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«Ogni volta che viene scelto un sacerdote dall’interno di un presbiterio diocesano è tutto il presbiterio che viene guardato con attenta benevolenza dalla Chiesa. E questo deve renderci particolarmente felici».

Con queste parole monsignor Nunzio Galantino, Vescovo della Diocesi di Cassano all’Jonio e Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, ha inteso sottolineare il nuovo evento di grazia giunto a scandire il cammino in preparazione della visita pastorale di Papa Francesco a Cassano, il prossimo 21 giugno: monsignor Francesco Oliva, attuale vicario generale della chiesa cassanese e sin qui titolare della parrocchia Beato Giuseppe Puglisi in Castrovillari, è stato nominato Vescovo della Diocesi di Locri-Gerace dal Santo Padre.

L’annuncio è stato dato in contemporanea, a mezzogiorno, dalla Sala Stampa vaticana e nelle Cattedralidi Locri e Cassano all’Jonio, in quest’ultima alla presenza di monsignor Leonardo Sapienza, reggente della Prefettura della Casa Pontificia, in città per il primo sopralluogo propedeutico alla venuta in Calabria del Pontefice. «Oggi – ha esordito monsignor Galantino - un altro annunzio mette la nostra Chiesa diocesana al centro dell’attenzione: la nomina di don Franco Oliva a Vescovo della Diocesi di Locri-Gerace. Un fatto che tocca non solo la persona di don Franco, ma l’intera comunità diocesana, e in particolare il nostro presbiterio». Ha aggiunto il Presule: «Ho più di un motivo per essere grato a don Franco per il servizio pastorale che ha reso alla nostra Diocesi sia come parroco sia come vicario generale e amministratore diocesano. Come tanti di voi, si è speso e continua a spendersi per testimoniare il Signore Risorto servendo la Chiesa di Calabria». Nell’occasione, inoltre, davanti a centinaia di fedeli (presenti anche, insieme al clero diocesano, il Prefetto di Cosenza, Giancarlo Tomao; il sindaco di Cassano, Gianni Papasso; il consigliere regionale Gianluca Gallo ed i vertici territoriali delle forze dell’ordine), monsignor Galantino ha ribadito che «bisogna avere uno sguardo positivo sulla realtà: ciò aiuta noi e gli altri a vivere meglio. Dobbiamo essere uomini capaci di guardare avanti con grande fiducia, alla sequela di Cristo».

Monsignor Oliva, visibilmente emozionato, dopo un lungo, caloroso abbraccio con monsignor Galantino ha salutato i presenti,sottolineando che «questi sono i momenti in cui ti trovi solo con Dio». Ricordando i suoi primi anni di vita nella Diocesi di Cassano all’Jonio, ha svelato di sentirsi «molto legato a questa Chiesa: continuerò ad esserlo anche ora che sarò lontano fisicamente». Una Chiesa che «non dimenticherò», ha proseguito, perché «mi ha generato. Adesso vado ad inserirmi in un percorso che altri hanno già preparato. Sotto certi aspetti si tratta di continuare un servizio spirituale in una tradizione episcopale, accompagnato dalla vicinanza del Signore e di questo Vescovo. Vi chiedo di pregare per me perché mi sento inadeguato a questo compito al quale non avevo mai pensato».

In coda, spazio alle notizie sull’esito del sopralluogo compiuto da monsignor Sapienza insieme al capo della Gendarmeria Vaticana, Domenico Giani. «S’è trattato – ha spiegato monsignor Galantino – d’una prima ricognizione sul territorio, per prendere conoscenza dei luoghi e verificare la fattibilità delle diverse ipotesi in discussione». Quindi, la precisazione: «Non è stata presa, al momento, alcuna decisione definitiva: solo in seguito alle valutazioni che saranno compiute in termini logistici e di sicurezza, sarà possibile procedere all’ufficializzazione del programma.Non appena ne avremo notizia, nel segno della trasparenza ne garantiremo la massima diffusione». Infine, l’ennesimo appello: «Incoraggio la partecipazione alla missione di piazza di preparazione alla visita del Santo Padre, perché la vedo come una bella opportunità per incamminarsi verso una pastorale condivisa. In quest’ottica, ribadisco di non avere intenzione di chiedere o accettare contributi in denaro da istituzioni pubbliche per la venuta del Santo Padre: confido nell’impegno di tutti per la riuscita di uno straordinario evento di fede».

Foto Papa con Giulia

 

Giulia Montera, la bimba nata il 30 marzo 2010 presso l'ospedale Guido Compagna di Corigliano Calabro (Cosenza,) al centro di una vicenda di presunta malasanità, oggi torna a combattere la sua lotta per la vita. A distanza di quasi 2 mesi di ricovero, correva la notte tra il 22 ed il 23 marzo 2014, quando la piccola Giulia Montera, che si trovava a Palermo, inizia a star male facendo registrare un peggioramento repentino delle sue condizioni di salute. Si rese infatti necessario trasportare la piccola da Mondello, luogo dove alloggiava, al Di Cristina di Palermo, da allora la sua momentanea casa è sempre stata quella del reparto di rianimazione, sempre del locale Di Cristina guidato dal dott. Coffaro. Ora si riapriranno domani, martedì 6 maggio, intorno alle 11 le stesse porte per condurre la piccola coriglianese in sala operatoria. Da quella notte bocche cucite sul decorso clinico della paziente, tuttavia sembra che gli esami in corso d’opera evidenziano i polmoni in cattivo stato.

I medici della rianimazione pediatrica del Di Cristina avvertono sulle loro spalle il fiato di tante persone che amano Giulia, essendo ormai il suo un caso nazionale, tanto che anche dagli uffici comunali di Palermo e dell’assessorato alla sanità della Regione Sicilia giungono chiamate all’indirizzo della direzione sanitaria del Di Cristina tese a capire lo stato di salute di Giulia. Chiamate e stretti contatti vengono anche mantenuti tra gli ospedali di Roma e di Toronto e la direzione di rianimazione del Di Cristina.

Ora, sulle attuali condizioni di Giulia e sul suo sicuro intervento, è stata scritta ed inviata una lettera al Santo Padre con la quale papà Gabriele e mamma Maria si affidano allo stesso Papa Francesco, che proprio tra le sue braccia ha stretto Giulia. Le condizioni di salute della bambina rendono infatti necessario l’intervento chirurgico. E così martedì 6 maggio dovrà subire un intervento di tracheostomia. In sala operatoria per provare a ridare speranza alla piccola Giulia Montera ci saranno le mani del dott. Anton Franco Carolina, che praticherà sulla paziente un'intervento per posizionamento di tracheotomia, e quelle della dott.ssa Anna Guddo, che avrà il compito di addormentare e risvegliare la piccola Giulia.

Grande è dunque l’attesa per un sano risveglio di Giulia ed un proficuo esito positivo dell’intervento, affinchè la speranza di un futuro migliore per la piccola si concretizzi in tangibile realtà.

 

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Lì dove c’è povertà materiale e culturale si prepara il terreno alle mafie. Ecco perchè c'è bisogno di cultura: per dare «la sveglia alle coscienze ed affermare con una corale risposta che dove viene messa a rischio la dignità della persona la Chiesa deve parlare con umiltà, senza retorica e demagogia», ma «con la forza profetica» che le è propria.

Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, domenica sera ha parlato a cuore aperto tra le navate della Cattedrale di Cassano all'Jonio insieme al Pastore della diocesi cassanese (e segretario generale della Cei), monsignor Nunzio Galantino, in occasione del primo degli incontri di preparazione alla visita alla Chiesa particolare di Cassano da parte del Santo Padre, in programma per il 21 giugno prossimo.

Aspettando Papa Francesco: nel corso della serata, promossa dalla Caritas diocesana e dall’Ufficio Comunicazioni Sociali, ripercorrendo la sua storia personale di giovane prima in conflitto con la Chiesa ed in seguito di uomo di Dio sulla strada don Ciotti ha ricordato alcuni momenti significativi dei suoi primi anni di sacerdozio, richiamando alla mente gli approcci con il mondo delle devianze e della povertà, fino ad arrivare all'impegno contro le mafie nato all'indomani delle stragi di Capaci e via d'Amelio, esaltando la collaborazione con il sacerdote calabrese don Italo Calabrò per salvare i giovani dalle faide locali. «Non c'è un’età per mettersi in gioco» - ha sottolineato davanti ai giovani presenti in gran numero insieme ad associazioni, movimenti, sacerdoti, religiosi e tante gente comune - ma la «speranza ha bisogno di tutti e diventa grande» se si trasforma «in un noi che vince» anche di fronte alla «immensità di questi problemi».

Nel suo lungo ed intenso racconto, condito da un abbraccio fraterno alle vittime della mafia (tra loro la vedova ed il figlio di Fazio Cirolla, l’operaio sibarita ucciso per uno scambio di persona dai killer delle cosche, che avevano nel loro mirino altro e diverso bersaglio umano) don Ciotti ha inoltre sottolineato i momenti del primo incontro con Lea Garofalo - collaboratrice di giustizia e vittima di ‘ndrangheta - che le chiese di prendersi cura della figlia Denise se le fosse accaduto qualcosa. «Calabresi è il nome di un popolo non di un clan», ha precisato tra gli applausi, rammentando che «in Calabria ho incontrato delle persone meravigliose come voi stasera: questo vi fa onore e ci fa credere che è possibile voltare pagina». Ha quindi evidenziato la necessità di combattere l'analfabetismo in un Paese dove sono 6 milioni le persone senza cultura: «La cultura sveglia le coscienze e aiuta a eliminare la mafiosità che è il vero patrimonio delle mafie». Bando dunque alla «rassegnazione ed alle «teste basse. Offriamo una risposta corale» con la vita quotidiana. «Abbiamo solo questa vita per amare, amarci, per saldare la terra con il cielo e vivere la profezia del tempo che è vivere questo nostro tempo con responsabilità civile, facendo «come cristiani società con Dio, chiamati ad essere «corresponsabili» del cambiamento possibile, ha aggiunto, per poi concludere: «La strada insegna che è possibile incontrare le persone per incontrare Dio. Noi dobbiamo essere segno di speranza perchè le mafie temono la Chiesa che annuncia la Verità».

Dal canto suo monsignor Galantino ha rilanciato i concetti già in precedenza anticipati pronunciando l’omelia, facendo riferimento al Vangelo dei discepoli di Emmaus e rimarcando come «essere sopraffatti dalla delusione e dallo scoraggiamento ci fa mettere in discussione i nostri progetti e ci rivela il modo di agire di Dio che si fa viandante con i viandanti, pellegrino con i pellegrini» mettendosi «vicino a noi e manifestando la relazione che si fa condivisione». Questi «gesti di Cristo», ha chiosato il Presule, «trasformano le strade di delusione in strade di testimoni» e ci manifestano il volto del «Gesù sul quale abbiamo puntato la nostra esistenza: Cristo dimostra così di volersi «sedere a tavola con noi per condividere la nostra vita e renderla bella testimonianza».

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Si sono conclusi il 30 aprile 2014 a Scalea i “Master ARCA Calabria per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera”, riservati agli studenti calabresi delle classi IV degli Istituti Professionali. I Master sono promossi da ARCA (associazione Albergatori Riviera dei Cedri), Re.Na.I.A. Calabria (Rete Nazionale Istituti Alberghieri) e dall’associazione Didascalabria. A questa prima edizione dei master hanno partecipato sette scuole calabresi: l’IPSSARA “E. Gagliardi” di Vibo Valentia, l’IIS “L. Einaudi” di Serra San Bruno, l’IIS di Tropea, l’IPSSCEOA “L. Einaudi” di Lamezia Terme, l’IPSSAR “K. Wojtyla” di Castrovillari, l’IIS “Mancini” di Cosenza, l’IIS di Praia a mare.

Ecco i vincitori delle varie sezioni dell’evento 2014:

• Master “Servizi di sala e vendita – degustazione alla cieca vini regionali“, 23 aprile 2014

Primo classificato: Davide Lo Riggio dell’IPSSARA “E. Gagliardi” di Vibo Valentia

• Master “Servizi di sala e vendita – caffetteria”, 24 aprile 2014

Primo classificato: Maria Rita Sacco dell’IPSSARA “E. Gagliardi” di Vibo Valentia

• Master “Enogastronomia – piccola pasticceria”, 24 aprile 2014

Primo classificato: Giovanni Moliterni dell’IIS di Praia a mare

• Master “Enogastronomia – pizza in teglia”, 29 aprile 2014

Primo classificato: Emanuele Scalise dell’IPSSCEOA “L. Einaudi” di Lamezia Terme

• Master “Enogastronomia - cucina”, 30 aprile 2014

Squadra prima classificata: Giammarco Lucchino e Francesco Gaetano dell’IPSSCEOA “L. Einaudi” di Lamezia Terme

Un plauso agli organizzatori dell’evento Angelo Napolitano (ARCA) e Michele Capalbo (Didascalabria) per l’innovativa formula dei master, con i laboratori didattici abbinati alle competizioni, che hanno offerto ai giovani partecipanti delle concrete occasioni per accrescere le loro competenze professionali e fare esperienza.

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Gemellaggio civile e religioso con la Città di Cascia in onore di Santa Rita, si è chiusa ieri (domenica 27) la due giorni di fede e di pace. Intenso e unico il momento dell’accensione della fiaccola della pace e la messa celebrata in piazza Fischia. Partecipazione corale e grande contributo da parte di tutta la comunità. Il Sindaco Filippo SERO ha consegnato 2 medaglie commemorative: una per il Santuario di Santa Rita  l’altra per la parrocchia della Madonna delle Grazie. Le due realtà, Cariati e Cascia, si sono dati appuntamento per MARTEDÌ 20 MAGGIO nella Città della Santa dei Miracoli Impossibili.

Si ritiene soddisfatto il Primo Cittadino che, ringrazia tutte le associazioni che hanno contribuito per la riuscita dell’evento. Da quelle sportive alla ProLoco, alla cittadina delegata alla cultura Assunta TRENTO all’azienda IGRECO che ha donato l’olio per la lampada votiva.

È un bilancio molto positivo. Adesso siamo tutti impegnati – spiega SERO –  a testimoniare nelle azioni concrete il principio di riconciliazione. Soprattutto in questo delicato e difficile periodo per l’Italia e per la nostra comunità I principi che sottendono al culto di Santa Rita – continua il Sindaco – che ne è stata testimone nella propria vita devono ispirare anche l’azione delle istituzioni democratiche. Anche dalla fede popolare – conclude – possono derivare messaggi importanti per chi è chiamato a rappresentare gli interessi delle comunità e dei territori.

La giornata di ieri, domenica 27, si è aperta in piazza Rocco Trento nel Centro Storico con l’accensione della fiaccola, realizzata con legno d’ulivo dal maestro Alfonso CANIGLIA, da parte del Sindaco.

Questa è stata poi consegnata agli atleti del gruppo ciclistico cariatese e ai numerosi bambini appartenenti ai gruppi sportivi della Città. A turno, è stata poi portata per le vie principali di Cariati. In piazza Fischia, oltre ad una grande folla di fedeli, c’erano le Monache Agostiniane di Clausura di Rossano, il sindaco Filippo SERO, il vicesindaco Leonardo MONTESANTO, il Presidente del Consiglio Comunale Cataldo MINÒ e la cittadina delegata alla cultura Assunta TRENTO. Erano presenti, inoltre, anche le autorità civili e religiose. Dalla Polizia Municipale al Comandante della Stazione locale dei carabinieri alle numerose associazioni.

Insieme a Don Angelo BENNARDIS, la Santa Messa è stata celebrata dall’Amministratore Diocesano Mons. Antonio DE SIMONE, assistito anche da padre Mario DE SANTIS Rettore del Santuario di Santa Rita da Cascia, don Mosè CARIATI parroco di Cristo Re e don Angelo PISANI Parroco della Cattedrale San Michele Arcangelo, nel Centro Storico. - (Fonte: MONTESANTO SAS – Comunicazione & Lobbying).

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