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La Regione Calabria, con una delibera della Giunta, ha istituito un Comitato Internazionale per le celebrazioni dei 500 anni dalla nascita del Cardinale Sirleto, presieduto da Duccio Clausi dell’Università della Calabria, che, domenica prossima, 11 maggio, alle ore 14, durante il Salone del Libro di Torino, nello stand della Regione Calabria, coordinerà un evento dedicato all'importante ricorrenza. Durante tutto l'anno – informa una nota dell’ufficio stampa della giunta regionale -, anche da parte del Comune di Guardavalle, dalle università e da altre istituzioni, sono previste iniziative per celebrare l’illustre calabrese. L’Assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri ha sottolineato che “il Cardinale Guglielmo Sirleto è stata una figura di straordinario valore nella Chiesa del Cinquecento e quindi della storia universale”. Caligiuri ha dichiarato inoltre che “il recupero e la valorizzazione della memoria è un dovere civile, non solo per indicare alle giovani generazioni esempi positivi ma anche per conoscere epoche e fenomeni storici che possono farci meglio comprendere i tempi che viviamo, perchè per capire il presente e preparare il futuro, occorre conoscere il passato”.

Finalmente il Comune di Catanzaro ha dato giusto riconoscimento alla famosa studiosa

Una studiosa che ha curato con sacrificio lo sviluppo e la salvaguardia di pregiati documenti storici

Emilia Zinzi 2

 

Mi è occorsa qualche ora prima di esprimere lucidamente, nero su bianco, la gioia, la commozione e la gratitudine al Comune di Catanzaro, per la decisione d’intitolare l’Archivio Storico cittadino alla Professoressa Emilia Zinzi.
Ho appreso la notizia da Antonio Giglio, attuale consigliere comunale Sel, “speranza vera, lui, d’un oggi che auspico duri a lungo”, il quale, sapendo del ruolo assunto nella mia adolescenza dall’illustre studiosa, non ha esitato a trasmettermi copia dell’istanza e quindi dell’atto di decreto, con cui si sancisce, sia pur tardivamente (il prossimo 9 settembre ricorrerà il decimo anniversario della morte!), sì doverosa scelta.
Per tutto ciò la mia riconoscenza, da cittadino, a Mario Saccà e Mario Parentela, che, consci dell’impegno profuso dalla docente, in oltre cinquant’anni di lavoro, alla ricerca, salvaguardia e valorizzazione della città e del Meridione tutto, hanno caldeggiato l’importanza di attribuirne il nome al nostro Archivio, “una struttura – ribadiscono nell’istanza - importante e prestigiosa della città che più d’ogni altra s’identifica con l’attività della Professoressa”.
Lecito e facile è spiegarsi oggi la mia felice meraviglia, considerati i decenni d’indifferenza riservati all’attività della studiosa, che, nonostante i qualificati contributi apportati al recupero dell’identità cittadina e regionale, apparsi peraltro in circa 160 voci bibliografiche, rimase di fatto - dalle amministrazioni comunali, provinciali e regionali di volta in volta ai vertici - voce quasi sempre inascoltata. Ciò dovuto, con larga probabilità, a sensibilità diverse o, forse, a carenze formative inibenti l’intendimento di determinati discorsi!
Penso a Lei, alle delusioni per quelle attività previste per questa città e quivi mai realizzate. E non ci si può spiegare come una professionista del suo calibro (altrove pluripremiata ed oltreoceano inserita in un volume dal titolo “Great Minds of the 21st Century” edito dall’American Biographical Institute nel 2002), al suo tempo innovativa nei metodi d’insegnamento e di ricerca, non abbia avuto sino ad ora (fatta eccezione per il premio a suo nome istituito dalla Camera di Commercio locale – ed organizzato in tandem con la sez. Fidapa) un simile riconoscimento da Catanzaro.
Con lei giovani studiosi hanno potuto sviluppare, nella pratica, gli aspetti caratterizzanti le singole specializzazioni di studio, perché convinta in prima persona che la storia si ricostruisce conseguentemente a rigorose analisi di fonti archivistiche, bibliografiche, iconografiche e non solo. Continui erano infatti i sopralluoghi nei siti oggetti di studio, per l’analisi delle tessiture murarie, degli ipogei, della terra: il tutto si rendeva imprescindibile ad una attendibile riconsegna di quelle campiture identitarie di cui la Calabria molto spesso mancava!
Penso al suo essere stata quì un’antesignana del femminismo!
Rifletto sulla sua forza di donna tenace e garbatamente ribelle in anni in cui, contrariamente a quanto suggeriva la tradizione per le signorine dell’alto ceto sociale cui afferiva, “donna” equivaleva dire “angelo del focolare domestico”, votato esclusivamente al ruolo di moglie e di madre. Emilia Zinzi sceglieva altro!
E in un flash-back nostalgico, vivo mi si ripropone il ricordo di quell’espressione volitiva e determinata, intenta a raccontare di quanto duro fosse stato convincere la famiglia al trasferimento a Roma per gli studi universitari. Scelta, come già detto, ritenuta del tutto inopportuna, per chi, in vista d’un importante matrimonio, forse si sarebbe dovuta dilettare tra gli smerli ed il ricamo del proprio corredo.

E penso poi al racconto riguardo alle difficoltà affrontate dopo il superamento del concorso a cattedra per l’insegnamento della “Storia dell’arte” (nel 1956 viene indetto, per i soli licei classici, il primo concorso a cattedra per l’insegnamento della disciplina, e tra 500 concorrenti in Italia si qualifica al 2° posto), quando, da docente nel vecchio Galluppi, dovette imbattersi contro la radicata mentalità del tempo, secondo cui solo alcuni insegnamenti godevano di certa considerazione. Ella invece, nutrita d’una cultura che vedeva nel manufatto artistico, pur in quello poco acclarato, i segni della tensione umana, riuscì a conferire adeguata dignità all’insegnamento, schiudendo ai suoi ragazzi quel mondo di cultura visiva sino ad allora sconosciuto. E poi cos’altro aggiungere? di quando il Ministro Medici nel lontano 1957, chiamato in Calabria per una visita alle opere del Preti, segnate da avanzato stato di degrado, rimanendo compiaciuto del valore palesato dalla studiosa nel corso dell’illustrazioni, pensò bene di nominarla “Ispettore Onorario per i Beni e le Gallerie di Catanzaro”? Cosa rammentarvi invece di quando, avvedutasi della presenza sospetta di ruspe nell’area di Scolacium, impavida fermò i “lavori” segnalando, pioniera, lei stessa ai Soprintendenti allora in carica, la presenza d’un sito greco-romano?

Emilia Zinzi 1

 


Tanto, troppo è stato fatto da questa “rara avis” che davvero non fu “profeta in patria”! E oggi non si fa chiacchiera di bassa lega, se si ricordano le vili aggressioni subite nel 1975, quando, mentre nel resto d’Italia s’avviava un discorso di valorizzazione e salvaguardia dei centri storici, a Catanzaro, per dirla con le Sue parole, <<un anacronistico progetto di “sventramento”, cancellerà con la demolizione del complesso Serravalle, segni e memorie dell’antico centro cittadino, ormai dilacerato. Cadranno, con le salde strutture cinque e sette-ottocentesche, le tempere nelle quali il fiorentino Federigo Andreotti, in un costruttivo dialogo col Serravalle committente, aveva dato corpo e immagine alle illusioni e ai sogni d’un Sud, che negli anni Settanta dell’Ottocento, si apriva alla vita nazionale unitaria>> !
Il mio buon senso m’imporrebbe ora di fermarmi quì, onde evitare ulteriori annopiamenti dalla lettura di queste righe, ma è bene venga rammentato qualcos’altro: pur negli ambienti universitari, ove i saperi sembrano “assicurati” così non fu sempre, ed anche a Reggio Calabria, sul finire degli anni Sessanta fondamentale fu l’attenzione alla “Storia dell’Arte”, con le docenze altamente qualificate di Giovanni Carandente ed Emilia Zinzi, ritenuti veri Maestri da chi seguì negli incarichi dagli stessi prima ricoperti!
Al margine di tutto, atteso il valore di quest’intellettuale - che andandosene lascia sul suo tavolo di lavoro la stesura d’un saggio su Catanzaro -, per la quale ogni parola risulta inadeguata a rendere la giusta idea di cosa abbia rappresentato nel mondo degli studi e nella società, facile appare oggi comprendere la gioia di questa scelta, ed altrettanto semplicemente si spiega il moto di sdegno nel cogliere l’illustre nome a margine dell’impervia mulattiera diramantesi da viale dei Bizantini (sconnessa ed a tratti fangosa, lambita da un lato da un burrone e dall'altro da sterpaglie e pietrisco vario, ove, assenti per probabile inadeguatezza orografica del sito, sono i numeri civici!), a cui il minimo buon senso avrebbe evitato pure la più consona denominazione di “traversa prima gramigna fresca”! 

Pierluigi Rotundo*


* Cittadino Catanzarese e studente del corso di laurea in “Lettere e Beni Culturali”, con indirizzo storico-artistico, presso la facoltà di “Lettere e Filosofia” dell’Università della Calabria (Arcavacata di Rende, Cosenza).




"Eravamo stati facili profeti, purtroppo, alcuni anni fa, quando ponevamo alcune considerazioni sulla crescita esponenziale che si aveva nella nostra regione di Call Center dediti all’attività di outsourcing. Per cui ritenevamo, già allora,  che necessitava  un costante monitoraggio  mediante l’istituzione di un “Osservatorio” , certi che se non si sarebbero stabilite delle regole o ancora meglio, non si fosse proceduto a coinvolgere sinergicamente Regione, l’Inps, Dpl , Ufficio dell’Entrate e parti sociali, aventi lo scopo di verificare e controllare l’affidabilità delle tante aziende che in Calabria andavano a svolgere tale attività, usufruendo peraltro di incentivi regionali messi a loro disposizione diretti allo sviluppo occupazionale, col tempo la concorrenza fra di esse ( dumping ) e “allegre” gestioni, avrebbero fatto saltare il sistema Call Center.

Oggi siamo qui a rappresentare, quanto da noi paventato e, ce ne duole, nonostante avessimo più volte denunciato e chiesto incontri necessari a evitare la drammatica situazione di crisi in cui oggi versano alcune di esse in Calabria.

Se da una parte le difficoltà sono accentuate  dalla crisi economica , dall’altra si assiste allo sviluppo di una concorrenza tra gli operatori committenti (Telecom, Wind, Vodafone, Fastweb, ecc.), tanto agguerrita quanto miope, basata sulla logica dei prezzi e non sulla qualità dei servizi, che si ripercuote drasticamente sul costo del lavoro, quindi sui lavoratori. Una giungla quella dei Call Center, con aste al ribasso, delocalizzazioni, aziende fantasma che sorgono e scompaiono, ma nonostante la situazione caotica nel mondo del lavoro questo è l’unico settore che ha generato occupazione per giovani e donne soprattutto al Sud e che oggi a causa della delocalizzazione rischia di venir meno in modo veloce e traumatico. Non sono bastati i notevoli investimenti fatti per sostenere  e  rilanciare l’occupazione, ora è necessario che anche le grosse aziende pubbliche e partecipate ( Enel, Eni, Inps) contribuiscano a creare lavoro,esse ne hanno un obbligo etico e non prestare il fianco a questo stillicidio.

In questo scenario oggi si destreggiano nella nostra regione le più “significative” per numero di addetti aziende in outsourcing quali: Infocontact , Almaviva, Visiant, Abramo C.C. Koll&Koll. Alcune di esse hanno già fatto ricorso a varie forme di ammortizzatori sociali (solidarietà, cassa integrazione, ecc.) e delocalizzando. Se gioco forza bisogna accettare tali scelte dettate dalla necessità di limitare i danni  è opportuno un distinguo verso chi nel loro statuto hanno contemplato di non ricorrere  alla delocalizzazione delle attività (vd. .Almaviva) in altri stati (vd. Romania, Albania,Tunisia,ecc).

I nostri sforzi sono rivolti affinché esse, in un momento di forte congiuntura economica,debbano, anche a costo di un loro sacrificio (ben ricompensato in passato) garantire i livelli occupazionali mantenendo fede agli impegni assunti in passato.

Il ruolo che l’Ugl Telecomunicazioni calabrese svolge è già di per sé gravoso sotto vari aspetti, ma diventa impossibile, se non si riesce a dare una risposta ai tanti giovani che hanno riposto una speranza in un salario di poche centinaia di euro e che ora vivono nell’angoscia di veder sfumare le loro giuste aspettative. Quello che non possiamo accettare è che talune situazioni di criticità non dipendano esclusivamente dalla crisi ma da gestioni diremmo “infelici” generate da scarsa attenzione o gravi omissioni.

La Ugl Telecomunicazioni ha degli obblighi morali verso i tanti giovani, per cui ritiene che vi siano margini entro i quali possano trovarsi soluzioni, per non ridursi a mero spettatore,  per cui sollecita la classe politica calabrese ad attivarsi per predisporre qualsivoglia iniziativa   che possa essere da deterrente per limitare al minimo la crisi del settore.

Quella stessa politica che tanto ha ricevuto e che non può in un momento di grave recessione lavarsene le mani, ma da subito attenzionare la “vicenda Call Center” unico sbocco occupazionale nella nostra regione,  per scongiurare che tantissimi giovani possano “arricchire” il precariato e aggiungersi a quel 40% di disoccupati o inoccupati in Italia. Sarebbe opportuno puntare sulla creazione di  una “Zona Franca” in Calabria che consenta: la riduzione dell’Irap, la defiscalizzazione dei costi per le aziende e l’istituzione di un organo di controllo.

Bisogna agire immediatamente in  tutti i modi possibili, prima che il sistema Call Center imploda e impoverisca ulteriormente una regione che da tempo, lentamente, si avvia ad una  desertificazione occupazionale".

UGL Telecomunicazioni Calabria

L’Assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri – informa una nota dell’ufficio stampa della giunta regionale – ha incontrato questa mattina alla Fondazione “Terina” di Lamezia Terme le istituzioni pubbliche e gli operatori degli eventi culturali finanziati dalla Regione. “La cultura in Calabria – ha dichiarato Calaigiuri – rappresenta non solo un settore economico crescente ma costituisce anche un importante antidoto al disagio e all'incertezza sociale. In questi anni, abbiamo cercato di compiere un lavoro di qualità sostenendo quelle attività che hanno dimostrato di creare economia, immagine e identità. Nessuna sagra ha mai ricevuto attenzione”. Caligiuri ha poi ricordato che la Regione Calabria si è mossa sulle linee dei grandi eventi e delle iniziative storicizzate, stabilizzando i finanziamenti rispettivamente per tre e due anni. Si tratta complessivamente di 40 attività, che si svolgono in tutti i territori della Calabria e nei vari periodi dell’anno. Dai dati elaborati dall’Assessorato alla Cultura e presentati anche alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano, nel 2013 le iniziative sostenute dalla Regione Calabria hanno mobilitato oltre un milione e duecentomila persone, delle quali il 40 per cento provenienti da province diverse rispetto a quelle dove si sono svolti gli eventi. Il ritorno economico stimato sul territorio è di circa 34 milioni di euro, pari a quattro volte il costo dell'evento e a otto volte il finanziamento regionale, che è stato pari a 4 milioni di euro di fondi europei specificamente destinati. Caligiuri ha concluso informando sulla prossima programmazione delle risorse comunitarie in materia di cultura ed ha invitato gli operatori a fare rete, redigendo presto e integrando i programmi, promuovendo per tempo le iniziative, lavorando in un’ottica regionale e orientando le attività non solo per la crescita economica e il ritorno di immagine ma anche per attenuare il disagio sociale, “perché - ha sostenuto - bisogna resistere con la cultura e rinascere con la cultura”. Questi gli eventi che la Regione Calabria ha individuato tramite bandi pubblici e i cui rappresentanti erano quasi tutti presenti alla riunione di questa mattina: Roccella Jazz di Roccella Jonica, Peperoncino Festival di Diamante, Premio letterario Tropea, Armonie d’Arte Roccelletta di Borgia e Catanzaro, Cinema di Calabria, Festival della Magia di Crotone, Lamezia Summertime, Stagione concertistica AMA Calabria di Lamezia, Primavera dei Teatri di Castrovillari, Famiglie a Teatro del Centro R.A.T. di Cosenza, “Le strade del paesaggio” della Provincia di Cosenza, “I luoghi ritrovati” della Fondazione Politeama di Catanzaro, Festival Euromediterraneo di Altomonte, “Varia” di Palmi, Peperoncino Jazz Festival, Carnevale Occitano, Concorso Musicale “Orfeo Stillo” di Paola, Moda Movie di Cosenza, “Fatti di Musica”, “Le mostre annuali” del Centro Capizzano di Rende, Premio Letterario “Parole nel Vento” della Provincia di Catanzaro, “Baccanalia” di Tiriolo, Autunno Musicale della Brass Collection, Kaulonia Tarantella Festival, Premio “Padula” di Acri, Festa delle Invasioni di Cosenza, Paleariza dell'area grecanica, Rassegna di Teatro dell'Associazione Novecento, Note di Fuoco, Festival delle Serre di Cerisano, Festival Leoncavallo di Montalto Uffugo, Workshop Lirico di Verbicaro, “Borgo incantato” di Gerace, Tarantella Power di Badolato, Festival degli Scacchi della Riviera dei cedri, Corigliano Fotografia, Presepe vivente di Panettieri, “Ritorno al Sud” della Compagnia Teatrale del Grillo di Soverato, Premio letterario Caccuri, Horcynus Festival, Premio “Mia Martini” di Bagnara.

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Tornati in campo a pochissimi giorni dalla trasferta di Crotone, gli Assitur Highlanders hanno ospitato nell’ultima giornata di campionato i capolista Eagles Salerno.

La circostanza che il risultato finale della partita non avrebbe comunque modificato la classifica finale del girone A (con i salernitani stabilmente al primo posto e i catanzaresi sul secondo gradino) non ha influito più di tanto sull’andamento della gara che ha visto le due compagini dare vita ad un confronto aspro ma all’insegna della lealtà e della correttezza.

I campani hanno comunque dimostrato sul campo per l’ennesima volta di essere la squadra più forte del girone meridionale della III divisione del campionato di football americano, conquistando la sesta vittoria consecutiva e concludendo la regular season a punteggio pieno.

Il match ha visto nei primi minuti  gli Eagles andare subito al touchdown e gli Assitur Highlanders pareggiare dopo pochi minuti con una bella corsa di Marco Megna.

Dopo il momentaneo pareggio pero’ la squadra campana prendeva il largo, con un gioco vario di lanci e corse, commettendo pochissimi errori in attacco e lasciando pochi margini di manovra alla difesa catanzarese, nella quale svettava il linebacker Emanuele Filiberto Denaro, autore di un’ottima prestazione personale, risultando a fine gara in assoluto il migliore in campo tra gli Highlanders.

L’attacco calabrese alternava giocate positive a momenti di blackout e , per tutto il primo tempo,non riusciva a mettere punti a tabellino.

La prima frazione si concludeva sul 6- 24 in favore degli ospiti.

Nella seconda parte del match, si vedeva qualche miglioramento nell’attacco catanzarese che infatti realizzava un’altra  meta con Consuele Morrone, runningback, che a fine partita risulterà essere il più bravo tra i suoi nel reparto offensivo.

Gli Eagles dal canto loro, nonostante qualche sostituzione, continuavano a produrre gioco e a macinare yard realizzando altri tre touchdown che fissavano il risultato sul 12-42 finale.

Ora tre settimane di riposo e preparazione attendono tutte le squadre qualificate ai playoff, che vedranno -sabato 24 Maggio -nel primo turno gli Assitur Highlanders Catanzaro -in trasferta a Barletta -rendere visita ai locali Mad Bulls.

La corsa, per i team qualificati alla fase finale, è appena all’inizio: in palio, per il vincitore, il titolo di campione italiano di III divisione.

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