''Ora bisogna vedere chi si dimette dei ministri del Pdl, immagino che una come la Biancofiore si dimetterà''. Lo dice Guido Crosetto, ex Pdl ora passato a Fratelli d'Italia a Sky Tg24 dopo aver ascoltato la sentenza della Corte di Cassazione su Mediaset.
La condanna di Silvio Berlusconi a quattro anni di carcere e il rinvio per l'interdizione dai pubblici uffici è la breaking news di tutti i media mondiali. Dalla Bbc a Skynews, ai francesi Le Monde e Le Figaro, la notizia apre i siti dei maggiori quotidiani e tv internazionali.
La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi di Daniele Lorenzano, Gabriella Galetto e Frank Agrama, coimputati di Berlusconi nel processo Mediaset. Nei loro confronti, dunque, la sentenza di condanna d'appello diventa definitiva.
"E' una sentenza ingiusta e ingiustificabile in un paese di diritto". Questo il commento del legale di Frank Agrama, l'avvocato Pisano, subito dopo la lettura della sentenza del processo Mediaset in Cassazione. Il ricorso di Agrama, uno degli imputati, è stato rigettato.
"Questo Paese era famoso per essere la culla del diritto. Oggi ne è diventato la tomba, gestita da una corporazione di becchini in toga che hanno consumato il delitto perfetto di eliminare dal panorama politico per via giudiziaria il leader di un intero popolo eletto democraticamente. Onore e solidarietà a Silvio Berlusconi, di certo più innocente e pulito di chi l'ha condannato ingiustamente". Lo scrive in una nota Luca d'Alessandro, segretario della commissione Giustizia alla Camera.
''La sentenza va rispettata, eseguita e applicata''. Sono le prime parole del segretario del Pd, Guglielmo Epifani, a commento della decisione della Cassazione sul processo Mediaset.
"Berlusconi e' morto. Viva Berlusconi! La sua condanna è come la caduta del Muro di Berlino nel 1989". Lo scrive sul suo blog Beppe Grillo subito dopo la sentenza della Cassazione
La condanna di Silvio Berlusconi a quattro anni di carcere e il rinvio per l'interdizione dai pubblici uffici è la breaking news di tutti i media mondiali. Dalla Bbc a Skynews, ai francesi Le Monde e Le Figaro, la notizia apre i siti dei maggiori quotidiani e tv internazionali
Il Cavaliere ha atteso il verdetto della Suprema Corte a Palazzo Grazioli. Dopo che l’accusa ha chiesto la conferma della condanna per Berlusconi ma la riduzione da cinque a tre anni della pena accessoria dell’interdizione, ieri in Cassazione la parola era passata alle difese. "Manca nel tessuto della sentenza un elemento probatorio che Berlusconi possa aver partecipato al reato proprio", aveva detto uno dei due legali del Cavaliere, Niccolò Ghedini, aggiungendo che è stato un processo in cui "non c’è stata data possibilità di difenderci". "Nessuna prova è stata raccolta su ingerenze di Berlusconi nella gestione di Mediaset dal 1995 ad oggi" aveva spiegato anche l’avvocato Franco Coppi che ieri pomeriggio, per quasi due ore, aveva evidenziato gli interrogativi disseminati lungo i 94 motivi di ricorso alla Suprema corte.
Secondo Coppi, la sentenza d’appello "muove da un pregiudizio", cioè che "ci sia un meccanismo truffaldino ideato negli anni Ottanta, che sia stato ideato da Berlusconi". "Ma il reato non c’è", aveva detto chiedendo quindi l’annullamento della sentenzao un nuovo processo d’appello per derubricare il reato. Annullamento che non è arrivato. La Corte di Cassazione si è, infatti, limitata ad annullare la sentenza impugnata limitatamente alla condanna alla pena accessoria per l’interdizione temporanea per cinque anni dai pubblici uffici disponendo che gli atti vengano trasmessi a un'altra sezione della corte d’appello di Milano perché ridetermini la pena. La Suprema ha rigettato, invece, il ricorsodel Cavaliere. Insomma, ingiustizia è fatta. "Non dirò a..." si è limitato uno dei legali dello studio Coppi.
In Cassazione hanno fatto e rifatto i calcoli della prescrizione del processo Mediaset, nel quale Silvio Berlusconi è stato condannato a quattro anni di reclusione e a cinque di interdizione dai pubblici uffici, e si sarebbe rilevato come siano errati i calcoli attribuiti da organi di informazione alla difesa dell'ex premier in base ai quali la prescrizione maturerebbe il prossimo 26 settembre. Per gli 'ermellini' la prescrizione matura ai primi di agosto.
Sono ventiquattro le televisioni che hanno chiesto l'accredito in Cassazione per trasmettere il processo Mediaset davanti alla Sezione Feriale presieduta da Antonio Esposito che ha dato il 'via libera' solo per la diretta della lettura del dispositivo del verdetto per il quale non è fissata una data certa. Tuttavia ragioni di ordine pubblico potrebbero non consentire le riprese televisive nonostante il parere espresso da Esposito.
La Cassazione si pronuncerà sul processo Mediaset: i bookmaker esteri scommettono sull'assoluzione (bancata a 1,25) ma, in caso di condanna (a 2,95), puntano sullo scioglimento del Pdl (a 1,35) e sulla cessione del Milan, a 2,85. E' quanto riferisce l'agenzia specializzata Agipronews, spiegando che si punta anche sugli arresti domiciliari nella villa di Arcore, un'ipotesi bancata a 3,50. Meno probabile viene vista una fuga in Kenya: è bancata a 20,00, seguita da Antigua a 25,00. L'esilio ospite dall'amico Putin in Russia, invece, vale 50 volte la scommessa. Le ripercussioni della sentenza sul quadro politico sono imprevedibili, tanto che i bookmaker internazionali hanno aperto le scommesse sulla tenuta dell'esecutivo: per i bookmaker è probabile che l'attuale legislatura non superi i 6 mesi (un'ipotesi a 1,60), mentre per oltrepassare i 2 anni si sale a quota 1,75. Un governo che duri solo un anno, invece, si gioca a 2,10, mentre l'intera legislatura vale 3 volte la scommessa.