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Venerdì, 01 Novembre 2024

Con oltre il 25%, l'astensionismo raggiunge un record storico dal 1969: è quanto scrive l'Express. E' invece record storico assoluto di schede bianche, il 12%.

Marine Le Pen ha perso. Qualunque analisi sul mancato successo del sovranismo francese non può prescindere da questo dato certo. Ovvio, una vittoria dei lepenisti era decisamente improbabile, molto più dell'affermazione alle presidenziali americane di Donald Trump

Marine Le Pen, ha permesso al Front National di entrare nell'arco costituzionale, ma da qui a vincere le elezioni, è necessario passare per un discorso in grado di coinvolgere tutti i francesi. Non solo gli sconfitti dalla globalizzazione. Altrimenti ci sarà sempre un "barrage", un "patto repubblicano", in grado di respingere il Fn dalle competizioni elettorali. La figlia di Jean Marie sembra averlo capito: ecco annunciata la rivoluzione partitica del Fn.

Marine non è riuscita in nessuna delle due strategie. La linea di Francois Philippot di laicizzare il partito, riponendo in un angolo le battaglie sui valori non negoziabili, è forse la prima imputabile per questa sconfitta. I moderati, gli elettori liberali, quelli che storicamente hanno votato per i repubblicani e per l'Ump, non si sono evidentemente sentiti rassicurati nel votare l'espressione di un partito che ha smesso di essere chiaro riguardo alcune tematiche centrali per i cattolici. Attaccare il Papa, poi, ha fatto il resto. La strategia di marketing della rosa blu come simbolo della campagna elettorale, insomma, non ha, in fin dei conti, attratto nè l'elettorato socialista nè quello centrista. Almeno non nella misura che sarebbe servita per vincere. Anche la scelta di Dupont Aignan  come primo ministro designato, poi, sembra non essere servita: dai primi dati sembrerebbe che molti degli elettori dell'ex gollista al primo turno non abbiano votato per Marine Le Pen al secondo. 

La Le Pen è stata la voce nel partito utilizzata per cercare di intercettare questi consensi centristi e repubblicani. Isolata, temuta dal "Cabinet secret" dal quale Marine è circondata, neppure lei è stata decisiva per conquistare i voti dei cristiani d'oltralpe. Le fratture sociali, poi, se da una parte garantiscono una base solidissima al "Front National", di contro fanno sì che pochissimi elettori presenti nelle città urbanizzate francesi, vedano di buon occhio proposte di uscita dall'Euro o dagli organi sovraistituzionali europei. La Francia, quindi, è sì divisa tra periferie e città finanziarizzate, ma resta una nazione fondamentalmente legata alla storia dell'Europa stessa, fedele al destino continentale, attenta a non parcelizzare una società già profondamente segnata da una pericolosa sommatoria fatta da jihadisti radicalizzati, degrado periferico e criminalità. Fattori difficilmente distinguibili. Una Francia alla ricerca di un De Gaulle e non di un Napoleone.

A Marine Le Pen serviva mitigare la battaglia sull'Euro e una linea complessivamente più mediana. Il sistema elettorale a doppio turno, si sa, consente larghe possibilità di vittoria a chi punta al centro, specie se con la credibilità che Macron ha saputo mettere in campo. Il partito che vince le elezioni, solitamente, è quello che intercetta l'elettore medio, il simbolo del 50% più 1 della popolazione. Gli estremi, invece, si sfaldano addosso alle frange minoritarie della società, così com'è successo tra Marine Le Pen e Mélenchon al primo turno, consentendo ai grandi raggruppamenti macrocomprensivi di navigare in acque tranquille. Ad Emmanuel Macron, in questo caso.

"Ho telefonato a Macron per congratularmi. Gli ho fatto gli auguri per le immense sfide che si troverà di fronte": queste le prime parole di Marine Le Pen dopo i risultati. "I francesi hanno scelto la continuità", ha detto ammettendo la sconfitta. "Per noi è un risultato storico" che "pone il fronte patriottico come prima forza d'opposizione", ha aggiunto ancora Marine Le Pen. "Voglio rassicurare i francesi che hanno scelto di darmi il loro voto. Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno seguito e hanno fatto una scelta coraggiosa e fondamentale", ha aggiunto. "Voglio ringraziare gli 11 milioni di francesi che mi hanno accordato la loro fiducia", ha detto Marine Le Pen. "Lavorerò per raccogliere ancora più persone tra coloro che vogliono scegliere la Francia".

Trentanove anni, una carriera di enfant prodige alle spalle ma pochissima esperienza politica. Emmanuel Macron, il presidente più giovane della storia della repubblica francese, arriva all'Eliseo senza partiti in sella alla sua creatura 'En Marche!' dopo aver rottamato in pochi mesi un sistema che sembrava immutabile, quello dell'alternanza destra gollista-gauche socialista. 

"Sarò un uomo libero", ha promesso l'ex banchiere Rotschild, ex consigliere di Francois Hollande all'Eliseo, ex ministro dell'Economia. L'uomo che ha messo fine al vecchio bipolarismo della Quinta Repubblica vuole una Francia "forte e solidale", non vuol sentir più parlare di disfattismo ma soprattutto ha sempre tenuto alta - rischiando grave impopolarità - la bandiera dell'appartenenza all'Europa. Non da rinnegare, ma anzi da rafforzare. "Non ha un partito alle spalle che lo sostiene", "non ha la stoffa del politico", "non ha carisma": una dopo l'altra, queste affermazioni si sono sgretolate mentre Macron costruiva il suo personaggio, che dai corridoi ovattati dell'alta finanza ha saputo dare il meglio anche nelle arene più infuocate. "Lo sentite il mormorio della primavera? Domenica vinceremo e sarà l'inizio di una nuova Francia", ha detto in uno dei suoi ultimi comizi, fra invettive e atteggiamenti da guru. Il suo capolavoro: aver giocato in contropiede nel dibattito tv, distruggendo un osso duro come Marine Le Pen e facendo apparire evidenti le sue approssimazioni.

"Stasera la Francia ha vinto": queste le prime parole di Emmanuel Macron all'arrivo al Louvre, davanti all'enorme folla. "Chi diceva 'non è possibile' - ha aggiunto - non conosce la Francia". "Voglio esprimere un pensiero per Marine Le Pen, non fischiate, hanno espresso, una rabbia e una collera, va ascoltata...", ha detto ancora aggiungendo "Farò di tutto affinché nei prossimi anni non ci sia nessun motivo per votare per gli estremi". "La Francia e il mondo si aspettano da noi la difesa dello spirito dei Lumi, ovunque". 

"Vi servirò in nome del nostro motto: Libertà, Eguaglianza, Fraternità, vi servirò sulla base della fiducia che mi avete attribuito, vi servirò con amore, viva la Repubblica, viva la Francia", ha concluso così Macron il suo discorso. Poco prima delle 23:00 Brigitte Macron è salita sul palco della piazza del Louvre per salutare i militanti che l'hanno accolta con un applauso, cantando la Marsigliese. Emmanuel Macron l'ha presa per mano e la nuova première Dame ha salutato tutti, mostrandosi commossa ed emozionata. Poi l'hanno raggiunta i tre figli con i 7 nipoti e amici della coppia Macron.

Mattarella scrive a Macron, segnale forte di adesione all'Ue. "Auguri di cuore a Emmanuel Macron. La sua vittoria è una vittoria per un'Europa unita": ha scritto su Twitter il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert. "Congratulazioni a Emmanuel Macron! Contento che i francesi abbiano scelto un avvenire europeo", ora "insieme per un'Europa più forte e più giusta", è il messaggio del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. 

 

"Congratulazioni a Emmanuel Macron, contiamo su una Francia che contribuisca a cambiare l'Unione per riavvicinarla ai cittadini!", scrive su Twitter il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani. Anche Theresa May si è affrettata a felicitarsi con Emmanuel Macron per l'elezione a presidente della Francia. "Congratulazioni a Emmanuel Macron e ai francesi che hanno scelto la Libertà, l'Uguaglianza e la Fraternità e detto 'no' alla tirannia delle 'fake news'", dice il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk su Twitter dopo l'elezione di Macron all'Eliseo. Matteo Renzi su Twitter: "La vittoria di Macron scrive una straordinaria pagina di speranza per la Francia e per l'Europa. EnMarche! incammino".  "Evviva Macron Presidente. Una speranza si aggira per l'Europa", scrive il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

 

 

Dopo l'attentato sugli Champs-Elysees Macron si è detto "pronto a proteggere i francesi". Forse anche per rassicurare su quelli che per lungo tempo sono stati indicati come i suoi punti deboli, difesa e sicurezza, Macron si è mostrato spesso al fianco del ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian, in pole per un posto importante nel suo governo. Ai connazionali ha promesso "un'alternativa profonda". Prima segretario generale di Hollande, poi suo ministro dell'Economia, il 'rottamatore' con il pallino delle riforme ha fondato il suo movimento, 'En Marche!', poco più di un anno fa, nel marzo 2016, per poi dimettersi a sorpresa dall'esecutivo socialista e candidarsi all'Eliseo. Nella fulminea carriera che lo ha portato ai vertici, non era mai passato per uno scrutinio, prima del doppio turno che lo ha incoronato presidente.

Durante la lunga campagna elettorale, pesi massimi del governo socialista come l'ex premier Manuel Valls e alla fine anche il presidente Francois Hollande sono passati con lui. L'enfant prodige di Amiens sposato con Brigitte, la sua ex insegnate di scuola di 25 anni più grande di lui della quale tanto si è scritto, promette una società più aperta e flessibile, lontana da corporativismi e privilegi del passato, in grado di rispondere alle sfide globali. La sua convinzione è che occorre superare gli steccati ideologici e la vecchia dicotomia destra/sinistra che frenano il rilancio e la creazione di posti di lavoro.

 

 

 "Se decideremo di aprire una pratica, eventualmente convocando il procuratore Zuccaro, questo non significa affatto che abbiamo già emesso un giudizio. Sarà nel caso una valutazione preliminare finalizzata ad acquisire informazioni, ad avere un quadro della situazione e poi decidere cosa fare". Lo ha detto a Radio Radicale il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini sulla vicenda che riguarda il procuratore di Catania che ha sollevato la questione dei salvataggi dei migranti in mare da parte delle ong.

"Penso che sia maturo il tempo nel quale noi promuoviamo una riflessione su questo tema - ha detto ancora Legnini - e credo anche che la vicenda catanese stimoli ad andare in questa direzione. Poiché il tema della sicurezza nel nostro Paese e quello del lecito governo dei flussi migratori sono temi che coincidono con aspetti rilevantissimi dell'interesse nazionale, credo che assumere l'iniziativa di quella direzione corrisponda all'interesse nazionale"           

"Ong? Ci aspettiamo i primi arresti. C'e' qualcuno che non fa volontariato, ma fa soldi sulla pelle di questi disgraziati", ha detto Matteo Salvini incontrando i giornalisti a Catania, dopo avere dormito nel Cara di Mineo. "C'è qualcuno al soldo degli scafisti, c'è qualcuno che sta facendo pulizia etnica sia in Africa sia in Italia. Aspettiamo i primi arresti e i primi sequestri di imbarcazioni. Un Paese serio comincia a sequestrare delle imbarcazioni. Purtroppo al Governo abbiamo - ha proseguito - o gente poco seri

Ho dormito al Cara di Mineo, in quello che una volta era un presidio di sicurezza, che invece ora porta insicurezza a tutti i paesi del circondario". Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini incontrando i giornalisti a Catania dopo la sua visita ieri nel Centro accoglienza rifugiati politici più grande d'Europa. "Abbiamo parlato con commercianti, agricoltori, mamme e papà - ha aggiunto Salvini - che sono disperati per la convivenza impossibile con queste migliaia di persone. Non ce l'ho con questi 3.300 ospiti, né con i volontari che gestiscono il posto. Ce l'ho con una politica che sta dando vita al più grande centro commerciale di carne umana di tutta Europa. Non me la prendo ne' con loro ne' con i gestori. Me la prendo - ha concluso il leader della Lega - con la politica complice che in Sicilia si chiama Crocetta ed Alfano. Mi domando dove siano. Indegni siciliani sia l'uno che l'altro".

"Gentiloni tace e per me e complice. Se Gentiloni tace sui dossier dei servizi segreti sul business dello scafismo di Stato, è complice e quindi é allucinante questo silenzio del presidente del consiglio", ha detto il leader della Lega.

"E' giusto che la Procura e la Magistratura siano vigili e assumano conoscenze sulla situazione attuale nel Mediterraneo, perché i migranti non siano doppiamente vittime. Però il fuoco politico indistintamente sulle nove Ong che operano nel Mediterraneo per salvare le vite umane - di fronte  alle morti che sono passate a oltre 5 mila nel 2016 rispetto alle 3 mila del 2015 - con risorse di fondazioni bancarie e di privati, della società civile, è stato un atto ipocrita e vergognoso". Così mons. Giancarlo Perego, direttore di Migrantes, fondazione Cei.

A noi come ufficio non risulta nulla per quanto riguarda presunti collegamenti obliqui o inquinanti tra ong o parti di esse con i trafficanti di migranti. Nessun elemento investigativo": lo ha detto il procuratore di Siracusa, Francesco Paolo Giordano, in Commissione Difesa del Senato. Il magistrato ha aggiunto che ci sono ong più collaborative con l'autorità giudiziaria e altre meno, ma ciò "non l'abbiamo mai interpretato come un ostacolo alle indagini, ma come un atteggiamento ideologico, una sorta di coerenza, loro sono a favore del migrante non a favore della polizia".

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Sarà, tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen il ballottaggio, tra due settimane, per la scelta del nuovo presidente francese. Le previsioni della vigilia, dunque, sono state rispettate: Emmanuel Macron scavalca Marine Le Pen nei voti reali.

"Si volta oggi chiaramente pagina nella vita politica francese": è la prima dichiarazione di Emmanuel Macron. "Il Paese - dice il leader di En Marche nel suo primo discorso  - sta attraverso un periodo inedito nella sua storia, con la crisi, il terrorismo e ha risposto nel modo migliore. Io - assicura Macron - voglio andare oltre i risultati di stasera e unire tutti i francesi. Porterò avanti l'esigenza di ottimismo e la speranza che noi vogliamo per il nostro Paese e per l'Europa. Spero tra 15 giorni di diventare presidente del popolo francese, dei patrioti, per farla finita con tutti i nazionalismi". 

"Oggi il popolo francese si è espresso. Nel momento in cui il nostro paese attraversa un periodo inedito della nostra storia, colpita dal terrorismo e dalle sofferenze economiche ha risposto nel più bello dei modi, andando a votare massicciamente e ha deciso di mettermi in testa al primo turno". Emmanuel Macron ha ringraziato Francois Fillon e Benoit Hamon per aver dato ai loro sostenitori l'indicazione di votare per lui al ballottaggio del 7 maggio. 

Marine Le Pen, nel suo primo intervento dopo i risultati, ha così ringraziato: "Mi avete portato al secondo turno delle presidenziali. Ne sono onorata con umiltà e riconoscenza. Vorrei esprimere a voi elettori patrioti la mia più profonda gratitudine. E' un risultato storico, un atto di fierezza di un popolo che solleva la testa, che confida nel futuro ".

Il ministero dell'Interno francese comunica che il candidato indipendente è al 23,75%, la leader del Front National al 21,53%. A seguire il candidato del centrodestra Francois Fillon al 19,9%, poi quello di sinistra Jean-Luc Melenchon al 19,6%, il socialista Hamon al 6,3% e Dupont-Aignant al 6,3%.

Secondo un sondaggio Ipsos/sopra Steria realizzato per France Info, al ballottaggio Emmanuel Macron otterrebbe il 62% delle preferenze contro il 38% di Marine Le Pen.

Record assoluto di voti per il Front National, che sfonda la soglia dei 7 milioni di voti. 

Per la prima volta nella storia della Quinta Repubblica in Francia, nessuno dei due candidati dei grandi partiti di centrosinistra - i socialisti - e di centrodestra - i Républicains - va al ballottaggio per l'Eliseo. 

Francois Fillon riconosce la sconfitta e invita gli elettori a votare per Emmanuel Macron contro Marine Le Pen.  "Questa sconfitta è la mia sconfitta", ma prima o poi "la verità emergerà" ha detto il candidato dei Républicains alludendo al cosiddetto 'Penelopegate', lo scandalo della moglie pagata per fare la sua assistente con denaro pubblico, ma poco o mai vista in Parlamento. "L'estremismo porta solo disgrazie e divisioni", ha detto. 

Vittoria storica per Marine Le Pen. La candidata del Front National che vuole blindare la Francia dentro alle sue frontiere e indire un referendum per l'uscita della Francia dall'Unione europea passa al secondo turno delle elezioni presidenziali, esattamente come fece 15 anni fa il padre Jean-Marie Le Pen contro Jacques Chirac. A 48 anni la candidata dell'estrema destra vive il momento più importante della sua carriera politica: per mesi i sondaggi l'avevano data al secondo turno e hanno visto giusto. L'uscita dall'Europa, il ritorno al franco, sono i cardini del suo programma insieme con la lotta all'Islam radicale, la sicurezza e l'immigrazione di massa.

Come primo provvedimento all'Eliseo ha promesso di chiudere le frontiere sospendendo Schengen per combattere il terrorismo che due giorni fa ha colpito nuovamente sugli Champs-Elysées. L'inchiesta sugli impieghi di assistenti pagati dal Parlamento Europeo e utilizzati per lavorare nel partito non ha scalfito la sua corsa: lei ha deciso di sfruttare la sua immunità parlamentare ora in discussione e di non rispondere alle convocazioni dei giudici nel periodo elettorale. Ammira Vladimir Putin che ha incontrato in Russia, mentre su Donald Trump si è mostrata perplessa dopo la decisione di bombardare in Siria. E' europarlamentare dal 2004 ed è presidente del Fn dal 16 gennaio 2011. Da allora ha cercato di ripulire l'immagine del partito.

Nella nuova locandina per le presidenziali non compare il nome 'Fn'. Ha rotto i rapporti col padre, fondatore del partito, quando le dichiarazioni di Jean-Marie sulle camere a gas, "un dettaglio della storia", o quelle lusinghiere sul maresciallo Pétain, numero uno del governo collaborazionista, sono diventate ingombranti e lo ha escluso dal Fronte.

Il Tgv di Emmanuel Macron vola al ballottaggio presidenziale del 7 maggio. La Francia che torna "forte e solidale", la speranza e la fine del disfattismo, ma soprattutto l'Europa come unica grande stella polare sono i temi cavalcati nel primo turno dal candidato trentanovenne di 'En Marche!', il favorito senza partito, al quale per mesi è stato pronosticato un sicuro fallimento e che ora scalza tutti issandosi al primo posto del ballottaggio. Il paladino dell'Europa - l'unico ad aver ricevuto, appena due giorni fa, la telefonata di sostegno dell'ex presidente Usa Barack Obama - nell'ultimo grande comizio nell'arena di Bercy aveva profetizzato: "Lo sentite il mormorio della primavera? Domenica vinceremo e sarà l'inizio di una nuova Francia".

Dopo l'attentato sugli Champs-Elysées si è detto "pronto a proteggere i francesi". Forse anche per rassicurare su quelli che per lungo tempo sono stati indicati come i suoi punti deboli, difesa e sicurezza, Macron si è mostrato al fianco del ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian, in uno dei suoi ultimi appuntamenti elettorali. Ai connazionali ha promesso "un'alternativa profonda". Prima segretario generale di Hollande, poi suo ministro dell'Economia, il 'rottamatore' col pallino delle riforme ha fondato un proprio Movimento, 'En Marche!', poco più di un anno fa, nel marzo 2016, per poi dimettersi a sorpresa dall'esecutivo socialista e candidarsi all'Eliseo. Nella fulminea carriera che lo ha portato ai vertici non è mai passato per uno scrutinio.

Matteo Salvini, commentando i risultati del primo turno delle presidenziali in Francia, in un'intervista al Corriere della Sera ha detto "i francesi voteranno Macron. E penso che i sostenitori di Mélenchon potrebbero votare la Le Pen. E così faranno tutte le persone vittime dell'austerità e della globalizzazione. Non credo che voteranno per un burattino elegante che va con la cravatta anche in spiaggia. Non voteranno qualcuno di telecomandato dai maledetti di Bruxelles".

Macron, infatti, "è il finto nuovo. E del resto, una cosa del genere può accadere anche in Italia visto i nomi che abbiamo visto e continuiamo a vedere: una volta bruciato Renzi, sento parlare di Calenda, Padoan, Gentiloni. È sempre la stessa minestra che non digerisce più nessuno. Il punto non è più destra o sinistra, ma l'essere alle dipendenze di Bruxelles o non esserlo". Il leader della Lega sottolinea poi che "tutta una certa Francia è stata contro la Le Pen. In maniera anche più dura di quanto una certa Italia sia contro la Lega. Lei ha contro il sistema giudiziario, le banche e la finanza non la possono vedere. Io sono appena stato condannato due volte per avere usato la parola clandestino. Ma con lei, e con noi - assicura Salvini-, ci sono soprattutto i giovani, le prime vittime di quella macchina".

Marine Le Pen mette nel mirino Emmanuel Macron sulla questione del terrorismo jihadista: "Possiamo dire che Macron è debole", ha affermato Le Pen. "Macron non ha alcun progetto per proteggere il popolo francese davanti ai pericoli islamisti", ha detto ancora, aggiungendo che il ballottaggio con Macron è un referendum sulla "globalizzazione incontrollata". Poi la candidata del Front National ha attaccato il fronte repubblicano che ha definito "marcio". Poi la Le Pen segnala come lo stesso fronte repubblicano adesso, doppo aver perso al primi turno, prova a "a coalizzarsi intorno a Macron". "Mi verrebbe da dire 'tanto meglio'!", aggiunge Le Pen in visita a Rouvroy, nel Pas de Calais. Parole dure per Macron anche da parte del numero due del Front National, Florian Philippot: "Emmanuel non è un patriota. Ha svenduto le società nazionali. Ha criticato la cultura francese", ha detto Philippot, sottolineando che nel discorso di ieri sera Macron "ha parlato come se avesse già vinto". "Questo è stato sprezzante nei confronti del popolo francese".

Intanto I vertici Ue prendono una posizione chiara sul voto francese e provano a dare qualche "consiglio" agli elettori transalpini. Il primo a farlo è stato il portavoce della Commissione Ue: "Non partecipiamo alla campagna per le presidenziali francesi, ma è evidente che la scelta adesso è tra chi difende la costruzione europea e chi punta a smantellarla". Ma questo è solo il primo degli "spot elettorali" firmati da Bruxelles. Il secondo arriva proprio dal presidendente della Commissione, Jean Claude Juncker che "si è congratulato con Emmanuel Macron per il suo risultato al primo turno e gli ha augurato buona fortuna per il seguito", come ha riportato su Twitter il suo portavoce. Pure l'Alta rappresentante per la politica estera dell'Ue ha preso posizione: "Vedere le bandiere della Francia e dell'Ue accogliere il risultato di Emmanuel Macron è la speranza e il futuro della nostra generazione".

Anche i mercati tifano per Macron: "La probabile vittoria di Macron allontana le prospettive di crollo dell'Europa. Qualche settimana dopo le elezioni olandesi, e prima del voto inglese, questi risultati sono dunque una risposta alle paure legate al populismo", afferma Nicolas Forest, global head of fixed income management, Candriam investors group. 

La popolazione residente in Italia sarà pari a 58,6 milioni nel 2045 e a 53,7 milioni nel 2065. La stima è resa nota dall'Istat nel report "Il futuro demografico del Paese". La perdita rispetto al 2016 (60,7 milioni) sarebbe di 2,1 milioni di residenti nel 2045 e di 7 milioni nel 2065.

Si parla di una perdita rispetto al 2016 di 2,1 milioni di residenti nel 2025 e di 7 milioni nel 2065. Mentre nel Mezzogiorno il calo di popolazione si manifesterebbe lungo l'intero periodo, per il Centro-nord - superati i primi trent'anni di previsione con un bilancio demografico positivo - un progressivo declino della popolazione si avrebbe soltanto dal 2045 in avanti.

Nei prossimi anni assisteremo in modo evidente ad uno spostamento del peso della popolazione dal Mezzogiorno al Centro-nord del Paese. Secondo le previsioni, nel 2065 il Centro-nord accoglierebbe il 71% di residenti contro il 66% di oggi; il Mezzogiorno invece arriverebbe ad accoglierne il 29% contro il 34% attuale. Nello scenario mediano, mentre nel Mezzogiorno il calo di popolazione si manifesterebbe lungo l'intero periodo, per il Centro-nord, superati i primi trent'anni di previsione con un bilancio demografico positivo, un progressivo declino della popolazione si compierebbe soltanto dal 2045 in avanti. La probabilità empirica che la popolazione del Centro-nord abbia nel 2065 una popolazione più ampia rispetto a oggi è pari al 31%, mentre nel Mezzogiorno è pressochè nulla.   
   
Tenendo conto della variabilità associata agli eventi demografici - precisa Istat - la stima della popolazione al 2065 oscilla da un minimo di 46,1 milioni a un massimo di 61,5. La probabilità di un aumento della popolazione al 2065 è pari al 7%. Le future nascite non saranno sufficienti a compensare i futuri decessi. Nello scenario mediano, dopo pochi anni di previsione il saldo naturale raggiunge quota -200mila, per poi passare la soglia -300 e -400mila unità in meno nel medio e lungo termine. L'età media della popolazione passerà dagli attuali 44,7 a oltre 50 anni del 2065. Secondo il report, "il processo di invecchiamento della popolazione è da ritenersi certo e intenso".

A muoversi in rialzo, spiega l'Istat, sarà comunque anche la fecondità: da 1,34 a 1,59 figli per donna nel periodo 2016-2065 secondo lo scenario mediano elaborato dall'istituto. Un apporto significativo nella stima di popolazione residente attesa per l'Italia sarà dato dagli immigrati. Il saldo è previsto in positivo. Essendo mediamente superiore alle 150mila unità annue (133mila l'ultimo rilevato nel 2015). Nello scenario mediano tracciato dall'Istat l'effetto addizionale del saldo migratorio sulla dinamica di nascite e decessi comporta 2,5 milioni di residenti aggiuntivi nel corso dell'intero periodo previsivo.

Il terrorismo irrompe nelle elezioni francesi: ieri sera Karim Cheurfi, un 39enne armato di kalashnikov ha sparato uccidendo un poliziotto e ferendone altri due, prima di venire abbattuto. L'attentato è stato rivendicato dall'Isis. Stamani tre persone ritenute vicine all'assalitore sono state fermate e interrogate dai servizi antiterrorismo 

Il 9 aprile Karim Cheurfi veniva incriminato per tentato omicidio e nel 2003 condannato a 20 anni di reclusione, ridotti a 15 anni in appello nel 2005. Dodici anni dopo, troviamo l'uomo a Chelles (Seine-et-Marne), dove si dedica ufficialmente alla vendita di capi di abbigliamento in un mercato. Continuando ad odiare la polizia. Il 23 febbraio scorso era tornato a minacciare la polizia ma, anche in questo caso, era stato rilasciato per mancanza di prove il giorno dopo. Fino all'attacco di ieri sera.Nella sua auto,dopo la sparatoria la polizia ha ritrovato appunti scritti a mano con l'indirizzo della Dgsi. Nella stessa auto, riferiscono i media, insieme ad un fucile a pompa e ad alcuni coltelli, c'erano un Corano e fogli scritti inneggianti all'Isis. 

I contorni dell'attacco, insomma, sono piuttosto oscuri. Sulla base dei documenti trovati nella vecchia Audi A4 color argento, da cui è partito l'attacco alla camionetta della polizia e sulla quale sono stati trovati un fucile da caccia e armi bianche, tra cui un coltello da cucina, Karim Cheurfi sarebbe nato il 31 dicembre 1977 a Livry-Gargan a Seine-Saint-Denis e vivrebbe a Chelles, nelle vicinanze di Parigi. Molto prima dell'attentato di ieri sera, il 39enne aveva dimostrato, lontano da qualsiasi contesto terroristico, odio e risentimento contro le forze di sicurezza.

L'episoio risale al 6 aprile del 2001. Quel giorno, appena 23enne e già noto alla polizia per piccoli reati, era stato sorpreso a guidare una vettura rubata a Roissy-en -Brie. Nel tentativo di fuggire si era schiantato contro un'altra vettura, sulla quale viaggiavano un giovane poliziotto e il fratello minore. Incuriositi dalla targa che sembrava falsa, i due uomini avevano seguito l'auto che, dopo aver sbandato, era finita in un fosso. A quel punto era scattato il conflitto a fuoco, in cui era rimasto ferito l'agente, mentre Cheurfi veniva arrestato. Due giorni dopo, l'8 aprile, mentre si trovava in stato di fermo in commissariato, era riuscito a sottrarre una pistola a un poliziotto e a sparargli, ferendolo gravemente.

"Sono venuto fuori dal negozio Sephora e stavo camminando nei pressi di una Audi 80 parcheggiata. Un uomo ne è uscito e ha aperto il fuoco con un kalashnikov su un poliziotto", racconta un testimone alla Reuters. "Il poliziotto è caduto a terra - aggiunge - ho sentito sei spari, ero spaventato. Ho una bambina di due anni, e ho pensato che sarei morto. Ha sparato direttamente verso il poliziotto". Subito dopo l'attacco, tempestivamente rivendicato dallo Stato islamico

Si è dissolta invece l'ipotesi di un collegamento con il Belgio, che aveva preso corpo dopo l'avviso di ricerca nei riguardi di un uomo diramato dalle autorità del Paese: l'uomo, infatti, si è presentato spontaneamente al commissariato ad Anversa, ha un alibi e nega ogni coinvolgimento nei fatti di Parigi.

Intanto il secondo agente ferito nell'assalto sugli Champs-Elysées è stato dimesso dall'ospedale Georges Pompidou: a salvarlo è stato il giubbotto antiproiettile. Ora riceverà assistenza psicologica. La passante colpita, di nazionalità tedesca, è stata "ferita al piede, deve essere operata".

All'Eliseo si è tenuto un Consiglio di difesa convocato d'urgenza ieri sera dal presidente francese Francois Hollande dopo l'attentato. Oltre a Hollande, hanno partecipa i ministri dell'Interno, della Giustizia, della Difesa e degli Esteri. Tra gli altri, erano presenti inoltre i capi dei servizi di sicurezza, dell'intelligence e delle forze armate.

Scontro tra Marine Le Pen e Bernard Cazeneuve il giorno dopo l'attaco a Parigi. La prima a prendere la parola è la la candidata alle presidenziali per il Front National. In una conferenza stampa dal suo quartier generale a due passi dall'Eliseo, vestita di nero in segno di lutto, afferma: "Siamo in guerra contro un mostruoso totalitarismo".

La Le Pen ha invitato tutti all'"unità della nazione e alla lucidità", denunciando il "lassismo e l'ingenuità", ai quali "la nazione deve ora rinunciare". Ribatte il premier in un intervento solenne davanti alla nazione, in cui punta il dito contro la Le Pen, rea di strumentalizzare "senza vergogna la paura" per "fini" elettorali a due giorni dal voto. "Al Front National attizzano l'odio". Critiche anche per il candidato dei Républicains, Francois Fillon: "Certi candidati fanno la scelta dell'oltraggio e della paura".

Per il presidente Usa Donald Trump, l'attacco avrà grosse conseguenze sulle elezioni: "Il popolo francese non sopporterà più a lungo cose del genere. Avrà grosse conseguenze sulle elezioni presidenziali!", afferma in un tweet. 

"Siamo alla follia. Alcuni giornalisti italiani sono più preoccupati dell'eventuale favore, secondo me inesistente, a Marine Le Pen che non per il poliziotto morto e per la Francia nel terrore"

Secondo molti commentatori progressisti, la leader del Front National trarrebbe giovamento dagli attacchi islamisti. C'è addirittura chi è convinto che i tagliagole dello Stato islamico abbiano "scelto" la Le Pen. E persino il premier Bernard Cazeneuve, anziché far mea culpa sul dilagare del jihadismo, preferisce attaccare la candidata alle presidenziali: "Sta strumentalizzando senza vergogna la paura dell'attentato di ieri a suo vantaggio elettorale".

"Marine Le Pen pareva in una posizione difficile - spiega Bernardo Valli su Repubblica- con meno consensi virtuali del moderato Emmanuel Macron. Il sangue a due apssi dall'Arco di Trionfo favorisce la linea dura - continua - quella del Front National. O quella dei candidati di destra". Non è l'unico a pensarla così. E, per alcuni versi, c'è un minimo di fondatezza. Ancora una volta la facilità con cui viene messo a segno un attacco islamista dimostra come la Francia abbia bisogno di un candidato forte, capace di dare risposte chiare sia sullì'emergenza immigrazione sia sul dilagare dell'islam radicale in tutta l'Europa

"Abbiamo una classe giornalistica squallida e imbarazzante", commenta con asprezza Salvini ad Agorà su RaiTre. "Pensare che l'Isis scelga Marine le Pen è veramente da ricovero coatto e da trattamento sanitario obbligatorio - aggiunge il segretario della Lega - se milioni di francesi la sceglieranno è per i problemi di lavoro, per i problemi sociali, per i problemi causati da questa Europa". Certo l'emergenza immigrazione e l'allerta terrorismo sono due punti importanti dell'agenda politica. In Franca, come a casa nostra. D'altra parte, prevenire ed escludere il rischio è pressoché impossibile. Ma, a detta di Salvini, il governo italiano non sta facendo nemmeno il minimo sforzo. E cita i diecimila immigrati sbarcati negli ultimi quattro giorni "senza alcun tipo di controllo reale". "Chi mi garantisce - conclude il leader leghista - che tra queste diecimila persone non ci siano malintenzionati? 

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