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Venerdì, 01 Novembre 2024

Siria, guerra più lontana dopo l'iniziativa russa

La Siria accetta la proposta di mettere le proprie armi chimiche sotto controllo internazionale: lo ha ribadito oggi a Mosca il ministro degli esteri Walid al Muallim in un incontro con Serghiei Narishkin, presidente della Duma, ramo basso del parlamento russo scrive Interfax.
Ieri abbiamo tenuto un round di negoziati molto fruttuosi con il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov e da parte sua e' stata avanzata una iniziativa riguardante le armi chimiche'', ha riferito al Muallim. ''Gia' ieri sera ci siamo dichiarati d'accordo partendo dal presupposto che essa deve togliere il terreno per l'aggressione americana contro il nostro Paese'', ha aggiunto il capo della diplomazia, ricordando il consenso manifestato pubblicamente ieri sera.Cosi....

La crisi siriana potrebbe essere a una svolta. Il governo di Assad ha infatti accolto favorevolmente la proposta russa, annunciata dal ministro degli esteri, Serghiei Lavrov, di consegnare il proprio arsenale chimico alla comunita' internazionale. Una decisione che Barack Obama in serata ha definito "uno sviluppo potenzialmente positivo" e che Mosca e Damasco sperano possa bloccare l'iniziativa Usa di un intervento militare, mentre il voto al Senato Usa, si apprende in serata, slitta in la'. Da Washington - dove regna un generale scetticismo - arriva comunque un segnale di apertura: ''Esamineremo in maniera approfondita la proposta russa''. E il presidente Barack Obama commenta: ''Se è reale'', dice, ''è uno sviluppo potenzialmente positivo, e' possibile che eviti l'attacco militare'', ha detto alla Cnn, sottolineando pero' come sia necessaria la massima prudenza. Una svolta che potrebbe cavare d'impaccio Obama, il quale ha ammesso di non avere i voti necessari al Senato dicendo di "non essere molto fiducioso che la mozione possa essere approvata". Una svolta subito colta anche dal capogruppo democratico alla camera alta del Congresso, Harry Reid, rinviando lo spinoso voto. "Immagino che il Congresso avrà bisogno di tempo per prendere le decisioni giuste, penso a settimane", ha detto poi Obama, intervistato stasera da varie tv americane. Intanto, il segretario di Stato, John Kerry, ha gia' sentito telefonicamente il suo omologo russo. Ma sia Casa Bianca che Dipartimento di Stato avvertono: vogliamo vedere le carte, ma non siamo disposti ad accettare perdite di tempo. Lo stresso Obama avverte: ''No a tattiche dilatorie che riportino la situazione allo stallo''.

A innescare gli ultimi sviluppi e la proposta di Mosca e' stata proprio un'uscita del capo della diplomazia americana, nel corso di una conferenza stampa a Londra. ''Assad - ha detto Kerry - potrebbe evitare un attacco consegnando le sue armi chimiche alla comunita' internazionale entro la settimana prossima''. In molti hanno subito visto in queste dichiarazioni un'apertura da parte dell'amministrazione statunitense. Tanto che il Dipartimento di Stato - temendo che le parole di Kerry potessero mettere in imbarazzo la Casa Bianca - e' intervenuto per correggere il tiro: ''Quella del segretario di Stato era solo un' argomentazione retorica, perche' Assad e' un dittatore brutale di cui non ci si puo' fidare''. Fatto sta che a stretto giro di posta da Mosca e' arrivata - nel corso di una conferenza stampa congiunta - la doppia dichiarazione dei ministri degli esteri russo e siriano. Lavrov ha invitato Damasco a raggiungere un accordo per mettere i propri depositi di armi chimiche sotto il controllo internazionale, con l'obiettivo di distruggerle. Al regime di Assad e' stato anche chiesto di aderire pienamente all'organizzazione internazionale per il divieto delle armi chimiche con sede all'Aja. Il ministro degli esteri siriano, Walid al Muallim, non ha perso tempo: ''Prendiamo in seria considerazione l'offerta del ministro Lavrov e abbiamo quindi deciso di accogliere l'iniziativa russa. Per noi - ha aggiunto il capo della diplomazia di Assad - le vite dei nostri cittadini e la sicurezza del nostro Paese sono una priorita'. E confidiamo nella saggezza delle autorita' russe che stanno cercando di evitare un'aggressione americana contro il nostro popolo''. A questo punto - a tre giorni dalla drammatica spaccatura registratasi al G20 di San Pietroburgo - tutto sembra tornare in gioco. Con i nuovi sviluppi salutati con grande soddisfazione dal segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon: ''Tra le proposte che intendo fare al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite - ha detto - c'e' quella di inviare immediatamente le armi chimiche presenti in Siria in un posto sicuro all'interno del Paese dove possono essere distrutte''. E anche la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il ministro degli esteri francese, Laurent Fabius, l'hanno giudicata interessante

Putin e Obama hanno discusso dell' ipotesi di mettere le armi chimiche siriane sotto il controllo internazionale a margine del G20 di San Pietroburgo: lo ha reso noto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. ''La questione e' stata discussa veramente'', ha detto a Interfax, senza precisare su iniziativa di chi.

La proposta di mettere le armi chimiche siriane sotto controllo internazionale non e' una iniziativa del tutto russa ma deriva dai nostri contatti con i colleghi americani e dalla dichiarazione fatta ieri da Kerry'': lo ha detto il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov in una conferenza stampa a Mosca.

La Francia presentera' oggi stesso alle Nazioni Unite un progetto di risoluzione che chiede a Damasco di rendere pubblico il suo arsenale chimico:  ha annunciato il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, nel corso di una conferenza stampa a Parigi.

''Oggi - ha spiegato Fabius, nel corso di una conferenza stampa convocata all'ultimo momento al Quai d'Orsay a Parigi' - la Francia proporra' un progetto di risoluzione che punta a concretizzare immediatamente le sue idee: condannare il massacro del 21 agosto commesso dal regime siriano, fare piena luce su programma di armi chimiche, fare in modo che venga istituito un sistema di ispezione e controllo degli obblighi assunti dal regime, prevedere sanzioni estremamente serie in caso di violazione di questi obblighi, sanzionare i responsabili del massacro del 21 agosto davanti alla giustizia internazionale penale''. ''Servono risultati rapidi'', ha avvertito Fabius.

Non vogliamo'' che la proposta russa sulla Siria ''possa essere utilizzata come ''manovra diversiva''. Per questo, ''presenteremo oggi stesso alle Nazioni Unite un progetto di risoluzione che contiene le nostre idee'': e' quanto ha annunciato il ministro degli Esteri, Laurent Fabius.

Tutte le opzioni sono ancora sul tavolo". Il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, nel corso di una conferenza stampa a Parigi, ha risposto così a chi chiedeva se l'ipotesi di eventuali raid contro il regime di Bashar Al Assad fosse ancora preso in considerazione dalle autorità francesi.

Sussistono delle domande serie che richiedono risposte circa la proposta russa sulla consegna di armi chimiche da parte della Siria. Ne e' convinto il primo ministro britannico, David Cameron, secondo il suo portavoce.

Sta a Russia e Siria dimostrare che la proposta sulla consegna delle armi chimiche e' genuina. Ne e' convinto il premier britannico, David Cameron, riferisce il suo portavoce.

L'Iran sostiene la proposta della Russia di lavorare con Damasco per mettere il suo arsenale chimico sotto il controllo della comunità internazionale. Lo riferisce la portavoce del ministero degli Esteri iraniano. L'Iran "sostiene la proposta di Mosca per mettere fine alla crisi in Siria evitando qualsiasi intervento militare", ha detto Marzieh Afgham. "Vogliamo che la nostra regione sia liberata dalla presenza di armi di distruzione di massa. Questi sforzi devono includere anche le armi chimiche nelle mani dei ribelli siriani", ha aggiunto la portavoce del ministero degli Esteri iraniano.

Un attacco degli Stati Uniti alla Siria sembra allontanarsi con la diplomazia che si è messa in moto e gli effetti si fanno sentire sul mercato del petrolio. Il greggio Wti scivola dell'1,2% a 108,2 dollari al barile dopo che già ieri era sceso sotto la soglia dei 110 dollari. Ribasso anche per il Brent (-1%) a 112,6 dollari.

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