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Se Matteo Renzi stacca la spina al governo di Giuseppe Conte una coalizione "larga" per gestire la Fase 2. L'ipotesi circola tra i partiti di maggioranza e opposizione
Perché a tutti appare chiaro che far gestire la «Fase 2» della ripresa all' attuale premier sarebbe un azzardo ad alto rischio. Non per niente il presidente della Repubblica sarebbe intervenuto in prima persona per imporre alla guida della task force che dovrà dare i consigli per l' avvio della graduale riapertura dell'Italia a Vittorio Colao. Un' autentica spina nel fianco per Giuseppe Conte, che infatti ha preso malissimo l' imposizione del Quirinale anche se ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco. E proprio lui potrebbe essere il prossimo premier incaricato, visto che ormai Mario Draghi non è più una ipotesi in campo...  

Intanto l'accesso al Mes (Meccanismo europeo di stabilità) senza condizionalità per finanziare le spese sanitarie dirette e indirette per un ammontare di 37 miliardi di euro va valutato, rimuovendo il tabù che finora ha reso l'argomento radioattivo. Secondo il quotidiano Romano il Tempo,chiunque si accosti al canale di finanziamento che evoca la macelleria sociale greca viene effigiato come il compare della Troika (Bce, Commissione europea e Fmi) e lo strozzino dei popoli. La verifica dei fatti (fact checking) ha smentito le accuse proditorie formulate ai leader del centrodestra a cui Conte ha imputato l'approvazione del Trattato sul Mes che è stato, invece, ratificato dal governo di Mario Monti (2012) in una versione capestro e dissimile dai contenuti su cui lavorava Giulio Tremonti in qualità di ministro dell'Economia del governo Berlusconi.

Quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in una intemerata televisiva ha additato il centrodestra di essere stato il fautore del Mes secondo il Tempo,si è reso autore di una dichiarazione mendace, che è documentabile dagli atti parlamentari di quel tempo. Peraltro, nella conferenza stampa la gestualità del corpo del premier era più loquace del linguaggio verbale. Il suo tremebondo indice ammonitorio puntato contro l'opposizione comunicava insicurezza, palesando il velleitario e vanitoso tentativo di affiliarsi alla figura titanica di Winston Churchill.  

Pero se l'Ue non sarà in grado di "rispondere ai problemi" dei cittadini, se altri Paesi si rifiuteranno di aiutarlo, allora il Belpaese potrebbe "emettere una propria moneta parallela".

A ipotizzarlo secondo il Giornale è James Kenneth Galbraith, uno dei 101 importanti economisti che nei giorni scorsi hanno firmato un appello affinché l'Italia non sottoscriva l'accordo "insufficiente" raggiunto dall'Eurogruppo sui fondi per rispondere all'emergenza Covid-19. Il noto studioso americano ne ha parlato nel corso della conferenza online organizzata da Eureca (Europa etica dei cittadini e delle autornomie), guidata da Angelo Polimeno Bottai (presidente di Eureca e vicedirettore del Tg1) e che ha visto la partecipazione del giornalista Andrew Spannaus e del sottoscritto. 

 
"L'emissione di una moneta parallela ha il precedente della California nel 2009 e di altri Stati americani che la adottarono durante gli anni '30", ha spiegato Galbraith. "L'Italia lo può fare sia se gli altri Paesi lo approvano o sia se non lo approvano". Nella pratica si tratterebbe di "note fiscali utilizzabili per pagare le tasse" che di fatto fornirebbero una massa di "liquidità all’economia". Ci sarebbe ovviamente il problema dei trattati europei, che non prevedono l'esistenza di un conio parallelo all'Euro; senza contare le scontate resistenze degli Stati membri. Ma per l'economista "ora bisogna trovare le risorse per la sopravvivenza, non mi preoccuperei di questo tema e lo lascerei al futuro". In fondo, ha detto, "la Germania e la Francia hanno violato i regolamenti di Maastricht e questo non ha portato alla loro espulsione" o a misure punitive da parte dell'Unione europea. Tradotto: l'Italia faccia ciò che serve, tanto è troppo importante per immaginarla fuori dall'Ue ...Non c'è bisogno che l’Italia esca dall'Unione europea, né che abbandoni la moneta unica. Per superare la crisi provocata dal coronavirus potrebbe esserci un'inesplorata "terza via".

Pero secondo il Tempo,In linea di principio, qualora venisse confermata la modalità di erogazione del prestito per spese sanitarie in deroga al Mes, rinunciare ad una linea di credito con un tasso di interesse benevolo dello 0,5% per attingere risorse dal mercato con una più alta remunerazione del prestito (i Btp hanno un rendimento del 2% circa) significa consumare un danno erariale perché se fra due opzioni scelgo quella più costosa si configura un danno emergente, per la perdita non ragionevole derivante da un esborso aggiuntivo evitabile, che potrebbe far sussistere una responsabilità contabile. In punta di diritto chi agisce per conto dello Stato indebitandolo a condizioni di mercato meno vantaggiose rispetto a quelle accessibili dal Fondo salva-Stati potrebbe ricadere nella fattispecie del danno erariale.

Se dal deludente vertice europeo dei ministri economici dell'eurozona è emersa una opportunità, seppur non risolutiva, occorre vagliarla. Finora ha prevalso la linea dei falchi del nord che si sono opposti all'emissione di eurobond e all'utilizzo del Mes senza condizionalità per gli interventi di sostegno all'economia. Le opzioni Sure, programma anti-disoccupazione, e Bei, per garantire le banche nelle erogazioni di liquidità alle attività produttive, sono vincolate a processi di istruttoria lunghi che risultano non tarati alla rapidità di azione che impone l'emergenza. L'European recovery fund, ossia l'emissione di debito garantito da tutti i paesi per finanziare la ripresa economica, è un'ipotesi recondita considerando l'ostilità tedesca e dei suoi gregari che sono allergici ai fattori di condivisione del rischio finanziario. Ciò conferma che il processo di integrazione europea si è arenato, vigendo soltanto una sua celebrazione esteriore che non riesce più ad edulcorare la sostanza di un ripiegamento egoistico delle sue componenti.  

Il Mes è una formula evocatrice di patimento sociale e di svuotamento delle sovranità nazionali, perché dal suo azionamento con i vincoli annessi consegue un commissariamento delle politiche di indirizzo economico. Dunque, attivare il Fondo salva-Stati nella sua originaria versione provoca un dissenso motivato perché richiama un simbolo di castrazione nazionale. 
 
Tuttavia, nell'Eurogruppo si è trovato un compromesso modificando una clausola del suo utilizzo, escludendo le condizionalità per spese attinenti alla sanità con la possibilità di ottenere finanziamenti pari al 2% del Pil. L'obiezione che alcuni sollevano è che il Trattato sul Mes prevede condizionalità non derogabili senza una sua riforma e consegnarsi al suo alveo, preventivamente mitigato, equivale comunque a soccombere alla trappola delle vessazioni di rientro dal debito. Anche il Trattato di Maastricht stabilisce il rispetto del rapporto deficit/pil del 3%, ma in sua vigenza la Commissione europea ha sospeso il parametro consentendo il suo sforamento. Pertanto, le deroghe sono possibili e l'importante è sancirle su atti ufficiali. Il 23 aprile il Consiglio europeo dovrà convalidare quanto maturato nell'Eurogruppo e avremo elementi per pronunciarci in maniera definitiva.

Intanto Matteo Salvini interviene direttamente dall'Aula del Senato contro la ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova che insiste nel suo piano di regolarizzare migliaia di immigrati irregolari per farli lavorare nei campi. Il leader della Lega è stupefatto, e scrive su Twitter: "Incredibile... Sono in Senato ad ascoltare il ministro dell’Agricoltura che ha appena chiesto la SANATORIA per centinaia di migliaia di clandestini da far lavorare nei campi". 
 
Salvini, che in Senato si fotografa con la mascherina come tutti gli altri senatori, fa capire quanto sia insensata questa proposta: "Ma non avrebbe più senso aiutare tutti gli italiani che hanno perso e perderanno il lavoro per il virus, dando a loro precedenza e contratti, invece di pensare a "regolarizzare" un esercito di clandestini???".

La Bellanova pochi giorni fa aveva spiegato anche a quanto dovrebbe ammontare questa sanatoria di massa: 600mila clandestini da regolarizzare per poterli impiegare nell'agricoltura in questa fase di emergenza causata dal coronavirus.

Chi va a Bruxelles senza il voto del Parlamento è fuori legge: poi se si vota a favore del Mes è la democrazia. E' fondamentale avere il voto prima e non dopo il negoziato in Ue". Lo afferma il leader della Lega, Matteo Salvini in una conferenza stampa su Facebook. "Mi aspetto che qualcuno ai piani alti faccia rispettare la legge, legge Moavero del 2012, chiaro, secondo cui prima del Consiglio europeo il premier deve raccogliere l'indirizzo del Parlamento. Non chiamo Mattarella altrimenti sarei uno stalker...".

"Telefonerò a Berlusconi, penso che sul Mes sia stato mal consigliato. Non serve un genio per dire che se ci infiliamo in tunnel europei senza ritorno l'Ue finirà per privatizzare le nostre strutture sanitarie".

"Possiamo avere tanti difetti ma abbiamo le idee chiare, abbiamo ben chiaro come uscire, abbiamo un'idea Paese. Altri invece parlano di riburocratizzare, ricentralizzare la sanità. Ne ho sentito parlare da parte di un sottosegretario. Ma se avessimo aspettato lo Stato altro che strage...Meno male che abbiamo i comuni e le Regioni", aggiunge Salvini.

Intanto Le Maire, dopo l’ultima riunione dell’Eurogruppo che ha dato via libera a un Mes con nulle o ridotte condizionalità ancora tutto da costruire è tornato a pungere i falchi del Nord, Olanda innanzitutto, sulle diverse interpretazioni dell’utilizzo del fondo salva-Stati. Intervistato da La Stampa il ministro ha rilanciato sul fatto che le condizionalità siano state di fatto rimosse per le spese sanitarie ‘dirette e indirette” fornendo la sua personale interpretazione: “Significa che se un Paese è stato costretto a imporre un lockdown, a chiudere alcuni negozi o aziende, deve considerare quei costi come costi sanitari indiretti. I costi legati alla decisione di chiudere parte dei settori economici devono far parte del perimetro di questa linea di credito. Io non ci vedo alcuna ambiguità”.

Difficilmente l’Olanda e, su certi punti di vista, anche la Germania potrebbero approvare un’interpretazione così larga e tutt’altro che rigorosa. Specie considerato il fatto che per Le Maire l’obiettivo di fondo sono gli Eurobond e la mutualizzazione del debito: “Bisogna essere pronti al compromesso e ognuno deve fare un passo nella direzione dell’altro. Ma il punto chiave è creare debito comune per futuri investimenti. E la soluzione migliore è attraverso un’emissione comune di debito”. Una chiave di lettura potenzialmente inconciliabile con chi vede il Mes con ridotte condizionalità per determinati settori il non plus ultra su cui posizionarsi per bloccare future concessioni.

E' vero che molti erano assenti quando l'Italia ha avuto bisogno di aiuto all'inizio di questa pandemia. Ed è vero, l'Ue ora deve presentare una scusa sentita all'Italia, e lo fa. Ma le scuse valgono solo se si cambia comportamento. C'è voluto molto tempo perché tutti capissero che dobbiamo proteggerci a vicenda. Ma ora Ue è il cuore pulsante dell'Ue". Così la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento al Parlamento europeo.

"Non basta chiedere scusa all'Italia, un sorriso e una pacca sulle spalle. Gli italiani hanno versato tanti soldi, nessuno a Berlino pensi di mettersi in pari con gli italiani con le scuse. Sottoscrivo l'appello dei 101 perchè non si firmi l'accordo sul Mes, preferisco avere il debito in mani italiane". Lo afferma il leader della Lega, Matteo Salvini in una conferenza stampa su Facebook.

La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen oggi si è scusata con l'Italia, ammettendo che molti Paesi all'inizio della pandemia non sono stati presenti quando abbiamo avuto bisogno di aiuto. Le sue parole rappresentano un importante atto di verità, che fa bene all'Europa e alla nostra comunità" scrive Luigi Di Maio su Fb.

"Adesso l'Ue abbia il coraggio di difendere e tutelare tutti i popoli. Serve un'Europa più solidale. In corso c'è una delle trattative più importanti della nostra storia. Difendendo l'Italia, difendiamo anche l'integrità dell'Ue", aggiunge il ministro

La presentazione delle linee guida per allentare le restrizioni introdotte a seguito del Covid-19 "non è un segnale per togliere oggi le misure di contenimento, ma per fornire una cornice alle decisioni degli Stati membri. In generale raccomandiamo un approccio graduale. Ogni azione deve essere continuamente monitorata". Così la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, presentando il documento preparato da Commissione e Consiglio europeo per la ripartenza dopo la paralisi da coronavirus.

"Abbiate coraggio di difendere l'Unione europea. Perché questa nostra Unione ci porterà" oltre la crisi. "E domani sarà forte nella misura in cui" ci impegniamo per lei oggi. "Se vi occorre ispirazione, guardate ai cittadini europei, che stanno insieme, con empatia, umiltà e umanità. Rendo omaggio a tutti loro", ha sottolineato la presidente della Commissione europea.

"Il bilancio pluriennale europeo sarà la guida della ripresa. Sarà diverso da quanto immaginato. Ne useremo la potenza per fare leva per investimenti massicci che servono per far ripartire la nostra economia ed il mercato interno dopo il coronavirus. Anticiperemo" fondi "con un front loading per partire subito con gli investimenti", ha spiegato von der Leyen. Sul fronte economico, ha aggiunto, "l'Ue ha fatto più in queste ultime quattro settimane, di quanto non abbia fatto nei primi quattro anni dell'ultima crisi": ha dato una risposta collettiva, mobilitando oltre "tremila miliardi di euro. Ma sappiamo che dovrà essere fatto molto di più, perché questa è una lunga strada e il mondo di domani sarà molto diverso da quello di ieri".

La pandemia è "simmetrica, ma la ripresa non lo sarà, perché lo shock economico di alcune regioni sarà maggiore di quello di altre, perciò la coesione e la convergenza saranno ancora più importanti del passato", ha proseguito la presidente dell'esecutivo comunitario.

"Il consiglio direttivo della Bce è impegnato a fare qualunque cosa necessaria, nel suo mandato, per aiutare l'Eurozona a uscire da questa crisi". Lo ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde nel suo discorso alla riunione 'virtuale' di primavera del Fmi. La Bce - ha detto - è pronta ad aumentare le dimensioni dei suoi programmi di acquisti titoli e aggiustare la loro composizione, nella misura necessaria e per tutti il tempo necessario", e a "valutare ogni azione e ogni contingenza".  

Ulteriori sforzi internazionali saranno necessari per contrastare le conseguenze dello scoppio e della diffusione del coronavirus, ha detto ancora Christine Lagarde spiegando che la Bce "sostiene le misure contro la crisi proposte dal Fmi" come prestiti di emergenza e la linea di liquidità a breve termine per i Paesi con fondamentali macroeconomici solidi. Siamo inoltre aperti a esplorare una possibile nuova assegnazione di diritti speciali di prelievo (SDR) per tutti i membri del Fmi.

"L'Europa ha bisogno di un nuovo piano Marshall. Avremo bisogno di ingenti investimenti pubblici e privati, per ricostruire l'economia e creare nuovi posti di lavoro. La chiave di questo è un nuovo, potente bilancio pluriennale dell'Ue". Così la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, presentando la road map per l'uscita dalle restrizioni per il Covid 19. "Il prossimo bilancio Ue - afferma - dovrà distinguersi dagli altri, perché dovrà dare la risposta europea alla crisi del coronavirus".  

Ma un TG Tedesco Il Tagesschau, cioè il telegiornale dell'Ard, il primo canale pubblico della Germania nonché il più seguito del Paese, ha spiegato ai suoi telespettatori che l'Italia ha rifiutato i 39 miliardi che l'Unione europea le avrebbe concesso per far fronte alla crisi economica provocata dal nuovo coronavirus.  

Il senso del messaggio è che Roma non ha intenzione di prendere quei soldi perché non ne ha bisogno. Dunque, se non ne ha bisogno, è la tesi implicita del servizio, perché mai il governo italiano vuole imputarsi sugli Eurobond e sulla mutualizzazione del debito? Per ottenere altri benefici a spese dei tedeschi. Queste sono le idee che molto probabilmente circolavano nelle teste dei 9,3 milioni di spettatori che il lunedì di Pasquetta hanno assistito al tg (che dal canto suo ha ottenuto uno share del 25,5%).  

Intanto Ursula von der Leyen continua dichiarando che il commercio ha rallentato enormemente ovunque nel mondo. I governi usano tutti i mezzi disponibili per rafforzare i sistemi sanitari e sostenere le aziende e i lavoratori indipendenti. Tutto questo ha un costo gigantesco. Le azioni prese finora rappresentano nell'Ue quasi tremila miliardi di euro, e altre misure arriveranno, come dimostra risultato dell'Eurogruppo della settimana scorsa".

La presentazione delle linee guida per allentare le restrizioni introdotte a seguito del Covid-19 "non è un segnale per togliere oggi le misure di contenimento, ma per fornire una cornice alle decisioni degli Stati membri. In generale raccomandiamo un approccio graduale. Ogni azione deve essere continuamente monitorata". Così la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, presentando il documento preparato da Commissione e Consiglio europeo per la ripartenza dopo la paralisi da coronavirus

La strategia europea per la ripresa deve avere come priorità la "riparazione del mercato unico europeo" e lo "sviluppo di un'imponente strategia d'investimento". Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, presentando le linee guida per la exit strategy dell'Ue dalla crisi coronavirus. "Il mercato unico è un bene comune Ue, è il cuore pulsante dello sviluppo europeo e della capacità di coesione sociale. E' stato danneggiato e colpito dalle decisioni prese" dai Paesi membri per ragioni sanitarie.

 "Le priorità del digitale ed il green deal possono essere il pilastro della ripresa economica" europea.  Michel ha ribadito che il prossimo bilancio pluriennale Ue sarà un nuovo piano Marshall, evidenziando che al prossimo Consiglio europeo si cercherà di fare "un po' più chiarezza" sulle cifre dell'impatto economico della crisi, perché le cifre "non sono ancora stabili".

Intanto scrive Il blog di Andrea Indini :  Completamente estromessa dai tavoli che contano, l’Italia si trova ora a digerire un accordo che non solo non le permette di affrontare la terribile crisi economica generata dall’epidemia da coronavirus, ma che rischia di rivelarsi profondamente dannoso qualora l’esecutivo dovesse incatenarsi al Fondo salva Stati. Perché, sebbene le clausole sono “light”, ci sono e non lasciano tranquillo chi ne dovesse far uso. Il trucco sta, infatti, nelle regole. L’azzeramento delle condizionalità è solo in via temporanea e riguarda unicamente le spese sanitarie sostenute dai Paesi dell’Unione per affrontare l’emergenza. Anche per questa voce, però, c’è un limite di budget. Che equivale al 2% del Pil annuale del Paese che le sostiene e che fa ricorso al Mes come linea di credito. Su tutto quello che eccede questa cifra si applicano le regole del Mes che potranno anche essere modificate ex post.

Continua Andrea Indini : È proprio mentre il popolo è in ginocchio che gli anti italiani entrano in azione per fare ancora più male. Nelle ultime ore si è, infatti, delineato il drammatico quadro che ci attende nei prossimi mesi. Prima di annunciare il prolungamento del lock down fino ai primi di maggio, il premier Giuseppe Conte si è inchinato ai padroni dell’Europa accettando una versione edulcorata (ma pur sempre pericolosa) del Fondo salva Stati e rassegnandosi all’idea di non avere i coronabond. Nel frattempo il Partito democratico se n’è uscito rispolverando la solita rapina del ceto medio: la patrimoniale. Il tutto mentre sui mercati i titoli italiani (scaricati dai principali investitori stranieri) vengono sostenuti dall’intervento della Bce.

Come sottolinea il quotidiano Italia Oggi, lo speaker del telegiornale Il Tagesschau ha precisato che, se l'Italia ha rifiutato i soldi di Bruxelles, la colpa è del Movimento 5 Stelle. Trattandosi di un tg che dura circa una quindicina di minuti, le notizie sono stringate. Impossibile, quindi, spiegare ai tedeschi lo scontro che si sta consumando in seno alla maggioranza del governo italiano, con Pd e Italia Viva che vanno in una direzione e grillini in un'altra.

In tedeschi hanno semplicemente capito che l'Italia non accetta soldi dall'Ue perché non ha bisogno di alcun aiuto immediato. Anzi: il governo italiano vuole addirittura speculare per ottenere ancora più soldi e ad altre condizioni. Condizioni, va da sé, convenienti per il nostro governo e sfavorevoli a quello di Berlino.

Secondo il quotidiano il Giornale, la questione ruota attorno ai coronabond (o Eurobond). Il premier Giuseppe Conte, e con lui tutto il fronte anti rigorista, vorrebbe ottenere da Bruxelles questo strumento; la cancelliera Angela Merkel non sembra tuttavia aver alcuna intenzione di cedere. Anche perché se facesse anche una sola, minima, apertura, verrebbe sconfessata dalla Corte costituzionale tedesca e rischierebbe di essere denunciata da uno dei Lander.

Scendendo nel dettaglio, il Bundesrat, ovvero la camera dei rappresentanti regionali,scrive il Giornale, può imporre il diritto di veto su ogni legge varata dal governo centrale che abbia una rilevanza locale. Rientrano nella fattispecie anche molti trattati europei. Insomma, dovessero essere approvati i coronabond, Angela Merkel sarebbe costretta a fare i conti con una sorta di ribellione di un discreto numero di regioni tedesche.

Nel frattempo anche Berlino è alle prese con il Covid-19. Oltre agli affari europei, il governo tedesco deve decidere il da farsi. La decisione su come e quando ripartire sarà presa il prossimo mercoledì. Gli scienziati qui non sono pessimisti come in Italia, ma gli istituti di ricerca invitano alla massima prudenza. Anticipare troppo i tempi potrebbe essere più dannoso della clausura.

Secondo l’eurodeputato della Lega Vicenzo Sofo visto che l’UE consente di svincolare le risorse dei fondi di coesione destinate alle regioni e ricollocarle per affrontare l’emergenza coronavirus, la Calabria sfrutti l’occasione utilizzando questi soldi per potenziare i presidi ospedalieri delle aree interne e per realizzare nel territorio calabrese un’IRRCS, poiché è una delle poche regioni a non essere dotata di questo istituto importantissimo anche per affrontare emergenze come quella in corso. Così come altrove mettono in piedi ospedali in pochi giorni, questa Regione deve migliorare in fretta il suo sistema sanitario”.

Così si è espresso *l’eurodeputato della Lega membro della commissione per lo sviluppo regionale al Parlamento europeo Vincenzo Sofo*, che ha aggiunto “Sarebbe utile che la Regione Calabria istituisca una commissione consiliare ad hoc dedicata alla supervisione e all’indirizzo nell’utilizzo dei fondi comunitari poiché una leva così importante per lo sviluppo deve essere seguita con attenzione dal consiglio regionale che deve spronare la Regione e i suoi dirigenti a muoversi efficacemente per fare finalmente buon uso di queste risorse fondamentali per la Calabria.”

La maggioranza giallorossa torna a litigare – ammesso che abbia mai smesso di farlo – sul nodo del Mes. Il controverso meccanismo del Fondo Salva Stati, infatti, è il nuovo-ennesimo terremo di discussione tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, con i primi più restii e non così intenzionati a utilizzare i 36 miliardi di aiuti economici che l'Europa ci concederebbe per fronteggiare la crisi sanitaria causata dalla pandemia di coronavirus, e i secondi che invece spingono sull'accelerazione per la sua attivazione.

Nel mezzo della contesa Giuseppe Conte – chiamato a mediare tra le due posizioni diverse per non dire opposte – e, soprattutto, il popolo italiano.

Nella giornata di ieri vi avevano raccontato di quegli esponenti del Pd che vogliono il Mes: dal padre fondatore Romano Prodi al commissario europeo all'economia Paolo Gentiloni, passando per il segretario Nicola Zingaretti, i capogruppo alla Camera e al Senato Graziano Delrio e Andrea Marcucci, Dario Parrini, Enrico Morando, David Sassoli e compagnia cantante.

Come riporta il Giornale, ecco lo scontro frontale con i soci di maggioranza, acuito dal fatto che lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte nei giorni scorsi non si è tirato indietro dal sottolineare quella che sarebbe l'inadeguatezza rispetto agli eurobond. Sulla stessa onda il titolare della Farnesina Luigi Di Maio e l'attuale reggente pentastellato Vito Crimi, che in un'intervista al Fatto Quotidiano ha puntato il dito contro il Pd accusandolo di "voler mettere in discussione in premier", dal momento che continuano a caldeggiare l'adozione del Fondo Salva Stati.

Delrio e Marcucci, come detto capogruppo Pd rispettivamente a Montecitorio e Palazzo Madama, sono tornati a insistere, replicando alle accuse: "No, non si mette in discussione nulla, abbiamo solo detto che se non ci sono condizioni capestro il nostro paese deve utilizzare tutte le risorse, non capisco perché non utilizzare il fondo se c'è bisogno. Il governo non rischia sul Mes, è il governo che ha ottenuto questo capolavoro, questo miracolo, trasformando il Mes. Ho difficoltà a comprendere la posizione dei 5Stelle", le loro parole riportate da Repubblica.

Parole alle quali è arrivata la controreplica a stretto, anzi strettissimo giro da parte del vice di Di Maio agli Esteri Manlio Di Stefano: "Delrio ha ammesso candidamente di non sapere nulla sul tema ma comunque, alla cieca, si è lanciato contro la linea sul Mes del governo e del presidente Conte". E Stefano Buffagni, viceministro dello Sviluppo, ha rincarato la dose: "Quel fondo è un cappio al collo. Il Mes non sono soldi regalati, ci impone dei limiti che dovrà pagare pure mio figlio fra 30 anni".

All'Ue potrebbe servire un fondo per la ripresa da 1.500 miliardi di euro dopo la pandemia da coronavirus. Lo ha detto Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione Ue, al quotidiano economico tedesco Handelsblatt. Su come finanziarlo "finora non è stato deciso nulla" e il tema di bond comuni europei sarà "sul tavolo" alla riunione dei capi di governo del 23 aprile ma il lettone aggiunge che "potremmo finanziare il fondo con bond sostenuti da una garanzia degli Stati membri".

Secondo l ansa la Commissione "sta lavorando a nuovi strumenti finanziari" al di là dei contributi nazionali che di solito confluiscono nei bilanci settennali dell'Ue, ha aggiunto Dombrovskis. Gli Stati del Nord come la Germania e i Paesi Bassi si sono finora opposti all'ipotesi degli eurobond: "Dobbiamo essere chiari con noi stessi che siamo in una crisi senza precedenti - ha sottolineato il commissario lettone -. Sta diventando necessario uscire dai vecchi schemi mentali".

L’Europa ci ricade Von der Leyen, va ricordato, era ministro di Angela Merkel e non può certo essersi dimenticata, di punto in bianco, degli interessi di Berlino. Secondo "inside over", che casualmente sul turismo estero punta e anche molto : ma per cercare di portarlo sotto la sua sfera economica. Come avvenuto del resto in Grecia, dove i maggiori aeroporti turistici sono passati in mano tedesche subito dopo la terrificante crisi del debito sovrano e con la privatizzazione forzata degli asset ellenici. Non possiamo di certo pensare che la presidente della Commissione Ue voglia far affondare l’Italia, sarebbe estremamente pericoloso. Ma di certo nessuno parla per caso, specialmente tra gli eurocrati. Se quell’invito di Ursula viene seguito dai tedeschi (cosa non troppo improbabile) l’Italia prederebbe milioni di posti di lavoro. Per guidare l’Europa bisognerebbe prima di tutto fare gli interessi europei.

Quando si tratta di evitare che l’Italia affondi del tutto e che le speranze di Roma brillino un po’ di più del lumicino, arriva qualche burocrate a dare il colpo di grazia.Secondo inside Over lo ha fatto Christine Lagarde nei primi giorni della pandemia, con quella frase sullo spread che ha fatto crollare Piazza Affari (Francia, Germania e altre potenze Ue e non solo ringraziano). E ha commesso lo stesso errore Ursula von der Leyen, che ieri ha avuto la brillante idea di consigliare ai cittadini europei di non prenotare le vacanze estive. Di fatto facendo piombare il settore turistico non solo nella paura ma anche nello sgomento.

Von der Leyen,pero in qualità di presidente della Commissione europea, dovrebbe prima di tutto tutelare l’Europa e i suoi cittadini dal pericolo di una catastrofe economica conseguente a quella sanitaria. Il suo non dovrebbe essere un semplice ideale, ma un vero e proprio piano strategico. Perché è chiaro che la crisi economica sarà devastante per la “sua” Europa. Eppure, con rigida austerità teutonica, la presidente della Commissione europea non ha battuto ciglio e di fronte ai giornalisti del quotidiano tedesco Bild am Sonntag dice una frase che è di fatto la condanna a morte di un intero settore di interesse nazionale e continentale: “Non prenotate le vacanze estive”. Una frase che non rassicura, che non aiuta, che non dà alcuna speranza. Fredda come una spada di Oviedo, Ursula von der Leyen affonda il colpo e lo fa rivolgendosi non agli europei, ma in particolare ai tedeschi che, non certo a caso, l’estate prediligono i Paesi mediterranei e non certo rimanere in Germania.

Intanto secondo il quotidiano il giornale la relazione che accompagna il disegno di legge per la ratifica del Mes è stata presentata in Senato il 3 aprile 2012. È stata firmata da Monti, Terzi e Moavero e parla chiarissimo: “Il Trattato che istituisce un Meccanismo europeo di stabilità è stato sottoscritto dai 17 Paesi dell'eurozona il 2 febbraio 2012, in una nuova versione che supera quella sottoscritta l'11 luglio 2011”. Ricordiamo che a partire dal novembre 2011 c'era in carica Mario Monti nelle doppie vesti di presidente del Consiglio e ministro dell'Economia.

Il testo varato dall'Ecofin l'11 luglio 2011, cioè quello firmato da Tremonti, non è “stato avviato a ratifica in nessun Paese dell'eurozona” dal momento che la nuova stesura amplia “sia l' ammontare massimo di risorse disponibili, sia la tipologia delle operazioni consentite dal Fondo salvastati”.

In altre parole esistono due diversi trattati sul Mes. Uno firmato da Tremonti nel 2011 ma mai entrato in vigore; uno, quello valido oggi, ratificato e firmato da Monti nel 2012. Una domanda sorge spontanea: perché il trattato è stato modificato? Riavvolgiamo il nastro e torniamo al 21 luglio 2011. Al termine del vertice euro, gli allora leader europei spinsero per apportare modifiche sostanziali al primo trattato, specificando tra l'altro di avviare “al più presto le procedure necessarie per l' attuazione di tali decisioni”.

Di lì a poco come sottolinea il Giornale – si parla di mesi – varie riunioni tenutesi a Bruxelles portarono alla stesura definitiva del trattato firmato da Mario Monti. Morale della favola: il trattato attribuito a Berlusconi e Tremonti non ha mai visto la luce. Conte ha provato a scaricare la colpa sul centrodestra ma, ancora una volta, è stato smentito dai fatti.

Purtroppo Il Pd e il Movimento 5 Stelle hanno cercato di attribuire la paternità del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità ai governanti in carica all'epoca della sua approvazione, e cioè al premier Silvio Berlusconi e al ministro dell'Economia e delle Finanze Giulio Tremonti. La realtà è ben diversa e basta dare un'occhiata alle carte ufficiali.

Giulio Tremonti l’economista e presidente di Aspen Institute Italia su spiega al Mf Milano Finanza.e riportato dal Giornale : "Nel corso della prima parte dei 2011, il nostro programma era mirato all’obiettivo finale degli eurobond. Nella prima fase ci siamo concentrati sulla costituzione del fondo europeo (che poi sarebbe stato chiamato Mes). Fase 2: lancio dei titoli di Stato europei. È in questa logica sequenziale che nel luglio 2011 si arrivò alla prima firma su questo meccanismo. In Europa dall’Eurogruppo-Ecofin al Parlamento europeo, da Junker a Gualtieri, tutti sapevano che il nostro piano partiva dal Mes, ma per arrivare agli eurobond", spiega Tremonti.

"Per noi - ricorda Tremonti, più volte ministro dell’Economia - il Mes senza gli eurobond non avrebbe avuto senso. Per contro, per gli eurobond il Mes era necessario". A quell’altezza di tempo non erano note ancora le manovre, da ultimo rivelate dal professor Mario Monti. Manovre che a partire dal 5 agosto 2011, da quella che lo stesso Monti chiama la lettera Trichet-Draghi, avrebbero portato alla chiamata dello straniero venuto in Italia in novembre, naturalmente "nel nostro interesse". Di conseguenza il salva-Sati, che era ancora privo di efficacia, diventa efficace e definitivo con la firma del presidente Monti nel febbraio 2012, ma, piccolo dettaglio, dopo che è stata affossata la funzione per cui era nato: lanciare gli eurobond.

Poi con la Grecia, argomenta Tremonti, il Mes ha rivelato una funzione autonoma, totalmente diversa da quella per cui era stato costituito: non come base per lanciare gli eurobond, ma strumento europeo per la riscossione-estorsione ad Atene dei crediti qui vantati dalle banche tedesche e francesi. E in questi termini che, con la complicità italiana del governo Monti e con la furia finanziaria dei "creditori" franco-tedeschi, il meccanismo europeo di stabilità si trasforma nello strumento che ha straziato la Grecia.

"Non per caso, colpito da questo "stigma", da questa maledizione greca, il Mes è rimasto nell’ombra per cinque anni, per essere infine, nell’autunno scorso, riproposto in Europa di nuovo, tanto per cambiare, come salva-banche". Tutto questo orrore è ben diverso dal progetto degli eurobond. "Questa - scandisce Tremonti - è la verità sul passato. Quella degli eurobond è ancora oggi la speranza per il futuro".

Intanto con un memorandum ad hoc la Casa Bianca ha dato istruzione per un coordinato e attivo sostegno da parte del personale militare stanziato sul nostro territorio, delle istituzioni a stelle e strisce, del mondo dell’industria privata, delle organizzazioni caritatevoli.

“È normale questa rivalità tra Usa, Cina e Russia”, ha dichiarato a La Stampa il politologo Moisés Naím. “L’Italia soffre da sempre per l’instabilità politica, a cui ora si è aggiunta questa tragedia. Trump ha l’ abitudine di dare la colpa agli altri quando si mette nei guai, ma anche gli Usa sono entrati nel gioco della propaganda” e Trump “ha bisogno degli alleati e non può permettersi di perdere l’Italia”.

Il problema è che tra instabilità politica, crisi economica ed emergenza sanitaria, l’Italia, agli occhi delle grandi potenze, appare come uno Stato vulnerabile su cui è possibile esercitare influenza. O su cui è possibile puntare per cambiare equilibri dati ormai per certi da decenni. Lo ha capito la Cina, lo ha compreso la Russia, non lo ignorano gli Stati Uniti.

E si inseguono sospetti sui presunti avvertimenti dei servizi di intelligence agli apparati federali circa i rischi di una scarsa tenuta del sistema italiano, tra rischi interni e pericoli esterni. Motivo per cui Trump, insieme alla movimentazione degli aiuti, ha ancora ricordato di avere dalla sua, pronti all’azione, 30mila soldati di stanza in Italia pronti ad attivarsi per sostenere il Paese nella lotta al coronavirus.

"'Frau Merkel resti ferma' è il titolo di un articolo di Die Welt che denigra l'Italia. Frau Merkel deve invece condannare questo articolo e dimostrare che la Germania e l'Unione europea non si fanno guidare da stereotipi inaccettabili come quello degli italiani mafiosi. E' scandaloso che la stampa tedesca si scagli in questo modo barbaro contro l'Italia, un Paese che sta lottando duramente per sconfiggere la pandemia e non essere schiacciato dalla crisi economica.

L’ultima dimostrazione che qualcosa si sta incrinando pericolosamente nei rapporti tra Stati membri è fornita dall’emergenza coronavirus. A parole, ad esempio, tutti si sono dimostrati vicini all’Italia così duramente colpita dalla questa malattia. Il nostro Paese sta affrontando una battaglia complicata praticamente con l’aiuto di nessuno, se si esclude un prezioso sostegno della Russia.  

Ci aspettiamo una ferma presa di distanza e scuse pubbliche ma, soprattutto, ci aspettiamo forme concrete di sostegno e solidarietà dal governo tedesco. Basta egoismi, basta calcoli propagandistici legati agli equilibri politici interni: se l'Europa unita esiste, questo è il momento di dimostrarlo. La stragrande maggioranza degli italiani è gente per bene, che sta affrontando sacrifici enormi e che si rimbocca le maniche. Quello che chiediamo sono i mezzi necessari per far ripartire l'economia, ferma a causa del Coronavirus". Lo afferma Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia.  

"Un'affermazione vergognosa e inaccettabile. Spero che il governo tedesco ne prenda le distanze. L'Italia piange oggi le vittime del Coronavirus, ma ha pianto e piange le vittime della mafia. Non è per fare polemica ma non accetto che in questo momento si facciano considerazioni del genere". Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, intervistato a Uno Mattina, in merito ad un articolo del quotidiano Die Welt, secondo il quale la mafia starebbe aspettando gli aiuti europei.

"Noi non vogliamo che altri Paesi paghino i nostri debiti, l'Italia i propri debiti li ha sempre pagati. Vogliamo creare le condizioni di mercato affinché si possano spendere tutti i soldi che servono per le infrastrutture, quindi in lavoro, in innovazioni tecnologiche", ha aggiunto, in merito alla trattativa in corso nell'Unione europea, dove, ha sottolineato, "si sta decidendo se l'Italia può spendere tutti i soldi che servono per aiutare giovani e meno giovani".

"'Italiani (mafiosi) da tenere sotto controllo con la Commissione europea'. Vergognatevi, a Berlino e a Bruxelles sciacquatevi la bocca prima di parlare di Italia e chiedete scusa!". Lo scrive su twitter Matteo Salvini commentando un articolo del quotidiano Die Welt, secondo il quale la mafia starebbe aspettando gli aiuti europei.

"Inaccettabile quanto scrive il Die Welt: ci sono migliaia di morti e non abbiamo alcuna responsabilità. Purtroppo un tedesco si è infettato ma non diamo certo alcuna colpa alla Germania. Che c'entra mettere in mezzo la mafia?". Lo afferma il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani a Tgcom24

"Secondo il quotidiano tedesco Die Welt "la mafia aspetta soltanto una nuova pioggia di soldi da Bruxelles e quindi gli italiani devono essere controllati dalla Commissione europea".Per questi signori siamo un popolo di mafiosi che va tenuto d'occhio per impedirgli di rubare i loro soldi.E noi dobbiamo rimanere in Europa per mantenere la ricchezza di Germania,Olanda e Austria per essere trattati così?". È quanto dichiara Maria Cristina Caretta, deputata di Fratelli d'Italia.

"Quando ci sono da prendere decisioni, mettersi in discussione, il DieWelt tira fuori il peggio della propaganda anti italiana. Spero Berlino prenda le distanze. Qualche Stato Ue non vuole aiutare? Abbia il coraggio di dirlo senza insinuare. Sapremo come muoverci. #Eurobonds". Lo scrive su twitter il presidente della commissione Politiche dell'Unione Europea Sergio Battelli (M5S).

Unione europea unita e solidale? A parole sì. Nei fatti concreti, però, di quello spirito di amicizia e collaborazione tra Paesi membri, soprattutto nei momenti difficili, non si ha traccia. "Unita nelle diversità" è il motto della Ue che indica come gli europei operino insieme per la pace e la prosperità e che le molte e diverse culture, tradizioni e lingue presenti in Europa costituiscono la ricchezza del continente.

Le migliaia di morti e gli ospedali al collasso sono i risultati visibili di una guerra dichiarata da un nemico invisibile e che ha sconvolto l’Italia. Messo in ginocchio, il nostro Paese ha risposto con coraggio, unità e solidarietà. Ma da solo sarà difficile continuare la battaglia. Soprattutto perché in un imminente futuro le conseguenze economiche provocate dall’emergenza sanitaria si faranno sentire con tutta la loro forza.

E non solo in Italia. Ci sarebbe bisogno di un piano comune per superare la crisi,  ma la l'Europa non c’è. O meglio, c’è ma si sta sgretolando. Confindustria ha lanciato l’allarme per il nostro Pil spiegando che nel 2020 potrebbe calare di oltre 6%. Un vero disastro. Per evitarlo servono azioni concrete e immediate. La situazione è grave e serve un fronte comune europeo. Ma quello che sta emergendo in questi giorni sono le spaccature fra Stati membri.

Come ben noto l’Italia spinge al massimo sugli eurobond e respinge il Mes. I falchi del nord Europa, con in testa la Germania, pretendo il Mes. Posizione supportata con forza anche dall’Olanda. All’Eurogruppo si discute ma fino ad ora tante parole e pochi fatti. Il rischio è che la Ue possa davvero disgregarsi. Ma può, ad esempio la Germania imporre la sua linea a danno di Paesi come l’Italia che stanno soffrendo pesantemente per l’emergenza?

Il premier Conte, che non può essere accusato di anti-europeismo, ha alzato la voce e, al giornale Bild, ha affermato che "in Germania potete avere tutto lo spazio fiscale che volete ma non potrete mai pensare di affrontare un'emergenza sanitaria, economica, sociale di così devastante impatto con il vostro spazio fiscale". "È nell'interesse reciproco - ha precisato - che l'Europa batta un colpo, che sia all'altezza della sfida, altrimenti dobbiamo assolutamente abbandonare il sogno europeo e dire ognuno fa per sè ma impiegheremo il triplo, il quadruplo, il quintuplo delle risorse per uscire da questa crisi e non avremo garanzia che ce la faremo nel modo migliore, più efficace e tempestivo".

Mentre l’Eurogruppo continua a discutere su quali strumenti mettere in campo per sostenere le economie dei Paesi membri dell’Ue, dall’Olanda arriva un segnale fortissimo. Il parlamento olandese ha infatti approvato due risoluzioni che sollecitano il governo a imboccare una strada ben precisa. Con la prima il ministro delle Finanze, Wopke Hoekstra, viene esortato a non accettare gli Eurobond per nessun motivo; con la seconda si chiede esplicitamente all’esecutivo locale di non cedere sulle condizionalità del Meccanismo europeo di stabilità (Mes).

La linea dell’Olanda è chiara: che l’Italia e tutto il fronte anti rigorista smettano di sperare in soluzioni facili, perché i governi del Nord non hanno alcuna intenzione di smezzare debiti o mostrare solidarietà verso partner “inadempienti” e profondamente indebitati. Certo, le mozioni presentate dal partito anti Ue, Forum per la democrazia (FvD) e da una formazione trasversale di deputati non sono vincolati. Eppure, entrambe, contribuiscono a dare un indirizzo politico ben preciso al governo olandese, che sarà impegnato oggi all’Eurogruppo per la ripresa dei negoziati..

Ho chiesto a Conte di chiedere sanzioni per paesi, come l'Olanda, che fanno paradisi fiscali". A dirlo è il leader di FdI, Giorgia Meloni che, in un’intervista a Mattino Cinque, ha definito “intollerabile farsi fare la morale da gente che in Europa fa paradisi fiscali

La Meloni ritiene che il premier Giuseppe Conte faccia bene a tenere il punto e spera che “vada sino in fondo”. “In tal caso – aggiunge - FdI sarà al suo fianco”. Il presidente di Fratelli d'Italia ha ribadito la sua contrarietà al Mes che vede solo come “uno strumento per commissariare la politica economica e costringerci a manovre lacrime e sangue". Il Mes senza condizioni è impraticabile perché le condizioni "ci sono e fra sei mesi ci sarebbe la fregatura".

Resta poco chiara, invece, la minaccia del premier di “andare da soli ma ci sono nostre proposte e deve cominciare ad ascoltarci". Finora, infatti, il clima di collaborazione che l’opposizione sperava si instaurasse con la cabina di regia non c’è mai stato, anzi “è stato un bluff”, dice il leader di FdI che ha confermato il voto contrario al dl Cura Italia. In merito, invece, all’ultimo decreto “mi pare di capire che è uscito, se va bene questa mattina, almeno una parte, e quindi nessuno l'ho ancora letto”, dice la Meloni che si è avvalsa la facoltà di prendere una posizione solo dopo aver letto il contenuto del provvedimento. “Sono abituata a leggere i testi prima di decidere se sono testi che mi piacciono oppure no", spiega.

Nell'intervista rilasciata a Libero, il segretario generale dell'Ugl ha voluto fare chiarezza sui pericoli concreti che potrebbero verificarsi qualora il governo aderisse alla trappola del Mes, pur in presenza di condizionalità attenuate: "Chinerebbe completamente la testa di fronte all'Europa delle banche e della grande finanza". Sarebbe da intendersi come una cessione di sovranità che consegnerebbe l'Italia "al rischio sempre più concreto di ulteriori tasse sul patrimonio e di nuovi tagli ai servizi essenziali". Perciò ha invitato l'esecutivo giallorosso a invertire rotta e a preoccuparsi di "difendere gli interessi nazionali da chi intende mettere le mani sulla ricchezza e sul patrimonio degli italiani".

Capone ha sottolineato che dallo stato attuale bisogna uscire mediante "una dimostrazione chiara di solidarietà da parte dei partner europei", anche perché le imprese italiane sono soggette ai limiti del nostro sistema produttivo, tra cui la tassazione record e la folle burocrazia. "Occorre essere consapevoli che tutto il sistema-paese sta affrontando una corsa per la sopravvivenza", ha concluso...
 
 
 
 
 
 
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