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Sonny l'infermiere di 29 anni del Tennessee e' stata la prima vittima del massacro di Los Angeles ad essere identificata. Ma piu' si va avanti nel durissimo lavoro del riconoscimento delle persone rimaste uccise durante il concerto e piu' la vicenda assume i contorni di una vera e propria strage di donne. Ci sono Rachael la poliziotta di Manhattan Beach e Sandra la professoressa californiana. E ancora, Jenny la maestra d'asilo, Susan l'impiegata, Lisa la segretaria, come lo era Bailey. Non hanno avuto scampo nemmeno Denise, 50 anni, nonna e pensionata della West Virginia, Rhonda la designer di Boston, Jennifer ed Angie - solo 20 anni - entrambe della California, Jessica originaria del Canada, e Neysa l'imprenditrice. Ma nella identificazione delle 59 vittime finora accertate siamo solo all'inizio

E' salito a 59 morti e 527 feriti il bilancio della strage al concerto di musica country a Las Vegas. La polizia ha rivelato che il killer, il 64/enne Stephen Paddock, aveva nella sua automobile del ntrato di ammonio un composto chimico utilizzato anche per produrre alcuni esplosivi, e 42 armi parte nella camera d'albergo e parte nella sua casa. 

La strage di Las Vegas e' forse la prima in America cui e' stata utilizzata un'arma automatica. Il killer Stephen Paddock avrebbe infatti modificato un fucile d'assalto AK-47, sul tipo di quelli usati in guerra, per esplodere colpi in piu' rapida successione, solo tenendo premuto il grilletto. E poggiando l'arma su di un cavalletto per prendere meglio la mira ed avere un effetto ancor piu' micidiale

Il killer di Las Vegas ha sparato attraverso la porta della sua camera d'albergo agli agenti delle forze speciali che tentavano l'irruzione. Lo ha rivelato la polizia, spiegando come un team di sei uomini delle teste di cuoio hanno setacciato l'hotel Mandalay piano dopo piano, fino a trovare la stanza di Paddock al 32/mo piano. Quando la porta e' stata sfondata l'uomo era gia' riverso a terra morto.

La strage di Las Vegas e' forse la prima in America cui e' stata utilizzata un arma automatica' il killer avrebbe infatti modificato un fucile d'assalto AK-47, sul tipo di quelli usati in guerra, per esplodere colpi in piu' rapida successione, solo tenendo premuto il grilletto. E poggiando l'arma su di un cavalletto per prendere meglio la mira ed avere un effetto ancor piu' micidiale. E' una delle ipotesi fatte dagli investigatori per spiegare quello che e' stato il massacro piu' sanguinoso della storia recente americana. Reso ancor piu' devastante dal fatto che il killer ha sparato dall'alto su una folla di circa 20 mila persone assiepate.

L'Isis nel rivendicare l'attacco, lo descrive come un musulmano da alcuni mesi ma si tratta di una rivendicazione che non trova alcune conferma, anzi che viene smentita da fonti dell'amministrazione Usa e dall'Fbi. Oltre che dalla sua famiglia.

Una vita normale, da pensionato. Stephen Paddock, il killer di Las Vegas, non aveva precedenti penali: era un uomo come tanti con la passione del gioco d'azzardo che condivideva con la compagna di una vita, Marilou Danley. Ma qualcosa deve essere successo per fargli aprire il fuoco sulla folla dal 32mo piano del Mandalay Bay, l'albergo sulla Strip della capitale mondiale del gioco.

Stephen aveva la licenza da pilota e quelle per pescare e cacciare: qualche volta spariva insieme alla compagna per giorni, ma solo per motivi di gioco. Nulla dei dettagli del suo passato lascia immaginare un gesto così folle: per la sua età, 64 anni, Stephen è già un killer 'atipico', un 'nonno-killer', come alcuni lo hanno ribattezzato.

"Non aveva affiliazioni religiose da quello che sappiamo. Era solo un uomo a cui piaceva il video poker, che mangiava Taco Bell e periodicamente andava in crociera" racconta il fratello Eric Paddock. Un uomo che sembrava pacifico, che viveva in una comunità di pensionati a Mesquite, dove aveva acquistato nel 2013 una casa per 369.000 dollari.

"Non abbiamo assolutamente idea del perche' lo abbia fatto. Non c'era nulla di segreto o strano in lui" aggiunge Eric. Il padre di Stephen è l'unico in famiglia che ha avuto, suo malgrado, contatti con le autorità americane: Benjamin Hoskins Paddock era un 'rapinatore seriale' di banche, che è stato per anni nella lista dei più ricercati dall'Fbi dopo essere fuggito da un carcere federale del Texas dove stava scontando una condanna di venti anni. L'uomo era stato diagnosticato come uno "psicopatico" con "tendenze suicide".

E la sua vita tranquilla, confermata anche dalla famiglia, non fa intravedere i motivi alla base di un atto così spregiudicato come quello che è riuscito a compiere. Sposato in giovane età, Stephen Paddock ha divorziato 27 anni fa. Era un revisore contabile, che ha lavorato per tre anni a Lockeed Martin. Le armi gli piacevano ma il gioco d'azzardo gli piaceva molto di più.

Nonostante questo Stephen non aveva mai mostrato segnali di pazzia e particolari stranezze. Alcune vicini della sua casa di Reno, dove viveva prima di trasferirsi a Mesquite, lo ricordano come un uomo riservato, silenzioso. Marilous Danley, invece, era più attiva: la si poteva incontrare ad alcune lezioni in palestra e a eventi sociali. Danley è al momento fuori dal paese ed è stata rintracciata dalla polizia. La vita apparentemente normale di Stephen avvolge ancora di più nel mistero l'accaduto, lasciando le autorità a interrogarsi per scoprire il movente.

Queste le stragi degli Stati Uniti con il bilancio di vittime più alto.

* 2 OTTOBRE 2017, LAS VEGAS: Un uomo di 64 anni, Stephen Paddock, apre il fuoco durante al Route 91 Harvest Music Festival a Las Vegas. Il bilancio e' di almeno 59 morti e 500 feriti.

* 12 GIUGNO 2016, ORLANDO: Il 29enne Omar Saddiqui Mateen spara all'interno del Pulse, un locale gay di Orlando, e uccide 49 persone ferendone altre 50.

* 16 APRILE 2007, VIRGINIA TECH: Seung-Hui Cho, 23 anni di origine coreana, uccide 32 persone nel campus del Virginia Tech. Il ragazzo si e' poi suicidato.

* 14 DICEMBRE 2012, SANDY HOOK: Un ventenne, Adam Lanza, entra nella scuola elementare di Sandy Hook a Newtown, in Connecticut, e apre il fuoco uccidendo 27 persone, fra i cui 20 bambini.

* 16 OTTOBRE 1991, TEXAS: Il 35enne George Hennard si schianta a bordo del suo pick up contro la caffetteria Luby's a Killeen, in Texas. Uscita dall'auto apre il fuoco e uccide 23 persone

* 18 LUGLIO 1984, CALIFORNIA: a San Ysidro il 41enne James Hubert uccide 21 persone in un McDonald's locale e fugge. Un'ora dopo il gesto folle viene ucciso dalla polizia.

* 1 AGOSTO 1966, TEXAS: L'ex marine Charles Joseph Whitman sale sulla torre dell'Università del Texas e, come un cecchino, apre il fuoco. Il bilancio e' di 16 morti e 30 feriti.

* 2 DICEMBRE 2015, SAN BERNARDINO: 14 persone vengono uccise e 22 ferite gravemente in un attacco all'Inland Regional Center. I due killer, un uomo e una donna sposati e simpatizzanti dello Stato islamico, vengono uccisi dalla polizia San Bernardino.

* 20 AGOSTO 1986, OKLAHOMA: il dipendente part-time delle poste americane, Patrick Henry Sherrill, uccide 14 persone in 10 minuti e poi si toglie la vita.

* 5 NOVEMBRE 2009, FORT HOOD: Un soldato americano di origine palestinese, uno psichiatra di 39 anni, apre il fuoco a Fort Hood, in Texas, e fa 13 morti e 42 feriti.

* 3 APR 2009, NEW YORK - Un uomo di 42 anni di origini vietnamite spara in un centro di accoglienza per gli immigrati a Binghamton, a 200 chilometri da New York: il bilancio finale e' di 13 morti.

* 20 LUG 2012, AURORA - La prima mondiale del film di Batman, 'The Dark Knight Rises', si trasforma in un bagno di sangue: un uomo di 24 anni con una maschera come quella del 'cattivo' del film, entra in un cinema di Denver, Colorado, nel quartiere di Aurora, durante la proiezione e uccide 12 persone e ne lascia 70 a terra ferite.

* 20 APR 1999, COLUMBINE - Due studenti della Columbine High School di Denver (Colorado) - Eric Harris, 18 anni, e Dylan Klebold, 17 - aprono il fuoco e uccidono 12 loro compagni ed un insegnante prima di togliersi la vita. 

Tornando in Italia il primo ottobre due ragazze, 17 e 20 anni, sono state uccise fuori dalla stazione di Marsiglia. L'assassino, non radicalizzato ne' noto per fatti di terrorismo ma delinquente abituale, ha tagliato la gola alla prima appena fuori dalla stazione di Saint-Charles, ha abbozzato una fuga, poi e' tornato e ha pugnalato l'altra. Quando ha visto una pattuglia di militari si è gettato contro di loro gridando "Allah Akbar", ma il primo soldato che ha estratto l'arma lo ha abbattuto con due colpi.

La procura di Roma aprirà un fascicolo contro ignoti, e per associazione con finalità di terrorismo, nel quadro degli accertamenti che saranno avviati per fare luce sulla rete di contatti in Italia di Ahmed Hanachi, il tunisino autore del duplice omicidio di Marsiglia.
Gli accertamenti, saranno curati dal procuratore aggiunto Francesco Caporale. 

 

All'indomani del referendum sull'indipendenza, il presidente catalano Carles Puigdemont ha convocato una riunione del governo per preparare le prossime mosse sulla strada dell'indipendenza. 

Al referendum sull'indipendenza catalano il 'si' ha ottenuto il 90% dei voti,  secondo i dati resi pubblici dal portavoce del governo catalano Jordi Turull. Al voto hanno partecipato 2,2 milioni di elettori, sui 5,3 chiamati alle urne. Il 'no' ha ottenuto il 7,8%.  Migliaia di sostenitori dell'indipendenza, radunati in Plaza Catalunya,  hanno esultato all'annuncio dei risultati mentre sulla centralissima pizza di Barcellona sventolavano un mare di bandiere 'stellate' dell'indipendenza catalana. 

La partecipazione dei chiamati al voto catalani - ha spiegato il portavoce - avrebbe potuto raggiungere "almeno il 55%" in "condizioni diverse", cioè senza l'intervento nei seggi della polizia spagnola. Le schede conteggiate, 2,262 milioni, rappresentano circa il 42,2% dei 5,3 milioni di aventi diritto. Ma secondo Turull altri 770mila elettori erano iscritti nei 400 seggi chiusi dalla polizia. La maggior parte delle persone contrarie all'indipendenza si ritiene non abbiano votato.

Il presidente Carles Puigdemont ha annunciato che trasmetterà i risultati del voto al parlamento nei prossimi giorni perchè prenda decisioni in base alla legge del referendum. La normativa approvata in agosto, e sospesa dalla corte costituzionale spagnola, prevede fra l'altro che l'assemblea possa dichiarare l'indipendenza della Catalogna dopo 48 ore. 

E oggi il capo del governo spagnolo Mariano Rajoy presiederà la direzione del partito popolare per analizzare le iniziative degli indipendentisti in Catalogna e le ultime dichiarazioni del presidente catalano Carles Puigdemont.

Il voto è stato dichiarato illegale da Madrid che ha cercato di farlo deragliare con l'intervento della polizia. A Madrid, intanto, il premier spagnolo Mariano Rajoy vede oggi i leader di Psoe e Ciudadanos Pedro Sanchez e Albert Rivera, i due grandi partiti spagnoli che appoggiano dall'opposizione la sua strategia in Catalogna. I tre devono concordare nuove misure. Rivera ha chiesto a Rajoy di attivare l'articolo 155 della costituzione per sospendere l'autonomia catalana prima di una possibile dichiarazione di indipendenza. L'Unione europea - ha detto il portavoce del governo spagnolo, Inigo Mendez de Vigo - non riconoscerà un'eventuale dichiarazione unilaterale di indipendenza della Catalogna, perché "per l'Europa significherebbe un pasticcio" di enormi proporzioni. Lo ribadendo che una simile dichiarazione "non avrebbe nessun effetto politico né giuridico".

Il presidente catalano Carles Puigdemont si è pronunciato per una "mediazione internazionale" con Madrid sulla crisi della Catlogna e annunciato la creazione di una commissione d'inchiesta sulle violenze di ieri contro la popolazione civile. Il Govern avvierà inoltre azioni legali "fino alle ultime conseguenze" contro i responsabili anche politici dell'intervento della polizia spagnola che ha fatto 893 feriti. il Govern esige il ritiro delle migliaia di agenti inviati dalla Spagna in Catalogna per impedire il referendum.  'L'Ue - ga detto - deve favorire una mediazione fra Madrid e Barcellona sulla crisi della Catalogna. Non può continuare a guardare dall'altra parte: questa è una questione europea, non interna". 

Il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas, però , ha sottolineato che "per la Costituzione spagnola, quel voto non è legale. Per la Commissione europea si tratta di una questione interna alla Spagna, che deve essere affrontata nel quadro dell'ordine costituzionale spagnolo e in linea con i diritti umani fondamentali. Questi - ha detto - sono tempi per l'unità e non per la divisione. Chiediamo ad entrambe le parti di muoversi velocemente da una situazione di conflitto al dialogo. La violenza non è lo strumento in politica per risolvere le questioni. Confidiamo in Mariano Rajoy per la gestione della situazione nel rispetto dei diritti umani previsti dalla Costituzioni".

 

 

 

 

Domenica si voterà "pacificamente" dalle 8 del mattino alle 20 nonostante il veto di Madrid, ha detto il portavoce del governo catalano Jordi Turull nella conferenza stampa di presentazione del voto. "Nè il governo nè i cittadini della Catalogna stanno facendo nulla di male", ha affermato il vicepresidente Oriol Junqueras, denunciando "lo stato di eccezione" instaurato da Madrid

 Il referendum di indipendenza catalano di domenica si terrà nonostante il blocco deciso dal governo di Madrid, ha detto oggi il vicepresidente catalano Oriol Junqueras. Sono chiamati al voto 5,3 milioni di cittadini catalani e saranno aperti 2.315 collegi elettorali con 6.249 seggi.

Il premier spagnolo Mariano Rajoy non parteciperà al vertice informale Ue sul digitale a Tallinn. Lo si è appreso da fonti Ue. L'assenza di Rajoy è legata alla necessità di restare in Spagna per seguire da vicino il referendum sull'indipendenza della Catalogna in programma domenica. Il Parlamento basco ha espresso oggi "appoggio e rispetto" al referendum di indipendenza catalano previsto domenica e dichiarato "illegale" da Madrid. In un documento approvato con i voti del partito nazionalista moderato Pnv del premier Inigo Urkullu e degli indipendentisti di Bildu, il parlamento basco si oppone a qualsiasi misura repressiva dello Stato spagnolo per impedire lo svolgimento del voto il primo ottobre.

Il portavoce del governo spagnolo Inigo Mendez de Vigo ha detto dopo la riunione settimanale del consiglio dei ministri che domenica "non ci sarà alcun referendum in Catalogna". Madrid ha inviato più di 10mila agenti di polizia in Catalogna per impedire il voto. Il governo catalano del presidente Carles Puigdemont dovrà "rispondere davanti ai tribunali" per la "grave slealtà istituzionale" di cui si è reso responsabile. "Siamo in presenza di un processo di disobbedienza costituzionale - ha accusato il portavoce del governo - contro una democrazia europea consolidata e prestigiosa come quella spagnola, in pieno XXI secolo".

Se vince il 'si' al referendum di domenica, "illegale" per Madrid, il parlamento catalano potrebbe votare una dichiarazione di indipendenza già nel giro di 48 ore, ha affermato il 'ministro degli esteri' di Barcellona Raul Romeva in dichiarazioni a Bruxelles ripresa da El Pais. Il presidente Carles Pigdemont ieri ha però affermato che una 'Dui', Dichiarazione Unilaterale di Indipendenza al momento non è sul tavolo del governo.

Con le migliaia di agenti inviati in rinforzo in Catalogna negli ultimi giorni sono ora oltre 10mila gli uomini della Guardia Civil e della Policia Nacional nella regione 'ribelle' con il compito domenica di impedire lo svolgimento del referendum di indipendenza, ha indicato oggi il 'ministro' degli interni catalano Joaquim Forn.

In una lettera ai colleghi delle 27 capitali Ue il sindaco di Barcellona Ada Colau ha chiesto oggi una mediazione della Commissione Europea nella crisi catalana. Colau, eletta con Podemos, sottolinea che il conflitto catalano non è una questione interna spagnola e deve essere affrontato nella sua dimensione europea. L'Europa afferma non può non reagire alle minacce ai diritti e alle libertà fondamentali che l'offensiva di Madrid provoca in Catalogna.

"Rispettiamo l'ordine costituzionale della Spagna". Così un portavoce della Commissione Ue, Alexander Winterstein, ribadisce la posizione dell'esecutivo comunitario, alle domande dei giornalisti. 

I quattro Paesi, già autori dell'iniziativa che proponeva di tassare il fatturato delle imprese digitali, chiedono ora anche una riflessione sull'Iva. Bisogna assicurare che "lo stesso contenuto, bene o servizio sia soggetto a Iva nello Stato di consumo, senza pensare alla sua natura fisica o digitale", scrivono i quattro Governi. Perché bisogna fare in modo che "i nuovi modelli di business siano tassati efficacemente". "Non ha senso applicare un doppio standard che in ultima analisi altera le condizioni della concorrenza". Sulla web tax, il documento ribadisce l'approccio dell'Ecofin cioè che "servono cambiamenti" alla legislazione "per assicurare che i profitti tassabili siano attribuiti dove viene generato il valore, per evitare l'erosione della base imponibile e lo spostamento dei profitti (BEPS)". 

Bisogna però cambiare l'attuale sistema, "basato sullo stabilimento permanente" delle imprese, perché è un approccio "non adatto al business digitale", che ha una ridotta presenza materiale. "Questo ha portato ad una situazione di mancate entrate per quei Paesi dove le aziende generano profitti in modo remoto", cioè "con scarsa o nessuna presenza". E "spiana la strada a una evasione sistematica". Secondo i quattro, "la Ue è il contesto più appropriato per definire un approccio comune che possa agire come leva per una soluzione globale", cioè a livello Ocse o G20. 

"Perciò chiediamo al Consiglio di discutere e decidere in fretta - e sulla base della proposta della Commissione in linea con l'approccio G20/Ocse - le misure necessarie per affrontare le sfide della tassazione digitale, mentre sosteniamo il progresso tecnologico

L'economia digitale cambia "profondamente" il modo di fare business e quindi "il modo in cui deve essere tassato". Per questo serve "una profonda revisione dell'attuale sistema di tassazione, per assicurare un fisco efficiente, equo e trasparente": 

lo scrivono Italia, Francia, Germania e Spagna in un documento congiunto circolato a tre giorni dal vertice di Tallin sul digitale, dove i capi di Stato e di Governo Ue discuteranno della web tax e delle sfide ed opportunità del digitale.

Intanto dopo le elezioni in Germania cade a picco anche l'erronea interpretazione del dovere di prima accoglienza, che per il vigente diritto comunitario compete allo Stato in cui essi cercano di sbarcare. Questa prima accoglienza, secondo la tesi che ora la Germania sosterrà, modificando la politica immigratoria della Merkel, consisterà nel soccorrerli, rimandandoli nei luoghi di provenienza, intervenendo là. Si accetteranno solo immigrati regolari che domandano un lavoro di cui c'è disponibilità. Chi vuole lo ius soli, si rassegni: Berlino lo bloccherà perché comporta il passaporto europeo.

Il governo Gentiloni ha varato una legge di bilancio 2018-20 che implica un «margine di flessibilità». Contava sull'appoggio dei socialdemocratici tedeschi (che non saranno più al governo) e dei francesi che dovranno faticare a contrattare per sé margini di flessibilità con l'Europa in versione «liberale rigorista tedesca». 

È vero che la creazione del ministro delle Finanze europeo, secondo il progetto lanciato da Schäuble che vi aspira, comporta la revisione di regole europee, perciò tempi lunghi. Ma Juncker, presidente della Commissione europea, nel discorso sullo stato dell'Unione lo ha modificato, così da escludere tale revisione. Questa carica sarebbe tecnica: toccherebbe al vicepresidente dell'Unione europea, presidente dell'Eurogruppo e commissario alle Finanze, dotato di maggiori competenze nell'attuazione delle regole vigenti del fiscal compact su bilanci e debiti degli Stati membri.

Ci vorrà tempo prima che vengano formate la nuova coalizione politica e la nuova compagine governativa a Berlino, sicché la richiesta di rettifica del bilancio italiano 2018 può slittare e ricadere sul governo che verrà dopo le elezioni politiche. Draghi frattanto continuerà il Qe per tutto il 2017, anche a favore dell'Italia, contrariamente alla richiesta avanzata dalla Germania. Ma poi Draghi sarà sostituito. Senza una politica fiscale europea di investimenti, rivolta a compensare gli effetti deflattivi dello smantellamento del Qe e del rientro dai deficit dei Paesi membri, rischiamo di trovarci con una riduzione della crescita del Pil. Dovremo aiutarci da soli, pagando con gli interessi il costo degli errori dei governi marcati Pd dal 2012 a ora.

 

Diventano terzo partito in Germania con questa politica : Sono drastici islam : "La maggioranza dei musulmani che risiede nel nostro paese farebbe spazio alla sharia, sostituendo l'ordinamento tedesco", secondo il loro co-portavoce federale Joerg Meuthen. Sui migranti vorrebbero cambiare perfino la convenzione europea sui diritti dell'uomo. E per far fronte al clima generale di insicurezza, propongono una graduale centralizzazione della polizia. In campagna elettorale Gauland ha rivendicato "il diritto ad essere orgogliosi dei soldati della seconda guerra mondiale", e ha affermato che una viceministra di origine turca andrebbe "smaltita" in Anatolia. Le sue parole hanno sollevato un mare di critiche. Ma i rappresentanti dell'Afd non vogliono passare per estremisti di destra: "sosteniamo le tesi sostenute in passato da Merkel e dalla Cdu-Csu", afferma la vice Beatrix von Storch. "Siamo distanti da ogni forma di nazismo", ribadisce Meuthen. Il sociologo Holger Lengfeld dell'università di Lipsia, offre una chiave di lettura per capire chi rappresenti il partito: "la quota di estremisti presenti nella società tedesca è troppo bassa per spiegare il consenso di Afd", ha detto a Der Spiegel. "Non è la posizione economica oggettiva, che porta le persone nell'Afd, quanto il sentimento di essere trascurati dal punto di vista culturale". È una parte di popolazione "che respinge profondamente i cambiamenti culturali degli anni passati". Apertura al mondo, multiculturalismo, cosmopolitismo.

Si lecca le ferite Angela Merkel, fortemente ridimensionata dopo il voto di ieri  Il suo è ancora il primo partito in Germania, ma rispetto a prima si è molto indebolito. Per governare ha bisogno di allearsi con qualcuno, e oltre a sommare i voti in parlamento serve prima di tutto un programma condiviso. La cancelliera non dispera e rilancia: "La Germania ha bisogno di un governo "stabile e duraturo". Poi annuncia la coalizione con i Verdi e i liberali di Fdp. L'era della "Grande coalizione", l'alleanza Cdu-Spd, è finita (Schulz ha detto: "Siamo all'opposizione"), ma la Merkel fa sapere che cercherà lo stesso di avviare colloqui con i socialdemocratici. Non è esclusa, dunque, una nuova "grande coalizione". Anche se bisogna convincere la sinistra di Schulz.

In 12 anni in cancelleria, la ex ragazza dell'est e pupilla di Kohl (il padre politico tradito), figlia di un'insegnante e di un pastore evangelico che si spostò all'est nella Germania del Muro controcorrente, quanto a stile resta ineccepibile. Pragmatica e di un vanità praticamente intangibile. La pettinatura "deve reggere 12 ore", più che scegliere abiti, indossa una divisa.

I Cristiano democratici hanno perso un milione di voti a favore del partito di destra AfD, sottLe elezioni in Germania hanno portato la vittoria di Angela Merkel ma anche una batosta per la cancelliera. Volano i populisti di Afd. Crolla l'Spd. E i liberali tornano in Parlamento. La cancelliera non ha nascosto un po' di delusione: "Non ci gireremo attorno, avremmo voluto naturalmente un risultato migliore", ma poi ha aggiunto: "Siamo la forza maggiore del Paese, e contro di noi non può essere formato alcun governo".

I risultati finali provvisori delle elezioni diffusi dall'Istituto di sondaggi ZDF indicano la Cdu-Csu al 33% (-8,5%); la Spd al 20,5% (-5,2%); la Afd al 12,6% (+7,9%); la Fdp al 10,7% (+5,9%); la Linke al 9,2% (+0,6%), i Verdi all'8,9% (+0,5%). I risultati finali definitivi, come di consueto, verranno pubblicati tra qualche settimana.

Dopo la mezzanotte è arrivato il tweet di Emmanuel Macron per congratularsi con Angela Merkel. "Ho telefonato ad Angela Merkel - ha scritto il capo dello stato francese - proseguiamo con determinazione la nostra essenziale cooperazione per l'Europa e per i nostri paesi".

"Il nostro obiettivo è assumere il ruolo di una forte opposizione in questo paese", ha ribadito Martin Schulz.olinea la Merkel, che si dice intenzionata a riconquistare quei voti "attraverso una buona politica". "Tutto ciò che preoccupa i cittadini tedeschi merita la nostra attenzione", ha detto Merkel riguardo ai motivi del calo di consensi del suo partito. "Prendiamo atto del malcontento".

Ribadendo un auspicio già espresso ieri, la cancelliera tedesca ha assicurato che "ci sforzeremo di riconquistare il milione di nostri elettori che ha votato per l’Afd". Come? "Con la buona politica e con la risluzione dei problemi". La Merkel, dunque, sembra dire: lasciatemi fare ciò che meglio so fare, governare.

Merkel ha poi sottolineato che la Germania potrà aver bisogno di più Europa, e che le riforme Ue devono portare maggiore concorrenza e occupazione. Ha promesso inoltre che l'Afd non influenzerà la futura politica sui migranti: "Penso che le politiche cambiano a seconda degli accordi di coalizione che si trovano, ma l’Afd non ha nessuna influenza su questo".

"Io sono ottimista, come lo ero prima, sul fatto che troveremo una soluzione", ha detto Angela Merkel, incontrando al stampa il giorno dopo il voto e rispondendo a una domanda sulla futura coalizione. "Ci sono prima i colloqui, e ovviamente non anticipare adesso se avranno successo", ha aggiunto. Merkel è fiduciosa che partiti avranno "senso della responsabilità" e formeranno un esecutivo. Poi la cancelliera ha annunciato colloqui con Fdp, Verdi e Spd. Angela Merkel ha affermato che la Cdu ha "ceduto" oltre un milione di voti ai populisti di Afd, e nella sua analisi del voto, davanti alla stampa, alla Konrad Adenauer Haus. La cancelliera ha detto anche di volerli recuperare. 

"Credo che tutti negli altri partiti sappiano che il voto degli elettori va preso come è. Chiunque speculi su nuove elezioni dimostra disprezzo per il voto degli elettori", ha poi aggiunto rispondendo in conferenza stampa a una domanda sull'ipotesi di nuove elezioni. "Chi lo fa - ha concluso - dovrebbe pensare quanto questo possa davvero portarlo un passo avanti"

Si alza ogni mattina alle 6.30, prepara la colazione al marito, e gli lascia un foglietto con la lista della spesa. Qualche volta riesce addirittura a farla lei, Angela Merkel. Seguita dai bodyguard, ma le buste se le porta da sola.

Piace ai tedeschi perché sembra ancora oggi una persona normale. Normale ovviamente non è, a partire dal fatto che non possa andare in pensione. E il lavoro non diminuisce andando avanti con gli anni, né si semplifica, anzi. I conflitti proliferano e da tempo a lei rinfacciano tutti i populismi d'Europa. Adesso ce li ha anche in casa: la destra oltranzista di Alternative fuer Deutschland ha il vento in poppa. Anche se la cancelliera è riuscita a tenere il paese in ordine, coi partiti tradizionali ancora ben rappresentati. Da settimane la destra radicale tenta di farle mobbing coi fischi.

E questa leader, a 63 anni, a tratti è apparsa stanca. Ma proprio la lotta contro il populismo, su scala globale, è una motivazione forte. E del resto Frau Merkel è stata rilanciata, in Germania, dall'avvento di Trump.

Chiunque abbia a che fare con lei in privato racconta della battuta pronta, spiazzante. Ma davanti ai riflettori, indossa una compostezza quasi opaca.

Formazione scientifica, e una prima vita dedicata alla ricerca, in Fisica. Un matrimonio breve con un tal Ulrich Merkel, da cui viene il cognome noto al mondo. Un marito scienziato, Joachim Sauer, che ha tentato, da principe consorte del G20, di far conoscere le teorie sul cambiamento climatico a Melania Trump. Con questo profilo e una programmatica propensione alla ricerca del compromesso, la leader della Cdu ha a che fare con i grandi (maschi) della Terra: Putin, Erdogan, Trump.

Chiara nelle posizioni, Merkel non si lascia provocare, si spende di fronte a ogni conflitto sulla necessità, sempre e a tutti i costi, di una "soluzione diplomatica". Tocco "femminile" di questa leadership che rassicura i tedeschi e non solo: Barack Obama l'ha incoronata praticamente come fosse il suo successore, il New York Times l'ha definita guida "del mondo libero". Scelte come la svolta energetica o l'approvazione improvvisa del matrimonio gay non lasciano molti dubbi sullo stile politico. Era e resta un pirata e mette gli avversari fuori gioco.

Ma la Merkel ecologica e "sociale" ha provocato una migrazione a destra, e la formazione del partito anti-islam, che erode i consensi all'Unione. Il milione di profughi accolti nel 2015 - portò una candidatura al Nobel - ha intaccato la sua credibilità, pur portandole la riconoscenza di moltissimi profughi. E la minaccia terroristica dà ossigeno ai fondamentalisti. Nella crisi dell'euro, ha lasciato prevalere il rigore di Wolfgang Schaeuble sull' eurozona. Molti sono i popoli risentiti - anche in Italia - a causa della recessione. Lei sostiene che le riforme abbiano fatto bene. E si ripropone di migliorare il clima coi partner riformando l'Ue con Macron. Se vincerà, e se i prossimi alleati glielo lasceranno fare.

Cosi l'incubo della stragrande maggioranza dei tedeschi e' diventato realtà: il partito della destra radicale populista Alternative fuer Deutschland entra in Parlamento e si afferma come il terzo partito. I candidati che hanno ottenuto questo risultato sono un fuoriuscito della Cdu, Alexander Gauland, e una economista dal tratto molto professionale, Alice Weidel, che ha richiamato subito l'attenzione per essere lesbica e sposata con una cingalese, (pur guidando un partito che alimenta la xenofobia). "Ce l'abbiamo fatta. Siamo nel parlamento tedesco, e ora cambieremo il Paese", ha affermato Gauland. "Combatteremo contro Merkel o chiunque sarà alla guida del governo". Più sfumata Weidel che ha assicurato, "faremo un'opposizione costruttiva". Alle elezioni del 2013 si erano fermati fuori dalla porta per un soffio, con il 4,7% (lo sbarramento è al 5).

Ma la corsa era ripresa subito dopo, con le europee del 2014 dove si erano attestati al 7,1%, e poi con la grande volata del 2016, dove dopo l'emergenza profughi e la "wilkommen Politik" della cancelliera - che ne ha accolti 1 milione nel 2015 - si erano affermati in Baden-Wuerttemberg e in Sassonia-Anhalt, con percentuali sorprendenti, il 15,1% e il 24,3%. Per un partito fondato da professori universitari, in contrapposizione alla politica monetaria della Bce a guida Draghi, un successo di tutto rispetto. Ma l'Afd delle origini è molto diversa da quella di oggi. Sul tappeto il tema non è più solo la politica monetaria che "erode il risparmio", ma la contrapposizione netta all'islam. Che ha trovato sponda nel controverso movimento di Pegida, sceso in piazza per mesi negli anni scorsi, ogni lunedì, contro la islamizzazione dell'Europa. Spingendo sulla sicurezza, il partito chiede una politica molto più severa sui migranti di quanto abbia fatto Merkel, e su questo la attacca, fino a minacciare di denunciarla.

 

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