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Venerdì, 01 Novembre 2024

Il gruppo estremista islamico somalo Al-Shabaab ha rivendicato l'attacco in un campus universitario di Garissa, nell'est del Kenya, che ha provocato almeno 15 morti e 60 feriti. Lo scrive la Cnn online. Il campus è stato attaccato da uomini armati a volto coperto. 

Il gruppo estremista islamico somalo ha preso in ostaggio un gruppo di studenti. Lo riporta la Bbc online. Gli estremisti avrebbero separato gli studenti cristiani da quelli musulmani e rilasciato 15 studenti musulmani, ha detto un portavoce del gruppo.

Non si hanno al momento notizie di oltre 500 studenti. Secondo il ministro degli Interni, di 815 studenti, ne mancherebbero all'appello esattamente 535.

Le regioni del nord e dell'est del Kenya, ai confini con la Somalia, sono state spesso vittime di attacchi rivendicati dal gruppo islamista somalo al-Shabaab.

Nel 2013 Al-Shabab ha attaccato il centro commerciale Westgate Mall di Nairobi, provocando decine di morti. Il mese scorso il gruppo ha rivendicato gli attacchi nella contea di Mandera, sul confine con la Somalia, in cui sono rimaste uccise 12 persone, incluse quattro che erano al seguito del governatore Ali Roba. Dati statistici forniti dalla polizia indicano che 312 persone sono rimaste uccise in attacchi sferrati da Al-Shabab in Kenya dal 2012 al 2014. Nello stesso periodo 38 persone sono morte e 149 sono rimaste ferite proprio a Garissa.Intanto

Sempre più grave la situazione in Yemen in seguito alla crisi politico-militare in corso. Le milizie degli sciiti Houthi hanno espugnato il palazzo presidenziale di Aden, strategica città portuale dello Yemen e 'seconda capitale' del Paese, teatro di scontri accaniti nelle ultime ore tra ribelli sciiti e forze fedeli al presidente in fuga Hadi sostenute dalla coalizione arabo sunnita guidata dai sauditi.

Carri armati dei ribelli sciiti Huthi sono entrati nelle scorse ore nel centro di Aden e sono stati affrontati dalle truppe del presidente Abd Rabbo Mansur Hadi.  Intanto il consolato russo a Aden ha sospeso le operazioni. Mentre un aereo russo è decollato dal Cairo verso Sanaa per evacuare il personale dell'ambasciata e i connazionali che vogliono lasciare il paese.

Un militare delle Guardie di frontiera saudite è stato ucciso e altri 10 feriti da colpi sparati da oltre il confine con lo Yemen. Lo scrive il sito dell'agenzia saudita Spa, secondo la quale i militari presidiavano un posto di confine finito bersaglio di un'intensa sparatoria proveniente da un'area montuosa yemenita. Alcune unità del Regno - dopo aver risposto al fuoco - sono poi intervenute per "una ricognizione", sconfinando. Riad sostiene nello Yemen le forze de regime a guida sunnita contro la rivolta dei ribelli sciiti Houthi.

Truppe straniere di nazionalità non precisata sono sbarcate in queste ore ad Aden, strategica città portuale dello Yemen teatro di scontri fra ribelli sciiti Houthi e forze fedeli al presidente fuggitivo Abdrabbuh Mansour Hadi sostenute finora dal cielo dai raid di una coalizione militare sunnita guidata dall'Arabia Saudita. Lo riporta la Bbc citando testimonianze locali. Non è ancora chiaro se si tratti d'un inizio d'invasione da parte della coalizione araba.

La fase ora è davvero decisiva: o si chiude o si rischia di far saltare il tavolo. Nonostante i progressi fatti negli ultimi giorni, i rappresentanti delle grandi potenze mondiali e quelli dell'Iran non sono stati ancora in grado di raggiungere quell'intesa preliminare che dovrebbe poi portare all'accordo definitivo entro il prossimo mese di giugno. Il piu' ottimista, alla sospensione di lavori, e' stato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, per il quale sarebbe stata raggiunta un'intesa "su tutti i punti chiave" sul tavolo. Intesa che ora deve essere messa nero su bianco in una bozza a cui, ha spiegato Lavrov, i 'tecnici' stanno gia' lavorando. Anche il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif spera che si sia entrati davvero nella fase finale, quella in cui si possa finalizzare l'accordo. Mentre il presidente americano Barack Obama ha riunito il team sulla sicurezza nazionale e dalla Situation Room della Casa Bianca si e' collegato in videoconferenza con Losanna, per fare il punto con il segretario di Stato americano John Kerry e con i negoziatori Usa. I due nodi che non si e' riusciti a sciogliere entro la deadline della mezzanotte del 31 marzo sono quelli che tengono i negoziatori impegnati da giorni: il timing per ritirare le sanzioni della comunita' internazionale verso l'Iran - subito o gradualmente, e con quale gradualita' - e quale tipo di attivita' nucleare consentire alle autorita' di Teheran negli anni finali dell'accordo. Attivita' che per le potenze occidentali non dovrebbero consentire in alcun modo all'Iran di costruire la sua bomba atomica.

Fiato sospeso a Losanna, in Svizzera, per quelle che dovrebbero essere davvero le ultime ore per raggiungere un'accordo storico sul programma nucleare iraniano. Ore decisive vissute con tanta speranza ma anche - come affermano alcuni dei protagonisti - in un clima di grande confusione. Nella notte, passata la fatidica scadenza del 31 marzo, i negoziati ufficiali sono stati sospesi e riprenderanno nelle prime ore di stamattina.

"E' tempo che la comunità internazionale punti i piedi per un accordo migliore con l'Iran'', ha detto il premier Benyamin Netanyahu commentando le trattative riprese a Losanna. Quella attuale - ha aggiunto - è ''una cattiva intesa che danneggia Israele, il Medio Oriente e il mondo intero''.

convegno_persecuzioni

Sabato scorso Alleanza Cattolica insieme a Integra onlus ha organizzato a Milano un convegno, con la partecipazione di un attento e numeroso pubblico,per denunciare la persecuzione dei cristiani nel mondo e nello stesso tempo per mostrare i legami che esistono fra le guerre in corso e quindi la presenza problematica in Italia dei rifugiati proveniente da quei Paesi in guerra in numero sempre maggiore. Il 60% dei profughi che entrano in Italia, è stato ricordato, sono rifugiati che scappano da una situazione di insostenibile violazione dei diritti umani, cioè non emigrano per motivi economici”. Hanno aperto i lavori del Convegno denominato, “…perseguiteranno anche voi” (Gv, 15,20), Marco Invernizzi, responsabile regionale della Lombardia di Alleanza Cattolica e KlodianaCuka, fondatrice di Integra onlus che opera in Puglia per integrare veramente ed efficacemente i rifugiati.

Dopo gli interventi dell’onorevole Stefano Dambruoso, questore della Camera dei Deputati e dell’Assessore alla Cultura della Regione Lombardia, Cristina Cappellini, sono iniziati i vari interventi del Convegno, diviso in due sessioni.

Nella prima sono intervenuti, Paul Batthi, fratello e continuatore dell’opera di Shabbaz, ministro in Pakistan per le minoranze, assassinato da terroristi islamisti nel 2011. Accolto in sala da un commosso applauso, Paul Bhatti ci ha raccontato come sia tremenda la situazione dei cristiani in Pakistan, il 2,5% della popolazione, e tuttavia come sia coraggiosa la loro testimonianza. Poi è intervenuto Alfredo Mantici, attuale Direttore della “Divisione Analisi della G-Risk Security and Intelligence services”, dirige un importante magazine online, “Lookoutnews”. Mantici ha descritto gli aspetti storici, culturali e religiosi che hanno portato allo scatenarsi delle cosiddette “Primavere arabe”. In particolare ha denunciato gli artificiali confini di quasi tutti i Paesi del Medio Oriente, tracciati con il righello dalle potenze occidentali all’inizio del Novecento. Quindi è intervenuto Aldo Morrone, direttore dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti ed il contrato delle malattie della Povertà (INMP). Dirigente medico , specialista in Dermatologia e Venereologia, Docente presso le università di Roma e autore di oltre 500 pubblicazioni scientifiche. L’intervento di Morrone è stato toccante, perché nel poco tempo a sua disposizione, è riuscito attraverso alcune immagini, a commentato il suo intenso e grande lavoro a favore dei più poveri del pianeta.

Nella seconda sessione è intervenuta la giornalista Costanza Miriano, che ha evidenziato il motivo perché all’interno delle redazioni giornalistiche, dei mezzi di comunicazione, i cristiani perseguitati sono ignorati. In pratica esiste un pregiudizio ideologico, che relega nelle pagine interne, quando non li condanna al silenzio, le notizie sui cristiani perseguitatati e uccisi. Eppure la violenza esiste ed è grave come ha dimostrato Paul Batthi, che ha ricordato il recente assassinio di una coppia di genitori cristiani buttati e arsi vivi nella fornace, dove lavoravano.

Il convegno inoltre, ha voluto anche affrontare il tema della libertà religiosa, mirabilmente ha relazionatomons. Agostino Marchetto, definito da papa Francesco il miglior ermeneuta del Concilio Vaticano II. E in effetti, - scrive Marco Invernizzi su comunitambrosiana.org - questo tema è centrale sia per quanto riguarda la persecuzione sia per quanto riguarda l’integrazione dei rifugiati, perché alla base del principio della libertà religiosa, come insegna il Magistero della Chiesa, vi è la dignità di ogni persona, che deve essere rispettata nell’atto di scegliere e professare la religione, così come deve essere accolta e aiutata a integrarsi, pur nel rispetto delle prerogative anche dei popoli che ospitano i profughi e i rifugiati. Questo principio, ribadito da Benedetto XVI nella Caritas in veritate, fa parte della dottrina sociale della Chiesa, che mons. Marchetto ha ripetutamente evocato nel suo intervento sulla libertà religiosa”.

convegno 28 marzo 1

Prima dell’intervento finale di Introvigne, è intervenuto il viceprefetto, Maurizio Falco, del Ministero dell’Interno, Dipartimento per le libertà civili e immigrazione. Forse questo è stato l’intervento più difficile da svolgere, perché ha dovuto “difendere” per certi versi, le politiche che i nostri governi hanno attuato per affrontare i numerosi sbarchi di clandestini che si riversano quasi giornalmente sulle nostre coste. Falco ha sottolineato l’impegno quasi eroico dei nostri marinai, dei nostri militari, che operano nel Mare Mediterraneo.

Certo non è facile per noi italiani, padri di famiglia, con figli disoccupati, “digerire”gli argomenti pur condivisibili del vicequestore, peraltro poi gliel’ho personalmente fatto presente. A questo proposito chiudo il mio servizio con le parole di Invernizzi che meglio di me riesce a centrare il problema. “Cari amici, non fate fatica a comprendere come sia difficile nel mondo contemporaneo dominato dal relativismo riuscire a non imboccare la strada della contrapposizione ideologica, tipica di quelle forze politiche che vogliono esaltare sempre e soltanto un aspetto della realtà. Il nostro convegno ha voluto essere un tentativo di tenere insieme due aspetti che sono entrambi presenti in maniera drammatica nella nostra vita. Abbiamo voluto celebrare i martiri senza dimenticare di nominare coloro che li uccidono, come ha ricordato Massimo Introvigne chiudendo i lavori, perchè i martiri non muoiono da soli ma vengono assassinati da comunisti in Corea del Nord e in Cina, da islamisti in Pakistan, in Nigeria, in Siria e in Iraq, da forze nazionaliste altrove, per esempio nello Stato dell’Orissa. E anche da noi in Occidente la libertà religiosa non se la passa bene, minacciata e spesso impedita da un laicismo aggressivo che sta arrivando a mettere in discussione l’obiezione di coscienza in molte categorie professionali dove i cristiani vogliono potersi rifiutare di dare esecuzione a leggi contrarie al diritto naturale.
Ma abbiamo voluto anche mostrare al nostro pubblico che esistono donne e uomini che si impegnano veramente per dare un futuro concreto a chi fugge dalle guerre e dalla violenza, spesso perché cristiano e comunque perché offeso nella sua libertà.

I lavori del convegno si sono conclusi, ma i temi sollevati vorremmo che continuassero a essere presenti nelle nostre giornate, nel lavoro dei gruppi di Alleanza Cattolica sparsi in tutta la penisola, organizzando conferenze, seminari, scrivendo articoli, parlando nelle radio e nelle televisioni sia della persecuzione dei cristiani, sia indicando chi si fa carico di insegnare e spesso di trovare un lavoro ai rifugiati.
E comunque, vorremmo che in questa settimana santa e nel tempo pasquale si sollevasse una preghiera costante per tutti questi uomini che subiscono ingiustizie e violenze, in ogni comunità di Alleanza Cattolica, in ogni parrocchia e in tutte le famiglie che conosciamo
.

Grazie e Santa Pasqua”

Il tasso di disoccupazione torna a salire al 12,7% a febbraio, dopo il ''forte calo'' di dicembre e l'ulteriore diminuzione di gennaio. Lo rileva l'Istat nei dati provvisori segnalando un aumento di 0,1 punti sul mese e di 0,2 punti sull'anno, che riporta il tasso al livello di dicembre. I disoccupati sono 23 mila in più.

La disoccupazione giovanile in Italia continua a crescere. A febbraio, secondo i dati Eurostat, è al 42,6%. Solo in Grecia (51,2% a dicembre) e Spagna (50,7%) è più alta. A gennaio era al 41,2% e nel febbraio 2014 era al 42,5%. Risulta in calo di 1,1 punti la media dell'Eurozona (22,9%) che nel febbraio 2014 era al 24,0%. Nella Ue-28 la disoccupazione per i giovani fino a 25 anni è al 21,1%, invariata rispetto al mese precedente, ma giù di 1,8 punti in dodici mesi.

Intanto continua a calare, seppur lentamente, il tasso di disoccupazione nell'Eurozona. Secondo Eurostat a febbraio è dell'11,3%, mentre a gennaio era a 11,4% e nel febbraio 2014 era a 11,8%. Nella Ue a 28% la disoccupazione è al 9,8% (9,9% a gennaio e 10,5% 12 mesi prima). Secondo la stima di Eurostat nella Ue-28 a febbraio i disoccupati sono 23,8 milioni, mentre nell'Eurozona sono 18,2 milioni. Rispetto allo stesso mese del 2014 i senza lavoro sono diminuiti rispettivamente di 1,547 milioni e di 0,643 milioni. I tassi di disoccupazione più bassi sono quelli di Germania (4,8%), Austria (5,3%), Repubblica Ceca e Regno Unito (5,5%). In Francia è a 10,3%.

Lieve recupero dei prezzi su base mensile a marzo, ma resta la deflazione nel raffronto annuale: secondo i dati dell'Istat, a marzo si è registrato un -0,1% dei prezzi rispetto allo stesso mese del 2014 e una risalita dello 0,1% su febbraio. L'inflazione di fondo, al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, scende a +0,4% (da +0,6% di febbraio). Anche a livello europeo non si registrano grandi variazioni: il tasso di inflazione annuale di marzo resta in territorio negativo, nell'Eurozona, ma in leggera risalita. Secondo la stima flash di Eurostat è a -0,1%, quando a febbraio era a -0,3%.

Tornando in Italia, l'Istat spiega che la stabilità della flessione su base annua dell'indice generale è la sintesi "da un lato del ridimensionamento del calo tendenziale dei prezzi degli Energetici non regolamentati (-9,0%, da -12,8% del mese precedente), dall'altro del rallentamento della crescita su base annua dei prezzi dei servizi, con particolare riguardo a quelli relativi ai Trasporti (+0,6%, da +1,4% di febbraio)".

Nel cosiddetto carrello della spesa, gli italiani hanno trovato un rincaro annuo in accelerazione: "I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona diminuiscono dello 0,1% rispetto a febbraio e crescono dello 0,9% su base annua (da +0,7% del mese precedente)". I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto - per effetto soprattutto dei rialzi dei carburanti - aumentano dello 0,4% in termini congiunturali e fanno registrare un tasso tendenziale nullo (era -0,5% il mese precedente).

Aumenti significativi per i prezzi dei carburanti: secondo le stime provvisorie dell'istat, il prezzo della benzina è aumentato del 4,9% su base mensile così come quello del gasolio per mezzi di trasporto. Su base annua, invece, si attenua il calo dei prezzi. Per la benzina la discesa è stata dell'8,5%, meno ampia di quattro punti percentuali rispetto a quella rilevata a febbraio (-12,5%). Stesso discorso per il gasolio: decisa attenuazione della flessione, da -14,3% di febbraio a -9,9%.

In Germania il tasso di disoccupazione tocca nuovi minimi scendendo al 6,4% a marzo dal 6,5% del mese prima, mentre gli economisti puntavano su un tasso invariato. Il numero dei senza lavoro e' diminuito di 15.000 unita', a 2,8 milioni. I tecnici dell'istituto precisano che si tratta di dati non confrontabili con quelli del governo sulle 79 mila attivazioni di nuovi contratti, che ''sono dati di diversa natura e non necessariamente significano nuovi occupati. Possono anche essere transizioni dal tempo determinato e altri tipi di contratti''. L'Istat informa che nel periodo dicembre-febbraio rispetto ai tre mesi precedenti l'occupazione ''è rimasta sostanzialmente stabile, mentre il tasso di disoccupazione è diminuito di 0,4 punti, in larga misura per la risalita del tasso di inattività''.

Sale il tasso di disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 24 anni) al 42,6% a febbraio. Lo comunica l'Istat nei dati provvisori, dove rileva un aumento di 1,3 punti rispetto al mese precedente e di 0,1 punti rispetto all'anno precedente. A febbraio ci sono 868 mila giovani occupati, 40 mila in meno rispetto all'anno precedente e 34 mila in meno rispetto a gennaio. E' quanto emerge dai dati provvisori dell'Istat sulla fascia 15-24 anni. Il tasso di occupazione giovanile scende così al 14,6%. Al tempo stesso crescono gli inattivi fino a 4,4 milioni di ragazzi e aumentano di 35 mila unità in una anno e di 20 mila unità in un mese. Il tasso di inattività giovanile tocca così il 74,6%.

Il calo dell'occupazione a febbraio è dovuto esclusivamente alla diminuzione delle lavoratrici. L'Istat sottolinea che gli occupati di sesso maschile sono ''sostanzialmente stabili'' mentre quelli di sesso femminile diminuiscono in un mese di 42 mila unità. Anche il tasso di disoccupazione cresce al 14,1% per le donne (+0,3 punti su mese e +0,9 punti su anno) mentre per gli uomini è all'11,7% (invariato sul mese e in calo di 0,3 punti nell'anno).

Il tasso di disoccupazione in Italia a febbraio è stato del 12,7%, più alto della media dell'Eurozona (11,3%). Secondo i dati Eurostat, la disoccupazione italiana è la sesta più alta della Ue dopo Grecia (26,0%, dato di dicembre 2014), Spagna (23,2%), Ungheria (18,5%), Cipro (16,3%) e Portogallo (14,1%).

Tangenti per 330 mila euro, l'assunzione come consulente del fratello e almeno un viaggio in Tunisia: sarebbe stato questo, secondo l'accusa, il 'prezzo' pagato dal colosso delle coop Cpl Concordia, per la corruzione del sindaco di Ischia,Giosi Ferrandino del Pd, arrestato nell'ambito dell'inchiesta della procura di Napoli su tangenti pagate per portare metano nei comuni dell'isola campana. Alla Coop modenese contestati anche legami con la criminalità organizzata casertana e con amministratori legati a tali ambienti criminali.

Nelle intercettazioni spunta anche il nome di Massimo D'Alema, in rapporti con i vertici della cooperativa. Immediata la replica dell'ex premier: "Rapporto del tutto trasparente, non ho avuto nessun beneficio personale". Il presidente di Lega coop, Mauro Lusetti, ha auspicato le rapida conclusione delle indagini: "Le responsabilità - ha affermato - , se mai venissero accertate, sono personali. Noi, se lo saranno, come sempre ci porremo sul versante della legalità e non proteggeremo nessuno".

L'inchiesta agita il Mondo politico campano e Nazionele con i Cinque Stelle all'attacco per l'ennesima inchiesta "che vede coinvolti esponenti Pd e cooperative rosse" e i democratici di Napoli che chiedono un chiarimento a Ferrandino.

 

La stipula fittizia di due convenzioni nell'albergo della famiglia, per un totale di 330 mila euro; l'assunzione come consulente del fratello e almeno un viaggio in Tunisia: sarebbe stato questo, secondo l'accusa, il 'prezzo' pagato dalla CPL per la corruzione del sindaco di Ischia. Secondo l'accusa Ferrandino "era diventato una sorta di factotum al soldo della CPL". In particolare, la CPL Concordia - in cambio dei "favori" di Ferrandino per l'assegnazione dei lavori di metanizzazione dell'isola - avrebbe stipulato due "fittizie convenzioni" (ciascuna da 165 mila euro) con l'Hotel Le Querce di Ischia, di proprietà della famiglia del sindaco, ciascuna da 165 mila euro, a fronte della "messa a disposizione" di alcune stanze durante le stagioni estive 2013 e 2014 per i dipendenti della società modenese.

L'inchiesta coordinata daI pm WoodcockCarrano Loreto e condotta dai reparti speciali del Comando per la Tutela dell'Ambiente del colonnello Sergio De Caprio, il 'Capitano Ultimo', ha preso le mosse nell'aprile 2013 ed ha portato alla luce, secondo l'accusa, un sistema di corruzione basato sulla costituzione di fondi neri in Tunisia da parte della Cpl Concordia con cui retribuire pubblici ufficiali per ottenerne i 'favori' nell'aggiudicazione di appalti. I reati contestati, a vario titolo, vanno dall'associazione per delinquere alla corruzione, dalla turbata libertà degli incanti al riciclaggio, all'emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Altre 'utilità' ottenute dal sindaco sarebbero state l'assunzione del fratello, Massimo Ferrandino, quale consulente della CPL Concordia e almeno un viaggio tutto spesato in Tunisia. Secondo l'accusa sarebbe stato proprio grazie all'interessamento del sindaco ed alla complicità dell'architetto Silvano Arcamone, dirigente dell'ufficio tecnico di Ischia, che l'appalto di metanizzazione dello stesso Comune (capofila del progetto) e di quelli di Lacco Ameno e Casamicciola Terme è stato affidato alla CPL. La cooperativa, dal canto suo, avrebbe provveduto al pagamento attingendo a dei fondi neri costituiti mediante l'emissione di fatture per operazioni inesistenti con una società tunisina (la Tunita sarl) riconducibile a Francesco Simone, responsabile delle relazioni istituzionali del gruppo CPL Concordia, definito dagli inquirenti "personaggio chiave" della vicenda, con un ruolo di primo piano nella presunta associazione a delinquere attiva non solo nell'appalto di Ischia, ma in numerosi altri, soprattutto in Campania.

I dirigenti della CPL Concordia avrebbero fatto "sistematico ricorso ad un modello organizzativo ispirato alla corruzione che li ha portati ad accordarsi non solo con i Sindaci, gli amministratori locali e i pubblici funzionari, ma anche con esponenti della criminalità organizzata casertana e con gli amministratori legali a tali ambienti criminali". È quanto si legge negli atti dell'inchiesta. È di un mese fa la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati dell'ex presidente della CPL, Roberto Casari, per concorso esterno in associazione mafiosa nell'ambito dell'inchiesta sui lavori di metanizzazione compiuti tra il 1999 e il 2003 a Casal di Principe e in altri sei comuni del Casertano. Opere realizzate non a norma, con rischi per la sicurezza dei cittadini, sostiene la Dda di Napoli, dopo le dichiarazioni rilasciate nel giugno 2014 dal pentito Antonio Iovine. Secondo l'ipotesi accusatoria, la Cpl si sarebbe aggiudicata l'appalto con l'appoggio della fazione dei Casalesi guidata da Michele Zagaria; i subappalti sarebbero stati poi distribuiti alle ditte locali indicate dai boss. Zagaria ne ha fatto un elenco dettagliato, indicando anche le anomalie sullo svolgimento dei lavori. Anomalie che i magistrati hanno voluto verificare, inviando di recente le ruspe a Casal di Principe: dagli scavi, coordinati dai carabinieri del Noe di Caserta ed effettuati in corso Umberto, in pieno centro, è emerso che le tubature erano state interrate a 30 centimetri di profondità invece che ai 60 previsti dalla normativa, mettendo quindi a rischio la sicurezza della popolazione. Nell'ordinanza di custodia cautelare relativa alle tangenti che sarebbero state pagate per la metanizzazione di Ischia non si entra nel merito dei presunti collegamenti tra la CPL e la criminalità organizzata, oggetto di altra indagine. Anche i brani delle intercettazioni, quando gli arrestati toccano questo argomento, sono coperti da omissis.

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