Mentre i capi di stato sono impegnati ad analizzare le varie politiche economiche e finanziarie, a fronteggiare la crisi economica e ad analizzare questioni legate a sicurezza, armamenti, tecnologie, il secondo Rapporto Mondiale sulle Felicità Mondiale dell’ONU, pubblicato lo scorso 9 settembre dal Sustainable Development Solutions Network (SDSN), rafforza ulteriormente il concetto secondo il quale il benessere deve essere una componente critica di come il mondo misura il suo sviluppo economico e sociale.
Il WoldHappiness Report 2013 si basa sull’analisi dei principali esperti in campi differenti - economia, psicologia, analisi dei sondaggi, statistiche nazionali e altro ancora – che descrivono come misure relative al benessere possono essere utilizzate efficacemente per valutare il progresso delle nazioni. Il Rapporto è stato curato dal professor John F. Helliwell, della University of British Columbia e il Canadian Institute for Advanced Research, da Lord Richard Layard , direttore del Programma di benessere al centro del LSE per la performance economica, e dal professore Jeffrey D. Sachs, Direttore dell'Earth Institute della Columbia University, Direttore della SDSN e Consigliere speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite.
«La politica deve essere maggiormente allineata con ciò che realmente conta per la gente e con ciò con cui loro stessi caratterizzano come benessere - ha detto il professor Jeffery Sachs - Sempre più leader mondiali stanno valutando l’importanza del benessere come una guida per le loro nazioni e del mondo. Il World Happiness Report 2013 offre prove evidenti sul fatto che la misurazione e l'analisi sistematica della felicità ci può insegnare molto su come migliorare il benessere e lo sviluppo sostenibile a livello mondiale».
Il primo Rapporto sulla Felicità Mondiale, pubblicato nel 2012 in vista della riunione ad alto livello delle Nazioni Unite sulla felicità e sul benessere, ha attirato l'attenzione internazionale ed è stato considerato come un primo sondaggio, un primo punto di riferimento sullo stato di felicità globale. Questa nuova relazione del 2013 si spinge oltre. Il rapporto, infatti, scava più in dettaglio e fornisce un'analisi dei dati sul benessere globale, prendendo in esame le tendenze nel corso del tempo, in modo tale che cittadini e responsabili politici possano capire il posizionamento del loro paese. Esso si collega, inoltre, ad altre importanti iniziative per misurare il benessere, tra cui quelle condotte dall'OCSE e al Rapporto sullo sviluppo umano dell'UNDP e fornisce una guida per i responsabili politici su come integrare efficacemente il benessere nei loro processi decisionali.
Secondo la relazione, i paesi con i più alti livelli di felicità sono:
1.Danimarca
2.Norvegia
3.Svizzera
4.Paesi Bassi
5.Svezia
6.Canada
Il World Happiness Report prende in analisidiverse variabili, alcune più scontate, come il PIL reale pro capite, la salute e l’aspettativa di vita sana, la libertà dalla corruzione, e altre meno classiche, come generosità, la libertà di scelta e la presenza di qualcuno su cui contare.
Il Rapporto mostra delle variazioni significative nel grado di felicità in alcuni paesi nel corso del tempo. Ad esempio, l’Africa sub-sahariana e l’America Latinastanno conoscendo un aumento dei livelli della felicità, mentre i paesi industriali indietreggiano di qualche posizione negli indici. L'Italia è in fondo alle classifiche, al 45° posto con un punteggio di 6/10, vicino a Slovenia, Guatemala e Sud Corea e lontana dagli altri Paesi europei che si trovano quasi tutti fra i primi 30 (tranne pochi altri 'infelici' come la Grecia e la Croazia). Ansia, depressione e psicosirappresentano gli ostacoli maggiori all’essere felici nei paesi economicamente più forti. Il report analizza anche i principali effetti collaterali e benefici della felicità: le persone felici vivono più a lungo, sono più produttivee sono anche cittadini migliori.