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Venerdì, 01 Novembre 2024

Privatizzazioni, 8 società interessate

Eni, Stm e Enav per le partecipazioni dirette e Sace (Cdp), Fincantieri (Cdp), Cdp Reti (Cdp), Tag (Cdp) e Grandi Stazioni (Fs): queste le società che vedranno la dismissione di partecipazioni da parte pubblica. E' quanto risulta dalla nota diffusa a Palazzo Chigi. Le dismissioni arriveranno fino al 60% della quota per Sace e Grandi Stazioni; per Enav e Fincantieri è prevista la cessione del 40%; per Enila cessione è del 3%. Cos' il ministro Saccomanni nella conferenza stampa a Palazzo Chigi.
Complessivamente questa operazione" di cessione di quote societarie "dovrebbe far entrare tra i 10 e i 12 miliardi di euro" nelle casse dello Stato, di cui la metà andrà a ridurre il debito nel 2014 e il resto a "ricapitalizzazione della Cdp". Così il premier Enrico Letta.
Le cessioni in programma da parte del governo vedono ''soggetti di non controllo come Stm, Fincantieri, Cdp Reti, Grandi stazioni'', ha aggiunto Letta. ''Abbiamo deciso di intervenire nelle partecipazioni dirette e indirette con la cessione di quote non di controllo, tranne il caso della Sace, per la quale la presenza privata, come per le consorelle eueopee, sarà maggiore''.

Nel pacchetto di cessioni deciso in Cdm c'e' anche una "operazione di buyback che riguarda Eni che comporterà la cessione di un 3%, senza che questo comporti l'andare sotto il 30%". Il piano di dismissioni mira anche ad ''ottenere margini di flessibilità in più da parte della Commissione europea'' nel 2014 soprattutto per avere la possibilità di procedere a investimenti produttivi, ha spiegato Letta.

Le dismissioni arriveranno fino al 60% della quota per Sace e Grandi Stazioni; per Enav e Fincantieri è prevista una cessione del 40%; per Eni la cessione è del 3%. Lo ha spiegato il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni nella conferenza stampa a Palazzo Chigi. La cessione del 3% dell'Eni ''ci consente di mobilizzare 2 miliardi senza scendere sotto il 30%'' e senza dunque perdere il controllo della società.
Via libera all'unanimità in commissione Bilancio al Senato a un emendamento dei relatori alla Legge di Stabilità che stanzia i fondi per l'emergenza Sardegna. Lo riferisce il senatore di Sel Luciano Uras.
Il cdm ha deciso di presentare un emendamento alla legge di stabilità che riguarda il "ripristino completo delle somme legate alla non autosufficienza" e fra queste quelle per i malati di Sla. Lo ha annunciato il premier Enrico Letta, dicendo di comprendere le proteste, ma ricordando anche che era già previsto un "completamento del percorso".

Intanto Renato Brunetta, a "La Telefonata" di Belpietro (Canale 5). Se non la votate andate all'opposizione? "Se non la votiamo è il governo che va all'opposizione degli italiani", ha risposto Brunetta. "Sul Pil il governo è stato smentito dall'Unione Europea, dall'Ocse, da Confindustria, praticamente da tutti", ha sottolineato. "Il tasso di crescita del Pil previsto per il 2014 è circa la metà di quello indicato dal governo. Non era mai successo che il governo smentisse l'Istat. Ne deriva che se il tasso di crescita previsto per il 2014 sarà la metà di quello previsto dal governo, con questa legge di stabilità aumenterà la pressione fiscale, per un solo fatto aritmetico: il che vuol dire fallimento totale della legge di stabilità", ha concluso Brunetta.

Cgil, Cisl e Uil riuniranno i loro esecutivi unitari martedì 26 novembre per fare una valutazione sulla mobilitazione della scorsa settimana a sostegno delle modifiche al ddl stabilità e per decidere nuove iniziative a sostegno dei cambiamenti chiesti. Lo ha riferito il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, al termine di un incontro di circa un'ora e mezza avuto con i leader di Cgil e Uil, Susanna Camusso e Luigi Angeletti.Intanto....
Il fondo di garanzia per la costruzione, l'ammodernamento e l'acquisto di impianti sportivi (compresi gli stadi da parte di società o associazioni sportive) sarà integrato con 10 milioni nel 2014, 15 milioni nel 2015 e 20 milioni per il 2016. E' quanto prevede il pacchetto di emendamenti del governo alla legge di stabilità secondo una bozza arrivata in Parlamento.

Ecosostenibili, poco costosi, polifunzionali e a misura di famiglie, ma soprattutto sempre aperti: perché lo stadio che verrà sarà fatto non solo per segnare. Una bozza dell'emendamento di governo alla legge di Stabilità delinea infatti la strada per una nuova geografia dell'impiantistica italiana, garantendo tempi certi e rapidi. L'abbattimento delle lungaggini burocratiche permetterà agli enti locali di avere risposte entro 14 mesi, e consentire alle società sportive di gettare le basi dei nuovi impianti. Una dozzina nella sola serie A di calcio i club che puntano a costruire o rifare il look allo stadio. L'emendamento, che il premier Enrico Letta aveva annunciato al Coni e ribadito dal vice primo ministro Angiolino Alfano in Lega calcio, porterebbe, secondo alcune fonti, ad investimenti da parte di privati per otto miliardi di euro nei prossimi quattro anni e riguarda tutti gli impianti a partire da strutture da 500 posti indoor a 2000 all'aperto. L'intervento, se passerà con la legge, prevede costruzioni ex novo, ma anche ammodernamenti di quelli esistenti, considerando che l'età media è di 62 anni. Finora i tempi per le autorizzazioni (che anche in base all'emendamento rimangono di pertinenza assoluta degli enti locali, e non prevedono deroghe) sono stati decisamente più lunghi: la Juventus, l'unica tra le squadre di A ad avere lo stadio di proprietà, ha dovuto attendere sette anni per avviare i lavori per lo Juventus Stadium, dieci l'Udinese per poter avviare il restauro del 'Friuli' e ottenerne la concessione per 99 anni.

Uno studio della Figc sull' "Impatto economico e sociale dell'impiantistica" sostiene che l'ammodernamento degli impianti sportivi incide dal punto di vista economico, della sicurezza, della qualità della vita. Un dato per tutti: il rinnovamento degli impianti porterebbe ad un aumento degli spettatori del 40% circa. Inoltre, un impianto che funziona non solo in occasione degli eventi sportivi attenuerebbe per le società sportive la forte dipendenza dei risultati economici da quelli agonistici. E anche se la norma ha già trovato detrattori (una parte del Pd è contraria perché è convinta che "genererà speculazione edilizia e per questo va ritirata"), sperano invece di avere il via libera in tempi rapidi i club che guardano allo stadio di proprietà come alla strada per invertire la tendenza della crisi che ha investito anche il pallone. Come la Juve (impianto da 41mila posti inaugurato due anni fa) vuole uno stadio di proprietà l'Inter del neo presidente Erick Thohir che si è già messo al lavoro: tre aree individuate (San Donato, Sesto san Giovanni e Rozzano) per un impianto da 60mila posti e un costo di 140 milioni. Il Milan invece punta a ristrutturare il Meazza (in ballo c'è pure la finale di Champions 2016), come pure l'Udinese (restyling del Friuli) e il Bologna che punta a rivoluzionare il Dall'Ara, con una struttura da 25mila posti, ma con ristoranti, uffici: 90mila metri quadrati declinati alle attività commerciali. Vogliono uno stadio nuovo di zecca la Roma americana (Tor di Valle l'area, con cinema, negozi e ristoranti) e anche la Lazio di Claudio Lotito (ipotesi Valmontone o Tiberina). La Fiorentina dei Della Valle è in trattativa con il comune per la Cittadella dello sport: 32 ettari, 150-200 milioni l'investimento, con campo, ma anche parco tematico e musei. Progetto anche per la Samp che abbandonerebbe Marassi per uno stadio da 30mila posti, con annesso palazzo dello sport e una costruzione residenziale. Il New arena stadium è invece il progetto del Verona-rivelazioen di questo avvio di stagione: via dal Bentegodi, finora in condominio con il Chievo, per una struttura da 25mila posti, trasformabile in stadio del rugby e con piscina olimpionica sottostante. Ai nuovi stadi guarda anche la serie cadetta con 'B futura' il progetto che prevede nuovi impianti con capienze tra 10 e 20mila posti. Lo sport attende il via libera allo stadio che verrà.

Come ogni legge di stabilità che si rispetti anche quella di quest'anno segna il passo in commissione Bilancio del Senato nella sua marcia verso l'Aula, dove dovrebbe arrivare venerdì mattina: la meta si allontana, come ammette uno dei relatori, Giorgio Santini (Pd), perché governo e maggioranza sono alle prese con il tentativo di ampliare le risorse per il cuneo fiscale, la casa e il dissesto idrogeologico. In attesa di toccare questi temi, i relatori e il governo hanno predisposto degli emendamenti significativi, tra cui uno che destina fino a 200 milioni per l'alluvione della Sardegna e un secondo (non ancora depositato) che istituisce un Fondo di garanzia per i mutui casa, a cui potranno ricorrere i giovani con contratto atipico, i co.co.co. da sempre tenuti lontani dalle Banche. E non mancano emendamenti che hanno scatenato la polemica come uno del governo per la costruzione di nuovi stadi, che consente anche la realizzazione di insediamenti urbanistici ''non contigui con gli impianti sportivi''. I gruppi parlamentari hanno scremato le loro proposte di modifica, portandole a 548, rispetto ai 3.100 iniziali. Comunque troppi, specie dalla maggioranza, e questo indica che si sta trattando sui temi caldi, come cuneo e casa.

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