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Mercoledì, 25 Settembre 2024

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Convegno al Banco di Napoli

«L'attentato avvenuto vicino Lione ci riporta brutalmente a una dimensione di instabilità e insicurezza», così il Ministro degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni, intervenendo a Napoli presso la Sede delle Assemblee del Banco di Napoli al convegno organizzato dalla Fondazione Mezzogiorno Europa. «Dobbiamo rimanere aggrappati all'impostazione di questo convegno: “Il Mediterraneo al centro delle politiche europee e il ruolo strategico dell'Italia” - ha detto il Ministro - in cui si incrociano elementi di minaccia e di instabilità a grandissime opportunità economiche. Siamo in competizione con la Cina, che considera spesso i suoi investimenti come qualcosa da concludere nell'immediato». Per Gentiloni per favorire il commercio tra Italia e Mediterraneo c'è bisogno di grande serietà nella presentazione dei progetti e nella capacità di mantenere gli impegni presi senza perdersi dietro a perdite di tempo e burocrazia».

L’incontro è iniziato con i saluti del Presidente del Banco di Napoli, Maurizio Barracco, che ha ricordato quanto è importante l’interscambio tra i vari paesi del Mediterraneo anche alla luce del raddoppio del Canale di Suez, voluto dal Presidente egiziano El Sisi e che sarà inaugurato il 6 agosto prossimo a tempo di record dopo dieci mesi di lavoro invece dei tre anni previsti e del Presidente della Fondazione Mezzogiorno Europa, Umberto Ranieri che dal canto suo ha voluto mettere in luce la scelta del tema che non a caso vuole riportare al centro dell’attenzione il Mediterraneo in un momento in cui «noi sentiamo - egli ha detto - che anche la nostra sicurezza è in discussione per quello che sta avvenendo ed è avvenuto in Siria, Ucraina. Solo per un fugace momento si sperò con la primavera araba che qualcosa cambiasse in nome di principi nuovi, in realtà quelli che venivano dalle campagne erano più forti dei giovani culturalmente più preparati. Occorre mettere al centro dell’attenzione la politica europea e di difesa, ma c’è anche necessità di muoversi bene guardando con fiducia al futuro e fornendo sostegno anche in previsione di una collaborazione economica tra i vari Paesi del Mediterraneo». Nel corso del convegno, Massimo Deandreis, direttore generale di SRM, ha illustrato i dati sull'export dell'Italia nell'area Med, pari a 28 miliardi nel 2014. Il Mediterraneo è sempre più centrale e l’Italia fa la sua parte in quanto primo nell’interscambio marittimo. Al Convegno sono intervenuti gli Ambasciatori d’Italia: a Parigi, Giandomenico Magliano, al Cairo, Maurizio Massari e in videoconferenza da Londra, Pasquale Terracciano.

I Ministro Paolo Gentiloni

In apertura è stato letto dal vicepresidente della Fondazione, Alfredo Mazzei, un messaggio del Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha sottolineato l’importanza del tema prescelto alla luce delle drammatiche cronache di ogni giorno e di altrettanto quotidiani confronti in sede europea che pongono con crudezza questi temi di fronte all’opinione pubblica. «Le prospettive di pace, stabilità e sviluppo (sono parole di Giorgio Napolitano) sono essenziali per la più generale prospettiva dell’integrazione europea e al tempo stesso per una rinnovata seria considerazione del problema del Mezzogiorno italiano».

Concludendo i lavori il Ministro Gentiloni: « L’Italia non può essere solo consumatore di sicurezza. Nessun Paese può fare una politica estera senza badare alla sicurezza investendo risorse. Il Mare nostrum si potrebbe definire Mare nullius, dal momento che nessuno se ne occupa. Bisogna lavorare a costruire una sicurezza multilaterale con vari Paesi del Mediterraneo, ma ci vuole una costruzione nuova. Come Paese l’Italia ha molte carte da giocare in questa direzione».

la sala delle assemblee del Banco di Napoli

Cafe Sperl(c)Julius Silver (2)

Per chi visita Vienna il caffè viennese è un’attrazione, per i viennesi un salotto, per gli artisti e letterati un’istituzione. Dal 2011 la Cultura della Caffetteria di Vienna è Patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO. “Pronunciandola con l’accento sulla prima sillaba, la parola “Kaffee” indica a Vienna e in Austria una bevanda. Pronunciate con l’accento sulla seconda sillaba, le parole “Café” e “Kaffeehaus” significano tutto uno stile di vita”, scrisse Hans Weigel nel 1978. Questa frase è sicuramente valida ancora oggi. Il primo caffè viennese citato ufficialmente in un documento fu aperto nel 1685 grazie ad un privilegio imperiale emanato da Leopoldo I dall’armeno Johann Diodato all’odierno indirizzo Rotenturmstrasse 14, nel centro storico di Vienna. Oggigiorno è qui situato il locale trendy Daniel Moser. A Vienna ci sono 830 caffè, senza contare i numerosi caffè-bar, caffè-ristorante e caffè-pasticceria. Fra questi, circa 150 sono caffè viennesi classici dove si trovano ancora i camerieri vestiti in bianco e nero e dove l’arredamento è rimasto come “ai bei vecchi tempi”: pavimento in legno, tavolini in marmo, sedie semplici e divani in felpa. Lo sapevate che gli statali che lavorano nei vari ministeri, ad esempio, frequentano il Café Ministerium in piazza Georg-Coch-Platz? Gli studenti dell’Accademia di Arti Applicate vanno invece al Prückel, vicino allo Stubenring, i politici vanno al Landtmann lungo l’Universitätsring. Al caffè si va per filosofeggiare, meditare, oziare, leggere il giornale, chiacchierare e via dicendo e, naturalmente, anche per bere un caffè e mangiare un dolce. Vienna, riconosciuta anche come “un’antica città romana volta verso il Mediterraneo”, accoglie nei caffè viennesi quel silenzio meditativo e quel modo di far passare il tempo senza uno scopo ben preciso che chiunque sia entrato in un caffè orientale o turco avrà senz’altro notato. Nei caffè più frequentati della città, tuttavia, questo aspetto non si nota molto come ad esempio al Café Central in Herrengasse o al Griensteidl, in piazza Michaelerplatz. Il Griensteidl, un tempo punto d’incontro di letterati e riaperto dal 1990 in un nuovo edificio, sempre nella stessa piazza, si trova esattamente in mezzo ad un itinerario molto frequentato dai turisti: Hofburg-Kohlmarkt-Graben-Stephansplatz.

Caf+® Central, Wien_1(c)Caf+® Central im Palais Ferstel

Per chi visita Vienna una sosta al “caffè”, il nostro bar, è molto salutare per ritemprarsi. A Vienna, a prescindere dall’apprezzata e viva tradizione dei caffè, c’è anche posto per nuove idee. Attualmente le formule alternative di caffè si sono moltiplicate. Ne è un esempio il ritrovo Kaffeefabrik lungo la via Favoritenstrasse, nel quarto distretto. Nel piccolo locale dall’arredamento improvvisato si vendono caffè di tutto il mondo torrefatti in proprio, ed espresso & co si possono acquistare anche come “coffee to go”. Anche nell’elegante Akrap Espressobar, in via Königsklostergasse, la torrefazione viene fatta in proprio e del prodotto finale esistono poi diverse varianti, tra cui anche il forte caffè Triple-Shot. People On Caffeine si è stabilito in un posto alquanto insolito, e precisamente nel tratto a fianco di una chiesa nell’ottavo distretto. Sotto le belle volte il caffè non si prepara soltanto con la macchina espresso, ma anche con il filtro, il metodo tradizionale austriaco che ultimamente conosce un revival. In una romantica stradina, nel nono distretto, si trova il Caffè a Casa, che vende anche prodotti torrefatti in proprio. L’Espressomobil invece si basa su una formula commerciale completamente diversa: qui il caffè con tanto di macchina espresso si trova su dei Vespacar che la mattina sostano in luoghi molto frequentati di Vienna e vendono “coffee to go” fino all’ora di pranzo. Ad introdurci in questo mondo del caffè è stato giovedì scorso, presso lo Spazio Nea di Piazza Bellini a Napoli, Robert Gruber, esperto viennese, che ha svelato i molti segreti della bevanda così cara a noi napoletani. A volere la manifestazione è stato il Forum Austriaco di Cultura di Roma, diretto da Christoph Meran ed in collaborazione con il Goethe Institut di Napoli, diretto da Maria Carmen Morese a cui è intervenuta la responsabile per il Centro Sud Italia di Austria Turismo, Brigitte Wilhelmer.

Cafe Museum 2(c)Daniel Gebhart de Koekkoek

“Accompagnati da Maria, prendiamo il largo con coraggio e speranza”. È questo il messaggio che accompagnerà la preghiera e la riflessione dei pellegrini in cammino da Napoli a Pompei, durante il tradizionale pellegrinaggio a piedi, organizzato dall’Azione Cattolica diocesana, che conclude il mese mariano. Sabato 30 maggio, alle 13.00, dopo la benedizione, i fedeli si metteranno in marcia per raggiungere la città vesuviana. La partenza è fissata,come ogni anno, presso la Basilica “Santa Maria del Carmine Maggiore” a Napoli, per proseguire, poi, verso Portici, Ercolano, Torre del Greco e Torre Annunziata, dove, ad ogni tappa, numerosi altri pellegrini si uniranno al gruppo in cammino. L’arrivo a Pompei è previsto in serata. Qui, ad attendere i fedeli ci sarà il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, che presiederà, alle 22.00, in Area Meeting, la santa Messa di conclusione del pellegrinaggio. Assieme a lui, ad accogliere i pellegrini ci sarà anche mons. Tommaso Caputo, Arcivescovo della città mariana.

Affidare il proprio cammino quotidiano a Maria è il desiderio anche dei fedeli della Diocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia che, nella notte tra il 29 e il 30 maggio, partiranno in marcia verso Pompei, dove giungeranno alle prime luci dell’alba del giorno successivo. Anche la Chiesa costiera, dunque, si metterà in cammino alla volta della città mariana per incontrare Maria, la mamma che consola e dà gioia. La partenza è fissata, da Sorrento, alle 22.30 di venerdì 29 maggio, presso la parrocchia “Santa Lucia”. I pellegrini si metteranno, così, in cammino per attraversare Sant’Agnello, Piano di Sorrento, Meta, Vico Equense. Mentre in altri orari si partirà da Pimonte, Lettere, Casola e Gragnano. Primo punto di ritrovo, sarà Piazza Giovanni XXIII di Castellammare di Stabia, da dove, alle 4.00, ci si rimetterà in cammino, preceduti dall’Immagine della Vergine di Pompei. Giunti nella città mariana, parteciperanno tutti insieme alla santa Messa celebrata, alle 6.30, dal loro Arcivescovo, mons. Francesco Alfano, nel Piazzale Giovanni XXIII del Santuario. Anche per i fedeli sorrentini e stabiesi, dunque, l’ultimo giorno di maggio sarà dedicato a Maria.

Le preghiere, i canti mariani e la recita del Santo Rosario, accompagneranno i passi anche dei fedeli delle parrocchie “San Pietro Apostolo” e “San Vincenzo Ferreri” di Scafati (Sa). Circa duecento pellegrini si metteranno in marcia per raggiungere la città mariana nell’ultimo sabato di maggio. Qui, alle 7.00, parteciperanno alla santa Messa.

 

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