Tonnellate di rifiuti destinati alla differenziata mai trattati e finiti nella discarica di Malagrotta, nonostante i proprietari dell'impianto di differenziazione incassassero diversi milioni di euro. Emerge dalle indagini dei carabinieri del Noe di Roma sul cosiddetto 'sistema Malagrotta' gestito dal patron della maxi discarica Manlio Cerroni, oggi colpito da un'ordinanza di custodia cautelare. Le indagini dirette dal colonnello De Caprio, anche noto come 'Ultimo' (che nel 1993 catturò Riina) Tale "sistema" inoltre implicitamente permetteva di dichiarare Malagrotta in costante emergenza proprio perche', secondo l'accusa, nel conteggio delle cubature di spazzatura finivano materiale non definibile rifiuto tout court e il Cdr (combustibile da rifiuti) e ciò che poteva essere riciclato. Dunque l'emergenza fittizia di Malagrotta produceva, per l'accusa, un nuovo business al gruppo visto che le amministrazioni erano costrette a trovare nuovi siti.
Contestualmente all'arresto delle sette persone coinvolte nell'inchiesta sulla gestione dei rifiuti nel Lazio è in corso il sequestro di beni mobili ed immobili per 18 milioni di euro. Ad eseguirlo gli uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Roma. Il sequestro dei beni è indicato nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Massimo Battistini su richiesta del pm Alberto Galanti.
Sette persone sono state arrestate dai carabinieri del Noe di Roma nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione dei rifiuti del Lazio. Tra queste, il proprietario dell'area della discarica di Malagrotta, Manlio Cerroni, e l'ex presidente della Regione Lazio Bruno Landi. Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti.
Gli altri arrestati sono Luca Fegatelli, fino al 2010 a capo della Direzione regionale Energia, il manager Francesco Rando, l'imprenditore Piero Giovi, inoltre Raniero De Filippis e Pino Sicignano. Le indagini sono state condotte dai militari del Noe (Nucleo operativo ecologico) diretti dal colonnello Sergio De Caprio, anche noto come 'Ultimo' (che nel 1993 catturò Totò Riina), e coordinati dal capitano Pietro Rajola Pescarini.
Sono tutti agli arresti domiciliari i sette destinatari delle ordinanze di custodia cautelare emesse dalla magistratura romana nel quadro degli accertamenti sulla gestione dei rifiuti nel Lazio. Oltre a rispondere di associazione per delinquere finalizzata al traffico di rifiuti, i sette indagati, a seconda delle posizioni, sono accusati anche di violazione di norme contro la pubblica amministrazione e di truffa in pubbliche forniture. Degli arrestati, Pino Sicignano è il direttore della discarica di Albano Laziale, mentre Raniero De Filippis è stato dirigente della Regione Lazio.
Sono 21 gli indagati, e tra loro anche l'ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, nell'inchiesta della procura di Roma sulla gestione dei rifiuti nel Lazio. L'ex Governatore è iscritto per le ipotesi di abuso d'ufficio e falso, in concorso con Manlio Cerroni, Avilio Presutti, Luca Fegatelli, in relazione all'emanazione di ordinanza che consentiva al consorzio Coema di avviare "l'attività per la realizzazione dell'impianto di termovalorizzazione di Albano Laziale", ordinanza ritenuta "illegittima in quanto il commissario straordinario aveva cessato i suoi poteri in data 30 giugno 2008 ed il presidente della Regione Lazio era pertanto divenuto incompetente", si nelle nell'ordinanza di custodia cautelare.