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Venerdì, 01 Novembre 2024

Pd alle resa dei conti. Tira dritto Matteo Renzi che non parteciperà alla direzione Dem di oggi alle 15. Intanto Michele Emiliano fa sapere che resterà nel partito

Sono angosciato", dice Romano Prodi, in un colloquio in apertura di prima pagina di Repubblica: "nella patologia umana c'è anche il suicidio". Tale è, secondo l'ex premier, la scissione del Pd.

Anche se Prodi non dichiara la sua posizione, afferma di non stare con le mani in mano. Spiega: "Faccio decine di telefonate, certo non sono indifferente alla scissione. Colloqui privati, tali rimangono". "Pensa che io mi rassegni? Non esiste - aggiunge -. Semmai, mi intristisco. E se è vera la crisi di sistema che abbiamo descritto, va affrontata, combattuta, sconfitta. Io non mi rassegno affatto".

"La soluzione, per poi rimettersi insieme, non può certo essere la frammentazione", conclude Prodi.

il governatore pugliese parteciperà oggi alla direzione sulle regole al Nazareno. E sfiderà Matteo Renzi al congresso. Una scelta criticata dai bersaniani che, invece, sono ormai fuori dal partito. Pier Luigi Bersani, Roberto Speranza e i parlamentari della loro area non cambiano idea: non parteciperanno alla direzione di oggi e al congresso del Pd, di cui non condividono le modalità. Di fatto, a quanto si apprende, sono così fuori dal partito e dissentono dalla scelta di Michele Emiliano di sfidare Renzi alle primarie. È una scelta personale, sottolineano.

L'orientamento è quello di condurre la battaglia nel partito. Non si possono fare favori a Renzi, ha spiegato Michele Emiliano ad alcuni parlamentari. C'è irritazione da parte della minoranza democratica per l'atteggiamento del governatore pugliese, ma - sottolinea un bersaniano - è già messo in conto la possibilità di un suo smarcamento dalla linea scissionista.

"Non abbiamo mai detto che Renzi e la Boschi sono quelli che dicevano che se avessero perso il referendum costituzionale avrebbero lasciato la politica e invece sono ancora qui. E oggi trovo surreale che il problema sarebbe Michele Emiliano che avrebbe moderato i toni? Emiliano avendo a cuore le sorti del PD, ricevendo centinaia di migliaia di mail e messaggi di militanti, sta provando fino all'ultimo istante a salvare il Pd. Con non poca sofferenza sta cercando da giorni di mediare con una persona che non ha mai voluto mediare e che, invece di partecipare all'ultima direzione dice di partire per gli USA, perdendo un'altra occasione di confronto nel partito", ha dichiarato Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, in diretta a L'Aria che tira, su La7 e difendendo Emiliano dalle accusa di incoerenza.

La minoranza dem invece ha confermato la decisione di non partecipare alla Direzione e al congresso Pd dopo la scelta di Michele Emiliano di restare nel partito. 

"Guardo attonito al cupio dissolvi del Pd. Non può, non deve finire così", scrive su Facebook Enrico Letta, rompendo un lungo silenzio sulle questioni del partito. Non cita Renzi, ma appare chiaro che si riferisce a lui quando invoca che "generosità e ragionevolezza" prevalgano su "logiche di potere". Perché ricorda che proprio tre anni fa fu costretto a lasciare Palazzo Chigi con "sgomento solitario": "Oggi sento la stessa angoscia collettiva di tanti che si sentono traditi e sperano che non sia vero. Mai avrei pensato 3 anni dopo a una simile parabola".

Un atto di accusa che la maggioranza Pd respinge: "Caro Letta, il Pd non finisce certo qui. La nostra storia è più importante dei nostri leader", scrive su Twitter Matteo Ricci.

Per Renzi però la partita è chiusa: le primarie, afferma Guerini, saranno "ad aprile". Il segretario vorrebbe il 9 aprile ma se Orlando e Franceschini lo chiederanno si potrebbe arrivare al 7 maggio, non oltre, per chiudere presto la discussione interna e fare la campagna per le amministrative. E il governo? La finestra del voto a giugno è di fatto chiusa e Renzi ha ribadito sostegno a Gentiloni. Ma certo, osservano i renziani, se dopo la scissione la sinistra si mettesse di traverso in Parlamento potrebbe assumersi la responsabilità di far cadere il governo: la linea dell'esecutivo non si farà condizionare dagli 'scissionisti', affermano, se servirà sui singoli provvedimenti sarà messa la fiducia. 

"Personalmente ho giurato a me stesso che non sarò mai il leader di qualche caminetto - ha ribadito - messo lì da un accordo tra correnti: si vince prendendo i voti, non mettendo i veti. Per settimane intere gli amici della minoranza mi hanno chiesto di anticipare il congresso, con petizioni online e raccolte firme, arrivando persino al punto di minacciare "le carte bollate". Quando finalmente abbiamo accolto questa proposta, ci è stata fatta una richiesta inaccettabile: si sarebbe evitata la scissione se solo io avessi rinunciato a candidarmi. Penso che la minoranza abbia il diritto di sconfiggermi, non di eliminarmi". "E se è vero che la parola scissione è una delle più brutte del vocabolario politico, ancora più brutta è la parola ricatto", conclude.

Se qualcuno vuole lasciare la nostra comunità - è il messaggio del segretario dimissionario - questa scelta ci addolora, ma la nostra parola d'ordine rimane quella: venite, non andatevene. Tuttavia è bene essere chiari: non possiamo bloccare ancora la discussione del partito e soprattutto del Paese. È tempo di rimettersi in cammino". "Mentre gli organismi statutari decidono le regole del Congresso, io sono in partenza per qualche giorno per gli Stati Uniti. Vi racconterò sul blog.matteorenzi.it il mio diario di bordo dalla California dove incontreremo alcune realtà molto interessanti. Priorità: imparare da chi è più bravo come creare occupazione, lavoro, crescita nel mondo che cambia, nel mondo del digitale, nel mondo dell'innovazione".

Intanto,la Commissione europea domani darà tempo all'Italia fino alla fine di aprile per prendere i provvedimenti legislativi per la correzione dello 0,2% del Pil. Ma se non sarà rispettato questo termine, il Collegio dei commissari è pronto ad aprire la procedura di infrazione per deficit eccessivo nella prima riunione di maggio.

 

Mercoledi arriverà l'atteso rapporto sul debito e il 'rapporto paese', che tornerà a puntare il dito, tra l'altro, sui problemi delle banche e sul ritardo di competitività.Noto è però che, al netto di quello che succederà a Bruxelles tra oggi e mercoledì, i tempi dell'intervento italiano potrebbero dilatarsi rispetto alle richieste dei commissari Ue ed arrivare a ridosso della presentazione del prossimo Documento di Economia e Finanza. Il rischio è altrettanto noto: l'Italia potrebbe incappare nella 'censura' Ue ed essere sottoposta a procedura di infrazione. Il tutto con un aggravio notevole di costi soprattutto sul fronte dei tassi.

Tutto è possibile, non c'è ancora nulla di definito. Ma di certo non ci sarà l'aumento delle accise sulla benzina": così una fonte di governo descrive lo 'stato dell'arte' sugli interventi che l'esecutivo sta studiando per recuperare i famosi 3,4 miliardi che Bruxelles chiede a Roma di mettere ulteriormente sul piatto per salvaguardare l'equilibrio dei conti. Un equilibrio che da oggi il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan andrà ad assicurare ai partner Ue durante la riunione dell'Eurogruppo.

Dall'Italia non arriveranno nuovi dettagli alla Commissione sulla manovra entro mercoledí, data di pubblicazione del rapporto sul debito. Rispondendo a chi gli chiedeva se ci si può aspettare nuovi dettagli entro mercoledí, il ministro ha detto "non credo, tutte le informazioni sono state già anticipate nelle winter forecast in cui, nella scheda italiana, si prende atto dell'impegno del Governo a fare un aggiustamentone. Quindi mi aspetto che questo sia il messaggio".

"L'aggiustamento è strutturale e quindi anche eventuali miglioramenti delle stime, che si possono peraltro prevedere, non hanno impatto sull'aggiustamento strutturale": lo ha detto il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan a chi gli chiedeva se l'entità della manovra chiesta della Ue (3,4mld) possa cambiare

Oggi, al di la dell'ufficialità, gli incontri di Padoan saranno tutti dedicati a spiegare alla Commissione e agli altri stati europei, soprattutto la Germania, il dettaglio della correzione dello 0,2% del deficit, come richiesto dall'esecutivo europeo. La lettera ufficiale inviata da Roma non è sufficiente.

Escluso che Bruxelles sia disposta a concedere sconti rilevanti. Si era parlato di una riduzione della manovra da 500 milioni grazie alla crescita del Pil 2016 superiore alle aspettative, ma la Commissione non è disposta a concedere ricalcoli.

Ma ad aggravare la situazione italiana sarebbe l'aumento dei tassi di interesse. I rendimenti sui titoli di stato italiani sono in crescita a causa dell'instabilità dello scenario internazionale. Il rapporto dovrebbe toccare anche questo nodo, anche se le responsabilità in questo caso non sono da attribuire a scelte del governo. Le ricadute economiche delle vicende politiche internazionali, dalla Brexit alle incertezze negli Stati uniti, potrebbero essere dei «fattori rilevanti» per giustificare l'aumento continuo del debito pubblico italiano.

L'unica speranza per l'Italia è che a Bruxelles si facciano delle valutazioni politiche e ci venga concesso un trattamento di favore. Uno dei timori maggiori nella Commissione europea e tra gli stati membri è che l'Italia diventi politicamente inaffidabile e l'esecutivo europeo non vorrebbe incentivare l'instabilità. A nostro favore potrebbe giocare anche la situazione greca. Oggi Atene cercherà di ottenere dall'Ecofin la terza tranche di aiuti, ma le premesse non sono incoraggianti. Troppi focolai di instabilità nel sud Europa finirebbero per rafforzare chi vuole una Unione a due velocità. Altro scenario che la Commissione vuole evitare.

Una nota positiva arriva dal presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. Visitando i comuni colpiti dal terremoto ha annunciato che dall'Europa ci sarà «un aiuto concreto, fino a 2 miliardi per la ricostruzione». L'auspicio di Tajani è che si facciano soprattutto «opere di prevenzione ambientale dai terremoti e dai disastri naturali».

"Gli italiani porteranno ancora pazienza, perchè noi italiani siamo così, siamo persone per bene. Ma tutto ha un limite. Il limite è settembre, quando i parlamentari, dopo tutta questa farsa, si intascheranno finalmente la pensione. A quel punto la pazienza sarà esaurita. Ci sarà l'armageddon dei partiti". E' quanto si legge in un post sul blog di Beppe Grillo dal titolo "La pazienza degli italiani ha un limite #LasciatemiVotare", ribadendo il voto a giugno. Il post si chiude sulla falsariga di "L'italiano" di Toto Cutugno.

"Se è vero che la pazienza è la virtù dei forti - premette il post - gli italiani sono i più forti del mondo. Stanno dimostrando una calma incredibile nei confronti del governo e del partito che il governo ce l'ha in mano: il Pd. Pensate per un attimo a quello che stiamo subendo. Il Paese sta sempre peggio: disoccupazione, povertà, debito pubblico, imprese che chiudono, licenziamenti, pensioni da fame, giovani che fuggono.Uno scenario apocalittico. Da quando è iniziata la legislatura, durante la quale si sono succeduti tre premier che non hanno avuto alcuna legittimazione popolare, il Pd di governo si è occupato solo di salvare le banche demolendo i risparmiatori, di fare favori alle lobby del gioco d'azzardo e del petrolio, di fare tagli alla sanità e alla scuola, di abolire i diritti dei lavoratori, di fare una riforma costituzionale dannosa e giustamente bocciata dagli italiani, di fare una legge elettorale antimovimento5stelle salvo ripudiarla quando si sono resi conto che così non era e infine vederla demolita dalla Consulta. Quattro anni buttati al cesso".

"Quattro anni - insiste - di megastipendi a deputati e senatori che hanno lavorato solo per i propri partiti pigiando bottoni a chiamata. Quattro anni di rimborsi elettorali: 45,8 milioni di euro solo per il Pd. Dopo il 4 dicembre hanno detto che sarebbero andati via e che si sarebbe votato e invece ecco Gentiloni. E dagli italiani pazienza. Gentiloni doveva essere temporaneo e invece ora il Pd lo ha blindato garantendo che arriverà fino al 2018. E ancora pazienza. In questi giorni si sta consumando la scissione del Pd. Mentre il Paese si disintegra, il presidente del Consiglio si trastulla insieme al partito di governo in una spartizione di poltrone e poteri personali. L'italiano guarda, forse impreca, ma porta ancora pazienza, si rimbocca le maniche e continua ad andare avanti, ha altro a cui pensare; 'la troveranno una soluzione' pensa, 'mi lasceranno votare prima o poi'. Non sarà così. I mesi che ci attendono saranno devastanti. Il Pd non ha nessuna soluzione per il Paese, pensano alle banche degli amici, alle multinazionali che li finanziano e alle poltrone di parenti e colleghi. 

Gli italiani porteranno ancora pazienza, perchè noi italiani siamo così, siamo persone per bene. Ma tutto ha un limite. Il limite è settembre, quando i parlamentari, dopo tutta questa farsa, si intascheranno finalmente la pensione. A quel punto la pazienza sarà esaurita. Ci sarà l'armageddon dei partiti. L'italiano vorrebbe evitare di perdere le staffe, "lasciatemi votare" pensa "lasciatemi votare e fatemi scegliere il futuro che voglio per il Paese. Non tirate troppo la corda" Non provocate oltre il popolo. Si può andare al voto a giugno approvando la proposta del M5s per la legge elettorale a marzo e ad aprile sciogliere le camere. Se andate oltre (con le vostre beghe, con un premier invisibile, per prendervi la pensione) gli elettori se lo ricorderanno". Quindi i "versi" sulla falsariga della canzone di Cotugno: "Lasciatemi votare/con la matita in mano/lasciatemi votare/un programma serio e sano/Lasciatemi votare/perché ne sono fiero/ sono un italiano/un italiano vero".

Beppe Grillo, oggi a Roma, e Virginia Raggi potrebbe tenersi nel tardo pomeriggio in Campidoglio oppure domani mattina. Al centro dell'incontro potrebbe esserci anche la posizione del M5S sullo Stadio della Roma a Tor di Valle.

E proprio sul vincolo potrebbe aprirsi un nuovo capitolo. Il decreto ministeriale, annunciato dal ministro Dario Franceschini e in via di pubblicazione, prevede l'unificazione della soprintendenza a direzione di Margherita Eichberg (quella all'Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma che ha avviato l'iter di vincolo) con quella per l'area centrale di Roma attualmente guidata da Francesco Prosperetti. Proprio lui potrebbe 'ereditare' il procedimento avviato per vincolare l'Ippodromo di Tor di Valle. Tutti elementi che i pentastellati dovranno ben valutare, magari anche con il supporto dell'Avvocatura capitolina, prima di definire una volta per tutte la linea del Campidoglio.

Intanto Davide Casaleggio, a Roma da ieri sera con Beppe Grillo, ha lasciato alle 8 di questa mattina l'albergo che lo ospita per recarsi al Senato dove ha avviato una serie di incontri per la messa a punto del programma elettorale del M5s. Grillo è invece ancora in albergo dove ha ricevuto parte dello staff della comunicazione.

La Commissione Ue ha dato il via alla seconda fase della procedura d'infrazione contro l'Italia e altri Paesi - Germania, Francia, Spagna e Gran Bretagna - per l'inquinamento eccessivo da biossido d'azoto (NO2) riscontrato nell'aria di città come Roma, Milano, Torino, Berlino, Londra e Parigi. Ai Paesi finiti nel mirino di Bruxelles è stato quindi inviato un parere motivato nel quale si contesta la violazione della direttiva Ue del 2008 e si chiede di spiegare entro due mesi come intendono mettersi in regola.

Ma la questione non si ferma qui perchè dovrebbero arrivare ancora tasse. La ricetta per il governo italiano è sempre la stessa, i conti sono in rosso. Pesano l'immigrazione e la crisi delle banche.... Ma l'Ocse vuole che a pagare siano gli italiani sia che venga dall'Unione europea sia che a proporla sia l'Ocse. Ma vediamo cosa succede : a minacciare maggiormente i conti, sono le criticità del sistema bancario e i continui sbarchi di immigrati. Una cattiva gestione che ora l'istituto di Parigi vorrebbe coprire facendoci aumentare le imposte sulla casa.

L' Outlook sull'Italia che e stato presentato oggi a Roma da Angel Gurria, segretario generale dell'Ocse. I numeri risultano di un decimale di punto più alti sia per il 2016 che sul 2017 rispetto alle stime contenute nel rapporto di crescita economica presentato dallo stesso istituto a novembre 2016.

L'economia italiana «è in via di ripresa dopo una lunga e profonda recessione. A migliorare la situazione economica hanno contribuito le riforme strutturali, le politiche monetarie e di bilancio accomodanti e i prezzi contenuti delle materie prime». Lo afferma l' Ocse nel Rapporto economico dedicato all'Italia, notando però anche che «la ripresa è debole e la produttività continua a diminuire». Ad aiutare l'economia anche le riforme, come il jobs act, che hanno iniziato a dare il risultato sperato. Ma «dall'inizio della crisi il pil reale pro-capite è sceso di circa il 10% ed oggi è allo stesso livello del 1997. La povertà assoluta è quasi raddoppiata rispetto ai livelli pre-crisi».

Ma vediamo prima cosa vuole la Commissione UE : Bruxelles sollecita l'Italia e gli altri Paesi "ad agire per garantire una buona qualità dell'aria e salvaguardare la salute pubblica" ricordando che più di 400 mila cittadini muoiono prematuramente nell'Ue ogni anno a causa della scarsa qualità dell'aria. Milioni di persone, inoltre, soffrono di malattie cardiovascolari e respiratorie causate dall'inquinamento atmosferico. 

Nel 2013 il persistere di elevati livelli di NO2 ha causato quasi 70 000 morti premature in Europa: pressoché tre volte il numero dei decessi causati da incidenti stradali nello stesso anno. La legislazione dell'Ue sulla qualità dell'aria ambiente (direttiva 2008/50/CE) stabilisce valori limite per gli inquinanti atmosferici, tra cui l'NO2; in caso avvengano superamenti, gli Stati membri sono tenuti ad adottare e attuare piani per la qualità dell'aria che stabiliscono misure adeguate a rimediarvi nel più breve tempo possibile. Il parere motivato odierno, per quanto riguarda l'Italia, si riferisce a persistenti violazioni dei valori limite per l'NO2 in 12 zone di qualità dell'aria, tra cui Roma, Milano e Torino e l'area padana.

La Commissione europea, si legge in una nota, ha inviato un ultimo avvertimento a Germania, Francia, Spagna, Italia e Regno Unito perché "non hanno affrontato le ripetute violazioni dei limiti di inquinamento dell'aria per il biossido di azoto (NO2) che costituisce un grave rischio per la salute. La maggior parte delle emissioni provengono dal traffico stradale" e in particolare dai motori diesel. Se gli Stati membri non agiranno entro due mesi per mettere in campo "misure idonee" a risolvere il problema, si sottolinea nella nota, "la Commissione potrà decidere di deferirli alla Corte di giustizia dell'Ue".

E ora il rapporto OCSE : L'economia italiana "è in via di ripresa dopo una lunga e profonda recessione" ma la ripresa "è debole e la produttività continua a diminuire". L'Ocse ha rivisto leggermente al rialzo la stima di crescita del pil allo 0,9% nel 2016 e all'1% nel 2017 rispetto alle previsioni contenute nel Global economic outlook di novembre che stimava una crescita dello 0,8% per lo scorso anno e dello 0,9% per quello in corso. Tuttavia, le nuove turbolenze sui mercati finanziari nell'area euro e le criticità del sistema bancario potrebbero innalzare lo spread e rendere necessaria una "stretta" di bilancio in Italia. 

Secondo l'Economic survey, l'antalena sui titoli di Stato potrebbe portare a un aumento del "costo di finanziamento del debito" e rendere, quindi "necessario un irrigidimento di bilancio". "Un calo della crescita del commercio internazionale frenerebbe le esportazioni - spiega l'organizzazione di Parigi - e la crisi dei migranti potrebbe nuovamente inasprirsi pesando sulle finanze pubbliche e aggravando le difficoltà di gestione di un maggior afflusso di migranti". Inoltre, si legge sempre nel rapporto, "l'aumento dei prezzi del petrolio e dell'energia potrebbe far calare il potere di acquisto delle famiglie e di conseguenza i consumi privati".

Il deficit di bilancio continuerà a scendere. Secondo l'Ocse, anche il rapporto debito-pil da quest'anno inizierà un calo, seppure lieve, dopo il picco raggiunto nel 2016. L'ente parigino stima che dopo il 2,4% del pil del 2016, quest'anno il disavanzo di bilancio si ridurrà al 2,3% e nel 2018 al 2,2%.

Quanto al debito, dopo il 132,8% sul 2016 l'Ocse prevede un lieve calo a 132,7% quest'anno. Il prossimi anno si fermerà al 132,1%.

I valori indicati dall'organizzazione guidata da Gurria, sono migliori rispetto a quelli della Commissione europea che lunedì scorso nelle sue previsioni invernali aveva stimato il rapporto deficit-pil al 2,4% per  quest'anno e al 2,6% nel 2018. Secondo Bruxelles il debito di quest'anno sarà pari al 133,3% per poi limarsi al 133,2% l'anno seguente.

Guardando alle banche italiane, queste presentano "sotto molti aspetti numerose vulnerabilità rispetto a quelli di altri Paesi", a partire dal "rilevante" stock di crediti deteriorati. Servono per questo soluzioni rapide. La ricetta dell'Ocse consiste "nell'incrementare l'efficienza del sistema bancario riducendo il numero di sportelli".
                  

 

Giovedì 16 febbraio in un'affollata sala stampa della Camera dei deputati ha avuto luogo una conferenza stampa sulle DAT ("Dichiarazioni anticipate di trattamento"), in vista dell'imminente discussione del ddl in Aula, in cui hanno preso la parola chi ha vissuto quelle situazioni (lo stato vegetativo, il coma, la malattia grave) che sono spesso invocate nel dibattito sull'eutanasia e sulle DAT.

L’evento, organizzato da ProVita ONLUS, ha riscosso grande interesse e partecipazione giornalistica.

Ha introdotto e moderato Toni Brandi, presidente di ProVita onlus, il quale si è detto disgustato dal fatto che nel ddl sulle DAT si prevede la possibilità di disporre la sospensione dell'idratazione e dell'alimentazione, vincolando il medico - in quest'ipotesi - a uccidere per omissione. In seguito ha preso parola il deputato Eugenia Roccella, la quale ha ricordato lo stato delle discussioni alla Camera sul ddl sulle DAT lamentando il fatto che si vuole evitare il dibattito, saltando l'esame degli emendamenti e per mezzo di sessioni notturne.

Sylvie Menard, ricercatrice oncologica ed ex allieva del prof. Veronesi, era favorevole all'eutanasia e aveva persino redatto un testamento biologico. Ma quando scopre di avere un cancro inguaribile al midollo osseo, la sua prospettiva sulla vita e la morte cambia radicalmente: vuole vivere la sua vita fino in fondo e diventa una ferma oppositrice dell'eutanasia e del testamento biologico: nessuno può sapere come reagirà di fronte alla malattia

Roberto Panella, anche lui entrato in coma dopo un incidente, ha raccontato la sua lotta per la sopravvivenza e ribadito la dignità di ogni vita, anche quella che si trova in coma. La madre ha rivelato alcuni episodi spiacevoli riferiti al personale medico, che discutevano se lasciare morire Roberto in sua presenza. Ma Roberto recuperava progressivamente la coscienza: non dobbiamo sottovalutare la capacità di comprensione di chi apparentemente è "totalmente incosciente". 

Pietro Crisafulli, fratello di Salvatore Crisafulli, la cui vita e il cui risveglio dallo stato vegetativo sono raccontati anche in un film, ha testimoniato di come abbia compreso l'assurdità dell'eutanasia proprio aiutando suo fratello: nonostante le gravissime condizioni psicofisiche, la sua vita era assolutamente "degna". Nessuno è meno degno per le condizioni di disabilità.

In seguito, Sara Virgilio ha raccontato la sua storia: dopo un terribile incidente causato da un pirata della strada, lo stato di coma si è sommato a molte altre problematiche fisiche. Questo stato ha indotto i medici ha ritenere che al 99,9% Sara non ce l'avrebbe fatta, oppure, anche se fosse uscita dal coma, non ci sarebbero state possibilità di recuperare una vita "normale". Molte persone, davanti ad una prospettiva del genere, disporrebbero nelle proprie "DAT" di essere lasciati morire per disidratazione. Eppure la speranza dovrebbe essere sempre l'ultima a morire: Sara non solo è uscita dal coma, ma è riuscita a realizzarsi pienamente nella vita, sia nella sua carriera universitaria che professionale.

E' intervenuto poi Max Tresoldi: la madre di lui ha raccontato come, dopo un gravissimo incidente, Max sia entrato in coma e poi in stato vegetativo. I genitori di Max l'hanno circondato di cure e hanno sempre cercato di comunicare con lui, anche se molti medici e infermieri continuavano a ripetere che "era inutile". Max però si sveglia dallo stato vegetativo dopo dieci anni, e gradualmente comincia a comunicare con piccoli gesti. Il padre ha letto una lettera in cui, prima dell'incidente, Max aveva dichiarato di non voler vivere nell'ipotesi che si fosse trovato in uno stato di grave compromissione psicofisica: ma da quando a Max è toccato vivere effettivamente questa esperienza, dimostra sempre una forte voglia di vivere e una grande felicità.

Queste testimonianze smentiscono i presupposti che stanno alla base delle DAT e dell'eutanasia (anche omissiva): che ci siano vite "indegne di essere vissute"; che uno possa da "sano", sapere in anticipo il suo atteggiamento di fronte ad una grave malattia; che in coma e nello stato vegetativo "non ci sia niente da fare" e che il paziente sia come un "corpo morto". Max, Roberto, Pietro, Sara e Sylvie ci dimostrano invece la dignità di ogni vita, il coraggio nascosto delle persone comuni davanti alla malattia, e il fatto che convenga sempre vivere fino in fondo la propria vita.

A tal proposito si ricorda che ProVita ONLUS ha lanciato un accorato appello contro le DAT e l'eutanasia tramite la petizione presente al seguente collegamento

http://www.notizieprovita.it/notizie-dallitalia/no-alleutanasia-no-alle-dat-firma-anche-tu/

La Commissione Ue rivede al rialzo la crescita dell'Italia del 2016, da +0,7% a +0,9%. Restano stabili, invece, le previsioni per il 2017, con un Pil invariato a +0,9%, mentre per il 2018 la stima di crescita sale dall'1 all'1,1%. Così le previsioni economiche d'inverno Ue, che evidenziano una "crescita stabile ma modesta" trainata da "tassi d'interesse reali bassi e una domanda esterna più forte" ma dove "debolezze strutturali ostacolano una ripresa più forte".

Evitare aumenti della benzina. Mentre la Commissione renderà note le nuove previsioni di crescita per l'Italia e gli altri paesi europei, il governo lavora alla definizione delle misure per la 'manovrina' correttiva chiesta da Bruxelles e per centrare l'obiettivo dei 3,4 miliardi sta valutando tutte le opzioni che consentano di scongiurare, come chiesto anche dall'ala renziana del Pd, aumenti di tasse, o perlomeno di concentrarli su voci considerate 'indolori', almeno politicamente.

In Italia i rapporti deficit-Pil e debito Pil restano "sostanzialmente stabili", con il primo rivisto leggermente al ribasso per il 2016 a 2,3% dal 2,4% delle previsioni di autunno, mentre resta invariato a 2,4% per il 2017. Anche il debito è rivisto leggermente al ribasso per il 2016 a 132,8% da 133%, mentre sale a 133,3% nel 2017 da 133,1%. Nelle sue previsioni Bruxelles precisa di "prendere nota positiva dell'impegno" per il varo di misure correttive che però "saranno conteggiate solo quando dettagliate".

La Commissione Ue "prende nota positivamente dell'impegno preso dal governo per adottare misure di bilancio aggiuntive per un valore complessivo dello 0,2% del Pil entro aprile 2017". Le misure aggiuntive, precisa poi Bruxelles, saranno però "prese in conto non appena saranno disponibili sufficienti dettagli" per valutarne l'impatto.

E' "assolutamente sbagliato parlare di ultimatum" da parte della Commissione Ue all'Italia. Lo indica Pierre Moscovici presentando le Previsioni economiche d'inverno della Commissione europea. Facendo un punto sul nostro Paese, dando "il benvenuto" agli "impegni" presi dal governo dopo la lettera del 17 gennaio, Moscovici sottolinea che "stiamo discutendo in modo costruttivo e positivo" col ministro Padoan e "mentre incoraggiamo a prendere le misure al più presto", "non c'è alcun ultimatum".

I lavori per la preparazione della relazione sul debito dell'Italia, che sarà presentata nelle prossime settimane, "sono in corso" e in questo contesto "si terrà conto di tutti i fattori che possono spiegare perchè il Paese non rispetta la regola sul debito". Così il commissario Ue agli affari economici ha risposto a chi gli chiedeva si è stato scongiurato il pericolo di apertura di una procedura contro l'Italia per debito eccessivo.

"I rischi politici" che pesano sulle prospettive di crescita "sono presenti in tutta l'Unione europea, in molti paesi e hanno un nome molto chiaro: populismo anti-europeo, con questa volontà che considero assurda e pericolosa, dovunque essa sia e che è presente in Francia prima che in Italia, di voler uscire dall'euro e dalla Ue", afferma Moscovici rispondendo ad una domanda sull'Italia.

Nel 2018 è stimata al +1,1%, "sostenuta dagli sviluppi della domanda interna ed esterna", fa sapere la Commissione. Poi la Commissione sposta il mirino sull'eurozona: "La crescita dell'eurozona e dell'Ue presenta rischi eccezionali dalla nuova amministrazione Usa a guida Donald Trump e dalla Brexit, che rendono il grado di incertezza particolarmente elevato per le previsioni d'inverno. Il grado di incertezza particolarmente elevato che avvolge queste previsioni d'inverno è dovuto alle intenzioni ancora poco chiare della nuova amministrazione statunitense in alcuni settori strategici fondamentali, come pure alle numerose elezioni che si terranno in Europa quest'anno e ai prossimi negoziati con il Regno Unito a norma dell'articolo 50", afferma la Commissione. "La bilancia dei rischi continua a pendere verso il basso, anche se sono aumentati sia i rischi di revisione al rialzo che quelli di revisione al ribasso", spiega il rapporto.

La disoccupazione in Italia "resta alta" mentre "rallenta" l'occupazione rispetto ai due anni precedenti a causa "della fine dagli incentivi fiscali per le nuove assunzioni". La Commissione rivede al rialzo la disoccupazione per il 2016 (da 11,5 a 11,7%), così come per il 2017 (da 11,4% a 11,6%. Nel 2018 è prevista all'11,4% contro l'11,3 precedente. Comunque "le riforme passate - per Bruxelles - sosterranno l'occupazione nel 2017-2018".

"L'incertezza politica e il lento aggiustamento del settore bancario pongono rischi al ribasso alle prospettive di crescita dell'Italia". La Commissione Ue aggiunge però che "un forte impulso potrebbe ancora avvenire dalla domanda esterna". Per Bruxelles il surplus delle partite correnti calerà dal 2,7% del pil del 2016 all'1,8% nel 2018. Gli investimenti dovrebbero invece crescere del 2,4% beneficiando delle misure della legge di bilancio 2017.

"Per la prima volta in quasi un decennio, tutte le economie di tutti gli Stati membri della Ue sono attese crescere per tutto il periodo delle previsioni (2016,2017 e 2018)". Lo scrive la Commissione europea presentando le Previsioni economiche d'inverno, annotando anche che l'inflazione, al netto dell'energia e dell'alimentare, nell'Eurorozona è attesa passare da 0,2% del 2016 a +1,7% nel 2017 tornando ad assestarsi a +1,4% nel 2018.

Il deficit complessivo nei 19 paesi dell'Eurozona dovrebbe scendere a 1,4% nel 2017 e nel 2018, in calo rispetto all'1,7% del 2016. E' indicato nelle previsioni economiche d'inverno della Commissione europea. La contrazione, "riflette una riduzione delle spese dovuta a tassi di interesse eccezionalmente bassi" ma anche "gli ulteriori miglioramenti nel mercato del lavoro" per cui da una parte aumenta il gettito fiscale, dall'altra si riducono le spese per gli ammortizzatori sociali.

"Se devo dare un titolo direi che la crescita economica continua anche se è messa alla prova dalle incertezze", spiega Moscovici sottolineando che "il punto debole" per la situazione economica europea "restano gli investimenti".

L'uscita della Francia dall'euro e dall'Unione europea "proposta da Marine Le Pen" sarebbe "una tragedia per l'Eurozona ed una catastrofe per la Francia", sostiene Moscovici.

Intanto la 'manovrina' "purtroppo non si può fare tutta dal lato della spesa. Dalle entrate nel 2017 dovrà arrivare una quota significativa della correzione, un qualche contributo lo dovranno dare ma non è detto che lo debbano dare attraverso un aumento delle accise" dice ai Giornalisti, il viceministro dell'Economia Enrico Morando, che suggerisce tra l'altro di cominciare subito a valutare, come prevede la nuova legge di Bilancio, i tagli di spesa da fare per il prossimo anno anche per sostituire gli aumenti delle entrate ora inevitabili, e si dice ottimista sulle performance dell'economia. "Ci sono dati, come gli ultimi sulla produzione industriale, che sono confortanti" e che dimostrano "come non fosse così irrealistica la possibilità" indicata dal governo con l'aggiornamento del Def in autunno, "di centrare nel 2017 l'1%" di crescita. "Non è impossibile" che l'obiettivo sia raggiunto già nel 2016 "ma è difficile ancora da dire". Ma una crescita più sostenuta potrebbe aiutare a ridurre, anche se magari solo di qualche centinaio di milioni, l'aggiustamento strutturale dello 0,2% indicato da Bruxelles.

Il confronto con la commissione resta aperto sia sull'entità sia sulla composizione della manovra e, sottolinea sempre Morando, se la mozione dei 37 renziani depositata qualche giorno fa voleva ribadire che "noi siamo quelli che le tasse le abbassano" è un conto, "se voleva invece fissare paletti puntuali è un documento che viene prima del tempo, perché" "abbiamo definito le dimensioni dell'intervento ma bisogna ancora definire le scelte da fare".

Al momento la correzione sarà composta per un terzo da tagli di spesa (circa 8-900 milioni) e per i restanti 2,5 miliardi da aumenti delle entrate. Da conseguire attraverso proroga e ampliamento dello split payment sul fronte della lotta all'evasione - mentre il reverse charge che pure è tra le simulazioni potrebbe essere accantonato - e da aumenti di accise e altra tassazione indiretta. Sul fronte delle accise i ritocchi potrebbero alla fine concretizzarsi solo sui tabacchi, mentre si potrebbe inasprire il prelievo sui giochi. L'ipotesi di tassare le sale giochi - che raccoglie consensi dai consumatori alla politica - non convincerebbe però il Tesoro, che da tempo sta invece portando avanti, senza ancora essere riuscito a chiudere però l'accordo con gli enti locali, l'idea di tagliare del 30% le slot machine. Difficile, è il ragionamento, aumentare gli incassi per lo Stato dai giochi e contemporaneamente ridurre l'offerta. Sul tavolo resta anche la sforbiciata, che potrebbe anche essere più consistente di quanto ipotizzato finora, a crediti d'imposta e incentivi fiscali valutati come inefficaci o superati.

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