. I nostri dipendenti costano tanto e incassano poco. Le nostre imprese debbono dunque arrangiarsi: assumere meno (o, quando possono, in grigio o in nero) e fornire servizi un po' meno sofisticati Qualsiasi taglio fiscale avrà un effetto generale solo se chiaro, netto e di dimensione importante. L'economia è fatta di aspettative e di fiducia: se le riduzioni fiscali sono simboliche o figlie di mediazioni che dividono le poche risorse in mille rivoli per accontentare tutti servono poco-nulla.
Se a un taglio fiscale si associa un aumento tributario da qualche altra parte l'effetto complessivo è negativo. Banale ? Mica tanto. Se alle riduzioni si dovesse associare un aumento delle imposte sulle rendite finanziarie, di cui si parla in queste ore, si darebbe l'impressione di prendere come al solito per i fondelli i lavoratori, che sono anche risparmiatori e spesso anche imprenditori-autonomi. Il caso di scuola è stata la sostituzione dell'Imu con la Tasi. Diciamo proprio Una beffa. Pero il Presidente del Consiglio rilancia la sfida: "Mercoledì per la prima volta si abbassano le tasse. Non ci crede nessuno? Lo vediamo" afferma il premier Matteo Renzi, dicendo che si tratta di 10 miliardi, a "Che tempo che fa".
E il premier interviene sul tema del taglio di Irap e Irpef: "Il pacchetto di misure lo presentiamo mercoledì con le entrate e le uscite. Non ritengo giusto che ne parli oggi ma trovo abbastanza imbarazzante che per anni si sono aumentare le tasse, ora che si stanno abbassando sono iniziate le polemiche "le abbassi agli altri e non a me" ".
5 miliardi su Irap e 5 miliardi su Irpef ? "Non credo, perchè non ha funzionato in passato". "Lei ricorderà - aggiunge - Prodi fece una riduzione teoricamente molto importante, ma poi alla fine nessuno se ne accorse".
La legge elettorale "è a un passo dal traguardo. Domani si finisce. Al massimo martedì mattina" dice sempre il premier Matteo Renzi, che la riforma è buona perché "porta al ballottaggio e impedisce larghe intese e giochini da prima Repubblica, e riduce il potere dei partitini, un male di cui come centrosinistra abbiamo sofferto tanto".
"Se troviamo una soluzione che va bene a tutti sono felice, è giusto che sia scelta politica" afferma il Renzi soffermandosi sul nodo della parità di genere nell'Italicum. Tema che "non si affronta solo con una discussione sulle poltrone in Parlamento", aggiunge. "Piaccia o non piaccia si è capito che siamo veramente messi all'ultima chance e che la politica o cambia se stessa o l'antipolitica ci porta via tutti. Io rischio l'osso del collo perché o cambio il Paese o vado via".
"Ascoltiamo Confindustria, ascoltiamo i sindacati. Noi ascoltiamo tutti, ma cosa dobbiamo fare lo sappiamo: lo faremo non pensando alle associazioni di categoria ma alle famiglie e alle imprese".
"In questo momento a lottare per ridurre numero e costi dei politici c'è il Pd ma Grillo non c'è. Non è un caso che molti nel M5S stanno cercando di scappare. E' un passaggio molto significativo".
il fisco non deve essere "un nemico" e il governo agirà per questo, ad esempio "con la dichiarazione precompilata che invieremo a casa". Il premier sottolinea come per ridurre i costi delle imprese occorre anche "semplificare le regole del gioco".
E ad una domanda sui sottosegretari indagati: "Io contesto fortemente che l'avviso garanzia in quanto tale sia immediatamente segno di colpevolezza". "Con questo atteggiamento perdiamo il rispetto del principio costituzionale", spiega.
"L'assegno di disoccupazione arriverà con un ddl che impone la riorganizzazione degli strumenti di ammortizzazione sociale" dice il Matteo Renzi che chiede "un altro impegno. Al disoccupato dò il contributo ma lui non sta a casa o al bar ma mi da una mano per le cose che servono. Ti do una mano e tu mi dai una mano ad aiutarti".
Poi sulla regola del 3% sul deficit/Pil: è "una norma concettualmente antiquata ormai, ma noi la rispetteremo finché non sarà cambiata, non
cambieremo le regole in modo unilaterale".
"Mercoledì Raffaele Cantone sarà indicato capo dell'Autorità contro la corruzione". "Cantone è un giudice in prima linea contro la camorra - spiega il premier - Lo proporrò come riferimento contro la corruzione".
Mettiamo 10 miliardi di euro in tre anni per mettere in piedi le scuole. Ho chiesto una mano a Renzo Piano perché in questo ci sia un suo contributo in questo progetto di rammendo. Lo vedo giovedì. La priorità per l'Italia è ripartire dalle scuole".
"Avremo i sindacati contro? Ce ne faremo una ragione" . Così Matteo Renzi nel corso della trasmissione 'Che Tempo Che Fa'. "I sindacati devono iniziare a mettere on line tutte le spese che hanno, come gli altri", ha detto il presidente del Consiglio. Intanto:
Rilanciare crescita e occupazione, partendo dalla riduzione delle tasse sul lavoro. E' questo il biglietto da visita con cui il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, si presenterà a Bruxelles nel suo debutto all'Eurogruppo e, martedì, all'Ecofin. Il ministro illustrerà ai colleghi europei la nuova agenda del governo Renzi.
La priorità assoluta è e sarà la crescita, perché è sopratutto dall'andamento dell'economia e dalla spinta che si riuscirà ad imprimere al Pil che dipenderà anche l'assestamento dei conti pubblici italiani, deficit e debito, note dolenti su cui anche negli ultimi giorni non sono mancati gli appunti dell'Unione europea.
Il lavoro del governo sarà quindi concentrato su crescita e occupazione, partendo dalla riduzione delle tasse sul lavoro - finanziata soprattutto con la spending review - e proseguirà con il processo di privatizzazioni avviato dall'esecutivo Letta. Gli impegni all'Eurogruppo sono preceduti per Padoan da un primo incontro bilaterale con Herman Van Rompuy, presidente stabile del Consiglio Ue, ma non è escluso che il ministro possa incontrare faccia a faccia anche il Commissario agli Affari economici, Olli Rehn.
Poi l'avvio ufficiale dei lavori concentrati su Grecia e Cipro e, all'Ecofin, sull'unione bancaria. La messa a punto del sistema di vigilanza unica europea dovrebbe essere alle battute finali e c'è già chi prevede possibili sessioni notturne per arrivare ad una soluzione finale che possa passare a breve all'esame di Strasburgo. Non è escluso però che i tempi possano allungarsi ancora, arrivando fino all'Ecofin di aprile. Una strategia che alcuni Paesi sarebbero pronti a perseguire per restringere il più possibile il campo di azione del Parlamento, costretto, se i tempi tecnici prima dello scioglimento e delle nuove elezioni dovessero essere troppo corti, ad approvare il pacchetto in arrivo così com'è, senza la possibilità di apportare modifiche.
Qualsiasi sia l'esito della riunione, Padoan dovrà comunque tornare a Roma entro mercoledì mattina. Il 12 è infatti in programma l'atteso consiglio dei ministri in cui il governo svelerà ufficialmente le carte sui primi grandi provvedimenti: jobs act, piano casa, edilizia scolastica e, forse - se i nodi saranno sciolti - anche sul taglio del cuneo fiscale.