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Nella giornata di ieri Giancarlo Giorgetti ha aperto al governo di scopo, ma il segretario federale del Carroccio ha precisato: "Dopo Conte c’è soltanto il voto. Appena salta questo governo, l’unica via sono le elezioni e il prossimo premier sarà scelto da un parlamento nuovo". La sua proposta bipartisan è invece diversa: "Altro paio di maniche è dire: ascoltate. Ascoltate Confindustria, Coldiretti, i sindacati, le associazioni... E se avanza tempo, anche le opposizioni: evitate di peccare di arroganza, oltre che di ignoranza".

Intervistato dal Corriere della Sera, è stato trattato anche il tema del referendum sul taglio dei parlamentari: "Non accelera e non rallenta. I problemi dell’Italia sono l’economia e la burocrazia. Non saranno due mesi in più a cambiare le cose". La Lega comunque voterà a favore del taglio: "Ci auguriamo che ci sia anche il nostro referendum a favore del maggioritario, la Consulta si esprimerà a gennaio".

Nella giornata di domani il Carroccio andrà a congresso: "La Lega è ormai un unico soggetto nazionale e nel corso del 2020 ci saranno tante elezioni. L’anno prossimo ci saranno anche i congressi locali per eleggere tutti gli organi del nuovo partito". Salvini al momento resterà segretario: "Poi, quando tutto sarà andato sui binari, non avrebbe senso che restassi segretario di due partiti".

L'ex ministro dell'Interno però non ci sta con chi lo vuole processare e vuole prendere posizione: "Idealmente in quel tribunale ci saranno con me milioni di italiani". A fare clamore è stata la retromarcia targata Luigi Di Maio che, dopo averlo salvato sul caso Diciotti, ha annunciato che il Movimento 5 Stelle voterà a favore del processo: "È una cosa surreale. Per un certo verso, anche se gli avvocati mi suggeriscono il contrario, sarei curioso di finire in Aula. Di Maio ha cambiato idea sui miei processi come l’ha cambiata su tante altre cose".

Il 20 gennaio si voterà l'autorizzazione a procedere nei suoi confronti, e intanto Palazzo Chigi ha fatto sapere che il caso non sarebbe stato mai discusso in Consiglio dei ministri: "A me dispiace quando ci sono persone che perdono l’onore. È chiaro che per non litigare con il Pd loro si rimangiano tutto quello che avevano detto e fatto". Il leader della Lega ha inoltre smascherato le intenzioni del governo giallorosso: "Il Parlamento aveva tolto l’attenuante per 'tenuità del fatto' in caso di aggressioni a pubblici ufficiali. Ora, mi dicono che la riporteranno nella legge". E ha lanciato un avviso: "Se provano a ridare fiato ai balordi e ai violenti, a quel punto si muove il Paese".

Intanto dichiara al Giornale Bonafede "Come ministro non posso commentare indagini in corso. Io posso solo constatare che per il Movimento 5 Stelle è una vicenda diversa da quella della Diciotti e Luigi Di Maio ha già detto che ci sono presupposti per dare parere favorevole al processo a Matteo Salvini".

Ai microfoni della trasmissione radiofonico Circo Massimo su Radio Capital, il titolare del dicastero di via Arenula ha aggiunto: "Confermo quello che ha detto Di Maio. C'erano presupposti diversi perché c'era la possibilità della redistribuzione dei migranti a bordo della nave nei diversi Paesi".

Un attacco frontale al quale il diretto interessato ha replicato a stretto giro, da Aosta: "Il signor Bonafede è coerentemente disastroso. Mentre con la sua 'riforma' si prepara a tenere sotto processo a vita milioni di italiani, l'incapace Bonafede invoca il processo per Salvini. Condivido la richiesta avanza dagli avvocati italiani: dimissioni". Dunque, ha aggiunto: "Andrò in tribunale con il sorriso, sarà una grande festa di libertà. Da ministro ho difeso i confini, la sicurezza di questo Paese e lo rifarò. Si rassegni quel giudice: o mi arrestano o non mi fermo".

Matteo Salvini, peraltro, era stato chiaro e duro già nelle scorse ore, quando si era scagliato contro il ministro degli Esteri (e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte) per l’ennesima giravolta del M5s, che diversamente da quanto successo per la Diciotti, questa volta voterà a favore del processo contro il leghista: "È una cosa surreale. Per un certo verso, anche se gli avvocati mi suggeriscono il contrario, sarei curioso di finire in Aula. Di Maio ha cambiato idea sui miei processi come l’ha cambiata su tante altre cose…".

Se il caso della nave Gregoretti porterà a un processo, "idealmente in quel tribunale ci saranno con me milioni di italiani". Lo afferma, in un'intervista al Corriere della Sera, il leader della Lega Matteo Salvini. Su Luigi Di Maio, "credo che tutta la dignità l'abbia messa nel decreto del 2018". "In questi mesi sto conoscendo la doppia faccia di Conte e Di Maio. Mi dispiace quando ci sono persone che perdono l'onore", dice Salvini. "Dopo Conte - sottolinea - c'è soltanto il voto". E della stessa idea anche il segretario del Pd Nicola Zingaretti  che sempre dalle colonne del Corriere sottolinea: "Dopo la caduta di questo governo, che abbiamo fatto bene a far nascere, sarebbero inevitabili le elezioni. Sono convinto che ci siano le condizioni per andare avanti, ma ci vuole una comune volontà politica". Così il segretario del Pd Nicola Zingaretti al Corriere della Sera. Giuseppe Conte, "si è dimostrato un buon capo di governo. Non va tirato per la giacchetta, anche se è un punto di riferimento di tutte le forze progressiste", dice. Italia Viva "deve decidere se stare dentro la prospettiva del campo progressista".

E su questo punto non tarda la risposta di Carlo Calenda. "Caro Nicola Zingaretti come si può sostenere che Conte 'è il punto di riferimento fortissimo dei progressisti'? Un Presidente del Consiglio che ha fatto del trasformismo un'arte e ha varato tutti i provvedimenti, ancora in piedi, del Governo Salvini-Di Maio. Vi siete proprio smarriti, Partito Democratico". Così su Twitter Carlo Calenda, eurodeputato e leader di Azione.

Intanto la Sea Watch annuncia che tornerà in mare dopo 5 mesi. "Sea Watch ha vinto l'appello alla Tribunale Civile di Palermo: la SeaWatch3 è libera! Dopo più di cinque mesi bloccati in porto a Licata, ci stiamo preparando per tornare in mare. La giustizia trionfa sul (ex) decreto sicurezza", scrive la ong su Twitter.

Intanto c'è stata la prima riunione della giunta delle immunità del Senato sulla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell'ex ministro Matteo Salvini per il caso Gregoretti. Sulla vicenda il leader M5s Di Maio stuzzica l'ex alleato di governo. "Lo vedo un po' impaurito, ma ognuno si deve prendere le sue responsabilità. Mi sembra sia ben chiaro che la questione Gregoretti non è come la questione Diciotti. Quest'ultima fu una decisione del Governo, la Gregoretti fu propaganda".

L'ex ministro replica: "Sono scettico che ci possa essere qualcuno che viene processato per il suo lavoro. Non vedo l'ora, se mi vorranno processare chi se ne frega!".

"Abbiamo incardinato la procedura che riguarda il caso Gregoretti - ha spiegato la senatrice M5s Elvira Evangelista - abbiamo potuto visionare la domanda di autorizzazione a procedere e abbiamo fissato 4 convocazioni a gennaio. Si andrà sicuramente al voto Il 20 gennaio".

"Nel caso in esame - scrive il tribunale dei ministri -  poiché i fatti hanno coinvolto una nave della Guardia Costiera Italiana, e quindi, una nave militare, non trovano applicazione le norme contenute nel cosiddetto Decreto sicurezza bis". Il ministro dell'Interno non può infatti vietare l'ingresso, il transito o la sosta a "naviglio militare" o a "navi in servizio governativo non commerciale.

"La questione relativa alla vicenda della nave 'Gregoretti' non figura all'ordine del giorno e non è stata oggetto di trattazione nell'ambito delle questioni 'varie ed eventuali' nel citato Consiglio dei Ministri (31 luglio 2019, ndr), né in altri successivi". E' quanto è scritto sul caso Gregoretti in una nota firmata dal Segretario generale di Palazzo Chigi e inviata l'11 ottobre scorso al Tribunale dei ministri di Catania, citata nella richiesta di autorizzazione a procedere per Salvini.

 

 

 

'Non vedo l'ora di portare le mie ragioni, prima in Senato e poi nel caso anche in Tribunale, se vogliono portarmici". Così Matteo Salvini rispondendo ai giornalisti. "Tutto quello che ho fatto l'ho fatto da ministro, con il consenso di tutto il governo, e lo dimostreremo con le carte - aggiunge -. Se poi qualcuno per convenienza, per non litigare con il Pd dice che Salvini é un sequestratore e dev'essere processato, ne risponderà alla sua coscienza".  

"Di Maio?  Un piccolo uomo. Tutto qui", aggiunge rispondendo ai giornalisti sull'intenzione del M5s di votare per l'autorizzazione a procedere a suo carico. 

Cosi il forcaiolo Luigi Di Maio che, in barba a quando aveva difeso l’ex alleato leghista dall’inchiesta (identica) sull’affaire Diciotti, ha fatto sapere che trascinerà i suoi uomini a votare “contro l’interesse pubblico prevalente” e a favore del processo. È l’ultima giravolta di un movimento che, da quando ha deciso di andare a braccetto con il Partito democratico, ha rispolverato il proprio livore manettaro. Una cattiva attitudine che, quando sedevano al governo col Carroccio, avevano fortunatamente abbandonato, ma che ora si trovano a impugnare nuovamente per rimanere attaccati alla poltrona.  

Se per Di Maio, fino a qualche mese fa, la difesa dei confini era tollerata per tenersi stretta la sedia, per lo stesso motivo adesso non la tollera più e se ne va in tivù ad accusare l’ex alleato di non aver rispettato (inesistenti) accordi con Bruxelles che avrebbero provveduto all'immediata redistribuzione degli immigrati a bordo. Fantapolitica.   

La verità è un’altra. A gennaio, quando il Senato si era espresso sulla Diciotti, il Movimento 5 Stelle sedeva al governo con la Lega. Adesso è a tavola con un altro commensale: il Partito democratico. E, quindi, disco verde alle manette. Anche se, come fa notare Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera, “sul piano giuridico e giudiziario le due vicende sono quasi perfettamente sovrapponibili”. Non a caso a mordere le calcagna di Salvini sono gli stessi giudici del tribunale dei ministri di Catania (Nicola La Mantia, Paolo Corda e Sandra Levanti) che lo volevano inchiodare per la Diciotti e per un altro caso ancora, quello della nave Sea Watch. L’accusa è sempre la stessa: aver “bloccato la procedura di sbarco dei migranti”. Aver cioè difeso i confini del nostro Paese dall’ingresso di irregolari.  

"Abusando dei poteri" da ministro dell'Interno avrebbe "privato della libertà personale i 131 migranti bloccati a bordo di nave Gregoretti Guardia Costiera italiana dalle 00:35 del 27 luglio 2019 fino al pomeriggio del 31 luglio" successivo, quando è giunta l'autorizzazione allo sbarco nel porto di Augusta, nel Siracusano. E' l'accusa contestata dal Tribunale dei ministri di Catania a Matteo Salvini nel chiederne l'autorizzazione a procedere per sequestro di persona. M5S annuncia che voterà a favore dell'autorizzazione a procedere, al contrario di quanto fece con il caso Diciotti, quando era al governo con la Lega. La Procura distrettuale aveva chiesto l'archiviazione per Salvini.

"È una vergogna che rischi 15 anni per aver difeso i confini, ma non sono l'unico, guardando come viene trattato Trump negli Usa o Netanhyau in Israele. Penso che qualcuno faccia un uso politico della magistratura, usi il suo ruolo (di magistrato, ndr) per fare politica. Pochi, il 99 per cento della magistratura italiana è sana, libera e indipendente".

"Sulla giustizia preferisco non esprimermi, al massimo ci troveremo in qualche istituto di pena con qualche 'caporale' o qualche stupratore" - dice ancora l'ex ministro che poi aggiunge: "Conto di trascorrere il 2020 a piede libero. Voglio guardare in faccia quelli con cui abbiamo condiviso scelte di governo ed oggi hanno cambiato idea".

Ieri, intanto, Di Maio aveva affermato:  "Qui non si stratta di fare o no un favore a qualcuno. Noi a gennaio o febbraio di quest'anno saremo chiamati a riconoscere l'interesse pubblico prevalente a bloccare una nave: ma stiamo parlando di una nave bloccata a luglio quando gli altri paesi europei che venivano chiamati si offrivano per la redistribuzione dei migranti".

"Il caso Diciotti fu un atto di governo perché l'Ue non rispondeva e servì ad avere una reazione, che poi arrivò - ha aggiunto - . Quello della Gregoretti, dopo un anno, fu invece un atto di propaganda, perché il meccanismo di redistribuzione era già rodato e i migranti venivano redistribuiti in altri Paesi Ue. È questa la differenza enorme tra i due casi, la differenza enorme tra la realtà e la bugia. 

Intanto grazie alle politiche sbagliate sono quasi due milioni i giovani tra i 18 e i 34 anni in condizioni di sofferenza, ovvero a cui mancano due o più dimensioni del benessere (dalla salute al lavoro, dalla sfera sociale a quella territoriale, passando per l'istruzione). E' quanto risulta da rapporto Istat sul Benessere equo e sostenibile (Bes). Quella che l'Istituto chiama la "multi-deprivazione" è più alta, si sottolinea, "tra i giovani adulti di 25-34 anni e nel Mezzogiorno".  

Tra i ragazzi del secondo anno delle scuole superiori la quota di coloro che non "raggiunge la sufficienza (low performer) nelle competenze è del 30,4% per l'italiano e del 37,8% per la matematica". Lo rileva l'Istat nel Rapporto Bes, con riferimento all'anno scolastico 2018/2019. "Nelle regioni del Mezzogiorno la quota di studenti che non raggiungono un livello sufficiente sale - viene sottolineato - al 41,9% per le competenze in italiano e al 53,5% per quelle in matematica".

"Nell'ultimo anno gli indicatori segnalano un miglioramento del benessere. Oltre il 50% del totale dei circa 110 indicatori per cui è possibile il confronto", si spiega nel rapporto, "registra un miglioramento". A livello territoriale, i valori più elevati si rilevano al Nord quelli più bassi al Centro. Analizzando le diverse sfere alla base del Bes, si confermano difficoltà su lavoro, conciliazione dei tempi di vita e soddisfazione economica.    

"Nel 2018, la speranza di vita alla nascita raggiunge il massimo storico, 82,3 anni (80,9 anni per gli uomini e 85,2 anni per le donne)". Così l'Istat nel Rapporto Bes, dove però sottolinea come la maggiore longevità femminile si accompagni "a condizioni di salute più precarie".  

 "Nel 2018 nel 54,9% dei casi le donne sono state uccise dal partner attuale o dal precedente", rileva l'Istat nel Rapporto Bes, sottolineando come permangono "forti differenze di genere nella relazione tra autore e vittima dell'omicidio: l'81,2% delle donne uccise è vittima di una persona conosciuta (64% nel 2004)". In generale, viene spiegato, "nel 2018 si sono verificati 212 omicidi di uomini e 133 di donne (corrispondenti rispettivamente a 0,7 e 0,4 omicidi per 100mila abitanti dello stesso sesso). L'ultimo anno conferma la tendenza alla diminuzione del tasso di omicidi degli uomini (0,8 nel 2017), ma non di quello delle donne che rimane stabile (0,4 nel 2017)".

 "Nel 2018, il 10,4% delle famiglie ha denunciato irregolarità nell'erogazione dell'acqua nella propria abitazione, un livello stabile rispetto all'anno precedente ma in costante aumento negli ultimi 5 anni". Lo rileva l'Istat nel Rapporto Bes.  

 

Oggi, un nuovo capitolo di quella querelle estiva. Il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto al presidente del Senato l'autorizzazione a procedere per sequestro di persona nei confronti dell'ex ministro dell’Interno, che ha così commenta la novità ospite a Fuori dal coro, su Rete4: "Oggi mi è arrivata una denuncia: sarei colpevole di reato di sequestro di persona aggravato per aver 'privato della libertà personale 131 immigrati presenti sulla nave Gregoretti', rischio fino a quindici anni di carcere".

Dunque, il capo politico de Carroccio ha affondato il colpo: "Ritengo che sia una vergogna che un ministro che ha difeso i confini del suo Paese possa essere processato per essersi occupato della sicurezza dei suoi cittadini. Vorrei sapere quanto costerà alla collettività questo processo. Mi spiace che tribunali italiani, oggi intasati, debbano perdere tempo per indagare un ministro che ha fatto quello che gli italiani gli hanno chiesto di fare…".

Nell'atto di accusa del Tribunale, riportato dal Corriere della Sera, si legge come Matteo Salvni avrebbe "determinato consapevolmente l'illegittima privazione della libertà dei migranti, costretti a rimanere in condizioni psico-fisiche critiche a bordo".

 la richiesta di autorizzazione a procedere è stata inviata al Senato e ora dovranno essere i parlamentari a decidere se concedere il via libera.

Salvini è accusato di aver «determinato consapevolmente l’illegittima privazione della libertà dei migranti, costretti a rimanere in condizioni psico fisiche critiche a bordo». Adesso bisognerà vedere che cosa decideranno di fare i 5 Stelle che all’epoca governavano con Salvini e dunque condivisero la sua linea

Negli ultimi minuti, il diretto interessato è tornato a commentare l'indagine a suo carico, definendola "vergognosa". Queste, infatti, le sue dure parole: "Inchiesta vergognosa: quanto costa ai cittadini italiani questa caccia alle streghe in termini di uomini, spreco di tempo e utilizzo di mezzi? Indagato perché ho difeso la sicurezza, i confini e la dignità del mio Paese, incredibile…". A margine di un evento a Roma, il segretario leghista ha aggiunto: "Per me non sarebbe un problema andare in tribunale e guardare in faccia un giudice che tra un ministro e chi trasporta illegalmente immigrati irregolari, simpatizza per i secondi. Il fatto che io rischi anni di carcere per aver difeso i confini del mio Paese mi fa dire che in Italia c'è un problema, ringrazio la maggioranza della magistratura, che è obiettiva e corretta, ma c'è parte che fa politica, fa ridere che ministro venga indagato e processato per aver fatto il proprio dovere".

L'atto di accusa del Tribunale dei ministri di Catania dopo gli accertamenti sull'ex ministro degli Interni Matteo Salvini. Il documento del Tribunale dei ministri è stato pubblicato da "Il Corriere della Sera" e l'ex ministro ha già replicato alla notizia ieri sera nel corso di un'intervista a Rete4.Secondo i giudici a abusato dei suoi poteri privando della libertà personale 131 migranti a bordo dell'unità navale Gregoretti della guardia costiera italiana alle 00,35 del 27 luglio 2019".

"A firma del presidente del Tribunale dei ministri Lamantia, iscritto a Magistratura democratica, viene trasmesso al presidente del Senato che Salvini sarebbe colpevole di reato di sequestro di persona aggravato abusando dei suoi poteri. Rischio fino a 15 anni di carcere. Ritengo che sia una vergogna che un ministro venga processato per aver fatto l'interesse del suo Paese", aveva commentato l'ex ministro.

Salvini è accusato di aver "determinato consapevolmente l'illegittima privazione della libertà dei migranti, costretti a rimanere in condizioni psico fisiche critiche a bordo", scrivono i giudici. La vicenda riguarda la nave Gregoretti: il pattugliatore della Guardia Costiera era stato fermo nel porto militare di Augusta (Siracusa) dalla notte del 27 luglio con a bordo oltre 100 migranti soccorsi in mare fino al 31 luglio quando era arrivato il via libera allo sbarco.

La Procura a settembre aveva ufficializzato la richiesta di archiviazione, ma aveva comunque trasmesso gli atti al Collegio per i reati ministeriali del Tribunale di Catania.

"È una vergogna. Vorrei sapere quanto queste indagini costano al popolo italiano. Quanto costano gli uomini ed il tempo sottratti alle indagini vere su criminali veri". Lo dice il leader della Lega  arrivando a un evento di Confapi riferendosi all'ultima inchiesta che lo riguarda. "Il fatto che io rischi anni di carcere per aver difeso i confini del mio paese mi fa dire che in Italia c'è un problema".

Intanto da alcuni giorni nei corridoi ovattati di Camera e Senato circola con sempre più insistenza una voce, secondo cui la Procura di Milano potrebbe tornare alla carica, già nei prossimi giorni, contro Matteo Salvini, per il presunto negoziato condotto all'hotel Metropol di Mosca tra Gianluca Savoini ed altri personaggi italiani e russi per far arrivare alla Lega un finanziamento di 65 milioni di dollari attraverso la vendita di petrolio. Un'accusa di corruzione internazionale che all'epoca era stata rilanciata, con tanto di pubblicazione di un audio, da parte del sito statunitense Buzzfeed.

Indiscrezioni degne di credibilità - come assicurano fonti parlamentari interpellate da Il Tempo - per mettere in difficoltà il leader del Carroccio. Del resto, le indiscrezioni sono state riprese dallo stesso Maurizio Belpietro che su La Verità di ieri ha scritto che la Procura meneghina "starebbe per prendere qualche clamorosa decisione", tanto che "diversi cronisti d'oltreoceano", come ad esempio quelli del New York Times, "avrebbero già piantato le tende" in città, "in attesa delle rivelazioni".

Insomma, non sono bastate le indagini di magistrati più o meno zelanti sugli sbarchi di migranti delle Organizzazioni non governative, non è stato sufficiente l'avviso di garanzia recapitato dai pubblici ministeri capitolini al segretario leghista per abuso d'ufficio per un asserito uso di voli di Stato per fini privati quando era vicepresidente del Consiglio e ministro dell'Interno, senza dimenticare naturalmente la vicenda dei presunti 49 milioni di euro di rimborsi elettorali andati al partito e la in parte annessa questione relativa ad alcuni finanziamenti che sarebbero stati ricevuti da un'associazione ritenuta vicina a Roberto Maroni all'epoca della campagna elettorale per le Regionali.

 

 

 

 

 

Il leader della Lega, proprio mentre la legge di Bilancio si appresta ad entrare nell'ultima curva prima del traguardo, prepara un ricorso alla Consulta. L'ex ministro degli Interni infatti non ha digerito il carico fiscale che è stato predisposto in manovra e così chiama in causa la Corte Costituzionale. Salvini non usa giri di parole: "Sui tempi, i contenuti e i modi di approvazione della legge di Bilancio faremo ricorso alla Corte costituzionale". Parole durissime che accendono ancora di più lo scontro tra opposizione e maggioranza. E sulle prossime mosse, Salvini non ha dubbi: "Questa è una manovra blindata. La Lega farà ricorso alla Corte Costituzionale, perché si sono fregati di tutto e di tutti...".

Ancora alta tensione sulla manovra. Il governo è intenzionato a porre la fiducia domenica 22 dicembre. Le opposzioni vanno all'attacco sui tempi d'esame del provvedimento. Fdi ha abbandonato per protesta la conferenza dei capigruppo alla Camera per l'intenzione della maggioranza di "chiudere prima di Natale" la manovra, verosimilmente il 23 dicembre, riferisce il capogruppo Francesco Lollobrigida.

"Tempi troppo brevi", lamenta Fdi, che contesta anche l'impasse sulle Commissioni banche e Forteto e sull'elezione dei membri di Authority Privacy e Agcom. Fdi ha chiesto al presidente della Camera Roberto Fico di farsi interprete della protesta presso il capo dello Stato.

"Faremo ricorso alla Consulta", dice Matteo Salvini parlando della manovra e sottolineando la "mancanza di trasparenza" e criticando "tempi e modi" dell'esame.

"Non si tratta di un problema riferibile esclusivamente a questa Legislatura, ma negli ultimi anni la questione dei tempi di esame dei disegni di legge di iniziativa governativa sta assumendo dimensioni che, come Presidente del Senato, non posso non ritenere quanto meno preoccupanti", ha detto la presidente del Senato, Maria Alberti Casellati, durante la cerimonia per gli auguri di Natale con la stampa parlamentare.

Di fatto su questo fronte si era già espresso in modo duro Borghi: "La cosa che boccio di più è il metodo- sostiene- È inaccettabile che uno dei due rami del Parlamento non possa dire la sua sulla legge di bilancio. Ci sono 630 deputati incazzati neri".

E dunque la Lega adesso è decisa ad andare in fondo per smontare la legge di Bilancio che il governo sta approvando a colpi di fiducia. E uno dei motivi che spingono il Carroccio ad affondare il colpo è la presenza nella manovra di nuove imposte come la plastic tax o la stangata in arrivo sulle auto aziendali. In queste settimane che hanno accompagnato l'iter della legge di Bilancio sono mancate all'appello le ricette per la crescita del Paese soprattutto sul lato degli investimenti. Il dibattito si è consumato solo sulle imposte che il governo ha deciso di introdurre. E parallelamente si assiste anche ad una stretta sul fronte dei controlli fiscali che diventeranno sempre più stringentoi e approfonditi.

Ma il rischio è che tanti contribuenti possano restare imbrigliati nelle maglie del Fisco anche solo per una spesa anomala. Insomma la manovra giallorossa, già ribattezzata dalle opposizioni "tassa&ammanetta", riserverà un 2020 piuttosto amaro per le tasche di milioni di italiani. E adesso la mossa della Lega che chiede l'intervento della Consulta può aprire uno scenario di scontro con esiti imprevedibili. Il governo più volte ha rischiato di saltare in aria proprio sulle imposte inserite in manovra. Uno scontro con la Consulta potrebbe essere il colpo di grazia sull'esecutivo di "Giuseppi".

Scrive il quotidiano il giornale che la scorsa settimana la Consob ha definitivamente suonato l'allarme facendo scattare la reazione del governo e il salvataggio da 900 milioni di euro scattato in un Cdm di fuoco qualche giorno fa. Ma adesso emerge quello che è accaduto proprio qualche giorno prima che esplodesse il caso. E i contorni della vicenda si vanno delineando anche grazie ad un'intercettazione pubblicata da FanPage. L'audio riguarda una riunione in cui sono presenti i vertici della banca e i manager. Questi ultimi sono molto preoccupati e ricevono rassicurazioni dai piani alti.

Al vertice partecipa anche l'amministratore delegato Vincenzo De Bustis che nel corso della riunione sbotta: "Truccavate persino i conti economici delle filiali". Poi interviene il presidente Gianvito Giannelli che rivolgendosi ai manager e ai presenti afferma: "Non c'è rischio di commissariamento. Entro Natale la banca sarà salva". Di fatto lo stesso Giannelli esclude un futuro simile a quello di Carige per l'istituto di credito pugliese. Giannelli assicura ancora una volta i manager affermando che sia palazzo Koch che il governo sono dalla parte di Pop Bari: "La Banca d'Italia ci è molto vicina, in tutti i passaggi" e che "ai vertici del governo" c'è "una grandissima attenzione".

Secondo il quotidiano il giornale : a questo punto prende la parola De Bustis che afferma: "È stato molto irresponsabile quello che è avvenuto negli ultimi tre, quattro anni. Quello che è successo è un esempio di scuola di cattivo management, irresponsabile, esaltato". A questo punto l'amministratore delegato entra nel dettaglio della vicenda: "Quando sono arrivato la prima volta c’era un signore coi capelli bianchi a capo della pianificazione e controllo, a cui chiesi di vedere i dati delle filiali. Tutti truccati. Truccavate persino i conti economici delle filiali. Taroccati. Chiesi anche di vedere la lista delle prime 50 aziende affidatarie e non me l’hanno mai portata. Quell’epoca è finita. Su queste cose i nuovi padroni vi faranno l’esame del sangue". Intanto sulla vicenda è intervenuto anche l'ex premier Romano Prodi: "Sui salvataggi bancari il discorso è serio: recentemente i tedeschi hanno provveduto al salvataggio di una grande banca, e la politica di salvare le banche non è mica una politica soltanto italiana: è di tutta Europa. Il problema è che noi dobbiamo far valere i nostri diritti, emendare le nostre colpe".

La riforma del Mes è riuscita nell’impresa di mettere d’accordo sovranisti, europeisti convinti ed economisti vicini agli ambienti della sinistra. Ebbene sì, la modifica del Meccanismo europeo di stabilità non piace a nessuno. Pur partendo da punti di vista completamente diversi tra loro, i contrari all’upgrade del Fondo salva-Stati sono uniti da un punto in comune: l’Europa rischia di intossicarsi a causa dell’ennesimo bocconcino avvelenato messo sul piatto da Bruxelles. 

I sovranisti hanno una posizione collegabile alla loro visione del mondo; ritengono, in sostanza, che riformare il Mes eroderebbe altra sovranità agli Stati nazionali, relegando questi ultimi in secondo (o addirittura terzo) piano rispetto alle istituzioni dell’Unione Europea. Gli europeisti, che tutto sommato apprezzano il contesto attorno al quale si sta sviluppando questa Ue, concordano nel considerare la riforma “squilibrata” e “destabilizzatrice” per l’intera Eurozona; in altre parole, il Mes distruggerebbe tutto quanto costruito fino ad oggi in campo europeo. Diverso è il ragionamento degli economisti di sinistra, che ritengono il Mes uno strumento “inutile” e “pericoloso” in quanto faciliterebbe la ristrutturazione del debito.  

Giuseppe Conte arriva all’Eurosummit a Bruxelles con ben poche certezze: sia dal punto di vista interno che internazionale. Il Movimento Cinque Stelle è in piena fase di ribellione per la riforma del Mes, e i partiti d’opposizione sono sul piede di guerra, con Lega e Fratelli d’Italia che agitano lo spettro del “tradimento” e che cavalcano l’ondata di protesta verso una riforma di cui solo ora si iniziano a conoscere tutti gli ingranaggi.

Conte, nel suo intervento all'Eurosummit, ha chiesto "una modifica del punto 2 delle conclusioni in modo da dare atto che c'è ancora da lavorare per la revisione del Mes". Lo si apprende da fonti italiane. La modifica chiesta da Conte è di inserire il passaggio: "Chiediamo all'Eurogruppo di continuare a lavorare al pacchetto di riforme del'ESM...", modificando così la dichiarazione "Chiediamo all'Eurogruppo di finalizzare il lavoro tecnico riguardante il pacchetto di riforme...". Conte, sempre secondo quanto viene riferito, ha "ricordato che il Parlamento italiano, sia a giugno sia mercoledì, ha espresso una chiara opzione per la logica di pacchetto in modo da riservarsi una valutazione complessiva dei vari elementi del processo di riforma".

Intanto e stato durissimo l' intervento di Claudio Borghi nel dibattito dopo le comunicazioni del premier alla Camera, Giuseppe Conte, prima del Consiglio europeo. Ricordando l'informativa del 2 dicembre sul Mes, l'esponente del Carroccio si rivolge al premier affermando: "Dicendo di averci informato, lei ha umiliato e offeso anche Di Maio, che le sedeva accanto imbarazzato". E ancora: "Ma chi credeva di prendere in giro? Noi abbiamo seguito la trattativa e il mandato che ebbe era uno: l'italia non avrebbe mai firmato quel Trattato. Glielo dissero Salvini e Di Maio", aggiunge. "Cosa non capiva?", domanda ancora Borghi che poi conclude: "Forse noi siamo ingenui, ma cosa dobbiamo pensare se ascoltiamo che il trattato è chiuso? Che lei presidente è un traditore".

Franco Bechis,sul Tempo parla di un "buco di bilancio del cosiddetto Fondo Salva- Stati". Peccato però che tra le tante dichiarazioni il premier bis abbia dimenticato che l'Italia si è impegnata a versare, sempre per il Meccanismo Europeo di Stabilità, ogni anno "i soldi che il fondo ha perso per colpa degli interessi negativi".

Secondo il direttore si tratta di "77 milioni di euro che vanno a coprire parzialmente il buco di bilancio, in quanto il Fondo da un paio di anni non è in grado nemmeno di salvare se stesso". Una sorpresina insomma, quella inserita nell'articolo 62 della legge di Bilancio firmata da niente di meno che Roberto Gualtieri, il nostro ministro dell'Economia, e da Conte stesso. "Entrambi - prosegue Bechis - sostengono che il costo reale non ci sarà perché per avere quei soldi il Mes depositerà 15 miliardi di euro (più o meno la quota versata dall'Italia per il suo capitale) su un conto corrente della Banca di Italia, che compenserà il Tesoro dell'esborso".

Conte intanto chiede all’Europa una riforma che sa di poter ottenere perché di fatto è senza effetti. Come scritto oggi su il Giornale, “l’impressione diffusa è che l’Italia in questa fase possa al massimo prendere tempo in attesa che possa aprirsi uno spiraglio”. Ma questo spiraglio sembra estremamente difficile che si apra. Del resto chi conta in Europa non è certo Roma che, in pochi mesi, è riuscita a perdere ogni tipo di credibilità o leva contrattuale. La Germania punta alla riforma come è stata impostata dall’Europa a trazione franco-tedesca.

La Francia ha alcune perplessità, ma Emmanuel Macron non farà certo un favore all’Italia. I Paesi del Sud Europa sono deboli, mentre a Nord sono tutti d’accordo con la necessità della rigidità sul bilancio. Conte ha strappato un cavillo: una modifica della dichiarazione che di fatto non cambia nulla né nella tabella di marcia né nella sostanza. Centeno ha parlato chiaro: non c’è possibile di modifica sostanziale. È solo una boccata d’ossigeno per un premier che ha bisogno di prolungare la sua permanenza a Palazzo Chigi e che sta sulla graticola. 

Sa perfettamente che la situazione politica è incandescente e sa anche che sul Mes e sulla sua riforma si gioca tantissimo. Il Movimento che l’ha prescelto come premier è in continua emorragia di consensi e di rappresentanti in parlamento, le opposizioni sono in crescita e marciano compatte. E Conte adesso ha solo un vero alleato sulla riforma del Mes: il Partito democratico, che, come sempre, conferma la sua linea pienamente europeista. Una condizione di difficoltà estrema in cui è chiaro che Conte si veda scivolare il trono di Palazzo Chigi proprio a causa di quelle trattative con l’Europa accusate di essere state realizzate nel pieno silenzio e senza rispettare il mandato di Carroccio e M5s.

Intanto la partita a due non piace ai giocatori esclusi: dopo la firma del patto tra Libia e Turchia, che di fatto rivede i diritti di estrazione di petrolio e gas a danno delle prerogative dell'isola greca di Kastellorizo, il premier ellenico Kyriakos Mitsotakis ha chiesto il sostegno dei leader dell'Unione europea.
"L'Europa sta innalzando muri diplomatici contro l'aggressione turca - ha dichiarato Mitsotakis - e la Grecia non è sola in tutto questo processo - ha alleati molto forti. Andiamo avanti con compostezza, fiducia in noi stessi, ma soprattutto con un piano e con la certezza che il popolo greco sostiene le nostre iniziative".

La Grecia trova nell'Italia, altro attore interessato, un alleato di risulta, che mal digerisce le esplorazioni petrolifere turche al largo di Cipro, in una zona assegnata all’Eni e alla Total francese. Lì, in uno degli specchi d'acqua più tesi del Mediterraneo, una nave della Marina Militare è stata inviata per "tutelare gli interessi nazionali", si legge in una nota ufficiale. Sul fronte libico, il Presidente della Camera dei rappresentanti eletta nel giugno del 2014 e insediata a Tobruk, Aguila Saleh, ha dichiarato che il patto con la Turchia è illegale e inammissibile.

 

 

 

 

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