Un colloquio lungo, che il Qurinale ha giustificato, spiegando che ci sono un "gran numero di novità" nella squadra e che dunque non si poteva fare prima.
Nei volti nuovi c'è "l'impronta del presidente Renzi", ha detto Napolitano, che ha ricordato l'obiettivo di questo governo, quello di fare "grandi riforme", sfruttando il tempo concesso perché "non possiamo permetterci il lusso di perdere questa occasione".
Il Presidente ha ringraziato anche Enrico Letta per il lavoro svolto, assicurando che "continuerà a dare un contributo importante". A lui ha "rinnovato il sentimento di stima, fiducia e gratitudine".
Ecco la squadra:
- Graziano Delrio sarà sottosegretario presidenza del Consiglio
- Economia - Pier Carlo Padoan
- Interno - Angelino Alfano (Ncd)
- Affari esteri - Federica Mogherini (Pd)
- Giustizia - Andrea Orlando (Pd)
- Difesa - Roberta Pinotti (Pd)
- Sviluppo economico - Federica Guidi
- Infrastrutture e trasporti - Maurizio Lupi (Ncd)
- Salute - Beatrice Lorenzin (Ncd)
- Politiche agricole - Maurizio Martina (Pd)
- Ambiente - Gianluca Galletti (Udc)
- Lavoro e politiche sociali - Giuliano Poletti
- Istruzione, università e ricerca - Stefania Giannini (Sc)
- Beni e attività culturali - Dario Franceschini (Pd)
- Riforme e rapporti col Parlamento - Maria Elena Boschi (Pd)
- Semplificazione e P.a. - Marianna Madia (Pd)
- Affari regionali - Maria Carmela Lanzetta (Pd)
Il Cavaliere parla nella sede di Forza Italia. Alle sue spalle un pannello con la foto delle bandiere di Forza Italia. Oltre che del governo Renzi, Berlusconi è tornato a difendere il suo operato: "Nel 2011 abbiamo lasciato il Paese con i conti in ordine. Napolitano mi mandò a Cannes a mani vuote. Così feci la figura di quello che non mantiene gli impegni", ha detto il Cavaliere, "Il sorriso di Merkel e Sarkozy fu un assassinio per la mia immagine". E richiama il partito all'unità: "In Sardegna abbiamo perso perché eravamo divisi. Ora dobbiamo convincere i delusi del M5S e gli indecisi", ha detto, "Gli elettori del M5S sono delusi dal comportamento dei propri parlamentari", assicura il Cavaliere.
12 FEBBRAIO - E' il giorno dello strappo. In mattinata l'incontro tra Letta e Renzi. Cade il gelo a Palazzo Chigi. Poi Letta rilancia e con 'Impegno Italia', deciso a non dimettersi
13 FEBBRAIO - La direzione del Pd approva a stragrande maggioranza il documento del segretario che apre la strada al nuovo Governo. Renzi taglia corto: "Grazie Enrico, ma servono legislatura costituente e cambio radicale. Corro il rischio"
14 FEBBRAIO - Il sindaco nella sua Firenze partecipa alla cerimonia con le coppie che festeggiano i 50 anni di matrimonio, dicendo che per lui è il momento "più bello e delicato degli ultimi cinque anni". Letta si dimette e Napolitano avvia subito un rapidissimo giro di consultazioni
15 FEBBRAIO - Al Quirinale si chiudono le consultazioni. Il sindaco resta in 'ritiro' a Firenze, dove lavora già alla squadra. Poi allo stadio per la Fiorentina con Diego Della Valle
16 FEBBRAIO - Renzi è sempre a Firenze, colazione con Della Valle. Tappa dal fido barbiere Tony prima di salire su un'auto a noleggio con autista diretto a Roma
17 FEBBRAIO - Renzi riceve da Napolitano l'incarico e annuncia una riforma al mese. Poi torna a Firenze dove fa, commuovendosi, il suo ultimo discorso da sindaco
18 FEBBRAIO - Nel primo giorno di consultazioni il premier incaricato vede i piccoli e fa già sapere che la squadra sarà pronta entro il fine settimana
19 FEBBRAIO - E' il giorno dell'incontro con Silvio Berlusconi, alla guida della delegazione di Forza Italia, e dello show di Grillo nella consultazione in diretta 'streaming'. Nel pomeriggio vede il governatore di Bankitalia, Visco, e in serata il presidente Napolitano per riferire dei colloqui
20 FEBBRAIO - E' la volta degli incontri in notturna. In prima serata con Montezemolo e con uno sceicco degli Emirati sul dossier Alitalia. Poi il vertice con Alfano, per sciogliere la matassa della squadra di governo
21 FEBBRAIO - Si conclude la 'prima fatica' dell'ex boy scout. Renzi sale al Colle per sciogliere la riserva e presentare a Napolitano la lista dei ministri
Il governo Renzi si appresta a nascere, tra i malumori delle correnti interne al Pd e i paletti imposti dal Nuovo centrodestra
Una galassia, quella del "centrino", fatta di pochi seggi e tante forze politiche ormai spaccate tra loro. La vera sfida sarà in Senato, dove - rispetto al governo Letta - la squadra di Renzi rischia di non trovare i numeri.
"L’unica certezza è che al momento, al Senato, Renzi non ha la maggioranza", minaccia Tito Di Maggio dei Popolari, che a Palazzo Madama ha 12 poltrone, "Renzi ragiona con la disponibilità di tutti i gruppi, ma noi stamattina abbiamo avuto un nostro incontro per ragionare su quanto successo alla riunione di maggioranza di ieri e ci siamo resi conto che la nostra disponibilità non è così scontata". Rispetto al governo Letta, tra l'altro, i Popolari restano a bocca asciutta. "Crediamo che Mauro abbia operato bene in questo anno e la sua è una di quelle caselle che può continuare il suo lavoro", ribadisce Di Maggio. Parole mitigate da quelle dello stesso Mauro: "Siamo consapevoli della necessità di dare un governo al Paese perché non è finita la fase di emergenza descritta da Giorgio Napolitano nell’aprile dello scorso anno", ha detto arrivando al quarto congresso nazionale dell’Udc. Lorenzo Dellai, però, smentisce che si tratti di una questione di poltrone: "Come abbiamo già annunciato pubblicamente e direttamente al presidente del Consiglio incaricato e al Capo dello Stato, il nostro sarà un atteggiamento di responsabilità vincolato unicamente alla presenza nella proposta del governo delle ragioni politiche e programmatiche da noi ritenute imprescindibili per l’interesse preminente del Paese".