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ROSSANO Donizetti ingresso

 

Si amplia ulteriormente l’offerta formativa dell’Istituto musicale “Donizetti”. Una realtà ben consolidata che opera nel territorio del basso Jonio cosentino dal 2006. Da subito diventata punto di riferimento per numerosi bambini, ragazzi e adulti, quella del “Donizetti” è una realtà dinamica in grado di formare ed educare i propri allievi. Infatti, grazie al consolidato gruppo di maestri che quotidianamente opera all’interno della scuola, questa valida organizzazione riesce a trasmettere, non solo i saperi dell’educazione musicale, ma anche importanti input per di carattere educativo.

Oltre alla primordiale sede di Mirto Crosia, allo scopo di facilitare il contatto con i numerosi allievi che provengono da Rossano e dall’hinterland, il direttore, Giuseppe Greco, ha ritenuto opportuno avviare una struttura anche nella città Bizantina. Una nuova, elegante e accogliente sede di circa 220 metri quadrati è stata allestita in Via Scazziota, 4 di Rossano Scalo. La nuova struttura polifunzionale è in grado di accogliere gli utenti del territorio rossanese e, al contempo, è capace di ospitare varie manifestazioni di carattere sociale, culturale e ricreativo, grazie alla confortevole sala riunioni, adeguatamente attrezzata.

Il direttore Greco, che ha sempre puntato alla qualità dei servizi da erogare, anche stavolta ha puntato al meglio. Nell’esprimere la propria soddisfazione per l’apertura di questa nuova realtà, ha sottolineato che la crescita dell’Istituto musicale “Donizetti” è stata resa possibile dallo spirito di abnegazione dei maestri che vi operano. Allo stesso Greco non sono mancate parole di ringraziamento anche verso quei professionisti che negli anni passati hanno collaborato con questa importante realtà formativa. Il direttore Greco non ha dimenticato i genitori dei numerosi allievi: sempre disponibili e pronti a una collaborazione reale.

L’Istituto musicale “Donizetti” accetta allievi a partire da un anno. <<Abbiamo sempre avuto>>, ha affermato Giuseppe Greco <<la sezione della “propedeutica

musicale” (dai 3 ai 6 anni) ora vogliamo sperimentare un’ulteriore opzione: approcciarci con i bambini di un anno. Un’azione, quest’ultima, che verrà realizzata in sinergia con la Kinder school di Rossano>>.

L’istituto musicale “Donizetti”, negli anni non si è limitato a offrire “semplici” nozioni di musica, ma è sempre andato oltre: ha rappresentato per i propri utenti un luogo di aggregazione e concreta socializzazione. Sono creature del “Donizetti” anche l’Orchestra di fiati ”Giacomo Puccini”, diretta dal Maestro Salvatore Mazzei e “Le stelle del Trionto”, guidate dal maestro Rosario Lullo.

Al suo attivo la partecipazione a “Casa Sanremo”, un’area nata per dare ospitalità ad artisti, giornalisti e addetti ai lavori, durante il Festival della Canzone italiana. Anche qui i giovani

musicisti della banda musicale “Puccini” nonché allievi del “Donizetti”, hanno avuto modo di farsi apprezzare dal folto pubblico presente e hanno avuto l’opportunità di essere ripresi dalle telecamere di Raduno e mandati in onda durante il programma “La vita in diretta”. “Note di libertà” è un altro progetto importante progetto ideato dall’Istituto Musicale “Donizetti” in collaborazione con la Casa Circondariale di Rossano, finalizzato a diffondere tra i detenuti l’educazione musicale. Un lavoro che mira a supportare gli stessi ospiti del carcere rossanese durante il loro percorso di recupero attraverso l’insegnamento degli strumenti musicali.

Sono aperte le aperte iscrizioni per il prossimo Anno accademico 2014/2015. Maggiori info al numero 0983/53.06.71

 

È arrivata stamane, confermata da una nota della Sala Stampa Vaticana, l’ufficializzazione della data della visita di Papa Francesco alla Diocesi di Cassano all’Jonio. Il Pontefice sarà in Calabria sabato 21 giugno, ricorrenza di san Luigi Gonzaga, santo particolarmente caro al vescovo della diocesi cassanese, monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, poiché tra l’altro venerato nella parrocchia di san Francesco d’Assisi, in Cerignola, della quale il Presule è stato parroco per 36 anni. «Sabato 21 giugno – commenta monsignor Galantino - sarà sì un giorno di gioia, ma soprattutto un evento di Chiesa. Il Santo Padre verrà per incontrare la comunità di credenti che testimonia il Signore Risorto in un territorio che sente forte il bisogno di essere confermato nella fede e recuperato ad una vita degna di essere vissuta. Un impegno che ci chiama tutti, nessuno escluso, a fare appieno la nostra parte, seminando coerenza, speranza, giustizia, solidarietà e fede vissuta nella quotidianità perché, se nonostante le tante forme di presenza religiosa, la nostra terra è costretta a registrare ancora violenza, sopraffazione, corruzione e disagi di ogni genere, vuol dire che il modo in cui tutti, come Chiesa, viviamo, non tocca i bisogni veri e non incarna in maniera coerente il Vangelo». Aggiunge il vescovo: «Rilancio alcune indicazioni utili a prepararci ad accogliere il Santo Padre che, ha spiegato, si farà pellegrino nella nostra terra “per chiedere scusa”. Anche noi, cari fedeli, vogliamo chiedere scusa, impegnandoci a correggere ciò che non va bene. Chiedere scusa ai poveri che sono accanto a noi, per averli lasciati soli e senza voce, continuando a sprecare personalmente e comunitariamente. Chiedere scusa ai non credenti o agli indifferenti se abbiamo continuato a proporre e a vivere la nostra religiosità senza chiederci se poteva avere un senso anche per loro. Chiedere scusa ai nostri ragazzi se abbiamo pensato con troppa facilità che bastassero le parole e abbiamo di fatto abdicato al dovere di essere esempi credibili per loro. Chiedere scusa ai nostri giovani se ci siamo accontentati di dire che essi sono il futuro della società ma ne abbiamo ignorato i bisogni reali e non abbiamo fatto niente per sostenere i loro sogni. Chiedere scusa al nostro territorio, spesso ridotto a luogo solo da sfruttare e da sfregiare, facendoci beffe di ogni forma di legalità, e non a luogo da far fruttificare per il bene comune». Conclude monsignor Galantino: «Nell’attesa di poter vivere l’incontro con il Santo Padre chiedo a tutti di pregare affinché la Sua visita ci aiuti a ridare gioia, vigore e coerenza alla feste di ciascuno. Il Signore accompagni il nostro cammino di preparazione all'incontro con Papa Francesco».

Nei prossimi giorni saranno formalizzati e resi noti i dettagli del programma della visita pastorale Papa in terra calabra. Si invitano i fedeli tutti e gli operatori dell’informazione a far riferimento esclusivamente alle fonti ufficiali, rappresentate dalla Sala Stampa Vaticana e dai canali informativi della Diocesi di Cassano all’Jonio (attraverso l’Ufficio Comunicazioni Sociali, il sito web www.diocesicassanoalloionio.it e la pagina fb della diocesi medesima).

La notizia

Giovedì, 27 Marzo 2014, assieme al Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, sono stato ricevuto in udienza privata (09,00 - 09,45) da Papa Francesco. Prima ancora che iniziasse il nostro dialogo intorno ai temi oggetto dell'udienza, il Santo Padre mi ha comunicato la sua intenzione di venire in visita a Cassano.

Il settore addetto della Segreteria di Stato farà conoscere, spero entro la prossima settimana, la data esatta e le modalità di massima della visita che il Santo Padre farà alla nostra Diocesi.

 

Perché il Papa a Cassano?

É stato il Papa stesso a dirmi quale motivo lo porta a farsi pellegrino nel nostro territorio. Innanzitutto mantenere la parola e quindi dare seguito a quanto Egli stesso aveva scritto ai "Sacerdoti, Consacrati e fedeli della Diocesi di Cassano all'Jonio". «Non ho ancora avuto il piacere di conoscervi di persona - scriveva Papa Francesco il 28 Dicembre 2013 - ma spero di poterlo fare presto».

Ed ecco realizzata la speranza e mantenuta la promessa; in risposta anche alla richiesta che i nostri Sacerdoti avevano avanzato in una lettera indirizzata al Santo Padre. «Desideriamo incontrarla e conoscerla - si leggeva in quella lettera -. Non ci basta incrociare il suo sguardo in televisione o sui giornali. E come possiamo avvicinarLa, se non ci viene incontro?».

Non solo. La visita del Papa vuole essere l'occasione per chiedere - guardandoci negli occhi e dopo averlo fatto per iscritto - di essere "compreso" e "perdonato" e, come Egli stesso mi ha ripetuto più volte Giovedì mattina, per "chiedere scusa".

 

La visita del Papa: un evento di Chiesa

La visita del Santo Padre è un evento di Chiesa! Il Papa verrà per incontrare la Comunità di credenti che testimonia il Signore Risorto nel territorio della nostra Diocesi. Accanto alle motivazioni immediate che hanno provocato questa visita, la presenza del Santo Padre è un segno forte e concreto della vicinanza del Signore a un territorio - il nostro - che sente forte il bisogno di essere "confermato nella fede" e recuperato in maniera sempre più forte a una vita degna di essere vissuta.

Gli episodi che hanno recentemente insanguinato in maniera efferata il nostro territorio - l'ultimo, la morte violenta di Padre Lazzaro - sono solo la spia eclatante di un disagio che attende risposte. E la nostra Chiesa non può limitarsi, come ho già detto in particolare ai Sacerdoti, a contare vittime o a celebrare funerali.

La passione con la quale Papa Francesco sta testimoniando e traducendo in pratica il Vangelo non lascia alibi a nessuno. Tutti, come singoli e come comunità, dobbiamo "metterci del nostro" perché questa nostra terra sia realmente una terra benedetta. E lo sarà nella misura in cui i credenti per primi sentiranno forte la passione di testimoniare Gesù, caricando di senso nuovo quanto "si è sempre fatto": se nonostante le tante forme di presenza religiosa il nostro territorio è costretto a registrare ancora violenza, sopraffazione, corruzione e disagi di ogni genere, vuol dire che il modo in cui noi, come Chiesa, viviamo, non tocca i bisogni veri e non incarna in maniera coerente il Vangelo che ci è stato affidato.

 

La visita del Papa: non solo evento di Chiesa

Sì, la visita del Santo Padre è un evento di Chiesa. Ma proprio perché la Chiesa vive - e deve farlo sempre di più - per strada, la presenza del Santo Padre può e deve significare qualcosa anche per quanti non sono vicini alla Chiesa e comunque abitano il nostro territorio.

La visita del Santo Padre sarà un evento importante anche per queste persone solo se tutti noi che siamo più direttamente interessati all'evento, sapremo prepararlo e viverlo evitando tutto ciò che può banalizzare un evento di grazia, come la presenza di Papa Francesco a Cassano.

 

Qualche prima ed immediata indicazione

É per questo che mi permetto di dare qualche prima ed immediata indicazione, ripromettendomi di tornarvi sopra quando conosceremo anche i dettagli della visita pastorale del Santo Padre. So anche - conoscendo la buona fede di gran parte di voi - che quanto sto per dire può risultare superfluo. Ma permettete che lo dica lo stesso.

1. La visita del Papa non può e non deve rappresentare un capitolo di spesa ingiustificata né per la Chiesa Diocesana né per le Amministrazione Comunali, in particolare per quella di Cassano.

Per questo chiedo che non si proceda a interventi di maquillage occasionali, tesi solo a rendere la città ed il percorso presentabili agli occhi del Papa e del suo seguito. Se si prevede di realizzare qualche intervento, deve trattarsi di interventi strutturali e duraturi per il bene della città. Se proprio vogliamo realizzare qualche intervento che faccia ricordare con riconoscenza la visita del Santo Padre, si studi fin d'ora il risanamento di parti (anche limitate) della città nelle quali è ancora oggettivamente difficile vivere in maniera sicura e dignitosa. Anche se il Santo Padre non dovesse passare attraverso quei vicoli, sarebbe bello poter dire, ad esempio, che il risanamento di una parte del Centro storico o l'illuminazione di una parte di esso sono stati realizzati in occasione della visita del Papa.

2. A nessuno è preclusa la possibilità di contribuire, nei modi e a seconda delle possibilità personali, alle spese che certamente comporterà la visita del Santo Padre. A patto però che tutto venga regolarmente registrato e reso pubblico da parte di un Comitato preparatorio. E poi, a patto che ci sia la consapevolezza da parte di eventuali donatori che il proprio contributo non dà diritto a trattamenti di preferenza o a prime file. Chi prevede di non poter accettare questa condizione è dispensato dal dare il proprio contributo.

3. Colgo questa occasione per invitare a tenersi alla larga dalla tentazione di promettere trattamenti di favore o posti privilegiati a chicchessia. Né venite a chiederli a me. Gli unici privilegiati saranno gli ammalati e quanti da tempo vengono seguiti dalla Caritas Diocesana. La prima fila è per loro. A questo proposito, si studierà il modo di permettere una rappresentanza di tutto il territorio.

4. Siamo tutti dispensati dal proporre luoghi o strutture particolari da far visitare al Santo Padre. So che tutte - per motivi storici, per ragioni morali ecc. - meritano grande attenzione. La visita del Papa prevede la sua presenza solo in luoghi che concorderemo con la Segreteria di Stato.

 

Chiedere scusa con i fatti! Ecco un modo serio per prepararci alla visita del Santo Padre

Accanto - ma se volete anche prima e più che esteriormente - è necessario che tutti ci prepariamo ad accogliere Papa Francesco con gesti significativi.

Come?

Partendo dalla motivazione che il Papa stesso ha dato alla sua visita: «Vengo per chiedere scusa», ha detto.

Voglio proporre ai singoli, alle comunità, alle associazioni, ai gruppi, ai movimenti e alle realtà che intendono prepararsi all'evento un percorso semplice e concreto.

Pongo il percorso di preparazione alla visita del Papa sotto lo slogan: Anche noi vogliamo chiedere scusa. Consapevole, come ci insegna il Papa, che chieder scusa vuol dire impegnarsi a correggere ciò che non va bene.

- Chiedere scusa ai poveri - quelli che girano per le nostre strade - per averli lasciati soli e senza voce, continuando - senza farci scrupolo - a sprecare sia personalmente sia comunitariamente.

- Chiedere scusa ai non credenti o agli indifferenti, quando abbiamo continuato a proporre e a vivere la nostra religiosità senza chiederci se quello che stavamo facendo o dicendo poteva avere un senso anche per loro.

- Chiedere scusa ai nostri ragazzi, quando abbiamo pensato con troppa facilità che bastassero le parole e abbiamo di fatto abdicato al dovere di essere esempi credibili per loro

- Chiedere scusa ai nostri giovani, quando ci siamo accontentati di dire che essi "sono il futuro della società", ma ne abbiamo ignorato i bisogni reali e non abbiamo fatto niente per sostenere i loro sogni.

- Chiedere scusa al nostro territorio, spesso ridotto a luogo solo da sfruttare e da sfregiare - facendoci beffe di ogni forma di legalità - e non a luogo da far fruttificare per il bene comune.

Buon lavoro a tutti.

Il Signore accompagni il nostro cammino di preparazione all'incontro con Papa Francesco.

 

X don Nunzio

da sx i Pres.Perciaccante e Mazzuca ed il Dir. Branda

 

I valori di una comunità e il capitale umano, cioè l’insieme di conoscenze, competenze, abilità dei cittadini che lavorano, innovano e fanno impresa, creano cultura e sviluppo. E’ questo il messaggio

che è venuto fuori dal convegno “Il capitale sociale: la forza del Paese”, organizzato a Bari dal Centro Studi di Confindustria. Presenti all’importante assise anche il Presidente di Confindustria Cosenza Natale Mazzuca, il Presidente della Sezione Edile Ance Cosenza Giovan Battista Perciaccante ed il Direttore Rosario Branda.

«Sono d’accordo con il Presidente Squinzi e con le tesi che in questi due giorni di convegno ho avuto l’opportunità di ascoltare – ha dichiarato il numero uno degli Industriali cosentini Natale Mazzuca – perché danno prova che il capitale umano e quello sociale sono i nostri unici veri asset. Quelli che nel passato ci hanno permesso di affrancarci dall’arretratezza economica, facendoci diventare a metà degli anni ottanta la quinta potenza economica del mondo, e quelli su cui dobbiamo puntare per difendere le conquiste di benessere e affrontare il cambiamento generato da diffusione di tecnologie innovative e pervasive, ingresso nel mercato globale del lavoro di competenze provenienti da paesi emergenti, nuove tendenze demografiche. Non dimentichiamoci poi che sono asset indispensabili per far funzionare bene la nostra democrazia».

Il Centro Studi Confindustria dimostra come i Paesi più ricchi siano quelli dove c’è un livello più alto di istruzione e dove, al tempo stesso, il benessere è maggiormente diffuso. “I valori contano quanto i saperi” ha sottolineato il Direttore del Centro Studi di Confindustria Luca Paolazzi che ha presentato i risultati della ricerca “People first” presentata in occasione del convegno. E’ emerso che la nostra prosperità dipende proprio dal capitale umano, che in Italia è poco utilizzato, e che ne condiziona i risultati in ogni sfera.

Per il Presidente Mazzuca «la crisi ha aggravato il quadro perché ha ridotto l’occupazione, demotivato le persone, diminuito l’investimento delle famiglie in istruzione, innescando un circolo vizioso tra recessione e minori competenze che causano bassa crescita. Occorre tornare a mettere al centro delle politiche il lavoro, la scuola, l’università, il mondo del sapere e del merito. Oltre al sapere contano i valori, soprattutto quelli che favoriscono fiducia e cooperazione. Se ci fermiamo a riflettere capiamo bene che capitale sociale e senso civico favoriscono l’accumulazione di capitale umano. E l’istruzione aumenta il capitale sociale, in un circolo virtuoso».

Il Centro Studi di Confindustria ha stimato che l’aumento in dieci anni del grado di istruzione italiano al livello dei Paesi più avanzati innalza il Pil fino al 15% in termini reali, cioè 234 miliardi, con un guadagno di quasi 4 mila euro per abitante.

«Un ottimo investimento – ha sottolineato il Presidente di Ance Cosenza Giovan Battista Perciaccante - la più importante politica industriale per i territori e per i nostri giovani che saranno chiamati a ruoli di responsabilità ma che si trovano a dover combattere il nemico più acerrimo già oggi: l’assenza di lavoro. Il mio settore, quello dell’edilizia, che è investito da una gravissima crisi, se opportunamente interessato da politiche attive potrebbe dare un immediato e sostanzioso contributo alla risoluzione di tanti problemi».

Per queste ragioni il sistema Confindustria è impegnato nell’area dell’education in attività di connessione tra scuola e impresa ed iniziative che contribuiscono a rafforzare il capitale umano e sociale del Paese.

 

Foto alberelli 1

 

La recente iniziativa del Rotaract Club Corigliano Rossano Sybaris ha riscosso molti consensi  nella comunità locale, in quanto, questa volta i giovani Rotaractiani guidati dal Presidente l'Avvocato Ramona Rugna, hanno deciso di ornare una delle rotatorie più centrali dello Scalo cittadino piantando e donando sei piante di agrumi, simbolo del nostro territorio, di cui cinque sono state collocate nella rotatoria di cui sopra e una invece è stata piantata nel Parco Comunale di Corigliano in memoria della piccola Fabiana Luzzi.
L'iniziativa è stata condivisa e supportata dalle Autorità Locali, in quanto alla stessa hanno partecipato l'Assessore all'Ambiente Marisa Chiurco e
l'Assessore alla Manutenzione Benito Apicella. Alla stessa inoltre hanno partecipato e collaborato anche persone esterne all'Associazione quali
l'Avvocato Giuseppe Vena.  Per i giovani Rotaractiani piantare un albero ha avuto il significato di lasciare una traccia della propria esistenza, inoltre, per gli stessi   piantare un albero significa parlare di natura, ma soprattutto di crescita, di futuro e di speranza. Infatti, piantare alberi nella semplicità del suo gesto, è uno degli atti più simbolici e ricchi di speranza che si possano, immaginare e offrire anche e soprattutto ai bambini. Significa mettere radici, saper aspettare, vivere nel ritmo della natura e contribuire al futuro della Terra. Del resto , senza alberi, non ci sarebbe vita. Obiettivo dei giovani Rotaractiani è stato caratterizzato da questo messaggio ricco di speranza alla propria Città per una crescita ed un miglioramento della stessa.

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