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Charles Taylor, confermata la condanna a 50 anni

Confermata dalla Corte d’Appello del Tribunale Speciale per la Sierra Leone, con sede all’Aia, la condanna di 50 anni di prigione inflitta nel 2012 all’ex Presidente della Liberia, Charles Taylor, per crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

L’ex presidente 65enne aveva sempre contestato le accuse che erano state mosse nei suoi confronti dichiarandosi, invece, vittima di un intrigo internazionale.

Mentre l’accusa avrebbe voluto una condanna più severa, la difesa pretendeva una sentenza di assoluzione. I giudici hanno motivato la loro decisione sulla base della complicità di Taylor ai crimini commessi durante la Guerra Civile. L’ex dittatore si è dovuto assumere la responsabilità delle crudeltà commesse nell’arco di tempo che va da novembre del 1996 al gennaio del 2002, di aver sostenuto e controllato la rivolta del RUF (Fronte Rivoluzionario Unito) in Sierra Leone e di aver accettato pagamenti con pietre preziose rubate, i cosiddetti diamanti di sangue. Durante il conflitto le truppe ribelli avevano ucciso, violentato e mutilato più di 12 mila persone e costretto migliaia di bambini a diventare soldati.

Con la conferma della sentenza, Taylor diventa il primo ex-presidente condannato da un tribunale internazionale dai tempi del Processo di Norimberga contro i gerarchi nazisti.

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