Non solo armi sul suolo siriano e strette di mani, la Russia di Putin telefona e allaccia relazioni e questo vale anche con gli Usa. Settimana Ash Carter, numero uno del Pentagono e Sergei Shoigu, ministro della Difesa russo hanno avuto una conversazione telefonica definita "costruttiva" sul fatto che i due paesi devono cooperare per risolvere il caos in cui si trova la Siria. Non è ancora chiaro come i due possano operare ma è molto significativo che Mosca abbia deciso di riaprire un canale diplomatico con Washington dopo la crisi in Crimea.
In un articolo apparso sul Wall Street Journal emerge che Russia e Iran stanno aumentando il loro coordinamento a supporto del regime in funzione anti-Isis. Non è un caso che il comandante delle guardie rivoluzionarie Quds, il generale Qassem Soleimani, sia stato in visita a Mosca. A giro stretto il ministro degli Esteri russo,Lavrov ha incontrato l'omologo iranaiano Javad Zarif e quello siriano Walid al Moallem. Sempre sul Wsj si legge che le forze cooperano soprattutto intorno a Latakia. Nella giornata di oggi il vice ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian ha di fatto confermato la collaborazione: "Mosca e Teheran intendono usare tutte le possibilità e il potenziale per contribuire a uscire dalla crisi in Siria".
Come e noto da diverso tempo la Russia opera in Siria, soprattutto nella zona di Latakia e intorno al porto di Tartous unico sbocco nel mediterraneo dell'ex Paese sovietico. L'escalation russa al fianco di Damasco ha preoccupato non poco gli Stati Uniti. Per il Segretario di Stato Usa, John Kerry le mosse di Mosca porterebbero verso "più aspre violenze e non sarebbero affatto di aiuto". L'azione della Russia mira a difendere la posizione del presidente siriano Bashar al-Assad, cosa che invece non piace a Washington, come spiega il portavoce della Casa Bianca, Eric Schultz: "Serve è una soluzione diplomatica.E Assad deve andare via".
Lo scorso 7 settembre hanno formalmente chiesto alla Grecia di non concedere il proprio spazio aereo ai voli russi, richiesta respinta da Atene. La Grecia non è il solo paese ad aprire il propri cieli alla Russia. Nella mattinata di oggi l'Iran ha annunciato che concederà il suo spazio per consentire il passaggio di velivoli cargo che trasportano aiuti umanitari in Siria. Chi ha scelto di mettersi di traverso è stata la Bulgaria, che ha negato il suo spazio aereo. Ovviamente la decisione non è andata giù a Mosca. Il viceministro degli Esteri russo, Sergej Ryabkov, ha detto che la decisione della Bulgaria non limiterà i progetti della Russia che invierà uomini, mezzi e aiuti "utilizzando altre vie".Cosi mentre la Bulgaria ha chiuso lo spazio aereo ai Russi scatenando le ire del Cremlino che però ha incassato il sostegno, e lo spazio aereo, dell'Iran, solido alleato di Assad. Anche l'Ucraina, nella giornata di oggi, ha comunicato, per bocca del premier Arseni Iatseniuk, che chiuderà il proprio spazio aereo ai velivoli russi diretti in Siria.